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884. Sai Baba: un Maestro, una Via, un Insegnamento

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Sai Baba (1926-2011) ha offerto un Maestro, una Via e un Insegnamento autentico.
L’Insegnamento di Sai Baba è pura Metafisica che Egli stesso ha formulato anche in un metodo psicologico per i più, per custodirlo integralmente e correttamente negli anni successivi alla Sua morte. Questo per assicurare l’accesso alla perduta dignità primigenia dell’uomo smarrito nell’oscurità del mondo.
Una parte del Suo operato è stato quello di evitare che si potesse fondare una religione, una setta, una struttura manipolata per fini altri, in quanto perfettamente conscio che dopo la dipartita di un Maestro ciò che rimane è soggetto sia alla degradazione, per l’ignoranza metafisica diffusa, sia alla manipolazione di alcuni “gruppi” (già in erba quando era ancora in vita) ambiziosi di potere, come del resto è sempre accaduto per i Maestri del passato. Anche per Lui i molti sedicenti discepoli, Suoi sedicenti portavoce, sono cresciuti come funghi, tutti a cercare di costruire un proprio regno di potere in Suo nome e a cercare di dimostrare la genuinità della missione loro affidata, per convincere ed essere seguiti, perfino esibendo miracoli (materializzazione di bustine di vibhuti in tasca, ecc.). Tutti questi portavoce, alla testa ognuno di un seguito di devoti, offrono questi fenomeni a garanzia della veridicità del loro compito: un pasto illusorio per gli ingenui. Chiunque abbia davvero conosciuto (non soltanto incontrato) Sai Baba sa bene che non avrebbe mai amato un simile spettacolo alle Sue spalle.
Con l’Insegnamento che ha lasciato non serve alcun portavoce in Sua vece, nessun sostituto, nessun interprete, nessun mediatore, né per il passato operato né per quello futuro (quando sarà Prema Sai, che non avrà bisogno di essere preannunciato da nessuno). I portavoce in malafede stanno diffondendo solo un “simulacro” del Suo Insegnamento, un contenitore vuoto per attrarre le folle sotto incantesimo: non viene offerta, infatti, alcuna vera possibilità di ricerca, di realizzazione, di liberazione. Si incantano le persone ingenue, anche con buone disponibilità economiche, con una complessità di credenze (lontanissime anni luce dal vero Insegnamento di Sai Baba), di riti vuoti (senza la presenza fisica del Maestro), di esoterismi falsi acchiappa ignoranti (metafisicamente parlando). Poco, invece, circola del Suo vero Insegnamento mentre tante sono le sciocchezze (falsa conoscenza, “mithyajnana”) che a Lui vengono attribuite (dal sedicente portavoce di turno) diffuse in più parti del pianeta.
Il Suo Insegnamento Metafisico (la Vidya, la vera conoscenza esoterica che non ha bisogno di ulteriori misteriche rivelazioni ma solo di essere riconosciuta da chi è veramente “pronto”) permane per pochi, depositato tra i tantissimi “Discorsi” pubblicati per anni sotto la Sua sorveglianza.
Il Suo Insegnamento sotto forma di metodo psicologico permane presso un certo numero di seri studiosi (psicologi, psicanalisti, psichiatri, filosofi, fisici, biologi, medici, ecc.) per una futura ragionevole diffusione: una scienza per l’anima per tutti. Sai Baba ha dimostrato che il trascendente esiste nell’uomo e che l’ignoranza metafisica ne impedisce lo svelamento.
Diversi sono coloro che pretendono di parlare oggi in Suo nome, contraddicendo quanto Egli ha sostenuto in vita. Non si comprende come mai siano in tanti a seguire questi diversi affabulatori, dopo aver conosciuto direttamente Sai Baba in vita, e che non riescano a fare un approfondito lavoro di discernimento-discriminazione chiedendosi semplicemente come mai costoro, tutti con compiti speciali affidati dallo stesso Sai Baba (così tutti affermano-sostengono) siano emersi, guarda caso, solo dopo la Sua dipartita (e mai menzionati in vita) e come mai tra di loro non c’è connessione ma solo contraddizione di pensiero invece che unidirezionalità. Ciascuno di loro proclama fantasiose e fascinose impalcature di verità uniche (ad esempio la nascita