Questo articolo vuole essere, in realtà, una forma di presentazione del nostro ultimo libro L’Italia occulta, pubblicato in edizione cartacea ed elettronica (pdf). Italia occulta di cui pochi italiani hanno la percezione o la conoscenza: quella conoscenza necessaria, invece, per poter essere dei cittadini consapevoli che decidono.
Il “potere occulto” ha un lato che non è mai visibile ma c’è, è concreto, è operante sempre: il Lato Oscuro del Potere è vivente.
L’Italia occulta è esistita ed esiste ancora: è più che attiva, ma provare ad indicare una data con esattezza sul quando questa è venuta in essere sarebbe un azzardo, le date possono indicare “momenti”, “cicli”, “punti” di caduta o di ripartenza di un Paese nelle fauci del Drago Antico (il potere occulto).
La Storia dell’Italia occulta è quella della guerra tra società segrete, esattamente come quella della Storia del mondo.
L’Italia occulta è una realtà che in molti non hanno voluto vedere e prendere in considerazione e, ancora oggi, in molti, che dovrebbero vedere e ascoltare, fanno dileguare occhi e orecchi altrove con grande astuzia.
Perché nessuno ha mai voluto veramente ostacolare questa Italia occulta che però lasciava vedere o intravedere molti suoi gangli oscuri? La caduta del ponte a Genova, con 41 morti accertati, 16 feriti e un’incognita ancora sui dispersi, può essere uno dei simboli del momento di questa ignobile Italia occulta che brucia le vite dei cittadini nel perseguimento dei propri fini, stipulando incomprensibili “contratti segreti” con la complicità di imprese, responsabili dei ministeri, uomini di governo, politici-affaristi e colletti bianchi non identificati.
Un’Italia di patti, di trattative, di trame nere o rosse, di colpi di Stato tentati, di terrorismo, di clan criminali a braccetto con clan di politici criminali, di stragi, di omicidi politici, di fiumi di sangue innocente, di poteri forti, di poteri occulti, di corruzione diffusa, di traditori dello Stato mascherati da servitori del Paese, di imprenditori predatori, di funzionari più di Cosa Nostra che della cosa pubblica, realizzano uno scenario inverosimile.
I giovani devono sapere, comprendere bene da dove viene il loro tragico destino di precari, chi tira i fili da anni per poter sottrarre loro il futuro tranquillamente con pretesti di natura globale. Devono aver chiaro il quadro innanzi a loro su coloro che li hanno ingannati, manipolati, sospinti verso strade inesistenti. Devono saper riconoscere dietro i prestidigitatori della politica chi si nasconde, chi svolge il ruolo di pifferaio magico, chi quello di Pinocchio, chi quello del Gian Burrasca e chi fa la Fata Morgana.
Le forze in campo dell’Italia occulta, azionate a diversi livelli, non hanno mai finora realizzato in pieno i loro piani, legati a progetti gerarchici di un piano mondiale, la cui regia risiede nelle mani di una ristretta èlite occulta sovranazionale, perché i vari “piani” elaborati a tavolino difficilmente trovano nella realtà contingente tutte le condizioni necessarie, e le risposte comportamentali e comunicazionali previste, che il più delle volte vengono disattese dagli imprevisti che non mancano mai nella vita di tutti. Perché non dovrebbero esistere imprevisti anche nella vita, nei piani, di coloro che si credono i “padroni del mondo”? Resta di fatto, comunque, che nonostante gli sviluppi avanzati, di tali trame occulte, queste abbiano trovato naturali resistenze non organizzate, mosse dalla sola spontanea onestà sparsa nel Paese, questi signori hanno innescato inarrestabili “processi” dalle gravi conseguenze per i molti.
I piani occulti esistono e procedono, questi signori dell’occulto esistono, i tentativi eversivi esistono come le tante vittime di questi oscuri sogni di diabolico dominio. Chi li favorisce esiste come i tanti che li coprono ed hanno nomi e cognomi. Gli apparati occulti, che operano in ogni dove, esistono ed esistono i vari Paesi, come l’Italia, destrutturati socialmente per rendere possibile il condizionamento della vita pubblica così da arrivare alla possibilità di una svolta autoritaria, come raccontano tutti i tentativi di golpe del passato che nell’oggi minimizzano.
