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44. La dimenticata e non perduta Scienza degli Dèi

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In un tempo di gran lunga lontano da noi era presente sulla Terra una “Conoscenza di origine non umana”, definita “Scienza Divina” o “Scienza degli Dèi”. Questa Scienza era utilizzata sulla Terra da esseri non terrestri, gli Dèi ricordati da tutte le più antiche civiltà nelle immemori crono-storie custodite. Questi esseri non erano creatori di questa Scienza ma scopritori e quindi utilizzatori di Essa.

Questa “Scienza Divina” è stata custodita nel complesso corredo di informazioni passato sotto la più alta concezione di “Tradizione”. Non tutti gli interessati ne sono pienamente coscienti.
Pullulano, nei mondi della ricerca sulla “Scienza Divina”, i falsi maestri, i maestri del nulla, in ogni dove. La spiritualità è sempre stata braccata dagli impostori.
I concetti più sublimi vengono giornalmente profanati.
La “Tradizione” non appartiene a nessuno in particolare ma è di tutti in generale.
Un risvegliato è naturalmente investito dalla vita stessa a svolgere un’opera divulgativa senza per questo passare a tutti i costi, imponendosi, come maestro. Nel risvegliato opera, dentro di lui, un’idea divina che lo rende un umile e idoneo strumento per ispirare gli uomini al risveglio della coscienza. Un risvegliato non è mai l’unico depositario della Verità.
La Verità è una e unica ma può assumere così tante sfaccettature quanti sono gli esseri umani che la cercano.

Nell’oggi si tratta di una “Scienza Divina” non perduta ma dimenticata.
L’uomo terrestre non ha saputo trarre i giusti vantaggi da questa Scienza perché il prevalere dell’egoismo, dell’ignoranza e della paura lo hanno confinato in un inenarrabile oblio.
L’uomo può ancora risvegliarsi e lasciare affiorare il ricordo di questa “Scienza Divina”.
Qualcuno, in tempi lontani non datati, ha saputo lasciare tracce, con sapienza e con saggezza, in ogni latitudine e in ogni longitudine della Terra. Si tratta di tracce accuratamente nascoste in siti, in testi sacri, nei miti, nelle saghe, nelle leggende, nella semplicità del folclore popolare di tutto il pianeta.

È una Scienza semplicissima nella sua composizione, infinita nelle sue possibili applicazioni, necessita soltanto della particolare capacità di saper “vedere” o “sentire” il meraviglioso legame tra tutte le cose. Questa capacità diventa reale in presenza di un effettivo risveglio della coscienza nei suoi vari livelli e gradi. Con il risveglio ogni semplice sensazione percepita diventa particolare conoscitivo.

Con un certo numero di coscienze risvegliate questa “Scienza Divina” può essere trasformata in un sapere popolare dove le risposte comportamentali potranno conoscere nuovi livelli comunicazionali impensabili prima d’ora. Una Nuova Umanità potrebbe sorgere dalle ceneri dell’ignoranza alla quale gli uomini sono rimasti devoti per millenni.

Da questa “Scienza Divina” si può apprendere, comprendere quanto è stato messo in campo per la creazione dell’universo. Consegna una visione della realtà dove una preesistente Coscienza Divina libera un progetto (DNA; RNA) di portata cosmica dove esseri, stelle e particelle svolgono un ruolo primario in un immenso ambito universale.

Questa “Scienza Divina” è in grado di rivelare, di trasmettere coscienzialmente la realtà che in ogni essere (degli infiniti mondi esistenti) risiede Dio, come parte e come tutto: è una Scienza all’altezza del nome che porta.
La condizione di obliati, in cui gli esseri umani deputati a vivere in questo pianeta si sono confinati, è davvero mortificante, di fronte all’immensità delle possibilità da cui si sono avulsi.
Una volta precipitati nel sistema ridicolo di potere in cui sono tuttora prigionieri, in balia di una elite di esseri spietati, gli uomini non riescono a rientrare in possesso del proprio primordiale “Libero Arbitrio” e della responsabilità delle proprie azioni.
Eppure tutte le possibilità sono sempre state innanzi all’uomo.

