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830. Intelletto spirituale di Sri Sathya Sai Baba

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[…] L’uomo deve essere consapevole della sua vera natura ed essere determinato a seguirla, altrimenti non ha più il diritto di definirsi tale.
Se il fuoco non bruciasse e l’acqua non scorresse, avrebbero il diritto di conservare i loro nomi? La sincerità consiste nell’essere fedeli alla propria essenza più profonda. La natura dell’uomo è la verità; ciò significa che si può fare affidamento sulla sua condotta che sarà sempre sincera e leale; egli dirà solo quello che ritiene vero e agirà in conformità alle sue parole; i suoi pensieri, parole e azioni saranno coerenti e senza contraddizioni. Se in un caso qualsiasi, la conformità e la coerenza venissero a mancare, quell’uomo sarà tale solo nella forma esteriore e sarà peggio di una bestia; infatti le bestie sono esenti dall’onere del pensiero e della parola. Tutte le cose del creato sono soggette alla legge del mutamento e anche l’essere umano ne è subordinato. L’uomo deve però utilizzare tale legge per progredire e non per scivolare a un livello più basso.

Il dharma è la regola alla quale attenersi per cambiare da bene in meglio. Dharma significa ciò che va ‘indossato’: l’uomo deve indossare la veste del dharma per essere salvato dai venti gelidi dell’ego. Egli è dotato di buddhi, l’intelletto, in modo che possa sempre decidere ciò che è bene e ciò che è dannoso. Quando visitava le regioni dove imperversava l’odio, Gandhi era solito pregare: “Oh Signore, dona a tutti una buona mente!” L’intelletto va mantenuto acuto, chiaro e retto.

Ci sono quattro direzioni in cui l’uomo viene guidato dall’intelletto:

  1. svārtha-sukha-buddhi: indica una natura egoistica, quella di chi ha un intelletto orientato esclusivamente al proprio benessere; in tal caso l’individuo non si cura neppure di sua moglie e dei suoi figli, ma desidera soprattutto soddisfare i suoi bisogni.
  2. svārtha-parārtha-sukha-buddhi: l’intelligenza e la capacità discriminante sono utilizzate sia a vantaggio personale sia a vantaggio degli altri; in tal caso l’individuo mostra qualche considerazione anche per la felicità altrui.
  3. parārtha-buddhi: le capacità intellettuali e discriminanti sono messe esclusivamente al servizio del prossimo. In tal caso l’individuo intende promuovere il bene altrui e vuole donare agli altri la stessa felicità che cerca per ; è pronto a sottoporsi a qualsiasi difficoltà pur di offrire agli altri quello che li possa rendere felici.
  4. ādhyātmila-buddhi

Per molti secoli l’India è stata il guru e la guida dell’umanità perché la sua popolazione coltivava un’intelligenza spirituale che oggi, invece, ha lasciato il posto alla menzogna, all’ipocrisia, all’ingiustizia e alla cupidigia.

Chi ha un intelletto spirituale riconosce l’unità di tutta la creazione e prova con la stessa intensità quello che è sentito anche dagli altri.
A chi ha un intelletto spirituale, questa grande assemblea appare come una ghirlanda di fiori multicolori, legati insieme da un solo filo che è Dio. Sviluppate quindi tale visione, sforzatevi di vedere l’Uno che si cela dietro i molti, individuate e riconoscete il brahmasūtra, ovvero il filo che passa attraverso ogni fiore.

Se conquistate l’Amore di Dio, la Sua compassione fluirà verso di voi. L’Amore dona e perdona, l’ego prende e scorda. Se vostro figlio ruba dei soldi in casa vostra, voi non lo denuncerete alla polizia; se invece un vostro servitore vi ruba un cucchiaio, non vi farete un simile scrupolo perché non lo amate. Vivete quindi senza odiare gli altri, senza condannarli e senza cercare i loro difetti.

Vyāsa scrisse diciotto voluminosi purāṇa e concentrò il loro significato in un singolo verso: “Fare del bene agli altri è l’unico atto meritorio, fare del male agli altri è il peccato più orrendo.”

Se vi rendete conto di non riuscire a fare del bene, almeno astenetevi dal fare del male; già quello è un servizio encomiabile! Non cercate di scoprire le differenze, sforzatevi di vedere l’unità. Le religioni, le caste e i paesi d’origine possono essere differenti, ma la sete interiore è la medesima per tutti. Comprendete che lo scopo della vita è conoscere attraverso l’amore l’Incarnazione dell’Amore: Dio; perciò dimostrate attraverso il vostro amore che lo avete conosciuto!

Gli organi del corpo devono funzionare all’unisono per sostenerlo e mantenerlo in forma e per permettergli di realizzare la sua missione primaria. Se un organo è in contrasto con un altro o rifiuta di collaborare, l’intero corpo ne soffrirà, compreso l’organo ribelle.

Se vedete  una spina sul vostro sentiero, i piedi si sposteranno per evitarla; gli occhi hanno visto quella spina e immediatamente un ‘impulso di solidarietà’ ha avvertito i piedi. L’amore e la collaborazione tra gli occhi e i piedi provengono dal Sé interiore e dall’amore che è la sua vera natura. Come il corpo è custodito e protetto dall’amore, mi auguro che possa esserlo anche questo Paese che ha una grande missione da adempiere come guida dell’umanità.

tratto da Il vero gioiello di Sai Krsna
dal Capitolo Intelletto spirituale (Discorso 9) 4 aprile 1975
Mother Sai Publications

 

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