L’Italia occulta cos’è?
Una inammissibile compenetrazione fra politica, affarismo, imprenditoria predatoria, Cosa Nostra (cioè la Mafia), la ‘ndrangheta, la criminalità organizzata che controlla la delinquenza locale, la massoneria (nazionale e sovranazionale), i “poteri forti” (banche, finanza, oligarchia sovranazionale), i “poteri occulti” (non solo la massoneria come normalmente conosciuta), i servizi segreti (nazionali e internazionali), eccetera.
L’Italia occulta sembra legata alle fasi storiche del Paese e quella attuale mostra il pericolo di una “caduta” senza precedenti, sulla quale molte forze prestano la loro lunga mano per favorirla: sembra affacciarsi la condizione inquietante per piegare le sorti della Repubblica. Molti sono coloro che minimizzano, per cecità intellettuale o per occulta complicità.
Quello che cercano di attuare non si può chiamare “Disegno politico”, non merita una tale definizione, ma si tratta di un “Disegno di potere”, un potere becero che vuole occupare la stanza dei bottoni che connette il potere strettamente nazionale a quello sovranazionale: i politici-servi del finto potere, che non contano più nulla, ma fungono da icona-simbolo-finzione al quale vengono concessi privilegi illusori (un foraggiamento tappa bocca); il potere vero, reale (quello da esercitare ma non da usufruirne) nelle mani (dei soli vertici ovviamente) degli apparati delle Forze dell’Ordine, dei Servizi Segreti, delle Banche (non locali), della Finanza internazionale, del settore della Protezione e Sicurezza, del mondo degli Appalti pubblici, della Grande Industria privata, dell’Ordine Giudiziario, dei Media (concentrati), delle Compagnie Telefoniche (il potere dei big data tipo quelli di Telecom Italia Sparkle), tutti a rendere conto ad un “tramite-collettore” che riferisce all’èlite occulta sovranazionale, il potere vero incontrastato.
Se certe cose che accadono oggi meravigliano e preoccupano è solo perché pochi sanno quali cose terribili sono state commesse nel passato italiano da alcuni uomini. È inquietante sapere ma è necessario per la consapevolezza che ne deriva. È esistito, e probabilmente esiste ancora, un “corridoio occulto” di unione tra personaggi di destra estrema (fascio-nazisti), personaggi di sinistra estrema, Servizi segreti, mafia e logge massoniche. Ci sono stati anni in cui il SISMI (il servizio segreto militare) era eterodiretto da Licio Gelli-Loggia P2: il SISMI è stato piduista e alcuni semi non muoiono ma generano altri semi. Anche il Sisde (il servizio segreto per la sicurezza democratica) era nelle mani della P2 mediante i suoi vertici affiliati.
Così come l’esistenza di superstrutture segrete per compiti speciali: la Loggia P2 con a capo Licio Gelli (e Umberto Ortolani) subentrato a Eugenio Cefis; Gladio con a capo Francesco Cossiga; e Anello, una struttura, ripresa dal passato e rivista da Giulio Andreotti (il vero nuovo capo senza sembrarlo), al servizio di pochi potenti, ma fatta guidare da Adalberto Titta. Anello è implicato, insieme alla P2, nel sequestro e nella non liberazione di Aldo Moro (liberazione possibile ma non voluta per “ordini superiori”); poi nel sequestro di Ciro Cirillo riuscendo a liberarlo mediante una trattativa misteriosa; e anche nella fuga-liberazione di Herbert Kappler. Negli anni sessanta, invece, questa organizzazione insidia il Partito Socialista Italiano per distaccarlo dal Partito Comunista e rendere la sua visione politica meno rossa, più vicino al rosa (un centrosinistra filo atlantico). Operazione che riesce perfettamente.
