Roma ha due volti anche nel mistero, ma entrambi li esorcizza placidamente, succhiandoli nel suo sonno eterno ma sempre a fior di pelle, che chiunque può tentare di infastidire, senza riuscire a interrompere. Dalle invasioni barbariche alla rivoluzione cristiana, dagli intrighi pontifici alla grottesca marcetta dei bersaglieri a Porta Pia. Roma ha due volti attenti e sicuramente impenetrabili di una delle sue più antiche e misteriose divinità, Giano, volti guardinghi soprattutto del segreto che hanno sempre saputo nascondere.
Roma doppia, dunque, solare e lunare insieme. Lo è per lo splendore della città adagiata sui sette colli, incurante di antiche rovine coperte da rovine meno antiche, in un iter interminabile, che fa pensare come a Roma si riescano a costruire solo rovine. E lo è per gli enigmi della città sotterranea, quasi completamente sconosciuta, che si snoda per le catacombe, le grotte, i labirinti pagani, i templi segreti. Ogni chiesa di Roma è stata costruita su un antico tempio pagano, che spesso esiste ancora, o ha come minimo una cattedrale sepolta, e spesso perfettamente conservata, realizzata dai cristiani giovanniti e pi dagli gnostici. Per esempio, il celebre tempio pitagorico ha gli affreschi più vivi di quelli eseguiti in seguito nelle varie basiliche della cristianità.
Roma doppia e ambigua, dunque, nei sogni e negli uomini del nostro mistero. Nel palazzo del Sanatorio, è ancora visibile il tempio all’indecifrabile e inquietante Dio Veiove, che qualcuno adorava in opposizione a Giove. Mentre quest’ultimo era la divinità benefica, protettrice, l’altra rifiutava la luce, agiva per le tenebre, nelle quali si nascondevano i suoi discepoli, che praticavano il culto del male. Anche nel cristianesimo, ci fu la grande opposizione: da una parte l’apostolo Pietro, che predicava l’evangelo, imponeva le mani, guariva gli ammalati. Dall’altra Simon Mago, che lo denunciava come falso profeta e lo sfidava apertamente. Simon Mago fu uno dei padri della Gnosi e, per dimostrare di essere superiore a Pietro, si lanciò da una rupe, giurando che gli angeli sarebbero accorsi a salvarlo. Non avvenne e cadde malconcio ai piedi di Pietro, che si chinò a benedirlo. Anche Pietro, un tempo, si chiamava Simone: si tratta, nella tradizione, dei due volti della stessa personalità, della fusione tra bianco e nero, buio e luce. In seguito Simon Mago si convertì e morì in odore di santità, ma i suoi discepoli continuarono a seguire i riti della chiesa occulta, quella gnostica, che a Roma ha ancora le sue chiese, i suoi sacerdoti, i suoi adepti.
Roma ha assorbito tutto, nel suo lieve sonno mai destato, e nulla ha restituito chiaramente, riuscendo a fondere tradizioni, religioni e misteri di origini diverse, di concezioni opposte. Dagli Etruschi Roma importò i culti della Vergine Partoriente, e non faticò in seguito ad accettare l’idea cristiana di Maria che partorisce il Figlio di Dio in verginità. Tollerò ogni culto, persino lo protesse, e se vi furono atti di intolleranza, non si trattò mai di fanatismo religioso, ma di pratica amministrativa. I cristiani erano perseguitati agli inizi non perché tali, ma perché ebrei che si rifiutavano di pagare il tributo a Cesare, cioè le tasse. Poi perché giudicati sovversivi, agitatori, sobillatori di schiavi, in una città che non aveva dimenticato le dure lotte servili, che avevano portato spesso alla guerra civile.
