gototopgototop

1165. Risvegliarsi a quello che si “È”

Lunedì 07 Aprile 2025 00:00 Rosario Castello
Stampa

Ogni forma fisica, nel mondo, non è altro che “informazione” (un programma informativo).

Il corpo fisico umano è attraversato in tutta la sua lunghezza da un “sistema informativo” (quello dei “meridiani” cinesi o quello delle “nadi” indù). Si tratta di un sistema a rete di linee energetiche che passano attorno e attraverso il corpo.
Lungo le linee di questo sistema a rete esistono molti “punti”, alcuni dei quali significativi per la regolarizzazione del flusso dell’energia (‘Chi’ per i Cinesi; ‘Prana’ per gli Indù).
Dal corretto fluire di questa “Energia” (in ‘quantità’ e in ‘velocità’) dipende lo stato di salute dell’individuo.
Questa “Energia” non è altro che un insieme di “codici informativi” di massima importanza vitale.

Presso il Necker Hospital di Parigi, mediante uno studio condotto in collaborazione con il Laboratorio di Citologia (nella divisione Militare dell’Ospedale), è stato dimostrato scientificamente l’esistenza di questo sistema a rete. È stato iniettato un tracciante radioattivo nei vari “punti”, lungo le linee del sistema a rete di cui si è accennato sopra, per poi scattare una foto con un apparecchio a raggi gamma per controllare dove si sarebbe diretto il liquido. Il tracciante ha seguito lo schema del sistema delle linee tradizionali (cinesi e indù) dimostrandone l’esistenza reale. Fino ad allora era stata sempre messa in dubbio l’esistenza di tale sistema a rete.
Tale sistema a rete è parte di un sistema più grande che circonda l’intero corpo fisico e lo ingloba formando quello che esotericamente viene chiamato “campo aurico”, un campo di energia a forma di uovo, con la parte più stretta ai piedi.

Il sistema a rete (dei meridiani e/o delle nadi) è collegato a una serie di vortici (Chakra) che connettono il corpo umano (i vari corpi, l’uno compenetrato sull’altro all’interno del campo aurico) al tipo di Consapevolezza che determina il livello di Coscienza dell’individuo.
Il corrispettivo dei Chakra, nel corpo fisico, sono le ghiandole del sistema endocrino.

Il corpo fisico grossolano dell’essere umano è costituito da un’enormità di cellule. All’interno di queste troviamo l’acido desossiribonucleico, ovvero il DNA. Si tratta di una sequenza di istruzioni che contiene tutti i dati necessari per costruire un organismo e mantenerlo in vita.
Il DNA si presenta come catene a spirale, formate da due filamenti di nucleotidi (adenina, timina, citosina e guanina) che si intrecciano per creare la caratteristica struttura a doppia elica. Queste molecole contengono la libreria genetica del corpo, ovvero i “codici” che determinano le caratteristiche fisiche.

Ma le funzioni del DNA non si limitano alle caratteristiche fisiche trasferite dal “programma” attraverso la procreazione. Per la scienza ufficiale il 97% circa del DNA è da considerarsi “DNA Spazzatura” (questo perché alcuni studiosi non hanno idea di quale sia la sua funzione; per altri, perché sospettano qualcosa che non osano dichiarare; per altri ancora, per disinformazione).
Anche se il termine “spazzatura” è considerato oggi inadeguato, quello che viene chiamato “DNA Spazzatura” permette all’individuo risvegliato spiritualmente di connettersi con altre dimensioni della realtà e con esse poter comunicare.
La forma del DNA e la sua struttura cristallina favoriscono questa funzionalità.
Ogni tipo di DNA (nel regno vegetale, regno animale, regno umano e regno dei virus – anche se ci sono virus composti da solo RNA –) è costituito dai medesimi 4 codici cui accennavamo poc’anzi (adenina, guanina, citosina, timina). Ciò che fa la differenza tra un essere umano e un elemento degli altri regni è l’ordine (sequenza) in cui questi quattro nucleotidi sono organizzati lungo la doppia elica. Questa sequenza codifica le istruzioni genetiche uniche per ogni organismo.

La sequenza del codice è fondamentale per produrre le caratteristiche fisiche dei corpi.

Tutte le forme di vita esistenti nella realtà di questo mondo sono sistemi biologici, ricchi di informazioni sotto forma di codici organizzati in specifiche sequenze. Ogni processo biologico è regolato da una rete di segnali che trasmettono informazioni precise. I sistemi biologici, infatti, operano attraverso lo scambio di segnali elettrici e chimici. Il sistema nervoso, ad esempio, trasmette impulsi elettrici che oscillano a specifiche frequenze per comunicare informazioni tra cellule e organi. Il corpo umano stesso, risponde a stimoli esterni come luce, suono o temperatura e via dicendo.