già, in più posti diversi, del futuro Prema Sai; ma quanti ne sono nati e perché in posti diversi? Perché con programmi futuri diversi?) funzionali a convincere, ad attrarre, a trascinare quanti più astanti possibili: una ridicola gara specie quando sostengono che la missione gli è stata affidata direttamente da Sai Baba. Sembrerebbe siano esistiti più Sai Baba e nessuno se ne sia accorto, oppure un Sai Baba che ha contraddetto più volte stesso. La spiritualità contempla la “ricerca della verità” ma si presuppone che il ricercatore sia sincero e onesto con sé stesso e con gli altri, altrimenti è qualcos’altro, qualcosa di oscuro che non potrà mai illuminare, realizzare e liberare nessuno. I diversi racconti circolanti, che hanno la pretesa di convincere, imbastiscono un ricamo confuso che rivela la totale ignoranza metafisica dei diversi autori-portavoce differenti. Tutti pongono innanzi a sé la sciocca frase degli ignoranti arroganti che sostiene che un Avatara può fare qualsiasi cosa. Costoro non hanno capito né compreso che esiste un Principio che nell’ordine universale si esprime nell’Armonia-Equilibrio della manifestazione e nell’ordine individuale come soggezione alle leggi inerenti allo stadio di vita: il dharma è “ciò che tiene unito”, non ciò che divide, ciò che frammenta e a questo Principio si attengono anche gli Avatara. Sai Baba lo ha spiegato più che bene. Il grande potere di un Avatara è proprio quello che si sottopone ai limiti degli esseri umani ordinari pur avendo la possibilità di superarli. Solo così può trasmettere la Vidya: passando attraverso i limiti fisici, emozionali e mentali dei comuni esseri umani. L’Ordine cosmico (rta) deve essere mantenuto stabile e imperturbabile anche da un Avatara.
Dalla comprensione di questo Principio deriva quella Rettitudine che si fa legge di verità per tutti. Come si fa ad infrangerla sfacciatamente in un contesto spirituale dove annaspano molte anime pellegrine (anime condizionate) che hanno bisogno di aiuto?
Scimmiottare i gesti di Sai Baba ed emulare le Sue parole (o ripeterle all’infinito), abusando delle parole amore e fratellanza, non può nascondere del tutto il “filo” ingannatore che viene tirato per azionare lo “spettacolo-menzogna” (a cui partecipano ignari molti bravi e sinceri devoti convinti della genuinità di quanto sembra accadere).
L’”Altezza” che Sai Baba ha espresso, nella scienza dell’anima che ha Insegnato, non può essere emulata: le Sue stesse parole pronunciate dai sedicenti portavoce risultano solo note stonate, cadaveri senza vita ma, purtroppo, la suggestione dell’atmosfera creata non fa rendere conto, agli astanti, dell’inganno al quale partecipano. Eppure viene offerto un “prodotto” pasticcione, assente di Metafisica, che si rivela naturalmente al vero “ricercatore della verità” (anche se non ancora realizzato) abituato a discernere-discriminare, ma che soddisfa, appaga, esalta gli inquieti ed irrequieti pellegrini ignoranti metafisicamente, spesso frenetici visitatori di tutti i santuari esteriori meno che di quello interiore.
Sai Baba ha cercato, in mille modi diversi, di far comprendere come sia l’ego a giocare una parte importante nell’acquisizione di una visione unitaria in grado di consentire all’umanità di uscire dalla sofferenza: l’importanza data all’ego dall’uomo è un grande errore. L’ego è fatto di vibrazioni grossolane che offuscano la coscienza, perciò si fa responsabile della discriminazione negativa che crea separazione anziché unità. Per una visione unitaria da realizzare sono importanti sia l’ego (ciò che deve essere plasmato) sia il Sé (ciò che è in grado di plasmare).
L’Insegnamento di Sai Baba prevede la pratica del distacco (“vairagya”, l’indifferenza ad ogni frutto dell’azione), il non-attaccamento (“virakti), il supremo distacco (“paravairagya”) dai poteri psichici (siddhi), la corretta discriminazione-discernimento e la coerenza tra pensiero, parola ed azione.
