Moltissimi sono i ricercatori spirituali che hanno le idee confuse su cosa significhi effettivamente affrontare e percorrere un “sentiero realizzativo” (sentiero spirituale, sadhana, ecc.). L’indole dei più, in questo critico momento epocale, è quella dell’approssimazione, della superficialità, del ritenere sufficiente l’avere accumulato qualche informazione mediante la lettura di qualche buon libro, di qualche interessante articolo, di un certo numero di conferenze di buon livello o di qualche seminario residenziale, anche in presenza della più genuina buona fede e delle migliori intenzioni. Ma non può essere così semplice avviare la cosa più importante della propria esistenza, quella che corrisponde veramente allo scopo per il quale uno spirito-anima affronta la discesa-caduta-incarnazione-nascita prendendo forma umana. Tutti gli spiriti-anime che sono legati al “ciclo evolutivo trasmigrativo”, e passano per l’Idea e la Forma dell’uomo, si incarnano dopo aver elaborato un “programma personale di rinascita”: non potrebbe essere altrimenti. Un “programma” prevede una approfondita analisi e sintesi della propria condizione spirituale e del proprio completo bagaglio karmico, per individuare quali migliori possibilità di esperienze permettano di trarre le migliori e più giuste spinte evolutive, riparando anche molte delle pendenze karmiche che gravano sulle spalle spirituali dello spirito-anima che si appresta a nascere nel mondo umano.
Il risultato di analisi e sintesi del karman è funzionale a poter intessere le esperienze da provocare durante la vita mediante la maturazione, al momento giusto, dei “semi karmici” scelti. Questi per farli esplodere tra le pieghe della sostanza sottile dei cakra, quelli corrispondenti al tipo di esperienza programmata per far emergere tutte le giuste sensazioni, emozioni, sentimenti, pensieri e stati di coscienza. Tutto nella speranza di riuscire a trarre la risposta evolutiva necessaria a livello di presa di coscienza. Nessuna esperienza materiale e psichica è importante se da essa non viene tratta la necessaria risposta evolutiva dal punto di vista spirituale.
La valutazione karmica, prima dell’incarnazione, determina la classificazione della posizione coscienziale dello spirito-anima nell’esistenza umana.
Quando uno spirito-anima si manifesta, nell’incarnazione, come “non evoluto” significa che è uno spirito impreparato, senza idee chiare dal punto di vista mentale e spirituale. Questa tipologia riguarda, purtroppo, la maggioranza umana.
Nelle esperienze della vita, un “non evoluto”, si comporta da sprovveduto, senza capacità di reazione agli imprevisti.
In una incarnazione, ogni spirito-anima, deve allenarsi, nella propria capacità di percezione, a ridurre, fino ad azzerare la distanza che lo separa da Dio. La distanza esiste per una errata percezione che favorisce il materialismo, l’ateismo, l’egoismo, il narcisismo, il consumismo e tutti gli ismi negativi.
Lo spirito-anima incarnato “non evoluto” deve eliminare, dal suo modo di pensare e di parlare, il bloccante modo di dire: “non c’è niente da fare”.
Le esperienze che si avvicendano, belle o brutte, devono servire ad accrescere sempre maggior potere nella volontà dell’uomo, un’energia-forza da riversare nella spiritualità in grado di accrescere il livello della posizione coscienziale dello spirito-anima incarnato.
Coltivare una visione elevata dell’esistenza, allenando il “sistema Corpo-Mente” a tendere verso gli elementi della visione di riferimento, aiuterà nei momenti critici durante gli attacchi di una esperienza dolorosa. Il corretto assorbimento dell’impatto doloroso e dell’accettazione dell’evento, aiuterà a trovare la strada della soluzione e alla presa di coscienza richiesta dal “programma personale di rinascita” che cancellerà l’ulteriore peso della sofferenza previsto normalmente dal karman. Ecco una delle cose che deve apprendere un ricercatore consapevole della spiritualità.
Molte sono le cose che sostengono di credere molti “ricercatori della verità”, ma il più delle volte sono enunciati di fede solo a parole.