Ogni cosa esistente nel mondo della forma è, in realtà, un “campo di frequenze”. Un insieme di onde che vibrano a determinate frequenze, trasportando energia e, in molti casi, informazioni.

L’oggetto-forma che popola la nostra realtà percepibile è l’espressione fisica di una “decodificazione”, cioè la traduzione delle informazioni contenute in una matrice di frequenze. Quest’ultima può essere intesa come una struttura che contiene tutte le informazioni necessarie per generare e sostenere ciò che appare nella realtà. Se volessimo continuare il parallelismo con la vita biologica, potremmo dire che la “matrice”, così intesa, trova delle similitudini con il nostro DNA ovvero, con l’informazione codificata nei sistemi cellulari. Il DNA stesso, infatti, come dicevamo poc’anzi, può essere visto come una “matrice” che organizza e dirige la forma e le funzioni del corpo umano.

Per cercare di essere ancora più chiari, immaginiamo di essere al cinema davanti a un film proiettato sullo schermo e proviamo ad analizzare nel dettaglio il processo, riallacciandoci a questa similitudine. La pellicola (la matrice), contiene tutte le informazioni codificate sotto forma di immagini statiche. Rappresenta una “matrice” perché è il “contenitore” delle informazioni potenziali che non sono ancora percepibili. Questa è la fonte originaria di tutto ciò che apparirà sullo schermo, ma questa realtà (il film intero) di per non è visibile senza un processo di “decodificazione”. Ecco che così entra in gioco il ruolo del proiettore (il meccanismo di decodifica), questo prende le informazioni dalla pellicola e le traduce, grazie alla luce, in immagini visibili. Il proiettore rappresenta il processo che interpreta e rende manifesta la “matrice” (pellicola) sotto forma di realtà percepibile. Il proiettore è il mezzo di traduzione. È ciò che prende le informazioni codificate nella pellicola (matrice) e le trasforma in immagini percepibili. In questo senso, il proiettore rappresenta i processi o i meccanismi che decodificano e manifestano la “matrice”. La luce, tuttavia, è l’energia attiva che rende possibile questa trasformazione. Senza la luce, il proiettore non potrebbe trasferire le informazioni della pellicola sullo schermo. Quindi la luce ha un ruolo di “attivatore” in questo processo. Infine, c’è lo schermo (la realtà percepita), dove le informazioni decodificate si manifestano come forme visibili e tangibili. È, in poche parole, la realtà che possiamo osservare e vivere, generata dalla traduzione delle informazioni contenute nella “matrice”. Se però cambia la pellicola (la matrice) nel proiettore, cambia anche ciò che appare sullo schermo il che ci permette di comprendere l’idea di come la realtà fisica (l’oggetto-forma) non sia altro che una derivazione della “matrice” sottostante. Parimenti, volendo tornare alla similitudine con i sistemi biologici, il DNA (la pellicola/matrice) contiene tutte le informazioni. I meccanismi biochimici e bioelettrici (il proiettore) decodificano e trasformano il DNA in funzioni biologiche. La energia vitale o i segnali elettrici (la luce) alimentano il processo, rendendo possibile la manifestazione.

La realtà di questo mondo solido e tridimensionale viene così percepita perché così appare. Si potrebbe dire che così appare grazie ai giochi della Luce. Ciò che appare, in realtà, è il risultato di interazioni complesse tra energia, informazioni e percezione.

La realtà che appare è la rappresentazione vibrazionale di un messaggio, di un segnale che viaggia ad una certa velocità. Tutto ciò che appare, o che potrebbe apparire, rispetta l’intera gamma di possibilità previste dalla matrice di un certo numero di lunghezze d’onda. La realtà, in parole povere, è un processo dinamico di trasformazione e manifestazione legato alla nostra capacità di decodificare e interpretare le frequenze presenti in questa “matrice” ontologica.

La “Creazione” è composta da una vasta trama di frequenze. Diverse frequenze o lunghezze d’onda possono rappresentare mondi differenti. Il mondo terrestre, che ospita l’essere umano, ha una lunghezza d’onda specifica che può essere percepita e sperimentata dalla Coscienza solo attraverso il corpo umano, capace di vibrare nella gamma di frequenze del mondo fisico terrestre. Mentre, la Coscienza libera, nella sua forma più pura, vibra a livelli tali di velocità da non poter interagire direttamente con la realtà del mondo fisico.