I culti egizi non solo venero ospitati largamente, ma si giunse, col matrimonio tra Cesare e Cleopatra, a tentare l’unione della religione occidentale con quella orientale. Cesarione, figlio di Cesare, pontefice massimo che si identificava in Giove-Ammon, e di Cleopatra, Iside incarnata, avrebbe dovuto diventare un dio vivente, dominare del mondo allora conosciuto, per potere spirituale più ancora che militare. A più riprese, invece, persecuzioni e stragi furono ordinate, soprattutto nell’età imperiale, contro maghi, veggenti, pitonesse e stregoni. Vi fu l’esilio obbligatorio in Sardegna, vi furono anche stragi. Con l’avvento del Cristianesimo e il patto con Costantino, la persecuzione fu più dura. Le persecuzioni maggiori le ebbero i Caldei, interpreti dell’unica conoscenza astrologica, codificata dai loro maestri. Ma nessun imperatore rinunciò mai ad avere il suo indovino personale, così come non vi rinunciarono i papi, sino al 1700. L’indovino aveva sull’imperatore un grande potere: solo Caligola, che era mago personalmente e che da bambino, aiutato dalla sua iniziatrice, la strega Martina, aveva ucciso il padre Germanico con un complesso rituale magico, ne fece a meno. E Marc’Aurelio morì dopo una sfida col suo veggente cieco. Il quale tagliò in due una mela e ne prese metà all’imperatore e metà la tenne per sé. La mangiarono entrambi solo l’imperatore morì. L’enigma stava non nella mela, ma nel coltello usato per tagliarla, avvelenato da una parte sola della lama.
Il nome stesso della città è un mistero: Roma è usata in molti rituali, per la complessità del suo anagramma, che pare abbia antiche derivazioni misteriche. Roma, Amor, Arno, Mora, Ramo, Maro, Omar. Scritto ripetutamente, in senso incrociato, con una penna intinta in sangue di piccione, la formula ha, secondo certe credenze, forti poteri, soprattutto di dominio sugli elementi naturali.
Tracciare un itinerario esauriente, ma anche approssimativo, dei misteri di Roma, è umanamente impossibile. Passare dall’antichità ai culti segreti, dal Cristianesimo alle eresie, dal papato all’antipapato, dalla caccia alle streghe ai mostri, vampiri, licantropi, e altri esseri straordinari, come quelli che apparvero la notte della morte di Cesare, è più difficile che seguire il tracciato segreto della Roma sotterranea, dalle catacombe ai labirinti pagani. La magia si trova nell’impero, ma nache nel papato, come in Onorio III, che diede a Carlo Magno il celebre libro dei segreti magici, o nei pontefici che strinsero patti col diavolo. Una tomba di papa manda ancora oggi lamenti sinistri, nell’approssimarsi di ogni scomparsa di vicario di Christo. Per non parlare dei santi, come Tommaso e il suo maestro Alberto Magno, che costruirono una macchina che si muoveva sotto gli influssi stellari, esattamente come un automa. Pagine ricche di enigmi sono nella tradizione dei culti orfici e dionisiaci, ma anche nei grandi eretici e nelle loro sette. Nella storia della santa Inquisizione, ma anche nei labirinti delle famiglie dell’aristocrazia nera, nella tradizione dei misteriosi templari e di altri ordini cavallereschi in odore di zolfo.
Passato e presente si fondono, in questa città, che è essa stessa un mistero. Con strane coincidenze, come la famosa mongolfiera che cadde proprio sulla tomba di Nerone, o la profezia che lentamente si sta avverando, sulla statua equestre di Marc’Aurelio: da verde che era, sta tornando d’oro. Ela tradizione vuole che il giorno in cui sarà completamente d’oro, coinciderà con la fine del mondo. Anche oggi Roma nasconde molti misteri. Da quelli più plateali, come la costituzione della Chiesa Universale della Magia, di stampo californiani, ma con scarso seguito, alle tante sette segrete che continuano i riti del dio Mithra, adorando il sole, ma vivendo nelle tenebre. Ogni angolo della città ha il suo fantasma, si può dire che ogni romano ne abbia uno personale. Monumenti strani, come la porta magica degli alchimisti, ci ricordano il passato, ma anche certe discipline sono seguite ancora oggi da molti adepti. Accanto alla Roma cristiana, sopravvive la Roma diabolica, coi suoi affiliati, che non appartengono soltanto al folclore. Prima del Concilio Vaticano II, più volte vennero rinvenute bombe nascoste in San Pietro, e ci furono due tentativi di incendio della basilica. L’azione partiva da centri del potere occulto: forse soltanto fanatici, ama esseri reali, che vivono tra noi.
