Un “soggetto”, che si candida per prendere la guida del governo o di parteciparvi come ministro o altre funzioni, dovrebbe avere una formazione culturale importante, specie se ambisce ad essere premier. Non solo, ma dovrebbe aver già partecipato a dei master di comunicazione, non per saper convincere, ingannare o riuscire a prendere in giro gli elettori ma per essere in grado di mettere a fuoco i vari elementi fondanti un vero leader etico.
Lasciando stare il passato, anche quello recente, con ministri non solo “non laureati” ma che hanno dimostrato diverse espressioni della loro ignoranza (tenuta nascosta attraverso l’“apparenza”), sarebbe opportuno che i cittadini individuassero “soggetti” preparati culturalmente ma anche disciplinati intellettualmente, oltre che capaci di vera, semplice e diretta comunicazione, cosa che è di pochi. Di molti è il credersi comunicatori.
La vera cultura, tra i vari politici, sembra essere una perla rara a trovarsi, eppure è così necessaria per far affiorare tutte le ragioni di coscienza utili in una missione come quella della politica, compresa la capacità di servire in un eventuale governo. Per governare, purtroppo, viene comunemente inteso grossolanamente il comandare (non il “guidare”) ed è questo che disorienta e fa errare molti ego-politici che nulla hanno del potenziale leader etico ma tutto del mercenario ignorante, anche se astutamente mascherato.
Il bacino dei politici italiani soffre della mancata Bellezza dei pensieri arditi ed elevati che mostrano sogni possibili di cambiamenti illuminanti e risolutivi, della mancanza del Buono che offre una esperienza umana capace di empatia, della mancanza del Vero che bandirebbe i sotterfugi che corrompono e degradano la politica che dovrebbe aiutare i cittadini e il Paese.
Quello dei politici non dovrebbe essere un servizio di offerta al popolo sovrano di quanta Bellezza, di quanta Bontà, di quanta Verità si siano acquisite lungo le vie dell’esperienza umana riportandole all’esperienza politica?
I politici non dovrebbero, grazie alle capacità sorte dalla cultura investigata, rappresentare quell’“ente-sistema aperto” capace di affrontare le situazioni problematiche dei cittadini e della nazione e piegarle alle necessità del Paese, anziché piegare il Paese alle volontà di un occulto “direttorio sovranazionale”?
È l’egoismo che prevalendo nei politici ne cristallizza i migliori saperi, le migliori capacità e i più rilevanti equilibri interiori: quando la capacità di comprendere i problemi dei più deboli si arresta e le decisioni necessarie restano condizionate dalla paura e dall’egoismo, significa che è prevalsa l’ignoranza di una coscienza condizionata dai propri oscuri interessi.
Con la guida del Bello, del Buono e del Vero un politico potrebbe sperimentare un nuovo approccio neuronale nell’esperienza politica, quello di riuscire a percepire le giuste vie e la giusta rete di relazioni per affrontare, da più consapevoli, le interazioni con l’elettorato messo in grado, con il sincero messaggio comunicato, di percepire l’intero disegno politico corrispondente ai reali bisogni dei cittadini. L’egoismo fa perdere la capacità di giudizio e deforma la visione della realtà, fa nascere un crescente timore di fondo, che può passare alla paura fino al panico e al terrore, tale da spingere all’accumulo, di qualsiasi cosa, per il conforto delle proprie sicurezze a discapito di quelle degli altri.
L’egoismo riduce o cancella il sentimento della tolleranza per tutti e fa nascere quelle forme di razzismo indegne di un vero Paese civile: certa politica spinge, favorisce, non ostacola tale deprecabile situazione.
Saper scatenare, attraverso le parole dette, paura, razzismo e caos, non significa affatto saper comunicare: di “soggetti” così, nella storia umana, ce ne sono stati tanti e tutti, alla fine, si sono sempre bruciati con il fuoco da loro stessi scatenato.
L’ignoranza al potere è la cosa più devastante e indesiderabile che un Paese possa ritrovarsi ad affrontare ma bisognerebbe evitare di permettergli di ergersi a guida dei più. L’arroganza, la prepotenza, la supponenza sono espressioni di ignoranza che guardano al “comando” e non alla “guida” di un governo, cosa che suggerisce l’insincerità di chi si pone in tal modo.
I cittadini italiani, in questo momento ulteriormente critico per il Paese, visti gli scenari che si stanno azionando in Europa, e non solo, dovrebbero, dal momento che stanno per ritornare al voto, nonostante tutto, esprimere il loro consenso, nei confronti di chi, in modo trasparente, si pronuncia, pensando, parlando e agendo, per una “politica etica”, per una “leadership etica”.
Facciano, i cittadini, lo sforzo di seguire, in questa campagna elettorale, in modo “attivo” e non “passivo”, quanto viene presentato, detto, promesso, e attraverso una analisi severa, mediante l’accensione massima della loro capacità di discernimento-discriminazione, individuare il “vero” dal “falso”, il “sincero” dal “bugiardo”, senza lasciarsi ingannare dalle proprie passate istanze ideologiche, perché questi soggetti bugiardi, ignoranti e pericolosi si trovano ormai in tutti i partiti.