Gli esseri umani sono le Coscienze degli Esseri Luminosi delle Origini, intrappolate nella gamma di frequenze del mondo terrestre. Risvegliarsi spiritualmente significa liberarsi dai limiti imposti da queste frequenze e riconnettersi con la propria natura essenziale.

Gli occhi del corpo umano non vedono il 95% della materia/energia oscura (che non riflette luce e quindi non è percepita dalla vista umana) di cui è costituito l'universo. La vista umana percepisce solo una frazione dello spettro elettromagnetico, nota come luce visibile, e una piccolissima gamma di frequenze è quella a cui possono accedere i cinque sensi umani. I limiti di questi cinque sensi sono propri del veicolo della Coscienza, non della Coscienza stessa.

Il veicolo della Coscienza è l’io-corpo-personaggio, che opera in modo simile a un computer. Questo corpo-computer è animato da un programma che sintonizza la consapevolezza sulla frequenza del mondo terrestre, con tutti i suoi limiti, costringendola a interagire entro un certo spettro di possibilità. La Coscienza è l’utente di questo corpo-computer, lo utilizza per interagire con il mondo fisico. Tuttavia, la Coscienza non è identificata con il corpo-computer e può manifestare altre facoltà che vanno oltre la realtà dei cinque sensi, aprendosi a nuove e diverse possibilità (lunghezze d’onda).

Tutto questo dovrebbe essere una normale esperienza per ogni individuo, ma purtroppo non lo è più. L’identificazione con il corpo-computer ha ridotto l’essere umano a manifestare un individuo caratterizzato da risposte comportamentali e comunicazionali automatiche e meccaniche. La nostra esperienza della realtà è limitata dai confini biologici e da frequenze specifiche. L’essere umano ha dimenticato di essere la “Coscienza” e si è convinto di essere solo il corpo, identificandosi con tutti i suoi limiti.

L’essere umano, se funzionasse pienamente come dovrebbe, cioè se fosse risvegliato spiritualmente e tutte le sue “parti” fossero connesse, con la Coscienza a guida consapevole, avrebbe una percezione della realtà nettamente diversa. Ciò che definiamo essere umano è la “Coscienza”, non un semplice corpo-oggetto.

In realtà l’essere umano non ha alcuna solidità. La maggior parte degli esseri umani è convinta di essere una realtà solida, tridimensionale e di vivere in una realtà altrettanto densificata dove le forme nascono, muoiono e, alla fine del ciclo di vita, non rimane più traccia di esse. Ma come abbiamo cercato di spiegare poc’anzi, questa caratteristica attribuita alla realtà fenomenica è illusoria poiché dipendente dalla decodificazione attuata dal nostro limitato apparato percettivo. Parimenti anche ciò che un essere umano personifica, è senza limiti, eternamente presente al corpo di cui si serve per interagire, anche se l’individuo non ne ha contezza. Egli è quindi un essere dimentico della propria vera natura.
Egli non deve imparare nulla di nuovo per risvegliarsi: deve solo “ricordare”.
La sua dimenticanza lo ha intrappolato in un diabolico circolo vizioso da cui è difficile poter riuscire a emergere.
La maggior parte degli esseri umani rimane intrappolata per tutta la durata della loro vita in un’errata concezione di se stessi e delle proprie potenzialità.

Per la maggior parte degli esseri umani sono gli automatismi, la meccanicità del corpo-computer ad aver soggiogato la coscienza e non viceversa.
Più la persona è “addormentata” (non risvegliata spiritualmente) più si impongono le caratteristiche fisiche, emozionali e mentali del programma genetico, a volte con risultati drammatici.

Il cervello umano controlla ed elabora tutto il traffico delle comunicazioni grazie ai miliardi di cellule nervose (neuroni e cellule gliali) specializzate in questi compiti. Funziona come una “centralina” che gestisce e regola tutte le attività comunicative del corpo, inclusi stimoli sensoriali, comandi motori e processi interni. La maggior parte di questi processi è progettata per operare al di fuori della nostra consapevolezza diretta.

L’essere umano però, abbiamo detto, è molto più di un io-corpo-personaggio.