Ancora oggi, in certe notti, alla Camilluccia, vaga la sagoma del famoso licantropo e si possono udire i suoi latrati. Lo spettro di Serafina contessa di Cagliostro appare puntualmente in piazza di spagna. Un essere straordinario siede con naturalezza quasi quotidianamente a uno dei tanti tavoli di via Veneto. Ha un sistema inconfondibile, per farsi riconoscere: è trasparente. A Roma convengono, nelle date rituali fissate da secoli, membri di sette segrete per celebrare i loro fasti: dai Templari ai Rosa Croce, dagli Illuminati a membri di organizzazioni demoniache di diversa estrazione. A Roma agisce ancora la celebre Chiesa giurisdavidica, fondata dal profeta dell’Amiata, quel David Lazzaretti ucciso dai regi carabinieri. Il loro culto si lega ai segni del cielo, persino agli UFO. In formazione, solo qualche anno fa, apparvero sulla cupola di San Pietro, disegnando la cifra (che è anche il marchio che Lazzaretti si era fatto imprimere col fuoco tra gli occhi. Extraterrestri sono scesi a Roma, dicono le testimonianze. In una emittente televisiva privata, ha grande successo da anni la trasmissione di un protagonista, che afferma di aver incontrato a Monte Mario i piloti di una nave spaziale, dai quali avrebbe ricevuto degli oggetti e delle rivelazioni. Ma se Roma accetta tutto, lo fa con il gesto reso celebre da Ennio Flaiano nel suo “Un marziano a Roma”: il paparazzo,a un certo punto, sposta l’extraterrestre, prima di scattare la foto, perché non gli rovini l’inquadratura. Non si tratta di cinismo, incredulità, strafottenza. Ma di stanca saggezza, antica saggezza. Per Roma tutto è possibile e va assorbito delicatamente, a mezzo sonno.
Celebri viaggiatori e diaristi, scrittori e pittori, memorialisti e ricercatori, sono venuti a Roma, nei secoli, per cercare di decifrare il mistero.
Chi è venuto per conquistare, barbaro o artista, è rimasto conquistato, sedotto, assorbito. Chi è venuto per capire, è ripartito senza mai riuscirci, quale fosse la portata del suo genio. Che i marziani siano già giunti a Roma, che vivano addirittura tra noi, come afferma qualcuno, sembra un’affermazione stravagante. Ma ritengo sia più facile accettare e capire una simile fantasticheria, che la realtà stessa, addirittura la storia. Nella loro esatta dimensione, i Borgia o nerone, l’Inquisizione o le segrete di Castel Sant’Angelo, sono molto più difficili non solo da capire, ma persino da credere.