La maggior parte di questi “ricercatori della verità”, anche se in buona fede, non hanno iniziato nel modo giusto la loro ricerca, per mancanza di informazione, per ignoranza metafisica, per suggestione indotta dai soliti sedicenti esperti di tutto. Così i più finiscono per sostenere, solo a parole, di credere in Dio, di credere nell’anima, di credere nella possibilità di una realizzazione mediante un sentiero spirituale ma, in realtà, pensano, parlano e si comportano come se ci fosse una netta separazione tra loro e Dio, tra loro e la propria anima, tra loro e il sentiero che dicono di percorrere. In realtà non esiste alcuna separazione tra loro e Dio, tra loro e la propria anima, tra loro e il sentiero spirituale intrapreso: è tutto in Uno.
Gli esseri (spiriti-anime, incarnati e disincarnati) non sono mai al di là di Dio o fuori di Dio; è la vita stessa, che sperimentano attraverso le molteplici esperienze nell’incarnazione umana, il loro “sentiero spirituale”. I più vivono inconsciamente la realtà che potrebbero percepire perché fanno dei loro passi sul sentiero un percorrere cieco e meccanico, anche coloro che avrebbero grandi possibilità. Solo un esiguo numero vive la vita come consapevole sentiero spirituale scelto e ciò imprime un’accelerazione evolutiva, a volte con interessanti sbalzi di livello, manifestando un risveglio su elevate posizioni coscienziali.
È bene sapere, comunque, che anche quando si commettono degli “errori” non si esce mai dalla strada di Dio: è solo la percezione alterata dall’errore che ne dà l’impressione e un certo grado di sofferenza, questa funzionale a dare la possibilità di dirigersi, prima o poi, verso una rettifica.
Uno spirito-anima incarnato che cammina su un sentiero spirituale consapevole ha tutto in Sé, ha tutto ciò che serve per il migliore dei risultati, compresa la possibilità di sperimentare l’Assoluto Metafisico.
I ricercatori spirituali dovrebbero passare attraverso tre stadi importanti: uno “stadio informativo”, poi uno “stadio formativo” e infine percorrere uno “stadio realizzativo” vero e proprio. Chi ha la fortuna di affrontare in questo modo la ricerca spirituale ha delle buone possibilità di ottenere velocemente dei risultati evolutivi importanti.
Uno spirito-anima, che in qualità di essere umano si fa ricercatore spirituale, deve educarsi a pensare in maniera completamente diversa da quella dei normali esseri umani. Deve rendersi conto come molte azioni del corpo fisico grossolano, cui è costretto a sottostare, non sono volute effettivamente dalla realtà spirito-anima. Sono però necessarie e spesso indispensabili. L’incarnazione è sempre una forte esperienza di contrasto “materia-spirito” dal quale bisogna trarre il meglio possibile per l’evoluzione spirituale.
Alcuni spiriti-anime programmano (nel “programma personale di rinascita”), prima di reincarnarsi, degli itinerari per far sì di poter creare le condizioni-possibilità di diventare fautori di storia, attraverso ricerche e proposte di modi specifici, per cercare di realizzare un mondo migliore e più giusto. Quasi mai questi spiriti-anime realizzano i loro programmi completamente, per la complessità delle cose umane, per gli ostacoli e per le interferenze, ma certamente riescono a diffondere le loro idee e a creare, nel tempo, correnti di pensiero ispiranti.
Gli spiriti-anime che si incarnano, classificati tra le categorie degli “evoluti”, sono destinati ad incontrarsi o scontrarsi con le “forze oscure” che operano nel mondo orchestrando una “guerra occulta”, guerra che solo in pochi riescono a vedere: un azionamento contro-iniziatico che vuole incatenare l’umanità alla materia e per tale scopo si riflette sui livelli mondani negli ambiti politici, sociali, economici, finanziari, imprenditoriali, artistici, dell’etica, della morale e della cultura. Viene diffuso un “materialismo dialettico” che si maschera di valori spirituali per manipolare le masse umane, incitandole, ancora una volta, contro l’ordine cosmico (come è stato in cielo così vogliono ripetere in terra ancora una volta).
La reincarnazione degli “evoluti” non è mai facile ma è sempre una grande esperienza per gli spiriti-anime della realtà spirituale. Non significa che quella dei “non evoluti” sia una vita facile ma è meno consapevole, meno interessata all’intelligenza spirituale e più attratta dall’intelligenza materiale per le faccende esclusivamente umane.