Anello nasce, come organismo segreto informale, nel 1944 modificandosi-adattandosi secondo le necessità dei tempi e servendo il più alto potere politico impostosi. Una struttura quasi sempre dormiente che si sveglia in particolari casi di necessità, lavori sporchi che non possono essere affidati ai servizi ufficiali. Alcuni dei membri di Anello, che non hanno mai ammesso di farne parte, sono dentro anche ad altre strutture segrete come il piduista Massimo De Carolis. La sezione romana di Anello è gestita da Felice Fulchignoni (faccendiere); quella di Milano da Sigfrido Battaini (imprenditore). Sono presenti degli estremisti di destra come Gianni Nardi e Carlo Fumagalli. Validi esponenti sono anche il giornalista Giorgio Pisanò; Pio Filippani Ronconi un collaboratore dei servizi segreti italiani; una certa Luciana Piras (cognata di Adalberto Titta) dipendente della società telefonica Stipel (Società Telefonica Interregionale Piemontese e Lombarda) che in seguito si è fusa e incorporata con SIP (oggi Telecom-TIM).
Il punto di forza di un regime totalitario, come quello che hanno cercato in passato di realizzare (con i vari golpe invisibili) o come quello che hanno tentato di favorire e facilitare mediante l’illegittimo governo Renzi, con una riforma-distruzione costituzionale anticostituzionale, è il controllo capillare e centralizzato delle informazioni personali e sensibili di ogni persona, fin dalla nascita. Si spiegano i governi di Berlusconi, di Monti e di Renzi-Gentiloni con le cose che hanno fatto, quelle visibili e soprattutto quelle invisibili, cioè come accordi segreti senza il consenso dei cittadini e senza passare attraverso il Parlamento.
Un importante obiettivo in agenda, del potere dell’èlite sovranazionale, per quanto concerne l’Italia era quello di “separare il potere economico-finanziario dal controllo politico, consegnare alla finanza la sovranità tolta al popolo ed eliminare il senso democratico delle istituzioni”: obiettivo raggiunto negli anni ottanta. Da lì in poi tutto un crescendo di sovranità sottratte al popolo sovrano. Un segno di quei tempi è la maxitangente di 7 milioni di dollari pagata nel 1980 dal Banco Ambrosiano di Roberto Calvi (piduista), su input di Licio Gelli, al Psi di Bettino Craxi, sul “Conto Protezione” svizzero del faccendiere Silvano Larini (craxiano) ma intestato a Claudio Martelli. La faccenda riguarda il crac del Banco Ambrosiano e la Loggia P2.
Chi è Bettino Craxi? Un politico ambizioso, senza scrupoli, con mire autoritarie nascoste, un massone sovranazionale delle Superlogge “Amun” e “Fratenité Verte”, ma anche membro importante del Club di Roma e uomo chiave della NATO.
Bettino Craxi viene condannato a 3 anni in 2° grado il primo ottobre 1999; la Cassazione non si pronuncia per la morte subentrata il 19 gennaio 2000 in Tunisia (in esilio).
