“Io penso e sento e insegno a tutti i bambini delle scuole
che devono sentirsi grati all’umanità”.
Maria Montessori ha viaggiato in tutto il mondo per diffondere il proprio metodo e anche per alimentarsi culturalmente e spiritualmente. Da questo punto di vista è stata un “homo viator” considerando, con Gabriel Marcel, che ogni uomo può essere visto come una creatura in cammino, “verso una meta della quale possiamo dire al tempo stesso e contraddittoriamente che la vede e non la vede”.
Non casualmente si è incontrata con la “Società Teosofica”, accettando l’invito a svolgere un ciclo di lezioni nella sede indiana di Adyar. In più riprese, infatti, soggiornò in India per quasi dieci anni1. La stessa pubblicazione dell’edizione inglese del libro Formazione dell’uomo, nel 1955, avvenne presso la Casa editrice teosofica e la maturazione di opere come Educazione per un mondo nuovo e Come educare il potenziale umano si ebbe in quel momento storico e in tale contesto culturale.
Cittadini dell’umanità
Per la pedagogista marchigiana tutto l’universo è un insieme intercomunicante, dove la legge interiore dell’uomo è riconosciuta come legge stessa di un “Piano cosmico” della vita, oltre i confini e le religioni. È sintonizzandosi su tale “Piano” – presieduto dalle leggi dell’ordine e dell’armonia – che l’essere umano può farsi consapevole del suo essere al mondo e partecipe dell’esistenza, tramite il prendersi cura della vita, in ogni sua forma. Per questo – per la Montessori – il primo ambiente da curare è il mondo stesso, tale che gli altri ambienti – quali la famiglia e la scuola – si conformino a quegli “impulsi creativi che tendono, sulla guida delle leggi cosmiche, a realizzare il perfezionamento umano”2. Tale perfezionamento richiede la conquista dell’indipendenza morale, come auto-perfezione3.
Questo il senso di ciò che la Montessori chiama “educazione dilatatrice”, quale mezzo per l’espansione della personalità, piano aperto per le possibilità umane, che consentano all’”embrione spirituale” di sviluppare tutte quelle potenzialità che la “mente assorbente” del bambino può cogliere e accogliere. Così l’acquisizione della cultura è indirettamente formazione del carattere, con il superamento dei pregiudizi, l’apertura alla socialità, lo sviluppo della vita interiore. È in tale espansione coscienziale che per la Montessori si concretizza – oltre all’adattamento illimitato e alla creatività dei linguaggi – quell’evoluzione spirituale che rende ogni singolo individuo en essere che, contribuendo all’insieme del funzionamento della natura, s’iscrive nello scopo cosmico della vita.
Per tutto ciò, per la Montessori, il rispetto delle leggi cosmiche è il rispetto fondamentale: “I problemi dell’educazione si devono risolvere attraverso le leggi dell’ordine cosmico, che vanno da quelle eterne della costruzione psichica della vita umana a quelle mutabili che conducono la società sulle vie della sua evoluzione sulla terra”4.
Conseguentemente la pace consiste in una solidarietà forte, derivante da tale riferimento all’unità armoniosa. In simile prospettiva, il pensiero della pedagogista può essere inteso come precorritore di quella “civiltà dell’empatia” che ci viene prospettata da Jeremy Rifkin5. È necessaria la formazione di una “coscienza biosferica”. Si tratta di riuscire a cogliersi e a viversi come compartecipi del medesimo mondo. Su questa linea s’iscrive la Laudato si’ di Papa Francesco dove, nella consapevolezza dell’essere tutti interconnessi, si prospettano una nuova solidarietà universale e un’etica delle relazioni internazionali. Tutto ciò grazie alla consapevolezza di essere una “sola famiglia umana”, che richiede una “conversione comunitaria”, realizzando un’ecologia integrale, per contrastare il degrado ambientale e quello umano6.
Dal senso d’unione di tutti i viventi Maria Montessori fa derivare la possibilità di un’autentica e duratura pace fra tutti i popoli e tutte le genti, e fa discendere la sua concezione di un’educazione liberatrice, quale conseguenza di una visione del mondo ampia e prospettica, nella quale «>l’uomo di oggi è il cittadino della grande nazione dell’umanità »>7 . Si tratta del senso di un’umanità unica, includente tutte le popolazioni: un’umanità di tutto il genere umano. Per questo la pedagogista sostiene che l’educazione debba contribuire a un movimento di “liberazione universale”, per difendere ed elevare tutta l’umanità, pena il suo atrofizzarsi.