L’ITINERARIO
LE RELIQUIE DEL PURGATORIO CHIESA DEL SACRO CUORE DEL SUFFRAGIO – Sorge sul Lungotevere Prati e rappresenta, in piccolo, il Duomo di Milano, tanto da essere chiamata “il piccolo Duomo “. Attraverso un cancello, si può essere introdotti nel reliquiario delle Anime del Purgatorio, una serie di testimonianze e reperti, tutti autenticati da uomini di Chiesa, portati in quel luogo dai morti che penano ancora in purgatorio. Ogni oggetto è minuziosamente descritto e autentico. Si possono vedere, tra l’altro; impronte di fuoco lasciate da un’anima in pena su una tavola di legno e sulla tonaca di una suora. L’avvenimento si verificò nel 1731, i reperti sono chiarissimi, le impronte nitidissime. Nel legno è impresso anche un segno di croce piuttosto profondo. Ci sono molte altre impronte, tra cui quelle di una suora che, soffrendo terribilmente, pregò Diodi farla morire. Fu accontentata, ma per questo gesto di orgoglio, condannata a venti giorni di Purgatorio. Circondata da altre anime in pena, tornò sulla terra a dare testimonianza del fatto alle consorelle e lasciò l’impronta come commiato. Altre impronte sono su una copia dell’Imitazione di Cristo: vennero lasciate da una donna che riapparve per chiedere, trentanni dopo la sua morte, un pellegrinaggio a un santuario, grazie al quale poté guadagnarsi il paradiso. È infatti, a pellegrinaggio avvenuto, l’anima torna, fulgida di gloria, per annunciare la propria salvezza. Ci sono berretti da notte, libri, fotografie di apparizioni e segni: ogni oggetto ha una sua storia pienadi fascino, che la Chiesa riconosce come autentica.
IL SORTILEGIO DELLA FONTANA CENTRALE DI PIAZZA NAVONA – Il divorzio, più o meno all’italiana, la separazione, i problemi di rottura sentimentale, si possono rompere senza tante complicazioni, ricorrendo al secolare rigo legato al sortilegio della grande fontana centrale in Piazza Navona. Da più di due secoli il fatto è dato per scontato, anche se l’origine non è molto chiara e sono diverse le versioni su come lo strano potere della fontana si sia creato. Si va dalla storia di un amore finito tragicamente e poi vendicato da un fantasma, al sortilegio malefico lanciato da una strega. È comunque noto che, secondo questa tradizione, qualunque persona che faccia il giro della fontana in senso antiorario, accompagnato dal suo partner, sia esso moglie, amante, fidanzata, lo perderà senza alcun dubbio entro una settimana. Sembra che il sortilegio abbia davvero effetto, ma non funziona se il giro si fa in senso inverso. Che qualcosa di insolito esista, è dimostrato da un fatto, osservato attentamente per lunghi periodi: nessun visitatore, di qualunque provenienza, per quanto non conosca la leggenda del sortilegio, non fa mai il giro della fontana in senso antiorario. Qualcosa di inconsapevole e di istintivo lo porta verso sinistra. Solo chi ha deliberatamente deciso di liberarsi di un amore finito, prende la destra.
SCOMPARSI NELLE CATACOMBE DI SAN CALLISTO – Una intera scolaresca, nel 1936 sparì dopo essere entrata in visita nella celebre catacomba di San Callisto, una delle tante, ma sicuramente la più visitata di quelle romane. Solo dopo tre giorni, insegnanti e allievi, stremati, tornarono in luce, ma addirittura oltre Ostia. Ma in passato, e forse anche in tempi più recenti, non pochi si sono perduti, senza mai tornare, in questa come nelle altre catacombe romane, la cui vastità non è calcolabile. La sola catacomba di San Callisto, è stata esplorata per soli venti chilometri, senza poter arrivare alla fine di un unico sotterraneo, mentre ne esistono tantissimi, tutti sbarrati da massi, frane e altri ostacoli. Cosa vi sia, oltre ai luoghi cimiteriali, in questo impenetrabile labirinto, non si sa. La tradizione più antica parla di tesori nascosti, oltre che di opere d’arte. Dei famosi radiestesisti giurano che nelle catacombe vi sono grandi quantità d’oro.
IL TEMPIO DELLE VESTALI GIARDINI MENDOSI A PORTA SALARIA – Vicino a piazza Fiume, nei giardini della famiglia Mendosi, era un tempo una residenza di Lucullo. Qui sorge, e si può ancora ammirare quasi intatto, il sinistro Tempio delle Vestali, nei cui sotterranei non è possibile scendere, per l’impenetrabilità e per la presenza di rettili anche velenosi. In questo luogo, venivano portate, dopo una macabra processione, le sacerdotesse di Vesta che violavano il voto di castità, e quindi sacrificate. I fantasmi delle vittime riappaiono spesso, immagini bianche che mandano i loro lamenti. Di questi spettri già durante l’impero si era a conoscenza, tanto che Lucullo fece spostare le mura, per tenere isolato il luogo maledetto nella sua proprietà.