“(…) Per l’Italia, nel 1981, vengono individuati, dal direttorio oligarchico sovranazionale che doveva monitorare l’attuazione del patto massonico per la Globalizzazione, Bettino Craxi (massone delle Logge superiori Amun e Fratenité, ma anche membro importante del Club di Roma e uomo chiave della NATO), Carlo Azeglio Ciampi (delle Logge superiori Montesquieu, Atlantis-Aletheia e Pan-Europa) e Beniamino Andreatta (della Loggia superiore Pan-Europa) in qualità di principali interlocutori, ma saranno in molti a servire. Il compito fondamentale da avviare inizialmente per l’attuazione dell’intera opera prevista: separare il potere economico-finanziario dal controllo politico, consegnare alla finanza la sovranità tolta al popolo, eliminare il senso democratico delle istituzioni. Il ministro Beniamino Andreatta fa sganciare, al futuro presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, la Banca d’Italia dal Tesoro per impedire alla banca centrale di continuare a finanziare lo Stato. Nel 1989, con il crollo del Muro di Berlino, la Germania non vede di buon occhio l’Italia come potenza industriale e sotto l’impatto del ricatto francese aderisce all’euro, a condizione di eliminare, nel nuovo scenario europeo, il ruolo dominante dell’Italia. Un patto che alcuni servi a Roma accettano e servono: sacrificare l’Italia all’Europa (tedesca). Gli italiani subiscono le conseguenze senza conoscere le cause delle proprie disgrazie. I pochi che tentano di ostacolare il patto segreto tedesco scatenano forti pressioni sul governo da Bankitalia, dalla Fondazione Agnelli, dalla Confindustria e dallo stesso tedesco Kohl. I servi anti-italiani disponibili spingono nella direzione opposta degli interessi dell’Italia, aggravando ancora di più con le grandi privatizzazioni strategiche degli anni Novanta: gli oligarchici avevano ordinato la deindustrializzazione dell’Italia, cioè la cessazione delle politiche industriali. L’Italia conosce così la fine delle strategie industriali: Iri (Prodi, Andreatta, Amato); Finsider-Ilva, Finmeccanica, Fincantieri, Italstat, Stet, Telecom, Alfa Romeo, Alitalia, Sme, ecc.. A dimostrazione del fatto che ci troviamo di fronte ad un vero e proprio progetto, lo dimostrano i numeri: dal 1990 al 2000, l’Italia è il primo Paese europeo in fatto di privatizzazioni (seconda in tutti Paesi dell’Ocse) con un incassato di 108.586 milioni di dollari. Cifra che rappresenta un terzo dell’ammontare totale incassato dalle privatizzazioni avvenute in tutti i Paesi europei e un sesto di quanto incassato per le privatizzazioni in tutto il Pianeta. La Francia, che è il Paese europeo dove la partecipazione pubblica nell’industria è pari a quella italiana, nello stesso periodo ha privatizzato per 75.488 milioni di dollari e la Germania, 22.451 milioni di dollari. Secondo “La relazione sulle privatizzazioni” del Ministero dell’economia e delle finanze datata luglio 2004, l’Italia da sola aveva effettuato il 34% delle privatizzazioni mondiali (nel 2003), superando di molto il trend degli anni passati (…)”.
Rosario Castello
tratto da Potestas Tenebrarum (2015)
In quest’Italia si ha come l’impressione che un filo invisibile sospenda lo Stato di diritto e ogni più elementare regola democratica: è molto più di una semplice impressione. C’è come un mago, sempre invisibile, che trasforma la scena, sul palcoscenico dello Stato, e così coloro che sono i carnefici diventano le vittime da aiutare e le vere vittime diventano, inspiegabilmente, carnefici, o tuttalpiù dei colpevoli disturbati mentalmente.
Il filo nascosto, invisibile, è l’Italia occulta, una più che concreta presenza reale che contrasta, in ogni modo, la vita democratica e quanto sancito nella Costituzione dai padri costituenti.
Ogni cosa, in questo Paese, va decifrata attraverso la piena consapevolezza dell’esistenza tangibile dell’Italia occulta.
Per questo insistiamo sulla necessità della “Rinascita della Cultura” che possa ridare un Nuovo Umanesimo, un Nuovo Rinascimento per evitare la caduta in un nuovo e più oscuro Medioevo. “Rinascita della Cultura” significa rinascita della legalità eclissatasi, di cui il Paese ha bisogno per rigenerarsi.
La “Rinascita della Cultura” dovrebbe essere sostenuta non solo da coloro che in essa credono (da considerare “i migliori” di questa società), i quali intravedono possibilità di trasformazione, ma anche dall’“Industria della Cultura”, cioè dall’Editoria (legata al mondo dell’Arte, al cinema, al Teatro, alla Tv, ad ogni mezzo di comunicazione) che giustamente utilizzata potrebbe fare non solo molto per sé stessa ma anche per l’“Industria del Turismo” ed entrambe effettuare un rilancio di quei siti così ignorantemente trascurati, dimenticati: le Biblioteche.
“Rinascita della Cultura” significherebbe effettuare per davvero una riforma scolastica efficace, una trasformazione intelligente di quanto abbraccia ciò che chiamiamo “Educazione-Istruzione”.