Il primo passo che la Montessori individua, in tale processo di accomunamento d’umanità, è quello dell’attività dei bambini, che agiscono in un ambiente limitato, corrispondente all’azione del “telaio”, dove il tessuto si forma con tanti singoli fili resistenti. Si tratta del loro associarsi, tendendo ognuno verso uno scopo comune8.
Da qui il suo senso di un’umanità multiculturale, diversa nelle sue forme e modalità – tutte da rispettare e valorizzare9 – ma accomunata dall’idea di “uomo nuovo”, quale “dover essere”, che il bambino stesso indica all’adulto, in forza della sua energia vitale e delle sue potenzialità. Per questo definisce il bambino come l’essere più possente dal punto di vista religioso e capace, in quanto tale, d’ispirare la rigenerazione e la redenzione dell’umanità10.
Il compito messianico
In questa visione – attraverso la quale ogni persona può sentirsi cittadino dell’umanità – il bambino ha un “compito messianico”, quello di aiutarci a eliminare ciò che nella nostra anima vi è di egocentrico e avido. Il bambino – per la Montessori – ci porta pensieri d’amore e di pace, ci aiuta a collegarci col divino che è in noi e, in questo senso, ha l’effetto di produrre un “conforto divino”. Nel bambino la Montessori riconosce l’essere in cui è raccolto l’embrione dello spirito, tale che “chi serve i bambini sente di servire lo spirito dell’uomo: lo spirito che deve liberarsi”11. Nel bambino la Montessori vede la possibilità del “contatto divino”, come sostiene in un discorso tenuto ad Adyar, nel 1939. Quello del bambino è uno sguardo edificante, che “non è solo uno sguardo: è una voce che chiama qualcosa insieme alla madre, che richiama ai livelli più alti. Non è una semplice gioia, un sorriso: è un profondo atto di meditazione”12.
Da qui la necessità di assumere un nuovo punto di vista: il “cambiamento di cuore”, quello della percezione del potenziale umano che è nel bambino. Bisogna considerare che “è vero che le caratteristiche umane che l’uomo riceve non sono date come un dono, ma come un potenziale. Se l’uomo sogna di sviluppare questo dono, può farlo attraverso l’affinamento, attraverso l’auto-esercizio. Per questo, tutto è possibile nell’evoluzione dell’uomo. È necessario, tuttavia, che l’uomo possieda l’inizio, il nucleo. Perché non facciamo uso di questi fattori fisici quando in realtà sono in ogni uomo che rappresenta parte dell’umanità? Se avessi parlato di quale sia la sostanza con cui è chiamato il mio metodo di educazione, potrei dire questo: è nel tesoro che il bambino porta a noi adulti, nel mantenere il contatto divino che esiste tra l’anima del bambino e l’anima del Signore, mantenerla per sempre”.
Il bambino è un “piccolo Messia”: “Questi Messia, questi Profeti, potranno aiutarci ad allontanarci da quanto c’è di più basso nella nostra natura, affinché possiamo guardare oltre, attraverso questa eminente bontà che è diffusa attraverso l’umanità. Quanto è difficile, però, questo compito messianico! È necessario cambiare il cuore. E questo cambiamento di cuore, quanto è difficile per noi da compiere. È difficile distaccare l’uomo, l’essere umano dai suoi possedimenti, l’umanità dal suo egoismo e dargli gli occhi per vedere il bene che è sempre presente negli altri”.
Per questo la Montessori ci invita a “guardare al bambino come a un nostro collaboratore. Lui ha una parte del compito, noi un’altra. Il suo compito è donarci la prima luce del vero amore. La società umana non può cambiare senza che gli adulti e i bambini collaborino. È necessario prendere questo tesoro e coltivarlo. Fare ciò non è facile e questo è il compito dell’educazione. Nella vera educazione non è solo il bambino che viene educato, ma anche l’adulto subisce una trasformazione”. Ogni genitore, ogni insegnante, ogni educatore può rendere testimonianza di questo.
L’armonia universale
La Montessori intende questo percorso di rigenerazione come un fenomeno dell’evoluzione; il problema consiste nell’acquisirne consapevolezza, per ampliare la coscienza. Tale evoluzione viene vista dalla pedagogista non solo come una semplice trasformazione, ma in forza anche di “aggiunte”, determinate dall’amore parentale. Ai genitori il compito di aggiungere con le attenzioni, le premure e le cure ciò che necessita al bambino per scoprire il mondo, sviluppare linguaggi, estrinsecare il suo potenziale espressivo e comunicativo.
