Elliott presenta la lista (di 10 nomi) del cda con cui sfiderà Vivendi per il controllo di TIM, nell’assemblea del 4 maggio 2018.
Perché, con il fondo Elliott, si sono schierati tutti i proxy advisor e Assogestioni?
Perché Jp Morgan è pronta ad affiancare Elliott con l’1% della propria quota di TIM pari al 5,932% tenuta in custodia? È la solita immancabile predatrice Jp Morgan che innamorata delle “cose” italiane le colpisce ai fianchi sempre a sorpresa. È sempre la stessa Jp Morgan che voleva si cancellasse la Costituzione italiana al Referendum del 4 dicembre 2016. Chi sa perché? La stessa che Renzi ha inserito nel suo governo illegittimo come Consulente (?).
La Telecom-TIM è sempre italiana oppure no?
Da anni manovrano su di essa, peggiorandola di volta in volta, ma agli italiani non fanno capire bene come stanno le cose veramente.
Qual è il FUTURO della società di telecomunicazioni italiana, se la si può ancora menzionare così? Qual è il Disegno occulto dei vari predatori stranieri e quale quello degli sciacalli del potere di certi italiani?
Secondo l’ex ministro illegittimo dello Sviluppo Economico (Carlo Calenda, che non ha sviluppato un granché), di un governo illegittimo Renzi-Gentiloni (non votato dagli italiani), lo Stato sta spingendo, non per prendere il controllo di Telecom-TIM ma per la pubblic company: ciò sta a significare per un assetto a capitale diffuso in cui non può esserci alcun “galletto” americano, francese, spagnolo o italiano, in grado di comandare con un pugno di azioni.
Ma l’ex ministro sa o ricorda che cosa è lo Stato? Che non è un ente astratto e se alcuni uomini delle istituzioni dello Stato si muovono è perché sono azionati, così almeno dovrebbe essere, dagli uomini di governo, per mandato pubblico (se non quando per mandato occulto), da “Qualcuno” considerato autorevole, non certo da un fantasma anonimo. E un ministro dovrebbe saperle le cose che accadono nel “mondo di sotto” (quello occulto), nel bene o nel male, e comunicarle; non fare finta di non sapere o di non vedere, oppure di non aver compreso o frainteso.
E adesso, a metà aprile 2018, sembra aver deciso, anche, che debba essere lo speciale Comitato, istituito presso Palazzo Chigi, a seguire la “questione” sulla sanzione-golden power.
I francesi (di Vivendi), ricordiamo, comandano con il 23,9% e gli americani (di Elliott) vogliono scansarli: una guerra nel Paese degli altri.
Intanto l’assemblea del 24 aprile 2018 è il primo passaggio per la revisione dei conti tra Vivendi (con il 23,9%) e il fondo Elliott (al momento con l’8,8%, senza considerare l’1% di Jp Morgan disponibile).
E cosa fa il governo illegittimo del ministro del mancato Sviluppo Economico? Continua ad imporsi, nelle questioni del Paese, nonostante il 4 marzo 2018, come se nulla fosse accaduto, ma non per cose utili davvero agli italiani ma solo per “questioni” che posizionano meglio attorno all’oscillatore del potere (personaggi e partito). Esiste una questione sia morale sia etica per il Paese che non può essere trascurata, già fin troppo trascurata dai governi degli ultimi sette anni, ma per molti versi anche da quelli di prima.
E questo governo, dicevamo, si limita invece a tifare per gli americani (o non si capisce per chi), sostenendo di farlo in nome dell’interesse generale. Per l’interesse di chi invece lo fa? Tutto lascia pensare che vi siano “cose nascoste”, cose non dette legate a molte altre “cose”.
Potrebbe definirsi anche interferenza politica un “non-intervento” ufficiale di un governo illegittimo, che invece continua ad esercitare decisioni su cose che proprio non gli competono più, su cui non ha legittimità. Una posizione di comodo in cui il fare o il non fare esercita ugualmente una certa influenza per future possibili orchestrazioni.
I governi italiani non intervengono ormai da molti anni per la tutela dei cittadini-clienti di Telecom-TIM, così come non intervengono in difesa e in tutela dei cittadini-contribuenti-dipendenti che si son visti sottrarre, anno dopo anno, diritti, garanzie e salari dignitosi (mediante contratti di solidarietà impropri, demansionamenti mascherati, cancellazione dei premi di produttività, restrizioni sui livelli inquadramentali, deformazioni delle modalità di compilazione delle schede di valutazione e degli obiettivi assegnati – con difficoltà ad hoc per non farli raggiungere – , e senza contare tutte le cessioni di ramo d’azienda illeciti subiti dai lavoratori in più anni, ecc.; insomma una specie di macchina da guerra ingiustificata, azionata contro i lavoratori-dipendenti, guidata da appositi consulenti e studi legali per fini mai dichiarati).
Una Telecom-TIM che fa il bello e cattivo tempo sui lavoratori dipendenti, con un sindacato impotente-inascoltato, come una “azienda-padrone” medioevale, con un governo (2014-2018) che fa finta di non sapere, di non vedere (per ben 4 anni, senza contare i precedenti), visto che ha cancellato l’Art. 18 e imposto un Jobs Act quale istituto della moderna schiavitù che ha maggiormente disastrato il mercato del lavoro.