LE ORME DEL QUO VADIS VIA APPIA ANTICA – È il nome della piccola Chiesa che sull’Appia antica è stata edificata a ricordo dell’incontro che l’apostolo Pietro, nel momento di fuggire da Roma, incontrò Gesù, ponendogli la celebre domanda. Nella Chiesa, c’è una copia delle impronte del Signore, il cui originale viene conservato ed è visibile nella stessa via, in una teca della Chiesa di san Sebastiano. Qui è possibile vedere anche una delle frecce che colpì il santo, durante il martirio.
IL BAROMETRO DELLA FINE DEL MONDO STATUA DI MARC’AURELIO IN CAMPIDOGLIO – La celebre statua dell’imperatore Marco Aurelio a cavallo, in realtà dovrebbe raffigurare Costantino. Così si spiega il perché non sia andata distrutta nel Medioevo, dato che Costantino, grazie al celebre editto, fu quasi santificato dalla Chiesa. Il cavallo poggia su tre zampe, ma quando era custodito in San Giovanni in Laterano, poggiava su tutte e quattro, avendo sotto la destra davanti l’immagine di un re barbaro sconfitto. Come noto, secondo la tradizione, il quattro porta sfortuna, e ogni monumento equestre equestre deve poggiare su tre zampe. Quelli su quattro sono rarissimi. Tra i capelli dell’imperatore, c’è una civetta, fatta con la stessa chioma, mentre le trecce della doratura originale sono ben visibile, in placche che tendono ad allargarsi. Da semppre si ritiene che il giorno in cui la statua tornerà a essere completamente d’oro, la civetta diverrà viva e canterà. In quel momento, ci sarà la fine del mondo.
LA TAUMATURGICA PIETRA SCELLERATA CHIESA DEI SANTI VITO E MODESTO – La chiesa, che sorge in via Carlo Alberto, conserva la famosa “pietra scellerata”, che deve il suo nome al fatto di essere stata usata durante le persecuzioni di Giustiniano, a incatenarvi e torturarvi i martiri cristiani. Si può notare come la pietra sia trascinata in più punti. Questo perché, per molti secoli, era convinzione comune, anche di medici, che la raschiatura della “pietra scellerata” avesse il potere di guarire dal morso dei cani rabbiosi.
FANTASMI DI PRIGIONIERI CASTEL SANT’ANGELO – La visita alla celebre fortezza papalina consente di scoprire un vasto itinerario. Le celle impossibili, i nomi celebri di coloro che vi vennero imprigionati, dal mago Cagliostro a Beatrice Cenci, a Giordano Bruno, ogni luogo ha la sua leggenda, dallo stesso angelo che sormonta la fortezza, e che era apparso in visione a papa Gregorio magno, di ritorno da una processione indetta per intercedere contro una terribile pestilenza. Qui si aggirano gli spettri di cardinali che tennero congiure contro i Borgia, mentre si può vedere ancora per deboli tracce un Cristo Risorto disegnato nella sua cella da Benvenuto Cellini, quando vi fu imprigionato. Nel castello venne anche decapitato un mago nero, Giacinto Centini, che aveva cercato di assassinare papa Urbano VIII con la magia nera. La morte gli fu data non tanto per il tentativo, quanto per essersi rifiutato di rivelare l’origine dei suoi poteri agli inquisitori.