Se le Biblioteche sono trascurate, dismesse, spente significa che vige una cultura dominante corrotta e che nella società prevalgono l’ignoranza e l’egoismo, il materialismo, il consumismo becero, il profitto spregiudicato, sciacallo e predatorio. L’incrocio di tali mondi, per la passione di salvare il Paese e non per il solo profitto, significherebbe avviare una incredibile possibilità industriale per la nazione che aprirebbe le opportunità che sono mancate finora a migliaia di giovani, ma anche a meno giovani con esperienza da offrire.
Le basi ci sono tutte: manca ancora la volontà di farlo.
La Biblioteca riaccesa, come faro sulla vita degli individui, rappresenterebbe uno spazio concreto-simbolico di libertà dove accedere gratuitamente e respirare alta cultura, capace questa di azionare i cuori inariditi e illuminare gli intelletti oscurati.
Non è forse una vergogna che i governi non investano in Cultura come se le priorità fossero altre? Non è dalla cultura che vengono le idee? Non è forse la mancanza di cultura alta che ci ha dato governi mediocri e illegittimi con politici corrotti ed egoisti in questi anni?
Dare linfa vitale alle Biblioteche rendendoli spazi da vivere per bambini, ragazzi, giovani, adulti, anziani e vecchi: luoghi avvicinabili, luoghi desiderati e ad essi intessere una serie di fiere di eventi tutto l’anno, con incontri non solo di regioni nazionali ma di regioni di altre nazioni con cui confrontarsi. La Biblioteca come officina di “progetti” che possono produrre sempre più cultura e sana economia, un profitto giusto, equo, solidale, funzionale ad un grande sviluppo del Paese. La Cultura non è, non può e non deve essere mera forma esteriore, altrimenti non è tale. Visitare, ad esempio, un museo per nutrirsi di Bellezza ed elevare l’animo è Cultura; collezionare selfie, con opere famose, è pura ignoranza, espressione di un oscuro materialismo consumistico che degrada anziché elevare. Visitare un museo mal organizzato, che costringe a farsi spazio tra immense file di compulsivi dei selfie, senza offrire sufficienti momenti di contemplazione delle opere, non può chiamarsi Cultura.
La “Rinascita della Cultura” che intendiamo è quella di una cultura non piegata alle leggi dell’economia di mercato (legge del profitto spregiudicata): una cultura non degenerata nel consumismo dove l’Arte e la Letteratura possano essere autonomi spiritualmente e con grande libertà creativa. La Cultura non deve essere sottomessa e asservita alla politica: è la Cultura che deve produrre una elevata politica e leader etici. I politici ignoranti possono condurre al fanatismo pericoloso perché smarriscono e fanno smarrire l’innata capacità di giudizio. La vera Cultura libera rappresenta una conoscenza profonda dell’umanità e aiuta ad affrontare i problemi esistenziali.
Perché poniamo la soluzione in una “Rinascita della Cultura”?
Perché la dignità umana è in serio pericolo e in tutti i Paesi del mondo. Qualcosa di molto oscuro sta crescendo invisibilmente manifestandosi in alcuni atti di intolleranza razziale che vengono sottovalutati. È proprio la Democrazia che sta facendo approvare, in ogni dove, nascostamente leggi e decreti che violano (violentano) dei fondamentali principi. “Parole” usate ad arte, da certi personaggi, accendono, come a dei tasti, forme archetipiche di ostilità nelle subcoscienze che stimolano e azionano risposte comportamentali pericolose, senza alcun passaggio nella mente discriminante. Sul Cielo sopra la testa di molti disagiati vien fatto spirare un vento di fuoco che può far lordare di sangue ancora una volta la Storia umana. Chi manovra quel vento di fuoco strategicamente, parlando spregiudicatamente di fratellanza e di solidarietà, o è un’anima oscura e diabolica oppure un ignorante barbaro egoista che ama proclamare per sentirsi potente.
È necessario che “i migliori” si pronuncino e azzittiscano e contrastino, con azioni intelligenti, tutti “i peggiori”.
