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612. Il buon “Governo” che ancora non c’è

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L’intero mondo è in crisi: tutti i Paesi del mondo sono schiacciati dagli effetti di una mastodontica crisi socio-politica-economico-esistenziale.
C’è chi mente e inganna: gli artefici consapevoli della crisi programmata a tavolino. C’è chi ignora le vere cause e con sincerità si mette in gioco ma cerca soluzioni in direzioni fallimentari. C’è chi sospetta le vere cause e fa finta di non capire muovendosi per approfittare delle possibili occasioni di guadagno. C’è chi, addirittura, “ignora di ignorare” del tutto.

È ancora possibile un vivere socio-politico-economico basato sull’ispirazione di Principi etici, morali, spirituali e ideali, in grado di generare Giustizia e Pace nelle varie Nazioni?
Forse dovremmo chiederci se esistono ancora degli individui che sentono, in stessi, il bisogno di vedere applicati, nella vita sociale, i Principi fondamentali di una norma e di un’etica in grado di realizzare veramente un “Governo” per i cittadini.
Tutti i Paesi stanno vivendo nel pantano di una immane corruzione innalzata a norma. Vige, a regola, una mentalità corruttiva tra i vari membri delle Istituzioni e tra i normali cittadini: un inconsapevole stato d’essere oscurato.
L’intera umanità ha perso ogni nobile ed elevato riferimento ideale e versa in un terribile stato di oscuramento intellettuale e spirituale.
La Rettitudine, quale Ordine-Armonia-Universale, sembra scomparsa, ma soprattutto nessuno sembra cercarla più.
L’umanità sembra essere caduta in un’era tenebrosa, oscura e la maggior parte degli individui condivide l’oscurità, quale proprio habitat, senza più cercare la luce.
Sembra prevalere, ovunque, soltanto il “senso dell’io e del mio”.

Chi si trova ad essere interessato, come propria posizione coscienziale, alla politica per poter risolvere i problemi dell’individuo-società significa che appartiene ad un livello di coscienza corrispondente a quello strato di umanità che raccoglie tutti coloro che sono motivati da uno spirito di cooperazione e di benessere per l’intero mondo. A questi, però, si accompagnano, sovrapponendoli e prevaricandoli, tutti coloro che della politica ne fanno il mezzo per il personale potere e fonte di guadagno.
L’umanità è una scala infinita di posizioni coscienziali, ogni singola posizione corrisponde ad una direzione esistenziale.
Tutte le più belle ideologie non sono mai state applicate veramente nel sociale perché necessita, per farlo, un’autorealizzazione per sostenere e applicare quanto è valido per i molti, secondo i Principi della Rettitudine.
L’auto-realizzato ha la forza e il “coraggio della verità” per poter applicare, e far applicare, quanto di meglio, in idealità, si possa elaborare.
Il vero problema è che tra i politici troviamo, in gran parte, solo mediocrità, egoismo, narcisismo, ambizione, corruzione, ecc. ma zero in fatto di auto-realizzati, veri e capaci.
Tra i politici troviamo, invece, la pantomima degli iniziati, come piace loro pensare di sé stessi, per un’appartenenza formale ad uno dei “centri di potere occulto sovranazionale” (Logge massoniche neoaristocratiche, reazionarie, democratiche-progressiste, conservatrici, ecc.), ma di auto-realizzati neanche l’ombra.
Quello che servirebbe, per migliorare veramente le condizioni di tutte le Nazioni, è un “sistema” dove si preveda la radicale trasformazione delle cause, non degli effetti; significa mettere in campo, veramente e onestamente, una rivoluzione epocale che tenda a trasformare l’individuo in quanto tale: creare le condizioni di una vita di qualità per tutti per facilitare la trasformazione interna degli individui. Di questa trasformazione dell’individuo farne la priorità planetaria, all’interno di ciascun Paese.
Realizzare una società umana dove tutto il sistema di governo si muove solo per la priorità accettata da tutti: un buon “Governo” che renda possibile l’autorealizzazione degli individui, di vari gradi e livelli, dalla coscienza-consapevolezza-conoscenza in grado di costruire, anche solo come momento cosmico, una società umana illuminata e più felice all’altezza del più nobile Ideale.
Si tratta di effettuare, soprattutto, una trasformazione mentale degli individui, consegnando nelle loro mani una libera capacità critica, l’uso della fondamentale discriminazione-discernimento che fa di un uomo nano psichicamente un gigante.

Come si potrebbe cambiare un sistema sociale fallito senza la trasformazione mentale degli individui (sia dei governati sia dei governanti)? Significherebbe solo fare finta di cambiare per lasciare le cose come stanno. Fare tanti partitini di destra e di sinistra, o due poli, o cambiare simboli e nomi dei partiti non sono veri cambiamenti quando la mentalità corruttiva è sempre lì.

