Nella costituzione dell’ente planetario (individuo-jiva-visva) vi sono “punti” e “centri” che lo possono connettere, direttamente e consapevolmente, sia alla parte fisica-grossolana (virat nella sfera universale e visva-vaisvanara nella sfera della coscienza individuata) dell’esistenza sia alla controparte sottile (piano universale sottile di Hiranyagarbha), dandogli anche la possibilità di poter intervenire su entrambi i dominii: ciò che permette di intervenire su tali dominii è la Magia.
La Magia è la conoscenza e la capacità di saper agire-influire sia sulla matrix del mondo fisico-grossolano sia sulla matrix del mondo sottile, chiamato dal volgo mondo astrale, provocandone i cambiamenti voluti (dalla volontà magica).
La Magia (Mayu) è la scienza del modificare la realtà nella “Sostanza” universale (prakrti), sostanza capace di generare le forme-entità. Questa “Sostanza” manifesta una triplicità virtuale (i tre guna) che si attualizza in molteplici determinazioni. I tre guna, sattva-equilibrio, piano causale; rajas-attività, piano sottile; tamas-passività, piano grossolano; sono “qualità” costituenti della sostanza-prakrti.
La natura profonda dell’ente planetario è multidimensionale: il problema, nel mondo, è che la maggior parte degli enti planetari non è “risvegliata” (vive nell’ahamkara-ego, in uno stato di alterazione sospinta dai guna) e certe “parti” costituenti dell’ente è come se fossero guaste, da riparare, da ripristinare (risvegliare), prigioniero quindi, ogni ente, dei meschini limiti umani (egoismi). La multidimensionalità non funziona senza risveglio. Il cervello umano nella sua condizione originaria dovrebbe funzionare per la multidimensionalità. Il neurone è l’unità fondamentale del sistema nervoso: tutti i neuroni (cento miliardi per ogni singolo essere umano), sono connessi alle migliaia di nadi che formano la struttura-rete del corpo sottile (lingasarira). Il controllo sulle nadi dà il controllo sui neuroni, cioè sul sistema nervoso, ma l’ente comune non ha questa capacità-possibilità. Il funzionamento dei soli neuroni dà, all’ente non risvegliato, un tipo di “conoscenza” parziale che ignora il restante 99,99%. I neuroni interagendo con il campo elettromagnetico universale confezionano una “conoscenza” limitata, legata al flusso di pensieri-immagini che l’ente ordinario non sa controllare, risultandone una conoscenza dell’apparenza nel mondo del divenire. Il sistema nervoso si compone anche di cellule gliali, importantissime, che non comunicano con la luce elettromagnetica. Le gliali presiedono al comportamento dei neuroni, una gerarchia superiore del sistema nervoso. Le cellule gliali sono legate alla multidimensionalità.
Il risveglio comporta la piena funzionalità di tutta la struttura di cui l’ente planetario è fornito: parte grossolana e parte sottile. Altrimenti ogni funzionalità è approssimata, parziale, limitata, impotente ad ogni presa del controllo.
L’ente planetario è naturalmente un essere magico: è magico perché è, in realtà, un Jivatman (Anima-Spirito) disceso-caduto-incarnato, ma in esso sono rimaste latenti tutte le facoltà spirituali dell’Anima: vanno risvegliate e attualizzate, questo è il vero risveglio e l’unico motivo per il quale un essere si incarna.
Ogni jiva, incarnato nel mondo del divenire, possiede i giusti veicoli per ottenere il risveglio:
1 il corpo causale-karanasarira (anandamayakosa), nella condizione di “sonno profondo senza sogni” (susupti). Questo dominio, la vera sede di Kundalinisakti, corrisponde all’inconscio della psicologia e a Isvara (Principio primo, Causa prima) nella tradizione;
2 il corpo sottile-lingasarira o suksmasarira nella condizione di “sonno con sogni” (svapna). Il corpo sottile si suddivide in tre veicoli, il veicolo intellettivo (buddhimayakosa o vijnanamayakosa) appartenente al piano causale, il veicolo mentale (manomayakosa), il veicolo pranico-energetico (pranamayakosa). Il corpo sottile nel dettaglio è costituito dai cinque elementi sottili (suksmabhuta), comprende le cinque facoltà di percezione (jnanendriya), le cinque facoltà di azione (karmendriya), i cinque soffi vitali (prana) e la mente-organo interno (antahkarana nelle sue quattro funzioni: buddhi, ahamkara, manas e citta). Questo dominio corrisponde al subconscio della psicologia e a Hiranyagarbha (l’Essere universale);
3 il corpo fisico grossolano-sthulasarira (annamayakosa), nella condizione di “stato di veglia” (jagrat). Questo dominio corrisponde al conscio della psicologia.
