L’ente planetario ordinario del pianeta Terra (l’uomo non risvegliato, immerso ancora nel sonno della coscienza) toccato dalla prima scintilla del risveglio spirituale vede aprirsi innanzi spazi di crescita interiore e di azione significativi. Il risveglio apre viali di Bellezza nella vita quotidiana: nel linguaggio quotidiano, nei gesti gentili, nei sorrisi rincuoranti che l’accompagnano, catturando molti cuori nella luce della consapevolezza che affranca.
Dalla prima scintilla all’Illuminazione completa il Cammino è lungo: moltissime vite si succedono.
Quando l’ente planetario si fa, finalmente, consapevole pellegrino solitario della segreta vita interiore ritorna ad essere un “senza nome”, forma apparente che cela una realtà di incomparabile Bellezza e di grande Potenza.
Senza più forma e senza rappresentare una quantità, totalmente immerso nell’ampio spazio dello spirito, determinato volge i passi verso un cammino inattaccabile: ecco l’essere-fare di colui che ha consacrato realmente la propria esistenza al Sapere e alla Verità; ecco chi sente nel profondo del proprio Essere l’appartenenza alle radici della “Sfera dell’Alto”, del Regno Spirituale di Dio.
Egli sente, oramai, l’indefinibile età del lungo peregrinare, di vita in vita, di mondo in mondo, ed in quelle rughe di sofferenza antica (samskara e vasana) scorge solo un’immensa saggezza custodita per il volo dei giorni futuri: i giorni del Sacro Supremo. Egli conosce la durezza del “Sentiero” in cui ormai è difficile smarrirsi: conosce la compagnia del quotidiano colloquio cosmico e delle segrete “presenze” invisibili ai più.
Sul Cammino, coraggioso, ascolta i pensieri dell’Ignoto Oscuro sempre pronto a frenare, ostacolare, interrompere i suoi passi di Luce.
Indifferente alle seduzioni terrifiche, fermo ed inesorabile, prosegue il suo Cammino sempre attento alle possibilità del volo supremo.
Immerso in un quasi irreale silenzio esplora le molte vie interiori dove sussurri arcani e non-pensieri gli consegnano, di tanto in tanto, splendidi fili d’oro di Conoscenza sublime.
Nel divenire, l’immanente (nei rapporti con le cose, con le persone, con gli eventi), ha imparato a non lasciare traccia alcuna (Karma), neanche parole leganti.
Egli sente, ad un certo “punto”, il Sentiero farsi più ripido e vede sparire i simboli attorno a sé che rappresentano le cose del mondo profano, i richiami allettanti che possono ancora distrarre: comprende di aver superato uno stadio importante ma anche che sforzi immani ulteriori l’attendono.
Stanco, si sente quasi svuotare ma la sua determinazione vince sullo sfinimento e ad occhi chiusi vede un lampo attraversare la parte superiore della sua testa: il divino lo ama e i demoni ormai restano di pietra sconfitti.
Nei suoi giorni senza tempo avverte profondi richiami che si preannunciano come piccole vertigini che assumono la giusta collocazione, come qualificata sensazione, al centro della testa ed un impercettibile tremolio dietro lo sterno. Di tanto in tanto lo spirito di servizio verso il mondo lo fa riflettere su come gli uomini abbiano sempre le Verità dentro di loro, cioè innanzi senza riuscire a vederle: la Verità non si nasconde ma gli uomini non la vedono.
A tali Altezze di elevato “pensiero” comincia ad assaporare l’arcano, i mondi nascosti tra le pieghe del mondo apparente dei giorni mortali: strade fatte di pura luce soffusa, di silenzi, di parole mai pronunciate, di magici gesti, di venti psichici, di esseri molteplici sotto forma di ombre e guizzi di luce ultravioletta, poteri inverosimili, misteriose cerimonie, esseri di incredibile bellezza dalle capacità non-umane, eventi quali rappresentazioni di misteri cosmici …
A tanti sforzi necessari si alternano i compensi: egli avverte, incurante della fatica, la visita di sublimi vibrazioni in tutto il suo Essere provando una felicità profonda. Si lascia rapire, nell’estasi dell’esperienza, da una viva luce di sapienza illuminante.
Egli ora sa: proseguendo il suo Cammino può partecipare alla trasformazione del mondo.