SAN GENNARO A ROMA CHIESA DI SANTA MARIA IN VALLICELLA – Nella chiesa, che sorge in piazza Chiesa Nuova, si verifica ogni anno, il 27 luglio, un fenomeno di liquificazione del sangue, come quello celebre di san Gennaro, a Napoli. Si tratta della reliquia di San Pantaleone, il cui sangue viene tenuto in ampolle anche a Ravello e nel monastero reale delle suore, a Madrid. Ebbene, il fenomeno di liquificazione, avviene anche in questi due posti, sempre lo stesso giorno.
IL DRAGO SOTTO LE COLONNE FORO ROMANO – Molti i misteri del foro romano, dalla tomba di Romolo al luogo ove, secondo la leggenda, vennero imprigionati gli apostoli Pietro e Paolo. Uno dei misteri più inquietanti è quello del drago, che oggi è sepolto sotto le tre colonne del tempio di Castore e Polluce. Il Drago emanava fiamme e zolfo dalle fauci, uccidendo chiunque si avvicinasse. Fu papa Sivestro I, celebre per i suoi poteri magici, ad affrontarlo, riuscendo a incatenarlo. Siccome l’azione era stata eseguita sotto il nome di Maria, nel luogo il papa fece costruire la chiesa di santa Maria liberatrice. Il potere liberatorio della Vergine consentì al papa anche di cacciare i fantasmi e i diavoli che infestavano la zona, così demoniaca da essere denominata “inferno”. Poco distante, ci sono anche le tracce della caduta dal cielo di Simon Mago, dopo che si lanciò per sfidare Pietro, per cadere ai suoi piedi.
IL MUSEO DEGLI ORRORI CARCERI NUOVE DI VIA GIULIA – Dal 1931, esiste qui il Museo della criminologia, che raccoglie arnesi di tortura e di delitti dell’antichità, ma anche del nostro tempo. Tra gli oggetti più recenti, il coltello che recise il capo a Antonietta Longo, le armi della banda Casaroli, l’attrezzatura della Cianciulli, la saponificatrice di Correggio. Si possono notare, per l’antichità, autentici esemplari di vergini di Norimberga, le statue di ferro con le lame interne, nelle quali venivano chiuse le streghe, e soprattutto il singolare toro di Faranide, il tiranno di Agrigento. È un toro in bronzo, dentro cui venivano chiusi dei nemici del despota, che personalmente accendeva un fuoco sotto l’arnese di morte. A causa della particolare conformazione della parte superiore del toro, quando il moribondo urlava, la sua voce, uscendo, sembrava esattamente un muggito.
IL PANE SANTO DI SAN BIAGIO CHIESA DI SAN BIAGIO DEGLI ARMENI – Venendo nel tempio ogni 3 febbraio, si ha la spiegazione della consuetudine, conosciuta un po’ ovunque, di scambiarsi panettoni e altri dolci del genere, nel giorno dedicato a San Biagio. In questa chiesa, nel giorno del santo, vengono distribuiti dei minuscoli panini dal potere taumaturgico e che vanno conservati per tutto l’anno. Mangiandone anche poche briciole, si combatte il mal di golaa in tutte le sue forme. Durante la cerimonia della distribuzione dei pani, nella chiesa si unge anche la gola dei fedeli con l’olio santo.
IL FANTASMA DELLA CONTESSA DI CAGLIOSTRO PIAZZA DI SPAGNA – Qui venne arrestato il celebre conte di Cagliostro, poi condotto in Castel Sant’Angelo e sepolto vivo, in seguito, nella fortezza di San Leo di Montefeltro. Con lui venne arrestata anche la moglie Serafina che, dopo la condanna del marito, venne chiusa nel monastero di Sant’Oliva in Trastevere. Secondo la leggenda, Serafina non uscì mai dal monastero, dove praticamente anche lei era sepolta viva, ma un giorno sparì, esattamente come sparì dalla sua cella murata Cagliostro in San Leo. Da allora, in certe notti, si nota la sagoma della contessa uscire, soprattutto quando piove, dal convento, camminare da Trastevere per Roma, seguendo sempre lo stesso itinerario, e infine fermarsi nel luogo ove Cagliostro venne arrestato. In quel punto, scompare, mentre dal vuoto arriva un grido del marito che la chiama.