Esiste, quindi, oltre la realtà percepibile da tutti (quella grossolana, visibile e toccabile dei sensi ordinari), una realtà “sottile” che, oltre a comprendere onde termiche, onde elettromagnetiche, materia oscura, ecc., abbraccia quelle “energie sottili” di cui parla la scienza magico-esoterica-spirituale (lingasarira, nadi, prana, cakra, aura, kundalini, ecc.) e che non cadono sotto il dominio della percezione dei sensi comuni.
Le più sottili di queste energie (elementi primi) sono addirittura i costituenti fondanti dell’intera manifestazione universale (prakrti). La prakrti è, quindi, la base trascendentale della manifestazione universale: da essa emergono universi, galassie, sistemi solari, loka, infiniti mondi con infiniti esseri. Muladharacakra, in linea con prakrti, è la base, la radice di quanto avviene nel mondo del nome e della forma.
La mancanza di risveglio (mancanza della coscienza reale di Sé), nell’ente planetario ordinario, crea un grande problema nel rapporto col piano formale sottile: l’ente planetario ha perso, in quel dominio, il controllo (questa è una “caduta”) della forza-prana cosmica. La condizione di sogno, svapna, con sogni è senza controllo, le immagini fatte di luce sottile non sono fissabili: è questa natura che il mago-yogi-sciamano cerca di riconquistare, riportare ad un pieno consapevole controllo. L’apparizione caotica delle immagini-forme, senza un volere, seduce, incanta e indebolisce l’ente planetario ordinario: è il rincorrere il nulla della scimmia che salta continuamente da un ramo all’altro.
L’individuo-jiva non deve essere sopraffatto dall’inarrestabile fluire dei pensieri-immagini, ma deve riprendere la propria autonomia, la propria libertà di pensare-creare, restando sempre consapevole nel dominio dove sta operando. Egli riprende la propria autonomia quando riscopre il potere dell’osservatore distaccato: osservare il semplice fluire dei pensieri, senza alcun particolare interesse, senza forme di attaccamento, gli ridà un immenso potere.
Il mago-yogi-sciamano conosce l’uso della multidimensionalità e sa come operare magicamente sia con il corpo fisico grossolano (sthulasarira) sia con il corpo sottile (lingasarira). Egli conosce il “Luogo segreto della Magia” e ne fa saggio uso. Noi ne parliamo perché non è importante sapere dove si trova, ma essere “pronti”, possedere le necessarie “qualificazioni” etiche, morali e spirituali per poter comprendere-conoscere e infine adoperare.
Possono essere anche in milioni a sapere dove si trova il “Luogo”, ma senza poterne avere accesso; saperlo e tentare senza “qualificazioni” è un’impresa vana e da stolti.
Il “Luogo segreto della Magia” si trova nel “lobo frontale” del cervello: il sacro luogo dove si può operare la vera Magia è nell’area sopra gli occhi, tra le sopracciglia, l’area silenziosa preferita dal muni (il Silenzioso), da tutti coloro che si dedicano alla meditazione (dyana) sperando di raggiungere il samadhi. Questo sacro luogo non è accessibile a tutti perché si trova tra il grossolano e il sottile: necessita la consapevolezza che è in grado di dare solo il risveglio.