La “Scienza degli Dèi” parla agli uomini del vero Dio, senza nome, senza forma, senza caratteristiche umane ma come puro unico pensiero che si fa vibrazione e a sua volta suono, un suono in grado di “creare”, con alcuni intervalli diatonici (si intende un intervallo tra due delle 7 note appartenenti alla tonalità), un Progetto Unico in tutta la realtà universale.

Un Dio vero c’è.
C’è un Dio vero a cui tutti possono essere collegati se imparano a “vedere” e “sentire” secondo la sensibilità creativa della sincronicità.
L’offerta per “vedere” e “sentire” è vastissima: dalle immense distese d’acqua degli oceani alla magica goccia d’acqua, dalle possenti montagne al semplice sassolino, dai cristalli più creativi alle particelle subnucleari, dalle infuocate fucine dei vulcani ai deserti di sabbia e rocce, dai poderosi venti dell’aria alle atmosfere delle catene di gallerie sotterranee che collegano i continenti del pianeta, dalle galassie ai virus, dal sangue e dalla carne del corpo dell’uomo al suo cuore interiore, dal pensiero alla materia, eccetera, eccetera.

La “Scienza Divina” è una Legge per essere tutt’uno con la Coscienza Divina ma anche un mezzo per potervi ritornare.

Il mondo dell’uomo è in mano ai poteri della politica, della religione e della scienza che manipolano le coscienze per conto di una elite che vuole assoggettare completamente tutta l’umanità ai propri oscuri fini. Cose terribili si nascondono dietro gli impeccabili apparati ufficiali.
L’elite si fa forte con l’ignoranza che provoca nelle nuove generazioni che finiscono per privilegiare un sempre più spiccato egoismo che risponde solo in forme distruttive dando vita a nuovi modelli di barbarie. L’elite vuole regnare, non governare, su una popolazione mondiale completamente assoggettata.
Gli uomini devono ribellarsi alla tirannia dei pochi attraverso il risveglio della coscienza, quello che fa veramente paura all’elite.

Il Dio vero è si trascendente ma anche perfettamente immanente nella natura di tutte le cose manifestate, compresi gli esseri sotto qualsiasi forma espressa.
I diversi culti spirituali del passato e del presente esprimono un limitato aspetto della grandezza della Coscienza Divina che cerca di ispirare gli esseri alle vette più elevate del pensiero.
Attraverso tracce (“spirale logaritmica” o “spirale aurea”; “sequenza di Fibonacci”; “fillotassi”), qui e là, nella semplicità dei minerali, nella vegetazione, negli animali, nell’uomo e nelle galassie la Coscienza Divina cerca di attrarre l’attenzione verso le preziose evidenze sincroniche.

Un’umanità ridotta all’esclusiva filosofia di vita dell’avere e dell’apparire vessa in una profonda e grave crisi globale dove solo il ritorno alla “Scienza Divina” può salvare da una catastrofe totale.
La “Coscienza Divina” è l’unico vero maestro per l’individuo e per la collettività, l’autentico maestro che anche attraverso il potere delle parole non dette può condurre verso la salvezza.
Il pensiero, la vibrazione e il suono costituiscono il “potere del verbo creatore” delle origini tramandato da diverse tradizioni.
La “Scienza degli Dèi” oscurata dal mistero e dal segreto può ritornare in piena luce se le coscienze cominceranno a dire sì al risveglio che rende responsabili nelle azioni.
Nei millenni, un ristretto numero di individui seguendo le proprie intime intuizioni è giunto ai piedi della sacra “Scienza degli Dèi”, una “Conoscenza di origine non umana”.
Questa Scienza è giunta fino a noi, anche se in modo nascosto, grazie al consesso di questi uomini illuminati e illuminanti, purtroppo seguiti, in parallelo, da una adunanza di individui votati al Lato Oscuro.
La “Scienza Divina” è un corpo unico di conoscenza che scorre nella realtà perché tutti possano abbeverarsi e non soltanto pochi privilegiati. Per comprendere la “Scienza degli Dèi”, basata sulla “vibrazione” e sul “suono”, bisogna prendere in considerazione il mondo della musica. Nel mondo del suono, l’”Ottava” è necessariamente la madre di tutte le armonie. Si potrebbe quindi dire che la “Scienza degli Dèi” sia la “Scienza delle Ottave”.
L’Ottava infatti è suddivisa in 7 Toni e 5 Semitoni. Si ha quindi una scala musicale costituita da 12 note di base e le note fra di loro sono unite da rapporti sonori.