La realtà degli spiriti-anime vincolati al “ciclo evolutivo trasmigrativo” è molto complessa in quanto condizionata alla continua giostra delle nascite-morti-rinascite.
Nel momento-esperienza in cui il corpo muore lo spirito-anima è consapevole di quello che sta avvenendo: vede, si rende conto che il corpo è morto, “sente” le sofferenze dei propri cari e tutto l’ambiente intorno. Dopo un po’ che osserva (tempo che varia da soggetto a soggetto) quanto accade perde coscienza di sé, precipita in una specie di sonno dal quale si risveglia dopo un certo tempo (anch’esso soggettivo) in base alla propria evoluzione spirituale, alla posizione coscienziale raggiunta. Si tratta di un sonno assolutamente necessario per azionare il distacco, spesso difficile, dal richiamo terreno. Moltissimi hanno grandi difficoltà in questa fase: l’attaccamento materiale e psichico, al corpo e alla personalità e agli affetti, sentiti come oggetti-proprietà perduti, se non smaltito velocemente blocca l’entità in stadi-zone intermedie problematiche.
Quella del sonno è una esperienza soggettiva per ognuno: in realtà è un “sonno con sogni” in cui l’entità rivive tutta l’esistenza vissuta per una specie di bilancio.
Una volta risvegliatosi dal sonno-sogno sarà consapevole degli “errori” compiuti, ne soffrirà e proverà il bisogno di voler riparare.
Dal “punto di vista spirituale” le responsabilità non sono viste e valutate secondo il “punto di vista umano”. Per il giudizio sul bilancio vengono prese in considerazione solo le azioni che veramente hanno condotto a certe esperienze significanti, che hanno provocato e tratto importanti concezioni spirituali. La maggior parte delle azioni umane, senza un riflesso spirituale, non contano nulla dal punto di vista spirituale.
Sono molte le banalità alle quali tantissime persone danno molta importanza sia che si tratti di persone religiose-superstiziose sia di persone ateiste-materialiste. Le banalità restano sempre banalità in qualsiasi ambito, specie quando offendono l’intelligenza e le ragioni superiori dello spirito, quindi spiritualmente non contano nulla.
Contano molto le esperienze di presa di consapevolezza che derivano da una semplice azione sul piano materiale ma che fa emergere una profonda riflessione che finisce per conformarsi in un concetto spirituale. Conta moltissimo anche se resta invisibile all’osservazione altrui. Spesso azioni-comportamenti apparentemente importanti svolte sul piano sociale non contano nulla dal punto di vista spirituale. Delle cose umane e sociali ogni spirito-anima incarnato deve trarre solo tutti quegli elementi che sono utili (utilizzabili) sul piano spirituale.
Per uno spirito-anima incarnato sono importanti tutte quelle esperienze in grado di far comprendere il senso profondo della fraternità. Fra gli esseri umani (spiriti-anime incarnati) la comprensione e l’applicazione del concetto di fraternità è piuttosto ostacolato ma rappresenta qualcosa di molto importante da comprendere-esperire assolutamente. Tutte le esperienze che girano intorno alle questioni “prossimo” e “fraternità” sono importantissime per lo spirito-anima incarnato.
È dal tipo di lavoro svolto nelle varie esperienze di tipo materiale che può trarre, lo spirito-anima incarnato, risultati spirituali. Una gran parte della vita svolta, di ogni essere umano, è mascherata negli infiniti risvolti delle banali attività della vita personale e sociale. In questi risvolti, però, si nascondono le importanti necessità che riguardano i motivi per i quali gli spiriti-anime si incarnano.
La Realtà è Una e Universale. Le singole “parti” che sembrano costituirla non possono, e non devono essere considerate alcune “grandi” e altre “piccole”, oppure “importanti” o “meno importanti”, addirittura “grandi realtà” o “piccole realtà”. La Realtà, proprio perché Universale, è quella che è, in qualunque “punto” o in qualunque “momento” ci si trovi da osservatori o da operatori. Ogni livello e grado di percezione coglie il suo livello di verità corrispondente. Qualunque livello e grado coglie pur sempre la sua verità.