È possibile creare un sistema sociale che si riferisca ad un Principio (spirituale o laico di massimo Bene per tutti) e originandosi da questo Principio si estenda fino all’essere umano, di là da ogni interesse egoistico (di natura individuale, nazionale o razziale)? L'uomo dovrebbe rifarsi ad un'autorità massima: all'autorità della Verità nella sua totalità.

Il conservatorismo rispecchia uno spirito di conservazione di un io conflittuale; il progressismo rispecchia, a sua volta, lo spirito di un “io-mio sociale” nella rincorsa folle verso mete irraggiungibili, la rincorsa a bolle di aria fritta; per non parlare di tutti gli “ismi” che il mondo ha già sperimentato negativamente e del pericolo di un eventuale loro ripresentarsi alle porte della storia. Il clima di una profonda crisi è sempre favorevole alle possibili insidie dell’ignoranza che si trasforma facilmente in brutalità inaudita, come si è già visto.

La pericolosità nella società umana, di chi si appropria del potere politico che asserve, o si fa asservire, dai poteri economici-finanziari (nazionali e sovranazionali) sta proprio nel fatto che, nella maggior parte dei casi, i politici sono dei mediocri affamati di grandi ambizioni e disposti a tutto, anche a tradire il proprio Paese.
Questi politici oltre che mediocri sono ignoranti, pieni di vizi e di incapacità, dei veri incompetenti anche della vita stessa: non conoscono i sacrifici, gli sforzi, le fatiche, le spese, le tasse di chi lavora onestamente e pretendono di legiferare per essi, loro che di problemi economici non ne hanno, loro che non devono preoccuparsi del pericolo di perdere il posto di lavoro, loro che non devono rendere conto all’articolo 18 eliminato, loro che non devono preoccuparsi affatto per la futura pensione perché l’avranno di sicuro.
Questi politici sono uomini incompleti che non sanno nemmeno come funziona la loro mente, quella mente con la quale opprimono i cittadini procurando loro infiniti danni: proiettano, proiettano a più non posso, sempre su concezioni duali e vedono ogni situazione come ad un campo di battaglia dove mettere sempre un nemico con cui contrapporsi, con il fine ultimo di appagare i bisogni del proprio ego, il potere e il guadagno dell’io-mio.
La maggior parte di questi politici cerca di risolvere i propri problemi esistenziali-sociali, o quelli che crede tali, e si dedica alla “politica” che gli dà il pretesto di sostenere un’ideologia, un partito, delle aspirazioni dell’uomo-massa, ma in realtà fa di tutto, attraverso di essi, per risolvere molto bene le proprie ambizioni.
Ogni politico, anche poco intelligente, e ce ne sono molti, ma bravo nell’imitare come le scimmie, si costruisce un’immagine pubblica carica di aspettative e così, in un modo o nell’altro, l’inganno gli riesce sempre, solo perché dall’altra parte ci sono sempre un buon numero di persone bisognose con tanti problemi da risolvere, facilmente da ingannare.

La mente dei bisognosi si lascia facilmente narcotizzare e il loro senso critico lo consegnano ai loro rappresentanti politici, cioè ai propri ingannatori che sono riusciti, con formule-mantra, ad offuscare la loro consapevolezza di essere.
La politica è diventata sempre di più la disciplina che riesce ad addormentare le coscienze grazie alle astuzie che permettono i moderni mezzi di comunicazione ed il lavoro di manipolazione, accurato e paziente, da parte di individui, dietro le quinte, oscuramente preparati.

Infatti, come possono degli individui come sono i politici, incompleti, alienati, sofferenti di “mancanze” immaginarie legiferare su “questo”, o su “quello”, come sulla Giustizia quando non sono essi stessi permeati di giustizia, bensì corrotti, indagati, sospettati, condannati, ecc.?
Possono i Ministeri essere presieduti da individui che non riflettono nemmeno uno dei valori umani universali? Possono le Istituzioni essere presiedute e dirette da individui “mancanti” di “qualificazioni”, di “capacità”, soprattutto di onestà morale e intellettuale, e invece dottissimi di un inaccettabile servilismo al “potere nascosto” che tutto guida dalle “stanze in ombra”?