Di coloro che hanno seguito Sai Baba per molti anni, quando era in vita, e si erano dichiarati Suoi “devoti-discepoli” solo in pochi stanno mettendo in pratica gli Insegnamenti; la maggior parte si è dispersa all’inseguimento di fuochi fatui o di illusionismi dove “qualcuno” fa vedere lucciole immaginarie per una lanterna inesistente. Costoro hanno, in modo piuttosto iniquo, intrapreso la strada della mithyajnana (la falsa o illusoria conoscenza). Si sono immersi nella più totale confusione di manipolatori e manipolati, fuorviando dall’Obiettivo Supremo. Respirare, infatti, l’aria dell’ipocrisia, di un’apparenza nefasta, alimentando il conflitto interiore degli uomini mediocri (con l’invidia, la gelosia, la brama di onnipotenza) significa logorare non solo l’essere psichico ma soprattutto l’essere spirituale. La via della menzogna non può essere sadhana.
La Realtà Suprema non si raggiunge per tappe né per mezzo di sciocche credenze o pratiche rituali, perché essa non è un divenire: vi si può accedere direttamente in quanto stato coscienziale supremo.
Sai Baba ha consegnato la Via per accedere al Quarto Stato, il turiya, la trascendenza (l’esperienza che si vive nel silenzio e nell’anonimato): l’Insegnamento Metafisico non il carnevale delle illusioni fenomenologiche che piacciono a tutti coloro che seguono questi sedicenti portavoce.
Il Quarto Stato (turiya) non può essere descritto ma può essere sperimentato: Sai Baba ha fornito informazioni metafisiche ed espedienti psicologici per sperimentarlo, per entrare ed uscire da esso e comprendere così quale stato di coscienza sia la Realtà. Egli non ha insegnato il sentimentalismo spirituale né la devozione infantile per la fenomenologia nel mondo fisico grossolano del divenire. Non ha insegnato trucchi per imbrogliare spiritualmente gli altri. Egli ha mostrato la Via e i Mezzi per trovare, riconoscere la Verità per la libertà di ciascuno.
Sai Baba ha spiegato come sia la mente la responsabile di tutto quello che accade all’uomo, sia nel bene sia nel male. Un solo pensiero produce moltissimi altri pensieri: i pensieri si concatenano in una frenetica attività (le vrtti) che non fa bene all’equilibrio e all’armonia necessari. L’uomo ha bisogno di frenare i pensieri della mente e per questo Sai Baba ha indicato di praticare “eka sankalpa”, la tecnica dell’unidirezionalità del pensiero. I pensieri vanno sorvegliati e quelli cattivi neutralizzati: sforzi coscienti continui per tenere la mente sottocontrollo.
Gli Insegnamenti di Sai Baba contemplano che l’obiettivo di ogni uomo è la realizzazione del proprio Sé interiore, cioè della propria divinità, ma per questo occorre effettuare una purificazione coscienziale attraverso il silenzio interiore, percorrendo il distacco dalle cose mondane. Scendere nelle profondità del silenzio interiore facilita l’accesso al Quarto Stato coscienziale (turiya) sperimentando la Beatitudine (ananda) e dissolvendo le illusioni del mondo del divenire.
La spiritualità non è fatta di cose esteriori (oggetti, immagini, rituali, comportamenti, ecc.) ma di interiorità.

Risvegliare la buddhi (intelletto superiore) significa attivare l’intuizione, cioè quella comprensione immediata di una realtà, capace di condurre alla percezione metafisica (interiore), ovvero alla totale immersione in quella realtà prima intuita. Tutto questo è parte degli Insegnamenti di Sai Baba che spingeva alla percezione metafisica che necessariamente porta alla Coscienza-Consapevolezza-Conoscenza.
Mettere in pratica un Insegnamento metafisico significa avere intrapreso una “Via-Linea Verticale” e non la “via-linea orizzontale” del mondo del divenire.

Sai Baba ha contribuito alla possibilità che l’uomo possa relegare nel passato l’ignoranza e la credulità che lo ha tenuto prigioniero per millenni: ha reso la Metafisica a portata di mano di tutti. Coloro che invece stanno tentando di manipolare e sovrapporre la Verità con la Menzogna rischiano di far rimanere i molti nell’oscurità, cioè nell’ignoranza e nella sofferenza: una grande responsabilità karmica.

Sai Baba, con grande semplicità, ha dato all’uomo la Metafisica come trampolino di lancio verso la Verità e la Libertà.

 

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