L’Italia de “i migliori” può emergere dalla “Rinascita della Cultura” che illumina la società facendo disperdere “i peggiori”, precipitandoli nel vuoto culturale dalla quale si sono imposti: l’erudizione senza etica-coscienza non è cultura ma uno strumento di morte sociale.
La vera e alta Cultura aiuta a trasformare i pensieri di giudizio in importanti valori e bisogni, perché la vera Cultura si forma sulla piattaforma dell’Etica capace di far riconoscere l’umanità in noi e negli altri.
Il terribile mondo del profitto spregiudicato di oggi ha preso possesso e gestisce le vite di milioni di persone supersfruttate, sottopagate, ammucchiate nei vari open space e call center delle diverse latitudini e longitudini del pianeta, o che scorrono come schiavi in corsa (si pensi ai rider) per le strade trafficate delle città cercando di effettuare le consegne richieste. Costringono, chi ha bisogno, a salire su impalcature pericolose a settant’anni, come quell’anziano di recente caduto e morto. Ricattano attraverso i bisogni di chi la crisi la sta vivendo pesantemente. Tengono sotto scacco milioni di persone mediante droghe insospettabili, rendendoli degli automi, inebetiti che si credono felici: sono i drogati di smartphone che camminano, a piedi o guidando, con gli occhi fissi sul piccolo schermo.
Lo chiamano il progresso inarrestabile che non puoi rifiutare: la trasformazione di quella che veniva considerata “forza lavoro” nell’odierna “forza precaria” o “forza disoccupata”, senza alcuna alternativa, perché non la vogliono creare.
Mentre tutto si precarizza, meno che il mondo dei ricchi, ipnotizzano milioni di persone con il fascino di un inevitabile Transumanesimo; di una accattivante promiscuità (mescolanza, confusione); di un insidiante teoria gender, poco compresa dai più, ma a cui tutti sembrano dare consenso (per l’effetto misteriosofico sulla psiche, quell’indefinibile prurito nella subcoscienza inesplorata ma manipolata dagli occulti ingegneri sociali), un’opera colossale di convincimento dell’uomo-massa (un incredibile esperimento sociale per riplasmare la concezione dell’essere umano secondo la volontà del potere dei “padroni del mondo”), la ridefinizione del genere sessuale per distinguere il “sesso biologico di nascita” e il “sesso che si diventa” culturalmente. Si tratta di un esperimento sociale riuscito, anche se ancora non del tutto svolto, in quanto ha provocato non pochi contrasti sociali tra mondi: nemici per forza (una infinita catena di problematiche connesse alla sessualità).
Come può, chi è veramente libero interiormente, sentire la necessità di una affermazione sessuale nella società (una struttura-pensiero che è prigione e non libertà)?
Gli ammucchiati degli open space e call center, dalle “luci intelligenti” (tanto di studi di architettura ma soprattutto tanto profitto illogico e immeritato) accecanti e dai rumori diretti e di fondo stordenti, vengono dissanguati di spiritualità e deprivati di umanità, sottoposti a forzata disumanizzazione e consequenziale animalizzazione e resi perfetti esemplari per “Allevamenti” di sperimentazione sociale. La nuova forma di schiavitù moderna è già in scena ma nessuno ha il coraggio di gridarlo forte: soltanto timidi e ininfluenti sussurri.
Il Sindacato (i “sindacati”), d’altronde, è morto da molto tempo e tutti fanno finta che sia ancora in vita. È morto sotto il peso della sua corruzione, della sua sottomissione di convenienza ai “padroni” (molti sindacalisti si son visti diventare “dirigenti” con tanto di carriera assicurata, alcuni anche in politica), per privilegi fagocitati a discapito dei lavoratori. L’indebolimento, negli anni, del Sindacato per colpa della sua crescente corruzione e collusione coi partiti, lo ha sottoposto alla spregiudicatezza crescente dei datori di lavoro espressa in minacce, ricatti e indifferenza nei confronti dei non più difesi lavoratori.