Non si può ignorare quello che ci viene tramandato da Giovanni:
“In principio era il Verbo, ed il Verbo era presso Dio, ed il Verbo era Dio”.
E quando parla del “Verbo”, del Logos, si riferisce alla Parola creatrice, il “Logos spermatichos”.

Molte antiche tradizioni nelle loro pratiche spirituali contemplano la meditazione attraverso il suono. Molte tecniche si concentrano sugli aspetti propriamente acustici della tecnica vocale. Nell’antichità non si ignorava, oltre all’aspetto metafisico e spirituale delle tecniche di vocalizzazione, lo scopo propriamente musicale e terapeutico.
In India infatti è diffusa la pratica del Pranava-Dhyana, cioè del “Suono Eterno”, ovvero l’OM (contrazione delle tre lettere AUM) il suono che proviene dal principio stesso della Creazione.
Le leggi che presiedono alla creazione sono leggi armoniche. In natura la crescita avviene secondo progressioni e proporzioni armoniche.
La realtà fisica è governata da ordini geometrici basati su frequenze di suoni. È infatti chiaro lo stretto legame esistente fra spazio, geometria e suono (musica) dove possono vedersi in azione leggi che governano intervalli matematici costituenti le note della scala musicale (i rapporti diatonici). Tutto nell’universo può essere tradotto in note musicali, in numeri, in rapporti matematici, in costanti frazionarie.
I Laboratori Bell hanno avuto modo di riscontrare l’importante misura della lunghezza d’onda di questo universo tridimensionale di circa 7,23 centimetri che corrisponde esattamente alla lunghezza d’onda che produce l’emissione del suono OM (AUM).
Nella tradizione induista, rappresentata dai Veda, della “Scienza degli Dèi” (“Conoscenza di origine non umana” detta “Sruti" – la Tradizione “udita” –) si parla come di ciò che è stato “ascoltato” e “visto” dagli antichi Veggenti, i Rsi, come “Suono” e “Visione” divini quale “Rivelazione”.
Questa “Rivelazione” venne codificata mediante valore acustico, direzionale, geometrico, numerico, simbolico e significato concettuale.
L’Uovo Cosmico (Hiranyagarbha, il Germe d’Oro, il Primogenito che emise il primo suono bhu e creò poi la forma bhuradhi – il mondo originato – ) è il concetto fondamentale: l’Uovo risuonante che attraverso le giuste note si apre e dà vita alle infinite cose, agli infiniti mondi, agli infiniti esseri, alla metrica precessionale.

Nei Purana Indù l'evoluzione della vita è divisa in quattro ere, o Yuga (era o periodo di tempo del mondo). Queste quattro ere formano 1 Mahāyuga (una serie di Mahāyuga forma 1 Kalpa):

  • Satya Yuga o Krita Yuga, l'età dell'oro pari a 1.728.000 anni;
  • Treta Yuga, l'età dell'argento della durata di 1.296.000 anni;
  • Dvapara Yuga, l'età del bronzo di 864.000 anni;
  • Kali Yuga, l'attuale età del ferro o dell’oscurità di 342.000 anni.


