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806. La Realizzazione secondo l’Alchimia di Raphael

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1.  Se volgi lo sguardo al cielo non vedi che splendore di Fuoco. Se volgi l’occhio a terra non vedi che Fuoco condensato. Se osservi entro te stesso non vedi che vortici di Fuoco fluido.

2.  Possiamo osservare lo sviluppo di una stella in termini di Fuoco-luce. Dalla maggiore o minore intensità focale si palesa il suo stato esistenziale. Così, possiamo osservare lo sviluppo di un individuo in termini d’intensità di Fuoco-luce e di radianza.

3.  La manifestazione è un arcobaleno di luce, una combinazione di Fuochi ritmati sulla nota focale dell’Essere.
Una forma-corpo-volume è una sintesi di Fuochi, condensati o radianti, che esprime qualità focali.

4.  «Ermete dice che per ottenere effetti meravigliosi sono sufficienti il fuoco e la terra, il primo è attivo mentre la seconda è ricettiva. Il Fuoco – secondo Dioniso – esiste in ogni cosa, per ogni cosa, pur non essendo in alcuna cosa, perché illumina tutto per quanto rimanga invisibile e occulto quando esiste in se stesso non accompagnandosi alla materia sulla quale esercita la sua azione e mediante la quale si svela. Esso è invisibile, smisurato, per sua natura capace di azione, mobile, suscettibile di comunicarsi a tutto ciò che gli si avvicini; esso rinnova le forze e conserva la natura, è incomprensibile per il suo fulgore … atto a muovere non appena è mosso, esso comprende gli altri elementi restando nascosto e senza avere alcuna necessità di essi, è atto a crescere per propria natura e a comunicare la sua grandezza agli oggetti che riempie di … esso riduce la materia … esso non diminuisce per quanto si concede abbondantemente»1.

5.  Nel Corpus Hermeticum si parla di una “Veste di Fuoco” posseduta dallo spirito, della quale basta una particella per distruggere la terra. Il Flamel afferma: «Il Fuoco si genera e si nutre col Fuoco ed è Figlio del Fuoco, per questo occorre che ritorni al Fuoco sì che non tema il Fuoco»2.

6.  «Essa [natura] mi conosce e io la conosco. La Luce che è in lei l’ho contemplata, l’ho dimostrata nel microcosmo e l’ho ritrovata nel macrocosmo»3.

7.  Kuṇḍalinī che si trova alla base della spina dorsale (mūlādhāracakra) è il Fuoco, non volgare, che dev’essere innalzato al cielo per congiungersi con Fuoco di Śiva. Ricorda fin d’adesso che il nostro misterioso Fuoco (salamandra), Luce celeste, lo trovi nella tua “caverna”; senza questo Fuoco, celato altresì nel ventre di Aries, nessuna operazione è possibile.

8.  «”O Yama, tu che conosci il Fuoco che conduce al Cielo, rivelalo a me, che sono pieno di fede”.
“Io t’insegnerò quel Fuoco, o Naciketas, che t’innalza al Cielo. Sappi che il Fuoco è il mezzo per ottenere mondi infiniti; Esso costituisce il loro stesso fondamento ed è nascosto in un segreto luogo”.
Allora gli svelà quel Fuoco, sorgente del mondo»4.

9.  Nel tuo interno si accavallano arcobaleni di colori: qualche luce rifulge roteante su se stessa; altre luci, come fiamme vaganti, si confondono con il fuoco vitale che ti attornia. Che universo di Fuoco!

10. Il tuo istinto è un getto di fuoco che tenta di risolversi, di manifestarsi; la tua emozione-passione è un fuoco liquido di felicità o di mortificazione; la tua mente è un fuoco che plasma, in modo armonico o disarmonico, il tuo destino.
Quando pensi sei Fuoco ākāśico, quando esprimi un’emozione-sentimento sei Fuoco solare, quando esplodi un istinto sei Fuoco elettrico.

11. Quando osservi con i tuoi occhi lanci raggi di fuoco, quando ti trovi in movimento sprigioni fiamme di fuoco, quando riposi il fuoco ti avviluppa.

12.       Braci di elementi … Ardore di cosmi …
           Fiamme di zolla, di polline, di carne.
           Fuochi di puri atomi che vengono, spariscono,
           ritornano in turbinìo incessante.
           O Vita: eternità e baleno!
           O Vita: fuoco e fiamme di accordo!