Il Sindacato, infatti, va rifondato del tutto incenerendo il marcio che ancora corrode in modo silente e indegno il mondo del lavoro (quella parte che ha permesso a Renzi di fare il Jobs Act cancellando l’Art. 18). Un Sindacato che tenga nelle mani, in una la “Costituzione” e nell’altra lo “Statuto dei diritti dei lavoratori”, quello del 1970 aggiornato, migliorato e reso equo e giusto per la nuova, attuale realtà sociale. Un nuovo “Contratto collettivo nazionale di lavoro” (CCNL) stipulato tra il nuovo “Sindacato” (da rappresentanti etici ben selezionati) e le “associazioni di categoria dei datori di lavoro”, per “contratti a tempo indeterminato” e “contratti a tempo determinato” (per non più di due volte) e dando legittimità, mediante appropriata legiferazione, alla “rappresentanza sindacale” e ad un “sistema” che vede la necessità di un obbligo di voto di tutti i lavoratori (iscritti o meno al sindacato: un diritto-dovere) sugli accordi raggiunti (in modo che la politica sia costretta ad interessarsi nuovamente di ciò che riguarda fortemente il lavoratore e non si giri dall’altra parte).
Il nuovo “Statuto” e il nuovo “Contratto collettivo nazionale” di lavoro non devono essere fondati sull’indegno presupposto che per far ripartire la “crescita” e la “creazione di posti di lavoro” sia necessario ridurre i diritti (e la dignità morale ed economica) dei lavoratori. Chiunque la pensasse in tal senso, volendo anche concretizzare un tale pensiero, è senza alcun dubbio “qualcuno” che ha mire più oscure di quelle che sembra mostrare apertamente.
Le “organizzazioni non governative” (le associazioni di rappresentanza sociale) dovrebbero prendere a cuore, distaccandosi dall’appartenenza di qualsiasi forma di politica, la necessità impellente di diffondere la perduta “cultura dei diritti e dei doveri” del lavoratore (cioè il cittadino-contribuente, cioè la persona umana). Bambini, ragazzi, giovani, adulti e vecchi non hanno più veri riferimenti culturali, solo spazzatura demenziale (vedi Grande Fratello; Amici di Maria De Filippi; Isola dei Famosi; ecc.). Non hanno più una fonte a cui riferirsi, a cui ispirarsi per una “Proposta” che si faccia sia “proposta sociale e politica” sia “risposta alla domanda sociale” effettiva, reale, che vedano diritti individuali, Lavoro, dignità morale ed economica e cittadinanza, un tutto unico in funzione di una giusta ed equa vita sociale collettiva. Siamo ancora lontani da tutto ciò, sia culturalmente sia per spinta motivazionale, basta guardare le possibili risposte comportamentali e comunicazionali: lo stato di disagio e di difficoltà in cui versa la maggior parte dei cittadini sembra aver messo diritti e doveri in standby. Lo dimostrano gli ultimi sei governi compreso l’attuale.
L’attuale governo (Salvini-Di Maio-Conte), presentatosi con un gran fracasso mediatico come il “governo del cambiamento” (dal 4 marzo 2018 ad oggi), di segni di “cambiamento” ne ha dati pochi, e non ancora realizzati (solo annunciati), ma di segnali di “continuità” se ne sono già visti e realizzati tanti. Dentro e a lato del governo operano personaggi legati a forze occulte sovranazionali. Sembrava una buona cosa questo governo, inizialmente, ma a quanto pare si trattava di prestidigitazione politica efficace.
Solo alcuni provvedimenti dimostrerebbero la volontà di un vero cambiamento annunciato, ma non si sono visti.
