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63. Le “Parole”, le “Idee” e le centomila “Cose”

Martedì 09 Agosto 2011 00:00 Rosario Castello
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Cosa sono le “Parole” che usiamo correntemente?

Cosa sono le “Idee” delle quali crediamo esserne gli autori?

L’uomo confinato nei limiti dei suoi cinque sensi non è in grado di rispondere.

Chi si è aperto alla realtà spirituale, anche quando non “risvegliato” completamente, può intuire delle mezze verità che prepareranno il suo cuore a capire.

È con il cuore e non con la testa che si può comprendere.

La “Realtà” spirituale prepara quanto può aiutare l’uomo ad esprimere i vari livelli di coscienza nel mondo.

Una nuova “parola” entra nelle espressioni linguistiche dell’uomo dopo essere stata preparata e predisposta (nella realtà eterica) a precipitare tra gli uomini.

Qualcuno, tra gli uomini, con la sostanza mentale più idonea la capterà e credendola frutto della propria genialità la farà circolare finché diventerà d’uso corrente per esprimere il concetto (prima inesistente o incompleto alla nuova esigenza umana) che essa incarna.

Esistono livelli abitativi, invisibili agli uomini, dove i loro abitanti tacciono per udire (non per vedere) le nuove necessità degli esseri umani.

Sulla Terra giungono “sonorità” che provengono da altri piani di esistenza e chi le capta le trasforma in qualche forma umanamente comprensibile.

Le “Idee” seminali precipitano, collassano nel mondo umano, nella sostanza mentale di qualche “predisposto” allineato col momento, con la necessità e con la linea di minor resistenza dell’inconscio collettivo.

Molte “Idee” attendono che qualcuno le richiami dalle profondità del Tutto.

Molte sono le “cose” che il ricercatore deve conoscere: o attraverso la lenta crescenza del tempo (lo studio, la ricerca, la riflessione, le pratiche, le crisi, ecc.) o con il salto quantico dei graduali “risvegli” che elevano ed espandono il livello di coscienza. Certe “cose”, delle quali deve venire a conoscenza, sono state chiamate in molti modi diversi da una civiltà all’altra.

Alcuni degli déi menzionati dagli antichi sono “potenze” perché spaziano sui Nove Piani della Vita e, da quello che è chiamato l’Inconoscibile, possono far ottenere, all’essere umano, tutto ciò che è in grado di concepire con l’Anima, non con la mente.

C’è una “potenza”, ad esempio, in grado di dischiudere all’essere umano le porte della Quarta Dimensione, che è stata chiamata “Nameron” (il Neter dell’Aria), all’origine del Tempo, del Ritmo, della Musica.

L’individuo, da schiavo dell’illusione sensoriale e materiale, può trasformarsi in utilizzatore degli inganni prodotti dallo Spazio e dal Tempo e così penetrare quella realtà eterica in grado di catapultare fuori dai limiti che tengono prigionieri.

Fuori dai limiti lo Spirito Universale si rivela.