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639. Il Cristianesimo Esoterico di Giancarlo Mazzasette

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INTRODUZIONE

In questa serie di relazioni andremo a studiare, insieme, poiché tutti, compreso il relatore, cercheremo di chiarirci le idee, l’intima essenza dei punti chiave delle Religioni, la ricerca di un insegnamento esoterico in esse ed in particolar modo nel Cristianesimo, che è poi la Religione a noi più vicina.
Molte sono le ipotesi su quale possa essere la fonte da cui le Religioni siano sorte, da dove abbiano attinto per poi diffondere nel mondo le loro dottrine, e due sono le ipotesi più ricorrenti: una, detta della Mitologia Comparata, e l’altra della Religione Comparata; in ogni caso comunque si basano su medesimi punti.
Le ricerche hanno indiscutibilmente provato che tutte le Religioni del mondo hanno straordinarie rassomiglianze e punti di contatto nei principali insegnamenti, nel possedere fondatori che manifestano poteri sovrumani e di grandi doti morali, somiglianze nei metodi per contattare i mondi invisibili e persino nei loro simbolismi. Tutte queste somiglianze provano per entrambe le teorie una origine comune.
Ma è proprio su questa origine che le due tesi si dividono: da un lato i sostenitori delle Mitologie Comparate che affermano, in poche parole, che l’animismo, il feticismo, il culto della natura e del sole, sarebbero i costituenti primitivi delle Religioni: Krishna, Buddha, Lao-Tze, Gesù, sarebbero i discendenti diretti, quantunque inciviliti, dei selvaggi aruspici, e le Religioni sarebbero rami di uno stesso tronco, l’ignoranza umana (è inutile che io faccia un commento a queste tesi). Dall’altro lato gli studiosi delle Religioni ritengono che tutte le dottrine religiose derivano dagli insegnamenti di uomini divini, che di tempo in tempo, insegnando la stessa morale, adoperando gli stessi simbolismi, effondono nel mondo una parte della Sapienza Divina.
Ma per quale motivo questi saggi uomini crearono le religioni? Ebbene questi esseri, questi Grandi Illuminati, dettero al mondo, alle masse umane, questi insegnamenti con lo scopo di affrettarne l’evoluzione; per giungere a ciò efficacemente esse devono pervenire agli individui ed avere un’azione diretta su di loro. Ma sappiamo che non tutti gli esseri sono al medesimo stadio evolutivo, è ormai nota quella raffigurazione dell’evoluzione umana rappresentata come una enorme scala in cui ad ogni gradino vi sono degli uomini. È perciò inutile dare a ciascuno lo stesso insegnamento, religioso o che altro sia, poiché ciò che sarebbe di giovamento all’intellettuale diverrebbe totalmente incomprensibile all’uomo tardo di mente, e ciò che manderebbe in estasi il Santo lascerebbe freddo il delinquente. Per dirlo con le parole del Vangelo di S. Matteo: “Non date ciò che è santo ai cani e non gettate le perle dinanzi ai porci”, e così aggiunge S. Clemente d’Alessandria: “Anche ora temo, come fu detto, di gettar le perle dinanzi ai porci, che talora non le calpestino e rivoltesi non ci lacerino, poiché è difficile esporre ad impuri e indisciplinati uditori le parole veramente pure e trasparenti pertinenti alla Vera Luce”. È molto importante il modo in cui si avvicina a certe conoscenze: non si finirà mai di ripetere che per avere il Sapere ci vuole sì volontà e coraggio, ma anche, serenità d’animo, purezza ed umiltà; ove saranno dati solo dei semplici accenni sarà la quieta meditazione a renderne visibili i contorni e gradatamente queste verità appariranno più chiare e perfette. Infatti la meditazione acquieta la mente inferiore e la mente inferiore può essere illuminata solo quando è pura e tranquilla. La conoscenza delle verità spirituali deve ottenersi così, dall’interno e non dall’esterno, “dal Divino Spirito del quale noi siamo Tempio” e non da altro Maestro.