Riprendendo la similitudine con il corpo-computer possiamo dire che egli è dotato di una parte fisica e tangibile (un hardware) che è il mezzo attraverso cui le operazioni vengono eseguite nel mondo materiale. Al tempo stesso questo hardware funziona grazie a un sistema operativo (mente-software) che ne disciplina il funzionamento attraverso processi e automatismi specifici (si pensi, nel corpo, ai processi biochimici e neurologici che funzionano secondo regole precise e programmate). Poi però c’è l’utente-Coscienza, che si serve di entrambi (hardware e software) per realizzare qualcosa di perfetto e integrato. Tuttavia, l’hardware-corpo non è senziente perché risponde alle istruzioni per cui è stato creato. Il software-mente non è cosciente, ma esegue in modo preciso gli algoritmi per cui è stato progettato. L’utente è l’unico elemento dotato di intenzionalità e creatività, capace di orchestrare hardware e software verso obiettivi che trascendono l’automatismo e la mera esistenza fisica. L’individuo che si identifica esclusivamente con il corpo (hardware) e gli automatismi (software) finisce per vivere in una sorta di “illusione funzionale”, dimenticando il proprio ruolo di operatore cosciente perché identificato con ciò che scorre davanti al video del suo computer.

L’individuo deve arrivare a manifestare la Consapevolezza Infinita, propria di un Anima Immortale.
Ciò che sembra essere soggetto alla morte è il corpo-computer poiché la Consapevolezza non può morire, essendo antecedente ad esso. Essa esisteva prima della nascita del corpo e continuerà a esistere anche dopo la sua morte. L’Essere Consapevolezza Infinita non è il corpo fisico-computer, poiché quest’ultimo è semplicemente lo strumento attraverso il quale opera nella realtà della vita.

Il corpo-personaggio karmico è un bio-computer con un ricchissimo programma genetico con specifiche caratteristiche fisiche, capacità emozionali, attitudini, atteggiamenti, processi cognitivi.
Diventare coscienti, cioè risvegliarsi, significa non soggiacere passivamente alle reazioni genetiche del corpo, interrompere la prevalenza del corpo sulla consapevolezza e iniziare ad assumere il controllo sulla propria vita.

Il corpo-personaggio karmico, come un bio-computer con il suo complesso programma genetico, non è che un frammento della più vasta matrice universale, una manifestazione tangibile di un sistema invisibile di infinite possibilità. La matrice funge da pellicola che contiene il potenziale di tutto ciò che esiste; il corpo, con i suoi algoritmi e automatismi fisici, traduce queste possibilità in realtà percepibile. Il risveglio interrompe la supremazia del corpo-computer sulla Coscienza, permettendo di superare i limiti biologici e di interagire con la matrice stessa, non più solo come strumenti passivi, ma come co-creatori attivi della propria esistenza. Questo processo di elevazione rappresenta il ponte tra il mondo della forma e quello dello spirito, un viaggio che conduce dalla reazione automatica alla piena consapevolezza del proprio ruolo nel grande disegno universale.

La vita, quella vera, è un pozzo infinito di possibilità.

 

Sovente gli uomini si domandano, perplessi, se mai esista qualcosa oltre la coscienza. Certo la comprensione umana del concetto di coscienza è limitato. Questo deriva dal fatto che si accetta solo il mondo visibile. La conoscenza resta vincolata e ristretta se non si estendono i confini del visibile. Ma guardiamo oltre le frontiere della coscienza e del sapere umani; cerchiamo un granello di comprensione cosmica. Com’è bello il vasto orizzonte! Com’è potente il pensiero che penetra lo Spazio! Quali nuove vie si aprono per la comunione con l’Infinito! Cercate questi tesori: sono la garanzia del vostro progresso. A che serve una conoscenza che conduce a cancelli chiusi, con l’insegna: “Altro non sappiamo”? La limitazione della conoscenza è una tomba. Scandagliamo dunque l’Infinito! La limitazione della coscienza è la morte dello spirito.
Non sono da studiare i costumi dei popoli, ma la sostanza della loro coscienza. Quando avranno imparato a percepire la corrente dell’Infinito, gli uomini, anziché pregare, comanderanno gli elementi. Invece di “un Dio che lavora per loro”, aiuteranno se stessi con le loro proprie fatiche e con l’energia psichica.
Perché nel mondo si è soliti venerare le potenze cosmiche nei momenti di disperazione? Perché solo allora si è attratti dall’Infinito? Perché solo allora si riconoscono le forze cosiddette sovrannaturali? Consiglio di pronunciare il Nome della Madre del Mondo non come simbolo, ma come sorgente di potere. Consiglio di invocare la Fonte dell’Infinito non come simbolo, ma come espressione di Eternità, come perpetua Generatrice di bellezza e Creatrice del firmamento.”

Da “L’Infinito”, Volume 1, Verso 9, Agni Yoga
del Maestro Morya