Stiamo parlando di Ajnacakra, il “cakra del comando” (chiamato anche “Guru cakra”), un cakra che esprime determinati stati di coscienza. Cakra considerato il centro della percezione divina o visione spirituale: in esso risponde la dimensione mentale sottile, l’ahamkara e la buddhi. In ajna confluiscono le tre più importanti nadi – ida, pingala e susumna – che si fondono in un unico flusso di consapevolezza fino a sahasrara. In questo cakra, quindi, sfocia la susumna dove Kundalini, quando risvegliata a quel livello, sopraggiunge per svelare, illuminare e, tramite una corrente luminosa, unire il muladhara a sahasrara.
Ajnacakra è chiamato anche “l’Occhio di Siva”, in quanto Siva è considerato la personificazione della meditazione (dhyana) associata al risveglio di ajna, per l’appunto. La ghiandola pineale andrebbe considerata come un tutt’uno con sahasrara così come la ghiandola pituitaria con ajnacakra. Queste due ghiandole, pineale e pituitaria, hanno un’importanza particolare perché le loro “sostanze” (la loro alchimia) svolgono funzioni di rilievo confinanti tra il grossolano e il sottile, conoscenza a cui ancora la scienza non è pervenuta.
È possibile usare magicamente ajnacakra solo dopo che si è sciolto rudra granthi, il terzo granthi, cioè il terzo dei tre nodi psichici che impediscono l’evoluzione spirituale: si sciolgono al passare di Kundalinisakti nella sua ascesa verso sahasrara.
Per il mago-yogi-sciamano è importante buddhimayakosa, cioè il corpo psichico della dimensione della personalità che opera nel piano sottile: il veicolo con cui si esperienza durante i sogni, nelle fuoriuscite dal corpo fisico e nei diversi tipi di fenomeni psichici.
Il mago-yogi-sciamano opera facendo uso della potente volontà sviluppata lungo la sadhana con l’addestramento con dharana (concentrazione): egli pone il “seme-intenzione” nel “Sancta Sanctorum” del lobo frontale, operando senza vrtti (onde) mentali né emozionali, nella piena quiete dei veicoli, grossolano e sottile. In tale condizione lascia che il “seme-intenzione” depositato sull’ara magica venga “osservato” dal lobo frontale: la semplice indisturbata osservazione del seme azionerà le “forze” dislocate lungo i “centri energetici”, “forze” che risponderanno alla richiesta magica. Esiste, perciò, solo la “Magia Divina” sottoforma di “Magia Naturale” per tutti coloro che si risvegliano spiritualmente.
Il cervello, abbiamo detto più volte, si comporta come un grande occhio che “pensa per immagini”: i miliardi di neuroni sono collegati alle migliaia di nadi in una perfetta unità funzionale. La multidimensionalità è cosa del tutto naturale in una struttura del tutto immacolata come alle origini. Il cervello, quindi, oltre che essere ricetrasmittente è creatore di pensieri-immagini.
La vita dell’ente planetario comune è vittima della realtà dei pensieri-immagini caotiche, disordinati, senza controllo.
Il risvegliato ha la possibilità di controllare il flusso dei pensieri-immagini, rallentarlo, controllarlo: può costruire pensieri-immagini chiari, inerenti a quanto voglia realizzare come obiettivo prefissato e farli collassare nella realtà fisica grossolana, sottoforma di realizzazioni fisiche, emotive, mentali o spirituali.
Il mago-yogi-sciamano sa usare le giuste immagini (“seme-intenzione”) per sollecitare ogni tipo di accadenza. I pensieri-immagini condotti nel lobo frontale possono diventare realtà nel mondo del divenire.
Il mago-yogi-sciamano è colui che è passato al di là della “Porta di fuoco del proprio sangue”, dopo aver riconosciuto e compreso i “Misteri del sangue e della carne”: egli può così guidare altri a passare oltre quella porta; da risvegliatore di coscienze può far conoscere il potere della vera Magia.
Un individuo-jiva, che percorre un sentiero realizzativo, ad un certo punto avanzato del suo risveglio, prendere consapevolezza di sempre maggiori conoscenze è come un “vedere”, ma ad un diverso livello del sistema del “guardare”: la buddhi risvegliata-attivata-accesa è come un faro che illumina la verità delle cose osservate-viste-investigate.