Infatti, chi sa spiegare il vero perché della decisione della Cassa Depositi e Prestiti (è pubblica o privata?) di spendere 800 milioni del risparmio postale per acquistare il 5% di Telecom?
Qual è il senso di questa operazione del 5% se non risulta un azionamento verso una rinazionalizzazione di Telecom-TIM? Non risulta neanche un pentimento pubblico della privatizzazione fatta a suo tempo da Romano Prodi e da Carlo Azeglio Ciampi; una privatizzazione fatta per ben servire le volontà dei poteri sovranazionali che tengono l’Italia sotto condizionamento.
Questo governo illegittimo si è preoccupato, alla fine della propria decadenza (marzo 2018), di depenalizzare il reato riguardante il trattamento illecito dei dati personali (reato di cui si prevedevano pene fino a tre anni di reclusione), facendo adesso solo sanzioni amministrative. Oggi che più che mai serve una piena tutela dei dati, visti i pericoli nella rete, si depenalizza. Qual è la ragione di senso che i normali cittadini non comprendono? A chi si vuole giovare o agevolare in anticipo?
Eppure i casi di violazione sono davvero molti. Basta ricordare il caso Telecom Tiger Team (con condanne, patteggiamenti, 70 persone offese, 4 ministeri, e la presidenza del Consiglio parte civile). Tiger Team aveva spiato chi veniva considerato pericoloso per l’azienda, attraverso i tabulati telefonici, intelligence e intercettazioni. Reati che un’azienda di tal profilo non dovrebbe commettere.
Perché allora il governo depenalizza tale reato, visto il reale pericolo esistente di possibili schegge impazzite in una legale e trasparente gestione aziendale?
La storia di Sip-Telecom-TIM racconta, per chi la conosce davvero, molte cose dell’Italia, dell’azienda stessa e di oltre confine (sia del vicino che del lontano).
Nell’oggi Elliott, supportato dall’ancora governo Gentiloni illegittimo, punta a scorporare la rete telefonica da TIM per fonderla con Open Fiber (la nuova rete in fibra ottica finanziata da Enel e Cdp (cioè sempre lo Stato), dopo che il governo Renzi illegittimo ha speso molto denaro pubblico per dividerle e mettere in concorrenza.
Visto l’oggi non si può ignorare il passato che a tutto questo ha condotto: il fatto che, dal 2000 al 2017 (18 anni), TIM ha pagato alle banche interessi per 75 miliardi di euro.
Nel 1999 è stato permesso all’Olivetti, di Roberto Colaninno (liberista della finanza creativa), non solo di scalare Telecom Italia, facendosi prestare i soldi dalle banche, ma anche di fondere le due società portando sulle spalle di Telecom i miliardi di debiti fatti per la scalata.
Come definire questa ingegnosa azione di libero mercato? Si è trattata solo di una ingerenza, una illiceità, una prepotenza economica-finanziaria-politica (avallata-sponsorizzata da Massimo D’Alema, presidente del Consiglio). Una forzata e ingiustificata privatizzazione non imitata né dalla Germania né dalla Francia che sono rimasti tranquillamente statali, senza conseguenze alcune. Con il pretesto ignobile della necessità del “libero mercato” si è permesso a certi “poteri” che si fagocitassero TIM, la Rete, gli immobili, senza contare i 75 miliardi e i dividendi.
I “Debiti” di questa, e delle successive operazioni, sono stati pagati (e lo sono ancora oggi) sempre dai cittadini-clienti italiani (con le bollette) senza ottenere migliore qualità (della Rete) se non le illusioni narcotizzanti degli spot milionari, e dai cittadini-dipendenti (con la già menzionata sottrazione di diritti – morali ed economici – ed un increscioso (e non raccontabile) abbassamento della “qualità” e del “valore” dei contratti, non più negoziati ma imposti dall’alto.
Vedremo come si concluderà la partita. Certo è che la storia di questa società può essere considerata la metafora della storia del nostro Paese, svenduto e depauperato da una corte di servi che nell’ingrassare il proprio potere, ha permesso e perpetuato lo sfacelo della propria nazione. Sono i grandi statisti alla corte dei miracoli, dove sulla scena pubblica contraddicono quello che nel privato servono. Nella ridicola convinzione che le macerie di cui sono artefici, mai li travolgeranno.
C’era una volta SIP (Società Italiana per l’Esercizio Telefonico) l’operatore europeo con il maggior numero di abbonati spesso riferimento, sotto molti aspetti della sua realtà industriale, per numerose società similari in ambito internazionale. Per i dipendenti appartenervi allora, era motivo di orgoglio.
Oggi esiste TIM e di tutto quel glorioso passato esistono solo vacui ricordi, ma sono presenti gli stessi politici, industriali, banchieri che allora con la privatizzazione, come oggi con le prossime dismissioni, spiegano che tutto quello che avverrà contribuirà a rilanciare l’azienda, valorizzarla e a determinare un accrescimento di opportunità per i suoi dipendenti e di valore-servizi per i cittadini-utenti, con il risultato di un maggiore beneficio di tutto il Paese.
Sì, anche questa volta, sarà senz’altro per il bene del Paese …