La somma di queste quattro ere formano 1 Mahāyugadi 4.230.000 anni. Mancherebbero ai tradizionali anni previsti (4.320.000) 90.000 anni ma ciò non è un errore perché tale differenza temporale è data dal complessivo insieme di periodi intermedi, le cosiddette "albe" e "crepuscoli", chiamati sandhi.
Sommando le prime tre ere (1.728.000+1.296.000+864.000=3.888.000) si ottiene con l’eliminazione degli zero il riferimento numerico di 3888 che rivela la presenza delle Tre Ottave.
La “Scienza degli Dèi” è stata inserita, o nascosta, nella concezione delle ere (del tempo), nelle metriche costruttive, nell’arte delle proporzioni e delle prospettive, nelle metriche sonore vibrazionali.
Anche i Purana Indù trasportano il segreto delle Tre Ottave; gli antichi Rsi sapevano.

La forma del Regno del “Centro Spirituale Supremo”, secondo le indicazioni tradizionali, è come quella di un “Loto a 8 Petali” (come il cuore a 8 petali del rosone della Basilica di Collemaggio).
La forma del Regno del “Centro Spirituale Supremo” occulta un grande segreto di realizzazione conosciuto da pochi e praticato da pochissimi.
Questo segreto è connesso al misterioso Chakra a Otto Petali (bande vibrazionali) chiamato, dagli antichi Rsi “Hridaya Chakra”. Nell’anatomia sottile del corpo umano quest’importante Chakra, che in molti confondono con il Chakra del cuore (Anahata Chakra a 12 petali), è legato all’Iniziazione di accesso al “Centro Spirituale Supremo”, alla “Scienza degli Dèi”. Hridaya Chakra è il Chakra della Mente nel Cuore situato sotto Anahata Chakra e a destra del cuore.
Tutti i “Tantra” (antichi testi e riti suddivisi in classi) parlano di Hridaya Chakra.
Questo Chakra costituisce il centro sottile sede del “senso del ” (l’Atman) ma è anche il luogo in cui sorge il “senso dell’io”.

“Hridaya Chakra” è collegato con “Sahasrara Chakra” (il Centro della Corona, simbolicamente la dimora del dio Siva) mediante la jiva nadi (prolungamento della Sushumna, dalla base della colonna vertebrale al cervello, ridiscendendo fino al cuore).
L’obiettivo di ogni Yogi è giungere fino al “Cuore”, perché l’esperienza di “ascolto” degli antichi Rsi si ripeta e diventi permanente. Ma qual è questo “Cuore”? È naturalmente “Hridaya Chakra”, il “Luogo a 8 Petali” da dove può scaturire l’”Ascolto” della Scienza degli Dèi”.
Gli 8 Petali sono paragonati alle “8 parti del mondo”, cioè alle “8 direzioni”. Viene infatti detto che se l’uomo si attiene a queste 8 direzioni ottiene la “Grazia di Dio”.
Quando la Luce di Hridaya Chakra si riflette nel cervello fisico (sede della mente – manas – ) del ricercatore spirituale, egli prende realmente coscienza del mondo (cioè di come la “Scienza Divina” ha creato il mondo nella realtà tridimensionale); quando invece la mente si orienta verso la Luce di Hridaya Chakra scompare tutta la conoscenza oggettiva lasciando brillare il Sé quale “Cuore Illuminato” (l’Atman, nella sede di Hridaya Chakra). L’Essere è ora Coscienza nell’Ovunque: oltre ogni creazione pur scegliendo di restarvi; ricalca i passi degli antichi Dèi.
Con la realizzazione in Hridaya Chakra si può godere della “Ananda” (Beatitudine) degli stati superiori dell’Essere e dell’Unità profonda dei più elevati livelli di Coscienza.
I pochi pellegrini spirituali sinceri di ogni era sono pervenuti all’Hridaya Chakra attraverso forme diverse di ricerca.
Negli insegnamenti esoterici dello Yoga si dice che di questo Chakra Dio ne è il Signore, e gli 8 Petali sono considerati come le 8 spose del Divino (le Otto consorti di Rama o Krishna o Siva).
Gli antichi Rsi adorando Hridaya Chakra lo consideravano la via diretta per giungere a Sahasrara Chakra.
I Saggi dell’antico Tibet tenevano in grande considerazione Hridaya Chakra lasciando, in molti testi, sapienti commentari. Anche il grande Saggio Ramana Maharshi (1879-1950) insisteva molto sull’importanza di Hridaya Chakra.

