Presentiamo, di seguito, l’editoriale di Maxim Savarè al bimestrale “Vivere lo Yoga” n° 62 Maggio/Giugno 2015. Lo proponiamo all’attenzione dei lettori-navigatori in quanto lo condividiamo e lo riteniamo di grande spessore, una freccia di luce in questi giorni di mediocri personalismi sui palcoscenici che dovrebbero guidare la vita pubblica dei più. Un’indicazione, uno stimolo, una direzione per quanti hanno già fatto la “scelta” spirituale e la rinuncia alla profanità. Ringraziamo l’autore per l’elevata visione offerta: una formula su cui porre i propri passi se in cuor proprio si attende quel premio menzionato nell’editoriale.
in divina amicizia il Centro Paradesha
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L’OM universale
La situazione globale porta a riflettere sulle reali necessità dell’umanità.
Tutti siamo colpiti dalla dilagante violenza e dal malumore generale e, anche se cerchiamo di estraniarci, prima o poi veniamo trascinati nel vortice della depressione o peggio dalla aggressività. Forse, per sfuggire alla morsa di pessimismo dilagante e per non trascendere, dovremmo rivolgerci a Ganesh. Per chi non lo sapesse, Ganesh è una divinità indiana tra le più amate perché aiuta le persone a realizzare i propri desideri; tutti si rivolgono a lui quando vogliono superare gli ostacoli e cercano un aiuto divino. Ma non è tutto; Ganesh è anche il maestro della conoscenza, dell’intelligenza e della saggezza e, se ciò non bastasse, il viatico attraverso cui possiamo/dobbiamo superare i problemi dell’Ego. In poche parole, la panacea di tutti i nostri mali. Non voglio tediarvi con le molteplici sfaccettature che ben si adattano al cammino d’evoluzione che abbiamo abbandonato, ma la sola idea che il suo veicolo sia un topo trovo riassuma in modo esemplare la necessità globale di superare ogni forma di vanità per mirare a un traguardo più elevato. Personalmente, però, le caratteristiche più affascinanti, e su cui voglio focalizzare la vostra attenzione, sono lo spirito di sacrificio e l’umiltà. Lui che viene definito “il fulgore della saggezza che dissipa le tenebre dell’ignoranza” e “colui al di sopra del quale non esistono Maestri”, ci mette in guardia dal personalismo. La sua formula per raggiungere una dimensione di gioia è semplice: sacrificio, umiltà, chiarezza (negli obiettivi) e sincera intenzione. Tutto apparentemente semplice se non fosse che le qualità citate sono proprio quelle che normalmente si sono perse. Prima fra tutte le capacità di sacrificarsi e, a breve distanza, quella di valutare con sincerità le nostre azioni. Siamo diventati esperti nell’arte del mimetismo, della dissimulazione. Si mente per abitudine e gradualmente abbiamo imparato a farlo anche con noi stessi. Giustifichiamo l’immobilismo, scarichiamo le responsabilità, ci arrocchiamo dietro falsi principi solo per non ammettere che abbiamo paura di guardare in faccia la realtà. Questi sono momenti difficili ma, come Ganesh, non dobbiamo arretrare di fronte a Visnu (o Siva) e come lui dobbiamo tenere fede al nostro patto e difendere l’intimità di Parvati (che simboleggia perfettamente la nostra matrice interiore). Voglio essere chiaro. Nessuno vi chiede l’estremo sacrificio. È sufficiente la capacità di andare oltre l’illusione, la volontà di passare dall’intenzione all’azione, affermando l’onestà intellettuale del pensiero, depurato dai pensieri egoici, e professando una fede incrollabile nel vero obiettivo. Vi sembra troppo? Pensate all’immensità del premio che vi attende e vi accorgerete che è un prezzo giusto da pagare. OM.
Maxim Savarè