“Malfattori in tribunale, detenuti nelle celle,
assassini condannati e legati da catene e manette,
chi sono io mai, che non mi trovo sotto processo o in
prigione?
Violento, diabolico quanto altri mai, perché non ho ai polsi
Ferri, perché non ne ho alle caviglie?
Voi prostitute, che vi esibite sui marciapiedi,
oscene nelle stanze vostre,
chi sono io mai per osare chiamarvi più oscene di me?
(Ammiratori, non lodatemi – non fatemi complimenti
Mi fa rabbrividire, io vedo ciò che voi non vedete
So ciò che voi non sapete).
Entro la cassa di questo petto io vivo insozzato, io soffoco,
sotto questo mio volto che si mostra così impassibile,
continuamente fluiscono infernali correnti,
lussuria e malvagità mi risultano accette,
un appassionato amore mi lega ai delinquenti,
sento che sono dei loro – che appartengo a quei prigionieri,
a quelle prostitute,
d’ora innanzi non li rinnego più –
come potrei infatti rinnegare me stesso? “
Walt Whitman