Per brama barbara di potere non si può, e non si dovrebbe, sfruttare l’onda del disagio di molti cittadini-contribuenti-elettori, confusi ormai dalla disonestà sferrata di molti media (che seguono interessi occulti inconfessabili): l’utilizzo dei “ganci” psicologici, per scatenare le paure subcoscienti, rivela una profonda disonestà, vigliaccheria, malafede politica (avere un intento diverso da quello dichiarato) oltre che una cosmica ignoranza coscienziale e assenza di morale e di etica.
Perseverare nella direzione opposta, in fatto di Migranti, rispetto a quello che indica chiaramente sia la Costituzione italiana sia la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, rivela una intenzionalità pericolosa (autoritarismo becero, evocatorio di una inconfessabile voglia di dittatura) che tutti i cittadini italiani potrebbero scontare amaramente.
Chi utilizza con dialettica insana, in campagna elettorale, in una apparente e fittizia coalizione, lo spauracchio degli “Immigrati” e dell’”Islam”, in quanto sarebbe incompatibile con la Costituzione, è un emerito ignorante (che non ha mai letto né il Corano né la Bibbia), un disonesto insidiatore dell’opinione pubblica (pescatore vigliacco di fragilità per i fini oscuri inconfessati). Si tratta di affermazioni sciocche, stupide che rivelano una scarsità di letture in merito che non permette una documentazione eventuale degli sfondoni detti; affermazioni che rivelano l’arroganza di una intellettualità inesistente, di una smisurata mancanza di conoscenze dirette fondamentali.
Inoltre, si può definire “politica etica” quella che vede ben 28 candidati coinvolti nella questione “rimborsopoli” in lista tra centrodestra e centrosinistra? O può chiamarsi, tranquillamente, “politica ladrona”? Sì, perché si tratta proprio di molti indagati per le “spese private” compiute con soldi pubblici.
In questi ultimi anni sono diverse le Regioni coinvolte in scandali per i rimborsi gonfiati, e gli episodi sembrano essere aumentati anziché diminuire.
Quale significato o interpretazione si può dare al fenomeno illecito? Una corruzione generale, dall’alto al basso, che imbastisce gli “abiti mentali” di tutti, per egoismo e per ignoranza, per immoralità cancerosa e per svuotamento sociale dell’etica. Tutti i partiti, dal nord al sud, hanno gestori illeciti della “cosa pubblica”, che sono avvezzi a beauty farm, epilatori, viaggi di piacere, manuali erotici, banchetti allegri e goliardici, a spese dei cittadini in difficoltà. Cosa potrebbero spendere (cioè rubare) da eventuali futuri onorevoli retribuiti dai contribuenti?
Ci freniamo dall’offrire i giusti appellativi a tale melma di individui che costituiscono un “gregge speciale” della politica che dovrebbe risolvere i problemi dell’Italia.
Anche tutto questo rivela un’insopportabile ignoranza, che sprigiona irresponsabilità, da parte di chi moralmente dovrebbe stare al di sopra della media per dare esempi civici di comportamento.
Possono mai volere i cittadini italiani un barbaro ignorante e pericoloso al governo? Si spera non vogliano neanche chi, sovraccarico di processi in corso, e di indagini in atto, oltre che di condanne alle spalle, cerca di occupare il governo per propri riscatti e per propria immunità oltre che il poter realizzare i propri “disegni occulti”. Ma neanche chi, disposto a servire un “direttorio occulto”, pensi nuovamente di mettere nuovamente mano alla Costituzione, operazione che ha fatto pronunciare 20milioni di cittadini per il No alla riforma, mentre continua a far finta di fare qualcosa per i disoccupati aumentati negli ultimi cinque anni e per i poveri, aumentati anche quelli.
Prossimamente in uscita il nostro libro:
L’Italia occulta
Dialogo tra un filosofo e un opinionista, G. Mollo e P. Coletti, Morlacchi Editore
Lady Etruria, Davide Vecchi, Paper First
Il Grande Fratello. Strategie del Dominio, Gianni Lannes, Editore Draco
Vaccini: dominio assoluto, Gianni Lannes, Nexus Edizioni
L’età della rabbia, Pankaj Mishra, Mondadori
Populismo sovrano, Stefano Feltri, Einaudi
L’Utopia sostenibile, Enrico Giovannini, Laterza
Calamandrei, Alessandro Galante Garrone, Effepi Libri
Il vecchio avanza, Peter Gomez, Chiarelettere
Di padre in figlio, Marco Lillo, Paper First
Un Paese senza leader, Luciana Fontana, Longanesi
Introduzione alla psicologia del lavoro, Guido Sarchielli e Franco Fraccaroli, Il Mulino
www.rivistailmulino.it