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727. Mente, Prana e Kundalini di Swami Sivananda

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Prana – il Rivestimento Esterno della Mente

Nell’universo vi sono due tattva principali: mente e prana. Ovunque vi è prana c’è anche la mente. Anche nel movimento esterno del respiro al di fuori del naso, la mente è unita al respiro esterno. Il prana (energia) è il soprabito della mente. Il prana digerisce il cibo, lo trasforma in chilo e sangue e lo invia al cervello e alla mente. La mente è in grado di pensare e praticare la ricerca di Brahman (Brahma-vichara); essa è tenuta in vita dalla vibrazione del sottile prana psichico che dà origine alla formazione del pensiero. Il prana è grossolano. La mente è sottile. La mente è formata dall’insieme dell’essenza sattvica dei cinque tanmatra; mentre il prana è formato dalla somma dell’essenza rajasica dei cinque tanmatra. Per questo la mente è più sottile del prana.
Il pranamayakosa (la guaina vitale) è più sottile del corpo fisico. Esso è sovrapposto all’annamayakosa (il rivestimento fisico) ed è più esteso di questo. Il manomayakosa è più sottile del pranamayakosa ed è più esteso della guaina vitale. Dovete toccare il corpo di un’altra persona per avere un contatto fisico con essa, mentre potete rimanere a distanza e trasmettere il vostro prana ad una persona con un mero ‘passaggio’; questo perché il prana è più sottile del corpo. Potete influenzare un uomo mentalmente con il pensiero anche se questi vive a migliaia di chilometri di distanza, poiché la forza mentale è più sottile del prana.

Interdipendenza di mente e Prana

Prana e mente stanno in relazione tra loro come il sostenitore e il sostenuto, sono come il fiore e il suo odore o un seme di sesamo e l’olio che racchiude. Se uno di questi viene distrutto anche l’altro cesserà di esistere. Se mente e prana cessano di esistere, i pensieri non sorgeranno. La distruzione di entrambi conferisce la liberazione (moksa).
Concentrazione (ekagrata) e controllo (nirodha) sono stati della mente. Spanda (sottile) e nirodha sono stati del prana. Quando la mente diviene concentrata, lo stato sottile del prana viene da . Se la mente è davvero purificata dal sattva guna, il prana sarà distribuito liberamente nel corpo e il cibo verrà digerito completamente.

Mente, Prana e Virya

Mente, prana e virya (seme) sono legati insieme. Se potete controllare anche uno solo di questi tre, gli altri due saranno controllati automaticamente e facilmente. Gli hatha yogi cercano di controllare il prana, i raja yogi cercano di controllare la mente; la sadhana degli jnana yogi opera con il buddhi e la volontà.

Benefici del Pranayama

Con il pranayama (controllo del prana o del respiro) si può accrescere l’energia mentale e favorire il controllo e l’evoluzione del pensiero. Ciò aiuterà la concentrazione e la meditazione, renderà la mente stabile, rimuoverà il rajas (passione) e il tamas (inerzia), e brucerà le scorie nella mente.

Mediante il pranayama, la mente passa per gradi dal grossolano al sottile, esercitando un benefico controllo sull’impulso sessuale. Se siete disturbato dai cattivi pensieri sedete in padma o siddhasana e fate pranayama: i cattivi pensieri andranno subito via.

Superiorità del Prana sulla Mente

La vista è più interna della parola poiché in genere ciò che comunica è diretto e senza contraddizioni. Allo stesso modo, l’udito è più interno della vista, poiché l’occhio può trasmettere false impressioni, come ad esempio far vedere la madreperla come fosse argento, mentre l’orecchio non ode mai un suono che non esista. Come l’udito esercita le sue funzioni grazie all’attenzione mentale, così la mente dipende dal prana o energia vitale. Il prana è dunque la cosa più intima, è Brahman.
“La mente s’allontanò dal corpo. Dopo un anno d’assenza ritornò e chiese agli organi: ‘Come siete stati durante la mia assenza?’. Gli organi risposero: ‘Allo stesso modo in cui un bambino che non ha la capacità di riflettere respira con gli organi di respirazione, parla con l’organo della parola, vede mediante gli occhi, ascolta mediante le orecchie’. La mente riprese il suo posto e poi disse al prana: ‘La mia capacità di comprendere tutto è dovuta a te’. La funzione della mente appartiene al prana; ogni cosa proviene dal prana o energia vitale”. (Chhandogya Upanisad, V-xiv-15).
In realtà non vi fu alcuna disputa. Questa storia serve solo a spiegare la superiorità del prana sulla mente e gli altri organi.

Mente e Kundalini

Kundalini – il potere che giace addormentato e attorcigliato come un serpente con tre spire e mezzo a faccia in giù nel muladharacakra, il loto alla base della colonna vertebrale – è collegato al prana e il prana è collegato alla mente.
Anche un vedantino (chi segue la via della conoscenza) può conseguire lo stato supercosciente solo con il risveglio della kundalini sakti. Nessuno stato supercosciente o samadhi è possibile senza il risveglio di questa energia, sia nel raja yoga, nel bhakti yoga o nel jnana yoga.
La kundalini sakti si può risvegliare solo quando la mente è davvero libera da passioni e desideri. Tecniche quali sakti-chalana, asvini mudra, tadana, pracharana, ecc., aiutano a risvegliare kundalini. Il mahabheda aiuta a far salire kundalini ancora più in alto. Una volta risvegliata la kundalini sakti, la mente insieme ai prana e al jiva entra nella susumna nadi ed ogni percezione avviene nello spazio mentale (cidakasa).
Dopo il risveglio di kundalini, il prana ascende attraverso la susumna o Brahma nadi all’interno della spina dorsale, insieme alla mente e ad agni. A questo punto lo yogi, liberato dalla coscienza fisica, è estraniato dal mondo esterno. Quando la kundalini è risvegliata per la prima volta, si hanno sei tipi d’esperienza di breve durata: ananda (gioia spirituale), kampana (tremore in diverse parti del corpo), udbhava (si solleva dal seggio), ghurni (ebbrezza divina – il corpo si muove in cerchio), nidra (sogno) e murchha (svenimento). Dopo averla risvegliata, bisogna portare la kundalini in alto fino al sahasrara sulla sommità della testa.
Quando la kundalini scende di cakra in cakra (di centro in centro), si dischiude uno strato dopo l’altro della mente. In ciascun centro lo yogi sperimenta diversi tipi di beatitudine; fa anche diverse esperienze e consegue vari poteri. Ottiene il controllo dei cinque elementi; percepisce l’universo nella sua forma sottile o causale; ottiene piena conoscenza delle diverse sfere del piano causale. Quando kundalini raggiunge il sahasrara cakra siete nello spazio della conoscenza (cidakasa).

Swami Sivananda
tratto da La Mente i suoi misteri e il suo controllo
Edizioni Vidyananda

 

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