13. L’ente, prima o poi, è destinato a rendersi radiante, come nel regno minerale ogni elemento, prima o poi, diventa radioattivo. Per attuare questo passaggio, dalla coagulazione alla soluzione, dalla condensazione alla radianza, occorre imparare l’Arte.
L’Arte è quella che insegna la bontà del saper “morire” da veri Filosofi, la Bellezza del commensurarsi con la radianza.

14. La massa, costituita dai Fuochi condensati, deve divenire Energia pura, Fuoco-luce radiante, acciocché l’ente possa conquistare l’immortalità.
La Scienza ha dimostrato che la “massa” può essere convertita in “energia” radiante e viceversa. L’Arte perenne e sacra, da tempi immemorabili, ha insegnato a vivere questa verità. Chi si accosta all’Arte, si accosta al Fuoco, e il Fuoco può imprigionare, rendere mortali, oppure dare la liberazione e l’immortalità.

15. Se studi i tuoi Fuochi condensati: reazioni psico-fisiologiche egocentriche, ti accorgi di quanto ti abbiano reso metallizzato, riduttivo e unilaterale. Ti stupisci di quanto il tuo Oro sia stato costretto in una caverna di piombo?
La “Via del Fuoco” ti dice che il tuo piombo puoi trasmutarlo in Oro: il “futuro” è nelle tue mani, la radianza è in te e solo tu puoi sprigionarla e renderla manifesta.

16. La “Via del Fuoco” si divide in tre parti:

1) La Via alchemica (Fuoco di Vita).
2) La Via del Bello (Fuoco onnipervadente).
3) La Via metafisica (Fuoco incolore).

La prima Via, a sua volta, è composta di quattro fasi:

a) Rettificazione dei Fuochi.
b) Fissazione del Fuoco-mercurio.
c) Separazione del Fuoco-mercurio rettificato.
d) Congiunzione del Fuoco-mercurio col Fuoco noumenico (Zolfo).

17. La comprensione dei tuoi Fuochi interni ti svela la sintesi della tua vita; la comprensione dei Fuochi universali ti svela il Fuoco dell’Essere; l’identità con l’Essenza del Fuoco ti svela la Realtà suprema non-manifesta.

18. Possiamo parlare di Fuoco-luce, ma anche di Suono. Non credere che siano il suono di uno strumento musicale o il semplice fuoco di legna, per quanto ne siano simboli espressivi. La “Via del Fuoco” ti parla in termini di Luce-Fuoco e Suono. «Il Suono è Fuoco che vibra e saetta …».
La “Via del Fuoco” non è scritta nei libri, non è modellata sulla carta perché non è frutto di erudizione.
La “Via del Fuoco” nasce, cresce e si risolve nel vivere creativo; si matura nella sperimentazione diretta, nella consapevolezza di essere (ʘ).
Conoscere, sperimentare, vivere sono le tre faville della “Via del Fuoco”.
Ardore, ardire, ascendere sono le fondamenta della “Via del Fuoco”.

19. La “Via del Fuoco” svela l’Arte del vivere armonico, la Bellezza di essere unità o anello della catena universale dell’Essere, la Beatitudine di scoprirsi a simiglianza dell’Essenza.

20. Conoscere il Fuoco nelle sue molteplici espressioni è possederne la Potenza; ma questa, mentre dà la schiavitù ai pavidi, concede, per altro, la Libertà ai forti. La “Via del Fuoco” non è per i deboli.

21. Nella tua “fornace” sono compresi il Fuoco, la genesi del Fuoco, la via che conduce alla conoscenza del Fuoco e alla stessa soluzione del Fuoco.
Se esci fuori di te trovi solo il riverbero o il riflesso del vero Fuoco. Non puoi esercitare l’Arte se non conosci in te stesso i differenti princìpi del Fuoco; sappi che il tuo “vaso” racchiude il Fuoco filosofico. Questo è l’animatore, il modificatore degli elementi; è un Fuoco spirituale capace di penetrare la sostanza del nostro Magistero, di muoverla, contrarla o dilatarla, e portare in attuazione ciò ch’essa possiede allo stato potenziale.

22. Sii il Signore del tuo Tempio; che le potenze del Fuoco, in esso dimoranti, non ti abbiano a mordere, costringendoti e rendendoti schiavo. Impara l’Arte della divina operazione che ti rende padrone dei Fuochi e forgiatore di destini.
Questa è la “Via del Fuoco”.