Pertanto, da un lato si deve riconoscere l’esistenza in quell’embrione spirituale, che è il bambino, di quelle che la Montessori definisce “sensibilità dirigenti”, da intendersi come elementi creativi interiori; da un altro lato si deve dar valore alla necessità del ricostruire, attraverso la forza dell’educazione, con un paziente lavoro di elaborazione di una “scienza dello spirito umano”. A tale scienza il compito più elevato, quale ideale universale al di sopra di tutti: la liberazione di tutta l’umanità.
La Montessori a gran voce proclama: «Bisogna che l’uomo raccolga tutti i suoi valori vitali, le sue energie, che le sviluppi e si prepari alla sua liberazione. Non è più il tempo di combattersi gli uni con gli altri, di cercare di sopraffarsi; si deve guardare all’uomo solo con lo scopo di elevarlo»13. Ci si eleva con i pensieri sublimi, con le azioni etiche, con la condivisione efficace e la corresponsabilità disinteressata.
In questa prospettiva il bambino assurge a simbolo spirituale che, da un lato, rappresenta un modello ispiratore, da un altro, la grande potenzialità di liberazione dell’essere umano. In tale ottica l’uomo è visto come un “essere superiore”, dotato d’intelligenza, destinato al “gran compito” di “trasformare la terra, conquistarla, utilizzarla, costruendo un nuovo mondo meraviglioso, che supera e si sovrappone alle meraviglie della natura”14.
Per Maria Montessori il processo educativo va ben al di là di una riduttiva caratteristica di trasmissione socio-culturale: assurge a una visione lungimirante, in cui l’armonizzazione fra tutti gli uomini e fra uomo e natura si pone al centro di una dimensione vitale, dove l’atmosfera dello spirituale sembra avvolgere tutto. In tal senso, l’utopia dell’educazione cosmica viene a stagliarsi al di sopra di ogni concezione particolare, nel presupposto e nella convinzione della presenza avvolgente di un’armonia universale, intuibile e percepibile da ogni latitudine ed in ogni condizione esistenziale.
L’educazione cosmica, per la Montessori, diventa possibile se si coglie l’Amore che c’è nell’universo, se si riesce a istituire un collegamento col divino. Questo è possibile se “nel campo della vita del bambino si può trovare il tipo d’amore che dimostra quale dovrebbe essere l’attitudine morale ideale della comunità adulta, perché qui soltanto si può trovare l’amore, capace di ispirare naturalmente il sacrificio, la dedizione di un io a un altro, la dedizione di se stessi al servizio degli altri esseri”15. Ed è innestandosi nella spirale dell’amore che ci potrà essere evoluzione spirituale per tutta l’umanità, contemplando il bambino e ciò che ci porta, se lo consideriamo nella sua essenza: “l’amore è penetrato nel cuore, l’amore che è puro, che non ha fini personali, il cui solo obiettivo è il bene degli altri”.
Gaetano Mollo
articolo tratto dalla Rivista Italiana di Teosofia
Anno LXXIII N. 3 – Marzo 2017
www.teosofica.org
Note:
1. Cfr. P. Giovetti, Maria Montessori, Mediterranee, Roma 2011.
2. M. Montessori, Formazione dell’uomo, Garzanti, Milano 1968, p. 94.
3. M. Montessori, Educazione per un mondo nuovo, Garzanti, Milano 1970, p. 93.
4. M. Montessori, Formazione dell’uomo, ed. cit., p. 14.
5. Cfr. J. Rifkin, La civiltà dell’empatia, tr. It., Mondadori, Milano 2011, pp. 549-570.
6. Cfr. Papa Francesco, Laudato sì, Ed. San Paolo, Milano 2015, pp. 36-39, 63-68, 188-199.
7. M. Montessori, Educazione e pace, Garzanti, Milano 1970, p. 31.
8. M. Montessori, La mente del bambino, ed. cit., p. 235.
9. Ivi, Premessa.
10. Ibidem, p. 177.
11. Ibidem, p. 286.
12. Discorso di Adyar, 1939.
13. M. Montessori, Formazione dell’uomo, ed. cit., p. 19.
14. Ibidem, p. 95.
15. M. Montessori, La mente del bambino, ed. cit., p. 32.