L’ente planetario comune è solito impiegare questa modalità sopradescritta in modo inconsapevole ed errato, intanto senza essersi liberato della sua irrequietezza egoica, dei suoi complessi, delle fobie, delle paure, delle ansie, dei limiti mentali. È così che egli semina e raccoglie disastri nella sua vita: la mancanza di un minimo di disciplina sui suoi pensieri-immagini, rappresentanti tutte le sue preoccupazioni, che fa scorrere senza alcun controllo (discriminazione-discernimento), si rivela disastrosa sottoforma di diverse difficoltà che gli piovono addosso. Il non-risvegliato è chi subisce l’oblio delle proprie origini vivendo limitato in tutto.
Chi si incammina in un sentiero di risveglio spirituale ha intuito la necessità di usare, in modo cosciente, i propri talenti che richiedono sincerità, semplicità, onestà, altruismo, disponibilità ad eliminare tutto ciò che è nocivo per l’individuo e l’ambiente. I buoni sentimenti di chi percorre un sentiero spirituale di realizzazione, anche se non del tutto risvegliato, possono, lentamente e gradualmente, abituare ad utilizzare tale sistema in maniera sempre più consapevole, fino al presentarsi degli inequivocabili segni distintivi della direzione giusta intrapresa: gli aspetti positivi cominceranno a collassare nella realtà della vita di tutti i giorni. Si tratta di imparare a rendere più chiari possibile i pensieri-immagini che devono diventare immagini-intenzioni e, infine, effetti e attuali realizzazioni concrete.
Nel mondo, purtroppo, il “sistema di potere” (del “potere nascosto” con struttura piramidale) usa segretamente la magia per manipolare gli individui e modificare la realtà del divenire secondo i suoi piani. Almeno questo è quanto vorrebbe ottenere nell’usarla. I cittadini di tutto il mondo ignorano completamente tutto ciò. Molti sono coloro che farebbero di tutto per scalare i gradini che occorrono per arrivare a far parte di tale sistema: questi, per quanto riescano a fare, tentano di usare la magia (pantomima, distorsione o degradazione in magia nera). Tra questi ambiziosi molti sono i politici mediocri, arrivisti e immorali che vorrebbero far parte del “sistema di potere” sovranazionale, e per questo tentano stupidamente di usarla da perfetti ignoranti che sono.
La magia ha influito, purtroppo, per l’uso improprio, nei destini dell’umanità: parliamo della magia usata dal Lato Oscuro del Potere (la contro-iniziazione).
Il “sistema di potere” la usa per cercare di far prendere agli avvenimenti la piega che egli vuole.
La Magia, in realtà, non è altro che la stessa scienza (Vidya) che viene utilizzata da coloro che sinceramente percorrono un sentiero realizzativo per motivi esclusivamente spirituali. È l’applicazione della stessa conoscenza, ma con motivazioni e direzione rovesciate. Il vero mago, che sa della natura divina della Magia, opera in accordo con i principi dell’armonia universale. Il mago contro-iniziato opera secondo la propria esclusiva volontà-egoica oscura.
I pensieri-intenzioni sono potenti di per sé naturalmente, sia in negativo sia in positivo, perché l’”energia segue sempre il pensiero”. Quando si diventa consapevoli della vera natura del pensiero, i pensieri stessi aprono strade immateriali attraendo corrispondenti forze nel cosmo.
Il vero Mago è un Iniziato, quindi non può che essere un Illuminato davvero, altrimenti sarebbe solo un’increspatura distorta della Magia, un agente dell’oscurità.
Il “sistema di potere” usa la magia in molti modi: con i simboli (loghi, glifi, targhe-talismani, ecc.) che fa circolare in tutta la società, con le frasi-mantra che diffonde mediante i media, nelle campagne elettorali con i partiti politici, nelle opere di pubblico convincimento all’insaputa dei cittadini. Sono molti gli uomini di potere che svolgono incontri di natura magica: molte sono le società segrete fondate dal “sistema di potere”. La magia praticata dal “sistema di potere” non può che chiamarsi magia nera (azionata all’insaputa dei destinatari).
Il “sistema di potere”, cioè il “potere nascosto”, vuole un regno di sudditi, non un sistema democratico, e per questo usa la magia per impedire ai cittadini di pensare, di riflettere e di migliorare la propria condizione materiale e spirituale. Questa volontà oscura vuole impedire il libero e normale sviluppo delle facoltà latenti in ogni individuo-jiva.