Abbiamo già detto che le Religioni cercano di affrettare l’evoluzione umana, i mezzi per tale fine sono gli stimoli allo sviluppo della natura morale ed intellettuale e lo sviluppo della natura spirituale dell’umanità. Se una Religione non arriva a dominare l’intelligenza, se non purifica le emozioni, essa ha fallito allo scopo a cui era destinata. Essa deve rispondere a quell’interno impulso che esiste nell’umanità a crescere, e che di continuo fa avanzare la razza. Nel cuore di ciascuno vi è una continua ricerca di DIO, citando la Bibbia: “come la cerva agogna le fonti delle acque così l’umanità anela verso Dio”. Vi sono dei momenti in cui questo agognare dello spirito umano verso ciò che gli è affine nell’universo, questo “anelare” della Parte per il Tutto, sembra quietarsi, ma poi riprende e con maggiore vigore di prima.
La religione deve rispondere, dunque, a questo desiderio ed impadronirsi di ciò che nella natura umana dà origine ad esso, deve elevarlo, fortificarlo, purificarlo e guidarlo verso il suo legittimo fine: l’unione dello spirito umano col divino, “Affinché Dio sia in ogni cosa in Tutti”.
Da tutto ciò si giunge alla conclusione che non è possibile avere un unico insegnamento valido per tutti gli uomini, ma è necessario un insegnamento vario e graduato, tale da rispondere a tutti i diversi bisogni e capace di aiutare ogni uomo al livello in cui si trova; non solo, sarebbe un grave errore diffondere talune verità a tutti: vi sono insegnamenti che trattano della costituzione della natura, spiegano leggi recondite, gettano luce sui processi nascosti dell’universo, e la conoscenza di essi conferisce poteri che male adoperati porterebbero non all’unità ma alla separatività, al male, a seguire quella che viene definita come la via della mano sinistra.
Ecco perciò l’importanza degli insegnamenti exoterico ed esoterico che le religioni devono avere; ed in effetti in tutte le religioni esisteva un lato esoterico, ho usato il passato perché purtroppo ai giorni nostri tale insegnamento è stato dimenticato o peggio scomposto e rinnegato; anche nel Cristianesimo esisteva un lato esoterico: senza dilungarci troppo basta rammentarsi di alcuni lavori svolti l’anno scorso sugli insegnamenti essenici, sulla cabala, ecc. ed i loro punti di contatto con i primi seguaci del Cristianesimo.
C’era nel Cristianesimo un insegnamento popolare, allegorico; c’erano le parabole, ma dietro ciò esisteva un misticismo pratico, un insegnamento occulto e spirituale che era comunicato solo dopo che il candidato avesse seguito rigide condizioni e raggiunto purezza e padronanza di . Sull’esistenza di misteri esoterici sono molte le testimonianze: S. Clemente d’Alessandria affermava l’esistenza di misteri minori preparatori di grandi rivelazioni, prima ancora che nel Cristianesimo si parlava di Misteri in Persia con Mitra, nei misteri Orfici e Bacchici, i misteri di Samotracia, della Scizia e della Caldea sono anch’essi più o meno conosciuti anche se solo di nome.
Nell’antico Egitto i misteri erano la gloria di quella terra, tanto alto era il loro valore che in molti andavano in Egitto per essere iniziati alla Sapienza Egizia, i più nobili figli della Grecia fecero così primo fra tutti Platone, ed ancora oggi la Sapienza Egizia è in tale considerazione che in alcune Istituzioni esoteriche ci si richiama agli antichi riti egizi che resero grandi i templi si SAIS e di TEBE. Anche nei misteri Eleusini vennero ritenuti di valore: ne parlarono Pindaro, Sofocle, Ippocrate, Plutarco, Platone. Si asseriva che l’iniziato imparava ciò che gli avrebbe assicurato la felicità futura, con l’iniziazione si stabiliva una parentela dell’anima con la natura divina, e in un inno di quel periodo si menziona un certo Jacchus, un santo fanciullo che moriva e resuscitava. È qui chiara l’allegoria del fanciullo che in esoterismo rappresenta il candidato che rinasce a se stesso, in purezza, e di cui possiamo fare un paragone con l’uomo vecchio e l’uomo nuovo del Vangelo di S. Paolo, con il mito dell’Araba Fenice, con la morte al fisico ed al materiale, fase alchemica della Nigredo; ed alla successiva rinascita alla vera vita, quella spirituale, quella del Sé, alla Rubedo, fase finale alchemica e così in tanti altri paragoni.
Da Giamblico, il grande Teurgo del III e IV sec. si impara molto sull’oggetto dei Misteri. La Teurgia era Magia, l’ultima parte della Scienza sacerdotale, e veniva praticata per evocare l’apparizione di Esseri superiori. Non è facile riuscire a spiegare la teoria di questi Misteri, si tratta di una cosmogonia alquanto difficile da apprendere, specie con una semplice relazione; possiamo provare a riassumerla così:

  • Vi è l’UNO, anteriore a tutti gli esseri, immobile, dimorante nella propria UNITÀ.Da quello sorge il DIO SUPREMO, generato da SE STESSO, il Buono, la Sorgente di tutte le Cose, la Radice, il Dio degli Dei, la CAUSA PRIMA che si sviluppa in LUCE.
    Da Lui procede il Mondo Intelligibile o Universo ideale; la mente Universale, il NOUS e gli Dei Incorporei o intelligibili appartengono ad esso. Sempre da esso procede l’Anima del Mondo alla quale appartengono le divine forme intellettuali che sono presenti con i visibili corpi degli Dei.
    Seguono poi le varie Gerarchie di Esseri sovrumani: Arcangeli, Arconti, gli Angeli, i Dèmoni ecc.
    L’uomo è un essere di ordine inferiore, affine ad essi nella sua natura, ed è capace di conoscerli; questa conoscenza, conseguita nei Misteri conduceva all’unione con Dio. –

Per provare a chiarirci le idee sentiamo cosa scriveva Plotino:

  • L’UNO (il Dio Supremo di cui si è parlato) è esaltato al di sopra del NOUS e delle idee; trascende completamente l’esistenza e non è conoscibile dalla Ragione. Rimanendo in riposo, irradia, per così dire, dalla sua pienezza, una immagine di sé che è chiamata NOUS, e che costituisce il sistema di idee del Mondo Intelligibile. L’Anima è, a sua volta, il prodotto del Nous, e l’anima per suo moto (ed io ritengo di aggiungere per sua Vibrazione) genera la Materia corporea. Essa guarda così in due direzioni: verso il NOUS da cui deriva e verso la vita materiale, suo prodotto. Da qui nasce lo sforzo morale per ripudiare il sensibile, poiché l’esistenza materiale è di per sé stessa alienazione da Dio …Per raggiungere la mèta finale anche il pensiero deve essere lasciato indietro, poiché esso è una forma di movimento e l’Anima anela al riposo immobile che è patrimonio dell’UNO. L’unione con la divinità trascendente non è tanto conoscenza o visione, quanto Estasi, Fusione, Contatto … -

Nei Misteri, quindi, si imparta dell’emanazione dall’UNO di tutte le cose, e del ritorno all’UNO; il punto culminante dei Misteri era quello in cui l’Iniziato diveniva un Dio: otteneva l’unione con un Essere Divino esterno a se stesso, ma come è più giusto affermare, PER AVERE RICONOSCIUTO IL DIVINO SE’ INTERIORE.
Eccolo il fine dei Misteri! A conclusione di questo lavoro possiamo perciò dire che: “Il fine della conoscenza è conoscere DIO, non soltanto credere; è divenire Uno con DIO, non soltanto adorare da lontano; l’uomo deve sapere che il proprio interno Sé è Uno con Dio e lo scopo della vita è di realizzare questa Unità, ed a questo deve servire una Religione che sia esoterica”.