La politica, priva di uomini auto-realizzati ma piena di pupi a cui una regia occulta tira i fili, è un idolo con milioni di fedeli illusi. Questa politica commette ogni tipo di nefandezze: i progressisti e i conservatori sono degli alienati che portano all’alienazione i cittadini. Questa politica, con questi politici, non ha risolto i problemi dell’umanità ma ha peggiorato la situazione mondiale. La politica, la religione e la scienza hanno fallito: nel mondo non è stata fatta Giustizia, la Pace è un’illusione utilizzata per fare sempre più guerre, l’uguaglianza è la grande sconosciuta e la fratellanza umana risiede nell’invisibilità dei sogni di coloro che ancora riescono a sognare.
Perché tutto ciò è accaduto? Perché gli uomini non vivono nella loro coscienza ciò che pretendono di esprimere esteriormente: solo l’auto-realizzazione vera può dare uomini capaci di fare; prima bisogna “essere” e poi si potrà essere un “uomo del fare”.
Se i politici incarnano l’“apparire” e non l’“essere” non potrà mai esserci alcuna vera soluzione.
L’auto-realizzazione esprime i giusti livelli di compartecipazione sincera, senza doppi fini, che servono al bene della cosa pubblica, altrimenti non ci sarà mai un’era di Giustizia e di Pace nella società umana.
Gli uomini che detengono delle responsabilità di governo se non sono passati attraverso l’esperienza del comune vivere di tutti, preparandosi mediante un percorso informativo, poi formativo ed infine realizzativo non potranno superare il fondamentale problema umano che risiede nella stessa coscienza dell’essere. Una classe dirigente non potrà mai dirigere giustamente e onestamente una classe di uomini né risolvere correttamente, dal punto di vista compartecipativo, alcun problema vitale senza le necessarie “qualificazione” ed i valori umani universali all’occhiello. Un dirigente di risorse umane solo sviluppando la capacità di rientrare in sé stesso potrà scoprire di poter effettivamente realizzare armonia, benessere, giustizia, pace, compiere in ogni situazione la Retta Azione.
Le strade della vita socio-politiche rappresentano solo alcuni livelli esistenziali che devono servire l’umanità intera a raggiungere i massimi livelli di espressione esistenziale. La base salda, da cui partire, per non errare eternamente, è la Realtà interiore.

Purtroppo a prevalere è la concezione materialistica della realtà e quando questa concezione si colora politicamente viene considerata realtà il benessere materiale, la produzione, il mercato, la borsa, il consumo a tutti i costi, ecc.

Questi politici, che non sono i Politici con la P maiuscola, sono alienati, incapaci a saper pensare formule giuste; creano per i cittadini solo condizioni di sottomissione e di alienazione, creano sempre formule inefficaci e gli aiuti veri e le risoluzioni sono sempre sfuggenti e irraggiungibili.
La politica ha costruito idoli, sistemi, vicoli ciechi, voragini, pantani, impalcature d’oro e di fango per un popolo narcotizzato gerarchicamente, alienato e schiavizzato, una costruzione finalizzata alla realizzazione di un Piano Mondiale diabolicamente motivato.
Sia i politici sia i potenti, nascosti dietro le quinte che guidano, non comprendono che così come stanno facendo, sono schiavi anch’essi, non sono liberi da quella stessa schiavitù che impongono ai cittadini e ad essi restano legati tragicamente, finché vogliono conservare quel tipo di potere che accanitamente cercano di proteggere.
Finché partiranno sempre dalla realtà che sta fuori e non si porranno nella realtà dentro di sé stessi non riusciranno a “vedere” le cose giuste da fare, le cose mosse dall’”essere”.

La Ruota inesorabile del divenire gira e trita nell’ignoranza le vite umane ma sta all’uomo rallentare e intravedere la strada giusta del “come” e del “perché” costruire una società umana più giusta, pacifica, illuminata e più felice.
Tutti nascono in questo mondo per delle “cause” a monte, qui soggiornano, vivono uno stato di transizione nel quale comprendere queste “cause” e poi ritornare alla Fonte, all’Essere, senza sospesi altrimenti la Ruota continua a girare senza sosta.

Il grande problema sorge quando ci si domanda come potranno gli oppressi, che “ospitano” in sé l’oppressore, partecipare all’elaborazione della pedagogia della loro liberazione, dal momento che sono soggetti a dualismo e inautenticità. Solo nella misura in cui scopriranno di ospitare in sé l’oppressore, potranno contribuire alla creazione comune della pedagogia che li libera. Finché vivono il dualismo in cui essere è apparire, e apparire è somigliare all’oppressore, è impossibile farlo. (…)
Con questa affermazione non vogliamo dire che gli oppressi, in tal caso, non sappiano di essere oppressi. Tuttavia, la loro conoscenza di se stessi come oppressi si trova falsata dal fatto che vivono immersi nella realtà degli oppressori. “Riconoscersi” a questo livello, in opposizione all’altro, non significa ancora lottare per il superamento della contraddizione. Nasce di lì l’aberrazione: uno dei poli della contraddizione non aspira a liberarsi, bensì a identificarsi con il suo opposto.
In questo caso, per gli oppressi, “l’uomo nuovo” non è l’uomo che deve nascere dal superamento della contraddizione, con la trasformazione dell’antica situazione di oppressione che ceda il posto a una nuova, di liberazione. Per loro, l’uomo nuovo sono loro stessi, che diventano oppressori degli altri.

Paulo Freire
da La pedagogia degli oppressi pagg. 30-32
Edizioni Gruppo Abele, Torino 2002.
disponibile su http://palabre.altervista.org/testi/freire01.shtml

 

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