Basta quanto abbiamo già detto per comprendere la necessità di maggior risveglio spirituale nel mondo, perché gli individui-jiva possano proteggersi contro la manipolazione sferrata contro l’umanità dal “potere nascosto”.
Per comprendere l’efficacia della manipolazione esercitata sugli individui-jiva è sufficiente comprendere alcune semplici informazioni.
Ogni struttura vivente, grazie alla presenza del prana-energia vitale, esercita “movimento”, quindi un atto motorio diventa azione comunicativa. Il “movimento” (energia cinetica) produce vibrazioni, suoni, rumori, da quelli del corpo stesso che si muove, a quelli dell’azione esercitata nell’ambiente con eventuali oggetti.
La manipolazione è basata sull’invio, al cervello-mente, di un’integrazione di immagine-suono-ritmo-intenzione atto a provocare movimento-azione, esterno o interiore: accendere, quindi, una risposta in citta (la mente subconscia) evocando richiami emozionali in grado di spingere l’individuo, ripetizione dopo ripetizione, verso il risultato voluto dai persuasori occulti. Su questa conoscenza si basa anche gran parte della pubblicità che vuole convincere, a tutti i costi, a trasformare il cittadino-telespettatore in perfetto cliente (in soggetto posseduto da un irrefrenabile sentimento appropriativo inconsapevole). E ciò vale per qualsiasi tipo di consenso strappato in modo occulto, senza che la persona si renda conto di non aver scelto.
Vengono coinvolti, nel cervello dell’individuo, i neuroni per le immagini e le cellule gliali per i movimenti: chi opera la manipolazione vede solo un soggetto inconsapevole da manipolare. Queste spinte vengono diffuse efficacemente tramite gli spot, gli spettacoli, i film, i videogiochi, internet, ecc., tutte fonti spara-immagini-intenzioni.
Molte delle cose che accadono nel mondo vengono provocate mediante neri rituali magici collettivi (praticati contemporaneamente in varie parti del mondo), rituali negativi imperfetti che scatenano brutture sottoforma di varie coincidenze, di cui spesso i coinvolti non sanno e non si rendono conto di agire sotto influenza. Questi riti aprono campi di influenze che attraggono, nella trappola magica, i più predisposti ad effettuare certe opere del male, siano operai, infermieri, medici, commessi, avvocati, giudici, ingegneri, architetti, giornalisti, ecclesiastici, attori, banchieri, operatori di call center, pensionati, barboni, disoccupati, studenti, ignoranti o istruiti, eccetera, eccetera.
Della magia esercitata diffusamente, pochissimi sono i consapevoli operatori magici del male (gli altri sono partecipanti ignari manipolati – forniscono solo energia psichica –); moltissime sono le ignare vittime del male magico.
Bisognerebbe educare, bambini, giovani, adulti e vecchi, al saper “vedere” le “immagini” e a saper accettare solo quelle non-nocive: non per costrizione, ma per presa di coscienza risvegliata. Bisognerebbe inserire, in un programma educativo per tutti, questa forma di conoscenza, per sviluppare una sorta di sistema immunitario contro gli attacchi impropri della magia. Bisognerebbe insegnare a divenire consapevoli dei propri pensieri e stimolare l’apprendere ad osservare che ogni pensiero è anche un’immagine operante nel cervello-mente: insegnare, facendolo comprendere bene, che ogni pensiero-immagine-intenzione fatto sostare nel loro lobo frontale può divenire realtà. Far comprendere che devono saper scegliere, cioè saper discriminare-discernere i pensieri-immagini inviati loro dal mondo esterno (interlocutore ravvicinato, tv, internet, film, soggetto dei media, politico, venditore, ecc.). Far capire che possono essere loro dei creatori di pensieri-immagini-intenzioni e che queste creazioni sono la premessa della realtà. Agevolare in loro la comprensione che un individuo adulto può avere il compito di creare utili pensieri-immagini-archetipi per migliorare, sempre di più, la società umana. Nello stesso tempo insegnare a saper ottenere una calma emozionale e un rilassamento profondo (anticamera di uno stato meditativo), perché solo così è possibile controllare il flusso dei pensieri e produrre l’immagine-intenzione da realizzare, con le modalità della chiarezza e nitidezza. Tale pratica va accompagnata, sviluppandola gradualmente, con il sentimento della certezza verso una condizione del tutto reale che apre ad un futuro accadimento. Il praticante, con base autorealizzativa, si pone come centro di espressione, un tramite dell’armonia universale che opera la Magia Naturale.