IL CRISTO STORICO

Già nella prima parte di questo lavoro ho parlato delle identità che esistono in tutte le Religioni del mondo, ed ho accennato al fatto che queste identità di credenze, di riti, di simboli, di cerimonie e di feste commemorative, hanno stimolato reazioni opposte: da un lato seri studiosi, alla ricerca della conoscenza e della Luce, dall’altro denigratori, che da queste identità delle Religioni traggono lo spunto per accusare l’umanità di creduloneria ed ignoranza, confondendo così la loro vera ignoranza. Costoro sferrano attacchi alle Religioni e, nel nostro caso, contro il Cristianesimo e contro l’esistenza storica del suo Fondatore. È evidente perciò l’importanza, per noi, di approfondire la storia di Gesù, chiamato dai fedeli e da tutti comunemente anche il Cristo, o Gesù-Cristo, confondendo così due cose, forse, completamente o almeno in parte distinte, ma noi ne dovremo districare le fila intrecciate, e dovremo fare distinzione tra il racconto storico, il mito, e la simbologia esoterica, per poter poi comprenderne l’intimo insegnamento esoterico, base del vero Cristianesimo.
C’è chi afferma che i racconti dei Vangeli altro non sono che miti e leggende, dati per spiegare degli eventi naturali, oppure un modo per insegnare agli ignoranti una certa morale e un’etica, o peggio per intontirli con false credenze distogliendoli da problemi terreni (come si dice comunemente “la religione è l’oppio dei popoli” e forse oggi la cosa è veritiera!); c’è poi chi dichiara che l’intera storia della vita di Gesù è storia vera, senza nessuna alterazione, di un uomo nato 2000 anni fa in Palestina, che ha fatto tutto quello che è riportato dai Vangeli e che non esistono altri significati oltre quello di una vita umana e, forse (!), divina.
Queste due posizioni sono estreme ed in opposizione tra loro, ma è più probabile che la verità sia diversa da esse. È assurdo negare il carattere storico di Gesù, ma la storia del Cristo ha un senso più profondo, che è più importante dell’uomo Gesù e, nei Vangeli, con una attenta e meditata lettura, tanto può dare a colui che cerca una Via per raggiungere la strada della Verità.
Ora cercheremo di approfondire la storia di Gesù-Cristo, parlando del cosiddetto Cristo Storico poi del lato mitico della sua figura, infine del lato mistico; in tal modo si potrà comprendere come il Gesù-Cristo della Chiesa Cattolica è costituito da elementi tratti da questi tre diversi aspetti.
Sul Cristo storico, che potremmo facilmente assimilare al nome di Gesù, parlano molti scrittori, tralasciando gli storiografi, i biografi e molti teologi, tutti intenti a confermare le loro teorie più che cercare la verità, ricordo Eduardo Schurè ed il suo libro “I Grandi Iniziati”, in cui dedica molte pagine alla vita di Gesù; e tanti altri che, come lui, hanno cercato di chiarire quegli eventi avvenuti 2000 anni or sono in Palestina, non solo dal lato esteriore.
Tante sono le ipotesi avanzate ed io ne riporto alcune. C’è chi afferma che il fanciullo Gesù dimostrò fin da piccolo delle doti non comuni, e subito fu educato nella conoscenza delle Scritture ebraiche, mettendo in crisi persino i “dotti” del Tempio, la sua forte devozione e la serietà dimostrate indussero i suoi genitori a dedicarlo agli studi religiosi e, come qualcuno afferma, alla vita ascetica, mandandolo in una Comunità Essena della Giudea. Altri dicono che più tardi passò al Monastero Esseno del Monte Serbal, un posto di transito obbligato per i saggi che venivano dalla Persia, dall’Egitto, dall’India e dalle remote regioni dell’Himalaya. Da questa mistica sede di conoscenza (e per noi anche leggendaria, non sapendo con precisione se quel luogo sia mai esistito), il giovane passò in Egitto, quella terra conosciuta come la “Loggia Madre delle Verità e di tutti i Misteri”, per avere altre iniziazioni ancora.
C’è infine un’ultima ipotesi da ricordare, alcuni, anche citando brani della Bibbia e dei Vangeli apocrifi, sostengono che l’essere chiamato Gesù fosse passato per ben 42 reincarnazioni (come le 42 generazioni della stirpe di Abramo) purificandosi a tal punto da raggiungere il massimo grado dell’iniziazione: il divenire tempio di un Potere elevato, di una Potente ed Immanente Presenza, l’incarnarsi di un Maestro Supremo, o, per dirla con parole più consone ai nostri giorni, “PER LA RINASCITA AL PROPRIO SE’ SUPERIORE”.
E qui voglio aprire una breve parentesi: il parlare di successive reincarnazioni, di tante generazioni di “eletti” (perché così era chiamato il popolo ebraico, popolo eletto), il divenire “Perfetto” tra i “Perfetti” (ed il termine “perfetto” era uno dei gradi dell’iniziazione essenica, e sta perciò a significare che Gesù era ritenuto ben più superiore a gli altri iniziati ed iniziandi), questo citare il n. 42, fa tanto pensare a ciò che viene insegnato nelle Università ai corsi di Genetica, alle leggi di Mendel, agli esperimenti di incrocio dei caratteri puri ed alla ricomparsa, dopo successive generazioni, dei caratteri puri iniziali ecc. ecc. (e qui un medico può certamente aggiungere qualcosa di più sicuro) (e poi tutto ciò non deve stupirci perché il teosofo sa che molte delle “scoperte” scientifiche di oggi erano già conosciute da tempo dai cultori delle Scienze Supreme).
