Un gruppo di “pochi” (“i peggiori”) ha voluto sferrare delle influenze che hanno condizionato l’“individuo” (l’”uomo-massa”) nel tempo, in modo che gli esseri umani potessero comporre e corrompere individualmente la società nella quale vivono.
Così che i “pochi” controllassero e dominassero la società umana più facilmente come in un “grande allevamento” (per “esperimenti sociali” nascosti) funzionale ai disegni occulti da realizzare.
La società umana si è sviluppata, infatti, sotto l’impatto di un’accelerazione delle tendenze egoiste, come voluto dall’èlite dominante nascosta.
Per questo diciamo spesso che solo un sufficiente numero di esseri umani, tutti “i migliori”, cioè tutti “i giusti”, capaci ed illuminati, possono invertire tale nefasta tendenza. Solo “i migliori”, nella natura umana, possiedono la chiave segreta nel cuore, quella del “progresso” sociale che risiede nell’essere disinteressato, come viene ben insegnato nella Bhagavad-Gita.
L’egoismo e il sentimento di appropriazione non possono che definirsi l’antitesi di qualsiasi forma di evoluzione.
La società umana attuale è immersa nel caos perché è piena di ciechi prepotenti che guidano altri ciechi incoscienti.
La società regredisce perché è piena di egoisti nella classe dirigente, incapace a far emergere dei veri leader etici: l’egoismo offre solo decadenza e non è in grado di far progredire gli esseri umani.
La società attuale è una “società senza amore” perché è stata trasformata in una “società piena di paura, di egoismo e di ignoranza”, in basso come in alto.
Possano allora tutti “i migliori”, che sono sparsi nell’intera società umana, con la loro natura di cuori disinteressati, attivarsi e iniziare l’opera di diffusione di un pensiero ispirato per le numerose riforme sociali vere e utili ai cittadini, per i sistemi educativi necessari, per le condizioni di Lavoro stabile e di qualità che offrono dignità morale ed economica a tutti, e per tutti i vari campi della vita umana, che stanno aspettando.
Possa finalmente insediarsi, nel cuore e nella mente dell’uomo comune, il luminoso pensiero di un modo di vivere conforme ad un reale “Progetto evolutivo” che contempla la normalità del bene per tutti.
Non bisogna rendere vana la speranza di chi soffre.
