Chi era Rama?
Il settimo Avatara di Visnu: chiamato anche l’incarnazione del dharma (vigrahadharma). Ma è stato chiamato anche Ramacandra per l’aspetto luminoso che possedeva e in aggiunta Raghava per la sua discendenza da Raghu.
Rama è quindi l’Avatara del tretayuga (l’età dell’argento).
L’eco delle sue gesta è raccontato dal poema epico “Ramayana” (“Il cammino di Rama”) di Valmiki.
Esiste anche un testo che racconta i dialoghi tra Rama e Vasistha, il suo precettore: “Ramagita” (“Il Canto di Rama”); testo conosciuto come Yogavasistha.
Il Ramayana comprende 24.000 versi suddivisi in sette libri.
Il primo livello di lettura evidenzia le gesta di Rama lungo il suo cammino, gli affascinanti racconti delle avventure che lo hanno sempre distinto.
Il secondo livello fa comprendere, ai più sensibili dei Sadhaka, sia il valore del distacco ma anche la necessità di diventare consapevoli del Divino che dimora nel proprio essere.
Il terzo livello, quello esoterico, rivela il significato segreto (rahasya) del Ramayana.
Per significato segreto non si intende significato difficile da comprendere. L’esoterismo rappresenta il vedere-percepire della coscienza risvegliata del sadhaka che ha ben svolto la propria sadhana. Il risveglio della coscienza offre la semplicissima visione di ciò che è, e non può essere altrimenti.
Il sadhaka diviene esoterico solo quando ha consolidato la facoltà che emerge naturalmente dalla pratica costante e disciplinata della discriminazione-discernimento. Pratica fondamentale per non far più cadere nelle trappole, nelle insidie della contro-iniziazione, delle forze oscure ostacolanti il ricercatore. La mithyajnana, cioè la “conoscenza falsa e illusoria” esiste e ogni sadhaka deve stare lontano da tale “ignoranza illusoria”, perché non-reale, perché cerca di sovrapporsi alla “Conoscenza” (“Vidya”) con l’inganno.
Il significato esoterico del Ramayana è il controllo della mente (dell’antahkarana, chiamato l’”organo interno” con le sue quattro funzioni – buddhi, ahamkara, citta, manas – , costituente del corpo sottile, il lingasarira).
L’uccisione di Ravana, il mostro di Lanka con dieci teste, si riferisce all’ovvia distruzione delle vrtti cattive come kamakrodha (la collera, l’irascibilità) e kama (desiderio), che insieme suscitano una nefasta passionalità.
Sita rappresenta la mente, Rama il puro Brahman.
Cosa significa dover riportare indietro Sita da Lanka?
Vuol dire concentrare la mente su Rama (Brahman), ritirandola dagli oggetti e riunendola a Rama.
Sita (la mente) si unisce a suo marito Rama (Brahman) ad Ayodhya, (cioè nel sahasraracakra).
La mente si fonda in Brahman.
Questo è il significato esoterico-spirituale del Ramayana, questo vuol insegnare ai sadhaka.
Om Tat Sat
Om Sai Ram