La “Scienza degli Dèi” è nell’uomo stesso.

Il Movimento Precessionale

L’intero movimento “Precessionale degli Equinozi” avviene in 25.920 anni.
Il movimento è assiale e quindi suddiviso in 360° gradi celesti.
Ogni 30° gradi di spostamento, che corrispondono a 2.160 anni, il Sole riceve dietro di sé la compagnia, nel giorno dell’Equinozio di Primavera, di una nuova costellazione zodiacale.
L’asse terrestre per compiere un solo grado di spostamento dei 360° gradi impiega 72 anni.

Questa informazione nell’antichità, perfettamente conosciuta, è stata tradotta in splendide forme architettoniche, in suggestivi racconti mitici, in raffinate espressioni artistiche e brillanti allegorie religiose. Molti sarebbero gli esempi.

Questa informazione si trova sotto forma codificata:

  • nella “Lista Reale Sumera” (stele cuneiforme tradotta), presso il British Museum, che in scrittura cuneiforme sumera descrive la lista Sumera dei Re di un lungo periodo antecedente il Diluvio Universale. Descrive nomi e durata dei regni e in queste descrizioni possono riscontrarsi numeri, rapporti e frazioni che conducono alla metrica precessionale e oltre.



Nell’antichità si costruivano i siti sacri ricercando luoghi con certe caratteristiche ritenute fondamentali: la presenza dell’acqua e alcuni punti nodali lungo le linee vibrazionali della rete magnetica che avvolge la Terra.
Esiste una potente linea vibrazionale, molto considerata nel passato, che comprende Giza, Castel del Monte (Puglia), l’Aquila, Chartres, Stonehenge, Terranova, …


Pennellate di fatti che aiutano i ricercatori sensibili se non a capire ma almeno ad intuire e a superare complessi ragionamenti nell’ambito della “Scienza degli Dèi”:

  • tutta la fisiologia delle cose terrestri ed extraterrestri è modellata sulla base di ritmi cosmici
  • c’è una costante metrica che sembra non fare differenza tra le cose della Terra e le cose dei Cieli: è pari a 288 (dalle applicazioni più impensabili) che anche con le sue frazioni determina Tempo e Spazio
  • Pitagora insegnava che il Creatore ha dato inizio a tutto attraverso alcuni speciali intervalli musicali, sostenendo “5 intervalli di Quinta sono i responsabili della Creazione”, cioè 2/3+2/3+2/3+2/3+2/3 (nel mondo dei suoni la somma di cinque intervalli di quinta è pari a Tre Ottave) = 222 (con tre 2) oppure 888 (con tre 8); e in musica”Do-Sol-Re-La-Mi-Si (sei spazi). Tutto il creato è frutto di una serie di intervalli (sonori-musicali-vibrazionali)
  • il numero 72 (ma anche i suoi multipli e frazioni di esso) si ritrova in molti antichi miti e quindi viene definito un numero “cosmico”; è un numero presente in molti riferimenti precessionali; è un numero che informa sull’attività di Dio
  • nell’antica Gematria (scienza del significato dell’equivalenza fra lettere e numeri) la nozione del numero 72 proviene dalla configurazione del numero 24 moltiplicato 3 volte
  • nella tradizione della Qabbalah i “Settantadue Nomi di Dio” derivano dal Rotolo dell’Esodo 14:19-21
  • sono 72 gli Angeli della tradizione ebraica
  • i Cavalieri Templari avevano 72 regole da seguire
  • nella Cattedrale di Chartres il numero 72 è dominante
  • il numero 72 è una forte presenza all’interno della tradizione Maya
  • l’asse terrestre impiega 72 anni circa per spostarsi di 1° grado lungo i 360° gradi
  • l’asse terrestre impiega 25.920 anni per formare l’ellisse celeste della Precessione degli Equinozi, “evento” conosciuto da millenni da tutte le antichissime civiltà
  • il cuore dell’uomo pompa 7200 litri di sangue al giorno (24 ore)
  • l’uomo compie in 1 minuto 18 atti respiratori (ritmo che è la quarta parte di quello cardiaco: 18 x 4 = 72)
  • la frequenza standard del cuore è definita a 72 battiti al minuto
  • il tessuto epiteliale intestinale viene ricambiato dalle cellule ogni 72 giorni
  • la vita media umana è calcolata intorno ai 72 anni (25.920 giorni)
  • Arunacala, la montagna rossa degli Indù, associata al dio Siva, si trova a 24° gradi a ovest da Angkor e a 48° gradi da Giza (a 1/3 e 2/3 di 72° gradi, il numero cosmico alla base del computo precessionale)
  • i templi di Angkor, in Cambogia, sono 72
  • Giza si trova a 72° gradi di longitudine dal complesso di Angkor
  • la Camera del Re della Grande Piramide è a 1/3 della sua altezza
  • la Ruota di Medicina degli indiani d’America sintetizza in modo veramente semplice l’antica “Scienza degli Dèi” mediante le 24 pietre sacre utilizzate per la sua costruzione corrispondenti a 20 riferimenti numerici (dove si evidenzia il rapporto 4/8 quale rappresentazione del sapere direzionale, presente in molti siti dell’antichità quali il Tempio di Dendera, la Puerta del Sol, la tomba di Senmut)
  • il soffitto funerario della tomba di Senmut (Egitto) del 1450 a.C. riporta in una zona 12 Ruote (frazionate in 24 raggi) suddivise in 4 e 8 parti; in un’altra zona due gruppi di esseri raffiguranti stelle e pianeti lungo dei Cieli (12x24=288)
  • la Piazza di San Pietro, a Roma, evidenzia con le sue “Otto Direzioni” la Scienza dell’Ottava
  • i blocchi di pietra (novecento tonnellate) più famosi dell’antichità conosciuti come “Trilithon”, a Baalbeck (tra i monti del Libano), riportano le seguenti dimensioni: 20 metri di lunghezza x 4 di altezza x 3,6(0) di larghezza = 288; essendo tre i massi: 288 x 3 = 864 che è pari a 1/3 della Precessione degli Equinozi
  • nel giugno del 1288 si è svolta l’inaugurazione (fatta davanti ad 8 Vescovi) della Basilica di Collemaggio, all’Aquila, prima che fosse terminata la sua costruzione voluta da Celestino V (Pietro da Morrone, 1209-1296; umile eremita, in possesso delle conoscenze della “Scienza Divina”, suo malgrado diventato Papa ma soltanto per “72” giorni) che ha fatto incidere sul pavimento di pietra, interno alla Basilica, una simbologia bicolore chiamata “Labirinto” dove risultano chiare le Tre Ottave; a completare l’opera della Basilica è la facciata che offre la meraviglia dei tre rosoni, in particolare quello centrale con il cuore a 8 Petali (come l’Hridaya Chakra) che si evolve, partendo da una sfera che lo racchiude, in 12 braccia (collegate a 24 figure non ben definite) a loro volta racchiuse da una cornice, base di altre 24 braccia (collegate a 48 figure non ben definite), a loro volta racchiuse da una “corona” dove il tutto fa il rosone. Le braccia: 12+24=36; le figure: 24+48=72; quindi: 36x72=2.592 ovvero la rappresentazione del movimento dell’asse terrestre definita “Precessione degli Equinozi”, che si manifesta in 25.920 anni, dalle implicazioni terrestri, umane e stellari.
  • Ma la vetta dell’opera è al Solstizio d’Estate quando il Rosone centrale proietta, grazie alla luce del Sole, le sue “in-formazioni” all’interno della Basilica in una intima unione con il “Labirinto”, dove sembra volersi rivelare a quanti pronti ad “ascoltare”
  • il 3/8/1492 (14x92=1288) è la data in cui salpano da Palos le tre Caravelle di Cristoforo Colombo; anche in questa data risulta celata simbolicamente la conoscenza delle Tre Ottave.
  • in una immagine del Dio Anu (conservata nei cilindri cuneiformi presso il British Museum), dei popoli mesopotamici, si evidenziano ai suoi due polsi una specie di orologio di cui il quadrante rappresenta 8 petali intorno a un cerchio con la stessa disposizione del Rosone di sinistra della facciata della Basilica di Collemaggio
  • il Rosone di destra della facciata della Basilica di Collemaggio, senza riferimenti precessionali, si caratterizza con la presenza di 14 braccia che poggiano su 14 piccoli archi e numericamente si ottiene 14x14=196. Tale risultato è l’”Ascensione Retta”, in termini astronomici, pari a 19,6 che definisce la posizione di una delle stelle della Costellazione dell’Aquila chiamata”R Aquila”. Il Rosone codifica il fatto che il sito della Basilica, quale luogo sacro, duplica in terra la stella ”R Aquila” della Costellazione dell’Aquila
  • l’Astrolabio di Pinches (dall’archeologo della scoperta) è un disco in argilla, con caratteri cuneiformi, trovato nella zona della biblica Ninive. Il disco è diviso in 12 sezioni con tre zone concentriche che suddividono tutto in 36 parti; al centro, quale matrice di tutte le suddivisioni, una sfera più grande delle 12 piccole che la circondano. Tutte le zone di ogni sezione sono caratterizzate da nomi e numeri. Ufficialmente è stato definito un Astrolabio ma è in verità un Planisfero.
  • La città dell’Aquila è stata fondata da Federico II di Svevia che ha voluto che fosse edificata secondo la pianta di Gerusalemme ma anche con le chiese e i più importanti monumenti disposti specularmente alle stelle della Costellazione dell’Aquila (una delle 48 costellazioni elencate già da Tolomeo). La più conosciuta tra le stelle della Costellazione dell’Aquila è Altair (dall’arabo “al-nasr al-ta’ir”, “aquila che vola”) che corrisponde alla Basilica di San Bernardino (dove magicamente si consuma il Solstizio d’Inverno alla città dell’Aquila). Nella sovrapposizione dell’immagine originale della Costellazione su quella della città dell’Aquila si può notare come alcune stelle combaciano con i punti di luoghi sacri.
  • Castel del Monte fatto costruire da Federico II di Svevia (1192-1250; profondo conoscitore della “Scienza Divina”) è uno splendido esempio architettonico della “Scienza delle Ottave”.



