La vera “Unità” non è quella di mettere insieme diverse “appartenenze” (diverse “parti” che possono formare un “Intero”), perché con una capace logica organizzativa si riuscirebbe a farlo facilmente.
La vera “Unità” è quella non motivata da logiche di interesse personale, da egoismi, da brame di dominio, dal senso di appartenenza ad una consorteria occulta, ad un partito politico, ad una religione, ad una corrente di pensiero filosofico, ecc..
In assenza di tali motivazioni, personali ed egoistiche, ogni individuo sincero (pioniere in cuor suo di un nuovo mondo etico e morale, di una nuova Utopia) può condurre a un’autentica “Unità” formativa, una comunità di uomini (“i migliori”) che hanno compreso come siano le diverse “prospettive” a formare l’”Intero” e con tale consapevolezza intravedere cosa si può fare nel mondo del divenire.
La caotica cultura dominante, voluta dal “potere nascosto”, insegna, come una scuola di vita, agli individui a “non pensare”. Lo fa invisibilmente, senza creare sospetti sulla sotterranea manipolazione delle coscienze che viene esercitata.
L’uomo-massa è ormai così avvinto dal metodo di “non pensare” che non se ne rende conto e soprattutto non se ne pone il problema: crede di essere libero di pensare, ma il suo è un pensiero pensato dagli ingegneri sociali al servizio del “potere di vertice” dominante.
Il risultato è che i molti fanno pensieri per “singoli dati separati”, non connessi gli uni agli altri e così emergono logiche incomplete, confuse, approssimate, superficiali, visioni distorte, conclusioni improprie, soluzioni rovesciate rispetto a come dovrebbero essere.
I più pensano che la società umana si muova sotto l’impatto della casualità e si accontentano senza voler sapere di più.