Le cose che segnerebbero un evidente e realistico percorso di trasformazione-cambiamento:
1 immediato reinserimento dell’Art. 18;
2 cancellazione totale del Jobs Act ed estinzione del lavoro precario;
3 cancellazione della legge Fornero;
4 cancellazione del “pareggio di bilancio” imposto da Mario Monti (il massone sovranazionale che non ammette di esserlo);
5 avvio di una graduale ma vera, necessaria e utile “riforma scolastica” (per la “Rinascita della Cultura”), rifondando il sistema dell’Educazione-Istruzione;
6 un reddito di cittadinanza (chiamato anche diversamente) dignitoso solo per chi è privo effettivamente di lavoro e per chi ha una pensione al di sotto di mille euro (dietro rigorosissimi controlli);
7 avvio di un “piano di spesa pubblica” per la normalizzazione e regolarizzazione dell’occupazione; per la cura del territorio e la bonifica dell’ambiente (che possono dare molti posti di lavoro ai disoccupati e profitto sano per molti senza il ricorso a sistemi illeciti); per una sanità giusta ed accessibile per tutti (il diritto alla cura non deve essere per pochi) da opporre al servizio speculativo delle multinazionali;
8 una ripresa intelligente della sovranità nazionale e democratica, contro l’Europa della Finanza (che è contro i cittadini) e contro la Nato per un’Italia pacifista per Costituzione.
Questi 8 punti-segnali di cambiamento non sono stati avviati veramente: gli annunci strappa-consensi non bastano, non sono utili ai cittadini in difficoltà. Quanto fatto finora sulla questione dei migranti non tocca minimamente la situazione-condizione dei cittadini, tranne che delle soddisfacenti esplosioni emotive per qualcuno (incapace a comprendere come stanno le cose veramente), quindi ininfluenti perché non riempiono né le tasche né i piatti a tavola. Inoltre quanto annunciato con il Decreto Dignità non dà certezza di un reale ed effettivo protendere al cambiamento. Serve ben altro.
Finché esisteranno i “fili” che legano la massoneria (nazionale e sovranazionale), i sodalizi come l’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, il Vaticano-Ior, i Servizi segreti, la politica (politici collettori), l’imprenditoria (imprenditori corrotti), la mafia-‘ndrangheta e bacini paramassonici di reclutamento come il Rotary Club e il Lions Club sarà molto difficile spezzare l’asse del male che sovrasta la società, che fa del Paese una Italia occulta che serve il “sistema di potere occulto sovranazionale” per tentare una “dittatura mondiale” (la “Mondializzazione”, il “Governo Unico Mondiale” del cosiddetto “Nuovo Ordine Mondiale”).
Consigliati
Il Volto del Male – Mistero e Origine, Rosario Castello
L’invisibile identità del potere nascosto, Rosario Castello
Il Chiaro e lo Scuro nel Mondo – La Mescolanza, Rosario Castello
Questa è l’Ora dell’Urgenza, Rosario Castello
Le Maschere del potere nascosto, Rosario Castello
Potestas Tenebrarum, Rosario Castello
I Fiori del male che divorano il Mondo, Rosario Castello
L’Italia occulta, Rosario Castello
Riflessioni di un giudice, Carlo Palermo, Editori Riuniti
Il papa nel mirino, Carlo Palermo, Editori Riuniti
Il quarto livello, Carlo Palermo, Editori Riuniti
Le trattative, Ingroia-Orsatti, Editore Imprimatur
Quel terribile ’92, Aaron Pettinari e Pietro Orsatti, Editore Imprimatur
È Stato la Mafia, Marco Travaglio, Chiarelettere
Viva il Re, Marco Travaglio, Chiarelettere
B. come basta, Marco Travaglio, PaperFIRST
Intoccabili, Marco Travaglio e Saverio Lodato, BUR
BerlusMonti, Marco Travaglio, Garzanti
Poteri forti, Ferruccio Pinotti, BUR
La P2 nei diari segreti di Tina Anselmi, Anna Vinci, Chiarelettere
Loggia P2. Il Piano e le sue regole, Giuseppe Amari e Anna Vinci, Castelvecchi
Loggia P2. Una storia unica, Mirko Crocoli, A. CAR
Banda Etruria, Lucio Giunio Bruto, Edizione Kaos
Ultimo Banco, Giovanni Floris, Solferino
La Repubblica delle Stragi, Salvatore Borsellino, PaperFIRST
L’Anello della Repubblica, Stefania Limiti, Chiarelettere
Il Noto Servizio. Le spie di Giulio Andreotti, Aldo Giannuli, LIT Edizioni
Da cosa nasce cosa, Alfio Caruso, Longanesi
Il Lavoro nel XXI secolo, Domenico Masi, Einaudi