Ma chiudiamo questa parentesi e ritorniamo a Gesù.
Era giunto il tempo per una di quelle Divine manifestazioni che avvengono di età in età per aiutare il genere umano, quando l’alba di una nuova civiltà sta per sorgere (chi conosce le dottrine teosofiche del W.Q. Judge – L’oceano della Teosofia – della Blavatsky e del Fabre D’olivet, e comprende perciò la teoria delle razze e delle sottorazze, potrebbe ampliare il discorso sulla sottorazza teutonica, che nasceva allora, anticipata ed annunciata dalla venuta del Cristo in Occidente).
Un possente “Figlio di Dio” doveva, dunque, incarnarsi sulla Terra, un Essere “pieno di Grazia e di Verità” che fosse veramente “la Parola”, “il Verbo”, (e che potremo chiamare “LOGOS”) fattasi carne.
Siamo nell’epoca del Battesimo di Gesù e questa incarnazione è descritta da S. Giovanni come “una colomba discendere dal cielo e fermarsi su di lui”.
A questa Presenza possiamo certamente dare il nome di “Cristo”; e fu Lui che visse e camminò, nella forma dell’uomo Gesù, per la Palestina, insegnando, guarendo e radunando intorno a Sé alcune anime evolute per farne Suoi discepoli. Ma ben presto Egli divenne scomodo ai governanti ed ai maestri della Sua terra, talmente scomodo che lo condannarono a morte e lo uccisero. Ma Egli mantenne la promessa di tornare anche dopo la morte, a continuare gli insegnamenti, e vennne con il Suo corpo spirituale, il “Corpo Sottile” che i teosofi dovrebbero ben conoscere; insegnò loro di Sofia, la Sapienza, e della sua caduta nella materia durante il tentativo di innalzarsi all’Altissimo, del suo invocare la Luce in cui aveva confidato e della possibile redenzione dal Caos e dalla schiavitù della materia.
Disse loro del Grande Mistero, l’ineffabile, il più semplice benché il più alto, della sua conoscenza per mezzo della quale gli uomini diventavano “Cristi” loro stessi, ed insegnò loro della cerimonia d’Iniziazione del Battesimo “che conduce alla regione della Verità e nella regione della Luce”.
Il Cristo storico è dunque un Essere glorioso, appartenente alla grande “gerarchia spirituale” che dirige l’evoluzione dell’umanità; nel corpo di Gesù sanò le infermità, predicò alle genti, radunò intorno a Sé dei discepoli che istruì alla Verità.
Ma non bisogna credere che l’opera del Cristo fu limitata solo a ciò; il Santo discepolo che aveva “ceduto” a Lui il suo corpo, Gesù, divenne uno dei Maestri di Sapienza, il Maestro dei Misteri Cristiani.
Fu Suo il lavoro paziente che fortificò un’anima dopo l’altra a sopportare l’oscurità, nutrendo in sé la scintilla dell’aspirazione mistica, la sete di trovare il Dio Nascosto. Sua la forma che stette accanto alla ruota e nelle fiamme del rogo, consolando i Suoi confessori ed i Suoi martiri, calmando l’angoscia delle loro sofferenze e colmando i loro cuori di pace. Fu Suo l’impulso che parlò con il tuono di Savonarola, che diresse la calma sapienza di tanti pazienti ricercatori; Sua l’energia che spinse Galileo, Ruggero Bacone, Paracelso ed altri nelle loro ricerche sulla natura.
Sua la bellezza che allettò Fra Angelico, Raffaello, Michelangelo, che ispirò il genio di Leonardo da Vinci, che dette il potere ai maestri muratori che edificarono le meravigliose Cattedrali gotiche.
Sua la melodia che aleggia nel Flauto magico e nelle Messe di Mozart, nelle sonate e nelle sinfonie del sordo Beethoven, nelle musiche di Häendel, nelle fughe di Bach. Sua la presenza che rallegrò tanti mistici solitari, gli occultisti perseguitati, i pazienti cercatori della verità.
Per mezzo della persuasione e per mezzo della minaccia, con l’eloquenza di un S. Francesco o con gli scherni di un Voltaire, con la dolcezza sommessa di un Tommaso da Kempis e con la rudezza di un Lutero, Egli cercò sempre di istruire e di risvegliare, di distogliere dal torpore mentale e spirituale, di promuovere la santità e di flagellare il male; cercando sempre qualcuno che avesse orecchie per udire ed occhi per vedere la strada della Sapienza e che, come Lui, la diffondesse nel mondo intero.
Termina qui la seconda parte di questo lavoro sul Cristianesimo, la prossima volta affronteremo l’argomento del Cristo mitico, probabilmente molto più interessante, ma che aveva bisogno di questa introduzione odierna.

Giancarlo Mazzasette
tratto da Conoscenza (Anno XX – n° 3 Maggio-Giugno1984)
Rassegna bimestrale dell’Accademia di Studi e Orientamenti Tradizionali

 

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