La Verità Universale viene acquisita attraverso i gradini di una lunga scala di verità personali sperimentate, anche se queste ancora imperfette nella loro percettibilità. Le verità imperfette percepite, che formano nel ricercatore un ordine della conoscenza personale, assumono nel tempo, per esperienza maturata, una diversa collocazione, quella corretta che dovrebbe avere la coscienza nel percepirle. Quando non si è ancora pronti per certe conoscenze-verità vi si può giungere per approssimazione.
Un autentico percorso di conoscenza passa sempre attraverso segmenti di contraddizionalità che spianano la strada all’intelligenza, alle ragioni superiori dello spirito.
Quando un “ricercatore della verità” conquista una nuova informazione, che si fa “informazione-coscienza”, significa che è risuonato ad un’altra “parte” di verità universale che si struttura come suo patrimonio. Si tratta di un rapporto che procede fra l’individualità (l’ego-corpo-personaggio), lo spirito-anima e la realtà intorno in cui si è incarnato: un passo nella meccanica del mondo materiale grossolano e un passo sul piano delle leggi spirituali.
Un essere umano, che in realtà è uno spirito-anima incarnato, dovrebbe sentire il compito, nella vita terrena, di applicare il proprio istinto spirituale e viverlo: vivere la virtù, anziché predicarla, migliorando così la società degli uomini partendo da sé stesso.
In molte migliaia di anni non si è mai visto il mondo degli uomini trasformarsi da cattivo a buono semplicemente ad opera delle leggi umane. In molti predicano da sempre la virtù ma nessuno la pratica, la vive veramente. L’influenza delle leggi non apporta miglioramenti in senso spirituale: è solo l’attività singola di ciascun essere umano che può creare un tipo di società migliore e più illuminata. Una società umana può cambiare in meglio tramite un’operazione interiore di ciascun essere umano che, essendo in realtà uno spirito-anima incarnato, può manifestare influenza spirituale.
In realtà occorrerebbe una adeguata educazione generale che faccia riconoscere la validità del fine spirituale nell’essere umano e che tutta la condotta sociale fosse adeguata all’aspirazione spirituale. Non si è mai riusciti a farlo su vasta scala tranne che in esperimenti, su piccole realtà, dai risultati imperfetti. La normalità dovrebbe vedere l’essere umano trasformato in un essere fortemente spiritualizzato capace di conciliare ciò che riguarda le sue necessità biologiche e la sua natura spirituale.
Se all’essere umano venisse rivendicata la sua funzione spirituale si potrebbe ottenere una società moralmente sana e veramente utile alla collettività umana.
Senza spiritualità l’essere umano vive dentro di sé angosciato, senza equilibrio e le sue risposte comportamentali e comunicazionali mancano di amore e di armonia. In questo modo gli spiriti-anime incarnati nella forma umana incontrano grandi difficoltà a fare le giuste esperienze per l’evoluzione spirituale previste nei loro “programmi personali di rinascita”: troppe interferenze.
Il grande problema attuale dell’umanità è che si sta verificando una profonda crisi spirituale degli individui, che la crisi economica mondiale ha fatto emergere mettendola a fuoco, e su ogni individuo in crisi sta agendo-premendo il processo storico del critico momento epocale, con l’aggiunta di una crisi generale dei valori.
Si evidenzia l’incapacità dell’essere umano ad elaborare una corretta cultura umana, una filosofia umana, delle scienze umane capaci di risolvere almeno i problemi principali che provocano molta sofferenza ed impediscono un risveglio spirituale della coscienza dei più. L’essere umano non riesce perché affronta i problemi dal punto di vista sbagliato: i problemi dell’umanità sono problemi di carattere spirituale.
Gli individui sono incapaci (immaturi) di risolvere il rapporto tra sé stessi e la propria civiltà: individui magari maturi sul piano individuale, culturale, etico-sociale ma immaturi spiritualmente. L’umanità è bloccata nella palude dell’immaturità spirituale.
L’essere umano dovrebbe riconoscere la presenza spirituale dell’essere “spirito-anima”, portare questo riconoscimento a livello della coscienza in modo tale da sapere in realtà cosa ci fa sulla terra.