Tutto il Creato è ricco di “In-formazioni” sia della “Scienza Divina” sia del Creatore stesso. Queste “In-formazioni” sono disponibili per quanti risvegliati a saperle cogliere.

Fin dalla notte dei tempi sono state lasciate tracce delle “Leggi Divine” dei Numeri, dei Pesi e delle Misure in splendidi libri di pietra, ricchi di simboli, di codici e conoscenze non da tutti individuabili.

Da sempre la “Scienza degli Dèi”, in qualunque modo venisse chiamata, è stata da alcuni “conosciuta” e custodita, da altri conosciuta fino al punto di essere in grado di “servirsene”, da altri ancora “utilizzata” (con profitto) in alcuni suoi aspetti senza avere nemmeno l’idea della sua provenienza. Pochissimi individui lungo la catena della razza umana, totalmente liberi dentro, sono stati in grado di scoprirla (conoscerla), servirsene e utilizzarla “silenziosamente”: Federico II di Svevia (1192-1250), Celestino V (1209-1296), Leonardo da Vinci (1452-1519), Giordano Bruno (1548-1600) sono solo alcuni esempi di casa occidentale.

Alcuni processi cognitivi possono essere attivati da determinate forme geometriche e simboliche (Mandala, Yantra, Rosoni, Simboli) ma solo in presenza del giusto stato-condizione (attenzione-concentrazione-osservazione-meditazione; ma anche profondo rilassamento, stato alfa, eccetera, eccetera).

Una “In-formazione” Divina opera da sempre silenziosa nell’Uomo e nell’Universo. Un’unica “Legge” che opera a tutti i livelli dell’Esistenza: a livello astronomico, genetico, spaziale (metrico), temporale, matematico, geometrico, al-chimico, sonoro (musicale), vibrazionale.

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