Guardiamo da qui all’orizzonte più lontano e
pur vedendo in luoghi innumerevoli,
una moltitudine di individui praticare
forme di yoga di tutti i tipi,
in palestre, circoli privati, prati aperti,
giardini, ampi marciapiedi, grandi piazze,
alte terrazze, sacrari, appartamenti e
tappeti arredati di dispositivi portatili con schermo
(tablet, smartphone, smartwach) e
la più in voga delle app aperta,
non riusciamo a vedere alcun vero Yogi.
Dall’orizzonte degli eventi vediamo “mostrarsi”
non dei Sé (atman) che si risvegliano alla Realtà
ma degli io-ego (ahamkara) che,
maggiormente smarriti nelle illusioni offerte
del mondo del divenire,
si affermano più che mai
su ciò che vogliono “diventare” (“apparire”)
e non “essere”:
una centratura sull’”io-mio”.
Dov’è lo Yoga la cui pratica acquieta la mente,
che estingue o frena le vrtti?
Dov’è lo Yoga che dilegua le afflizioni (klesa),
distrugge l’ignoranza (avidya) e
rilascia la Beatitudine (ananda) e la Conoscenza (vidya)?
Dove sono gli Yogi dei nuovi tempi?