La Magia, una volta compresa, con le dovute “qualificazioni”, non risulta eccessivamente straordinaria, ma Naturale.
In sintesi, l’esercizio di osservare, con grande calma, i pensieri-immagini che vanno e vengono nella testa fa scoprire, al praticante, che c’è una forza che ne impedisce il controllo. Il controllo invece è possibile ed è questo riuscirci che fa la differenza tra un comune obliato e un risvegliato. Questa forza-corrente che muta i pensieri-immagini continuamente, gli uni negli altri, può essere dominata. Il segreto sta nell’individuare la brama dell’ego (l’ahamkara, l’io-mio) perso nelle infinite identificazioni fisiche, emotive e mentali che lo confermano un condizionato-caduto, sedotto dall’apparenza delle forme, che ha perso il suo vero “centro”. Questo smarrimento lo confina, fino al risveglio completo, nei limiti della manifestazione.
Il praticante deve solo lavorare sul pensiero-immagine trovando l’autonomia da questa forza-corrente: l’esercizio dell’osservare questo fluire, senza coinvolgimenti emotivi e mentali, è il sistema più potente. Osservare soltanto, senza alcun interesse, i pensieri-immagini che scorrono, senza che neanche uno riesca ad attrarre particolare attenzione. Così facendo si annulla il potere posseduto dalla forza-corrente ed esercitato sull’individuo-jiva. Il praticante impara ad attraversare la forza-corrente percorrendone il flusso all’incontrario.
Una volta consolidata questa capacità il praticante passa, invece, a scegliere, con la propria volontà, uno specifico pensiero-immagine-intenzione depositandolo nel lobo frontale (ajnacakra), con più chiarezza possibile. Nessun frammento di altri pensieri-immagini deve essere presente nel lobo frontale. Il pensiero-immagine-intenzione depositato plasma l’akasa della realtà voluta da far collassare nel quotidiano.
Tutto ciò che di solito viene associato alla Magia come cerimonie, rituali, cerchio magico, bacchetta-bastone, simboli (Yantra, Mandala, Pentacoli, Talismani), gesti-sigilli (mudra), parole di potere (mantra), armi (pugnale, spada, scudo), incensi, profumi, pietre, sale, acqua, specchi, ecc. sono tutte cose che alcune fungono da amplificatori e altre per veicolare il “potere magico”, ma quanto di cui non si può fare almeno sono le “qualificazioni” risvegliate spiritualmente, l’elevato sviluppo della volontà mediante la concentrazione (dharana) e soprattutto la conoscenza e la consapevolezza dell’”ara magica”, nel lobo frontale (ajnacakra), dove si deposita il pensiero-immagine-intenzione da realizzare, da far collassare nella realtà.
Il vero mago-yogi-sciamano (risvegliato, illuminato, iniziato), creatore di pensieri-immagini-intenzioni, non può essere manipolato perché la sua struttura energetica non può essere violata: nel suo corpo sottile (lingasarira), dove risiede effettivamente il “Luogo segreto della Magia”, il lobo frontale, l’ajnacakra, “l’Occhio di Siva”, sono attivi la capacità incontrastabile di discriminazione-discernimento, la buddhi (intuizione superconscia, intelletto puro) e l’indescrivibile potere del samyama (il potere che consente il samadhi).
Chi può manipolare colui che mediante il samyama svela l’essenza delle cose e la Realtà ultima? Il samyama è libero dalla successione temporale ed usa la penetrazione coscienziale.
L’Alta Magia Naturale è Essere.
“Il vero Mago è chi rinuncia ai poteri della magia, ammira e ama la Magia Naturale”.
Giordano Bruno