L’ACQUA DEI MIRACOLI ISOLA TIBERINA – La celebre isola è piena di misteri. Tra le cose più singolari, c’è il pozzo miracoloso, oggi chiuso da una grata, nella chiesa di San Bartolomeo. La chiesa è stata costruita sui resti del tempio dedicato a Esculapio, il dio della medicina. Sin dall’antichità, l’acqua del pozzo è considerata miracolosa, con forti poteri taumaturgici, tanto che centinaia di persone venivano ogni giorno ad attingerne. Dall’acqua miracolosa del Dio Esculapio, la chiesa ha poi tratto la leggenda medievale che il pozzo avesse tali poteri poiché in esso erano stati uccisi due martiri cristiani. Ancora oggi è visibile sul pozzo la dicitura che spiega le doti taumaturgiche dell’acqua, riconosciute per secoli. La grata venne posta con l’avvento di Roma capitale. Una commissione piemontese, più precisa a combattere tutte le credenze religiose e popolari che dotata di capacità scientifica, chiuse il pozzo, affermando in fretta e furia che l’acqua era inquinata. Da allora, non è più stato possibile attingerla.
GLI SPETTRI DEI CARBONARI VIALE DEL MURO TORTO – Sorge qui la fossa dove vennero buttati, perché indegni di sepoltura in terra consacrata, i corpi dei carbonari Targhini e Montanari, fatti condannare da papa Leone XII. I fantasmi dei due carbonari si manifestarono ben presto, ma non fecero mai paura a nessuno, tanto che anche da lontano in molti venivano a consultarli per avere il numero del Lotto. Le due anime accontentavano sempre la richiesta e si ebbero delle vincite clamorose. Ma quando papa Gregorio XIV, per porre fine alla superstizione, fece portare in altro luogo i resti delle due vittime, gli spettri rimasero e si fecero cattivi. Non portarono più i numeri, ma spaventarono i passanti, mandavano grida, e ancora oggi sono temuti. Più volte persone sono svenute dopo aver visto le apparizioni dei due spettri, che si mostravano decapitati e con la testa in mano.
LA PORTA MAGICA PIAZZA VITTORIO EMANUELE – È uno dei luoghi più misteriosi e impenetrabili dell’occulto, non solo a Roma. Era il luogo ove convennero maghi e alchimisti, al seguito di Cristina di Svezia, nel XVII secolo. Qui predisposto alambicchi e atanor, si dedicarono alla speculazione alchemica, alle proiezioni di polvere rossa, alla trasmutazione del piombo in oro, alla stessa creazione dell’homunculus, l’essere androgino che era il sogno, forse realizzato, del grande Paracelso. Le varie scritte, i simboli, le cifre poste sul frontone, sugli stipiti, darebbero la spiegazione a tutti i misteri della Grande Opera, nome nobile dell’Alchimia. Molti studiosi, ancora oggi, vengono sul posto, per cercare di decifrare le scritte e penetrare i simboli. Si dice che qualcuno vi sia riuscito e che abbia lasciato sul posto della polvere d’oro trasmutata, a testimonianza. Tra i famosi maghi o studiosi, sono passati per questo luogo Cagliostro e il conte di Saint-Germain, Cornelius Agrippa e John Dee, l’alchimista della regina Elisabetta d’Inghilterra, Goethe e Byron, oltre a schiere di aspiranti alchimisti, membri di sette segrete, illuminati dei vari ordini esoterici. Ai misteri della porta magica hanno dedicato libri studiosi importanti e chiunque si occupi della Grande Opera, fa riferimento a questa impareggiabile testimonianza dei segreti alchemici.
Pier Carpi
tratto da Conoscenza (Anno XXV – n° 1 Gennaio-Febbraio 1989)
Rassegna bimestrale del Centro Studi Esoterici ed Iniziatici