23. La “Via del Fuoco” è una grandiosa soluzione di sostegni. Tutti i sostegni, alimentati dal Fuoco individuato, sono abbandonati per l’unico e indicibile sostegno che è la “Via del Fuoco”. Ma la “Via del Fuoco” è il sostegno ineffabile che si autorisolve nel senza sostegno.

24. Una Via iniziatica non è per i più. I più sono assetati di mistero, di poteri materiali o psichici; sono bisognosi di adattabilità con la vita profana, hanno necessità di conforto psicologico e di commiserazione. I più amano perpetuare la propria incompiutezza, amano accentuare i valori mondani o celesti e “suonare le trombe” nelle piazze. I veri Filosofi dell’Arte non amano le piazze e i circoli salottieri, essi non sono rumorosi perché sono profondamente meditativi, perché non possono disperdere le proprie energie: chi sta tentando di “morire da vivo” non può permettersi distrazioni, commiserazioni e l’ascolto di sciocchezze e bagattelle. Ogni ente deve saper trovare il suo giusto posto, deve saper adempiere il suo dharma.

25. Vi è una via esoterica e una via exoterica. Molti sono adatti per quest’ultima e, come aiuto, possono trovare una folta letteratura. Ma la via esoterica, o iniziatica, per quanto se ne possa scrivere, non si può descrivere, per quanto se ne possa parlare, non si può concettualizzare.

26. Se ti dicono di parlare, rispondi:
           dammi il Fuoco della conoscenza.
      Se ti dicono di amare, rispondi:
           dammi il Fuoco dell’amore.
      Se ti dicono di togliere un peso a qualcuno, rispondi:
           dammi il Fuoco della potenza.

La “Via del Fuoco” è per coloro che vogliono, prima di tutto, riempire le proprie bisacce.
Non si può dare ciò che non si ha.
I più sperano di dare ciò che non hanno. I più sperano di dare senza possedere: l’io empirico vive e si perpetua nell’illusione.

27. Non cercare di “trasformare” gli altri. Trasforma te stesso. Solo la tua compiutezza rende compiuto lo spazio di vita che ti circonda.
La “Via del Fuoco” è risolversi per risolvere.

28. Non pensare che la “Via del Fuoco” si compendi nello studiare la scienza degli astri, della guarigione, della magia e cose di questo genere (per quanto ogni cosa, al proprio livello, trovi il suo giusto posto). La Via dell’Immortalità non si ottiene mendicando qualche briciola di erudizione fenomenica, qualche modesto potere psichico appariscente, qualche medaglia conferita da un’organizzazione “spirituale” o pseudoesoterica da appendere al muro per inorgoglire l’io accattone. La Via dell’Immortalità si svela a chi, con Dignità, sa “morire” stando in piedi.

29. L’io fenomenico va sempre in cerca di Accordo perché, ovviamente, non può trovarlo in se stesso. Ma quando gli viene data qualche nota dell’Arte, si oppone e pretende di imporre la sua arte, fatta d’incompiutezza. L’io – semplice fantasma proiettivo della mente – travolto da desideri irrazionali, da volontà separativa, da autosoddisfacimento, da indipendenza fisica e psicologica è costretto a mendicare sempre qualcosa, vendendosi anche a poco prezzo.
La “Via del Fuoco”, sulle ceneri dell’io empirico, erige il Tempio del Sé immortale.

30. Ogni desiderio è qualcosa di non compiuto e nasce da una “mancanza”, da un’insoddisfazione, da un’instabilità sensoriale e da una subcoscienza non risolta. Il desiderio appaga e attutisce in modo fugace una mente che non sa comprendere; il desiderio è una semplice evasione dalla propria incompiutezza. Si desidera perché non si è. La “Via del Fuoco” estingue la sete del desiderio estrovertito, e l’ente ritrova se stesso nella pienezza onnicomprensiva.

31. Tu sei una fiamma del Fuoco unico che tutto pervade. Sei in conflitto e vivi la solitudine dell’io perché ti consideri una fiammella distinta dalla Fonte.
La “Via del Fuoco” ti sveglia al riconoscimento che sei una parte integrante del Fuoco universale o radiante, poi cerca di dirigere il tuo “calore” e il tuo “ardore” verso il cuore del tuo vero e più ascoso Essere; Essa, infine, ti fa volare verso la Bellezza del Fuoco noumenico.

