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741. Yoga, Meditazione e connessione tecnologica

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È certo, è verissimo: Dio-Brahman non chiama il suo devoto al cellulare o in rete internet e non è sufficiente avere una ottima App sponsorizzatissima.

Spenga il cellulare colui che ha la pretesa di entrare in meditazione, di pregare, di contemplare assunti spirituali (a casa, in chiesa, in qualsiasi tempio o centro spirituale), ma spenga anche il pc, il tablet o quant’altro. Durante la pratica spirituale, qualunque essa sia, nessun “programma digitale” può aiutare, favorire, l’interiorizzazione perché questo costringe a restare esteriorizzato (separato, duale, diviso, dipendente). È un auto-inganno credere che possa farlo. Chi lo sostiene promuove una falsa conoscenza. Una traccia-guida audio ascoltata di rilassamento, di meditazione, di consapevolizzazione è valida fino ad un certo punto e per il tempo di acquisizione: questa è valida come sostegno per conquistare la pratica e per sviluppare i muscoli coscienziali, ma è una pratica che va abbandonata se si vuole veramente spiccare il volo coscienziale interiore. Restare connessi ad un riferimento esteriore non dà un’esperienza completa di interiorizzazione, non aiuta a vivere un’esperienza di meditazione ancora più completa e più profonda, anzi il contrario in molti casi.
L’uso compulsivo del cellulare ha aggravato molto la maleducazione sociale, ma adesso anche la maleducazione spirituale: cellulari sonanti a tavola, in incontri conversazionali, alla guida, al cinema, a teatro, in ospedale, nei centri di meditazione, nei luoghi di culto, nei funerali, ecc.: una vergogna, perché tutto ciò non ha proprio nulla di spirituale (ma neanche di civile, non ha neanche nulla a che fare con il rispetto delle persone che si hanno di fronte), per quanti si incorniciano in tale definizione.
Chi non riesce a vivere per qualche ora con il cellulare spento significa che è caduto, senza accorgersene, nello spazio dei disturbi psichiatrici. Molti di coloro che abusano del cellulare (soprattutto), del pc, dei tablet si chiedono come mai non riescono a dormire bene la notte: il disturbo del sonno è un disturbo psichiatrico, ad esempio. Il disturbo del sonno in molti casi presagisce l’arrivo di altre forme di disturbi, come la depressione, l’esaurimento nervoso, ecc.: chi ne soffre dovrebbe fare un esame del sangue per controllare se mancante di Vitamina D e integrarla prima possibile.
Chi sta cercando il risveglio spirituale della coscienza, l’illuminazione, la liberazione, la fusione con Dio, se resta sempre connesso al cellulare, su google maps, su face book, su twitter non le otterrà mai. Su tali vie può solo incontrare, più facilmente, inganni a partita iva, il dio-denaro che schiaccia l’occhio destro o l’occhio sinistro, ma mantenendo ben chiuso il “terzo Occhio” all’ingenuo che abbocca.
Il ricercatore spirituale o il devoto sincero stacchi (o chiuda) gli occhi dagli schermi e distolga gli orecchi dalla fonia dei telefoni, per innalzare gli occhi al “cielo metafisico” e ascoltare le profondità del silenzio interiore.
Chi si reca in un luogo spirituale dovrebbe stare lì in piena presenza-consapevolezza e basta: non si può stare in meditazione o preghiera e contemporaneamente stare altrove, cioè nella rete telefonica o nella rete dei follower.
Il guasto sociale è penetrato in profondità: incontrarsi con persone e poi parlare ognuno al cellulare o chattare non è cosa educata; vedere bambini che si incontrano per giocare mentre invece si isolano ognuno col proprio tablet è preoccupante per la loro crescita e maturazione comunicazionale; studenti a scuola che parlano al cellulare o chattano è cosa diseducativa; guidare con l’attenzione al cellulare è pericoloso, lo dicono le vittime quotidiane; ecc..
Lo smartphone non può diventare il fondamento delle risposte comportamentali e comunicazionali degli incontri fra esseri umani, perché non sarebbero più tali.
Chi non vuole essere disatteso dagli obiettivi per i quali pratica lo Yoga pratichi anche il digiuno tecnologico, di tanto in tanto, e ne potrà soltanto giovarsene.
Il praticante Yoga moderno dovrebbe rifuggire da tutte quelle sirene ammalianti che invitano ad usufruire di tecnologie varie, per aiutare ad ottenere incredibili e maggiori prestazioni nella pratica Yoga, nella concentrazione, nel rilassamento, nel pranayama, nella meditazione …
C’è chi invita a scaricare App (per IOS e Android), a pagamento ovviamente (e Siva, Brahma o Visnu ne terranno conto), per accedere a dei percorsi (non proprio divini) per aumentare benessere fisico e mentale, assicurando che si tratta di percorsi scientificamente testati (e cosa vorrebbe significare?), quindi risultati garantiti (ma può essere davvero così?). Non solo, ma se si praticano questi percorsi distesi in un lettino tecnologico, che annulla il peso corporeo facendo galleggiare il fisico in assenza di gravità, dicono che si potrebbe rischiare di sperimentare il risveglio della kundalini e il samadhi, praticamente la moksa. La pubblicità e il commercio che insidiano gli enti planetari non aiutano a migliorare né l’umanità né il mondo, ma solo i profitti degli speculatori dell’Assoluto.
Le capacità di rilassarsi, di concentrarsi, di raggiungere uno stato di quiete o di equilibrio psico-emotivo, di diventare più creativi, è frutto di un profondo lavoro interiore consapevole, risultato che non può essere agevolato dall’ascolto passivo di qualcosa che si deve ascoltare (che rende passivi, dipendenti, suggestionabili ed eventualmente manipolabili, con e senza messaggi subliminali codificati). Il ritmo di suoni musicali o di voce modulata certamente induce verso stati ipnagogici che danno l’illusione di calma, di pace, di gioia, di felicità, ma non è questo il contenuto delle pratiche Yoga. Non è accettabile l’inganno dietro la proposta commerciale avallata dallo specchio per le allodole della mano scientifica che li ha testati: percorsi che uniscono filosofia, wellness e neuroscienze. Conosciamo bene i pregi della scienza che ha saputo dare luce allo Yoga e alla antichissima scienza esoterica, ma conosciamo bene anche i limiti non ancora dichiarati della scienza e conosciamo anche i tentativi che vengono fatti per spacciare scienza ciò che non lo è, solo perché siamo nei meandri della filosofia metafisica che in molti (insinceri spiritualisti) hanno sempre utilizzato per speculazioni dialettiche e nell’oggi per uno sfruttamento pseudoscientifico.

 

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