32. Il tuo io sensoriale, sotto la spinta del Drago alchemico, ti ha costretto a mendicare l’amore fisico e psicologico, ti ha illuso di poter amare, però ha sempre amato se stesso. L’io per perpetuarsi ha bisogno di sicuri alibi. Ti ha dato la speranza della compiutezza e dell’Accordo, ma spesso sei dovuto crollare sotto il martello dell’ignoranza metafisica. La sofferenza, se è compresa, è strumento di ricerca della Via dell’Accordo.

33. La fretta non è per coloro che vogliono imparare l’Arte dell’Accordo alchemico. Spesso l’io conflittuale chiede: che cosa devo fare? L’Anima risponde: andare a scuola per imparare l’Arte.
La mente egoica è bramosa di fretta, di curiosità, soprattutto quando è inseguita dalla tigre della sofferenza, ma l’Arte non può essere imparata con la semplice curiosità o in poche ore.

34. Amare l’Arte significa, innanzi tutto, amare la Vita; significa essere disposti a dare allo spazio la Bellezza dell’Accordo; significa essere consapevoli che il più sicuro e prezioso Oro si trova nelle pieghe più recondite del proprio Essere.

35. Il grande errore è quello di credere che il conflitto e il dolore, la violenza e l’ignoranza, ecc., siano un dato assoluto, incontrovertibile, naturale; per cui, cristallizzandosi in questo falso concetto, l’individuo arriva a ripiegarsi sempre più su se stesso, a divenire agnostico e cinico e a convincersi che “la vita è fatta così”.
Molti sostengono simile unilaterale visione, additando conseguentemente la via del suicidio psichico.
La “Via del Fuoco” è Via operativa per sconfiggere questo errore suicida.

36. Perché ti rattristi se vivi nel conflitto? Perché piangi le tue sciagure? Perché soffri della tua ignoranza? Perché ti affliggi della tua morte? La Vita ha in serbo: l’ignoranza e la conoscenza, l’odio e l’amore, il conflitto e la gioia, la morte e l’immortalità. Dalla direzione che vogliono prendere le tue gambe, ti puoi imbattere nell’una o nell’altra di queste espressioni.

37. Il Fulcanelli sostiene: «Fino a quando durerà il Fuoco, l’uomo potrà esercitare la sua attività industriosa sulle cose che lo circondano e, grazie a questo meraviglioso strumento igneo, potrà sottometterle alla propria volontà, piegarle, assoggettarle alla propria utilità. Finché durerà il Fuoco, l’uomo sarà in diretto rapporto con Dio, e la creatura conoscerà meglio il suo Creatore … Il Fuoco ci circonda e ci bagna da ogni lato … lo sentiamo agire in noi durante tutt’intero il periodo della nostra esistenza terrestre. La nostra nascita è il risultato della sua incarnazione, la nostra vita l’effetto del suo dinamismo, la nostra morte, la conseguenza della sua scomparsa»5.

38. La “Via del Fuoco” non è rappresentata da corsi alla fine dei quali si ottiene una laurea. La Via è forgiata dalla potenza della nostra ascesi coscienziale, dalla trasfigurazione stessa dell’individualità. Un autentico Realizzato è la fioritura di generazioni, è la vetta di uno stato a cui hanno collaborato parecchi individui, consciamente o inconsciamente. Sul piano della vita di relazione, nessuno si proclami autosufficiente.

39. Il discernimento, la riflessione intellettiva, lo studio dei testi sacri e la compagnia dei grandi Saggi costituiscono le basi essenziali dell’ascesi spirituale. La disponibilità, coscienziale e psicologica, è la chiave per aprire le porte dell’impossibile.

40. Forse la tua speranza è quella di arricchire sempre più l’individualità, con potenza, denaro o altro.
Oso dirti che la “Via del Fuoco” non è fatta per creare uomini, ma Dèi. Sappi che l’Immortalità la potrai avere dalle ceneri del tuo “composto volgare”, mentre l’Eternità, o il senza tempo-spazio-causa, la potrai avere dalla morte-soluzione di qualunque stato, sia umano sia divino. Quando il Fuoco avrà divorato l’intero fuoco, ti svelerai Essenza incorruttibile del Fuoco.

da “La Triplice Via del Fuoco”
di Raphael   

 

Note
1 H.C. Agrippa. De occulta philosophia, I, V.
2 N. Flamel, Le Désire désiré, VI.
3 Paracelso, Thesaurus Thesaurorum Alchimistorum.
4 Kaṭha Upaniṣad: I, 1, 13-15.
5 Fulcanelli, Le dimore filosofali, vol. II, cap. XI. Edizioni Mediterranee, Roma.

 

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