Quella della “crisi delle Banche” non è una storia nuova, anche se fanno di tutto per farla sembrare tale. Se i media rovistassero i loro archivi, lungo i vari decenni passati, per fare un buon servizio ai cittadini, troverebbero un buon numero di storie bancarie da poter elencare, comparare e rivelarne le cause: sempre le stesse.
Bisognerebbe ricordare come tra gli iscritti alla Loggia eversiva massonica Propaganda 2 (P2) risultassero anche banchieri di rilievo, oltre ai soliti menzionati Roberto Calvi e Michele Sindona, ovvero 10 direttori generali di Istituti di Credito (Banca Nazionale del Lavoro, Monte Paschi di Siena, Banco di Roma). La stessa Mps da sempre sotto la lunga mano di massoni, politici e faccendieri, ma lo scandalo recente è iniziato silenziosamente nel 2002, ha rumoreggiato il 7 novembre 2007 (operazione Antonveneta) con la conseguente crisi e il crollo nel 2011; e nel 2013 iniziano le indagini. Ma la Mps già ai tempi della P2 aveva ai vertici membri piduisti (procuratore-direttore generale Giovanni Cresti, il direttore Fosco Buccianti e il vicepresidente Loris Scricciolo). Oppure, già nel 1975, anche la Banca Nazionale del Lavoro aveva ai vertici membri della P2 (il direttore generale Alberto Ferrari, l’amministratore delegato Gianfranco Graziadei, il Responsabile Servizio Titoli Mario Diana, il direttore centrale filiali Bruno Lipari, il direttore centrale affari generali Gustavo De Bac).
La crisi di una Banca è sempre dovuta a “qualcuno” che non ha fatto onestamente il proprio dovere e a “qualcun’altro” che non ha vigilato o ha fatto finta di non vedere, venendo meno al proprio mandato istituzionale. E su chi ricade, ogni volta, il problema di una “banca in crisi”? sui cittadini-contribuenti e sui cittadini-risparmiatori. Nessuno mai, dei veri responsabili, che paghi veramente: mai che si aprono le porte del carcere per tali soggetti truffaldini. Non si tratta mai di errori accidentali per scelte sbagliate ma per scelte fortemente volute per truffare, per perseguire degli scopi illeciti.
Come mai con tutte queste banche in crisi, collezionate lungo molti decenni, nessuno ha pensato bene, neanche la Banca d’Italia, di elaborare una valida strategia capace di prevenire, ostacolare e vigilare capillarmente, forti delle tante esperienze?
Tutte le “classi dirigenti” che si sono avvicendate in moltissimi anni non ne sono state capaci.
È possibile? Non vorremmo dover pensare per forza che tutto ciò sia voluto, che possa far parte di una sorta di piano a lungo termine.
Solo una mente diabolica, come quella di Giulio Andreotti (esperto di banche, quelle di Sindona, Calvi e dello Ior) potrebbe comprenderne la logica, il senso, lo scopo.
Non si riesce a comprendere, specie dopo le quattro Banche, Etruria (già nel 1981 risultava nella cronaca giudiziaria, risultante la banca utilizzata da Licio Gelli per far pagare la quota di affiliazione ai membri della P2; nel 2015 il crac in odore di massoneria), Banca Marche, Cariferrara e Carichieti (le banche delle “sofferenze”, cioè dei “crediti ineleggibili”, le “sofferenze” che hanno fatto soffrire molti risparmiatori, 36mila nella sola Toscana, fino all’estremo gesto del pensionato che si è tolto la vita), come mai i tanti esperti, strapagati dai cittadini-contribuenti, non sono stati in grado né di prevenire né di vigilare ma neanche di risolvere il problema una volta per tutte. La vita dei pensionati, degli artigiani, dei commercianti e degli impiegati vale forse meno delle Banche da salvare? Perché il denaro per le Banche da salvare si trova sempre e si fanno tante storie quando si tratta dei cittadini-contribuenti?
Perché non sviluppare per davvero una linea comune, con provvedimenti sinergici, il Governo del momento, il Parlamento, i vertici delle Banche e gli organi di vigilanza (che a quanto pare non vigilano mai prima e a ogni nuova crisi avvenuta straparlano)?
Perché, poi, una Banca che salta dovrebbe essere salvata sempre dallo Stato (cioè sempre a carico dei contribuenti, come se fossero loro i responsabili degli atti illeciti commessi dai vertici delle banche stesse) e non lasciata al suo destino ma punendone i veri e soli responsabili, costringendoli a risarcire i danneggiati?
Magari cambiare questa comoda ma insana abitudine del salvataggio di Stato potrebbe dissuadere le menti manageriali predisposte a delinquere. Bisognerebbe proprio provare invece di perpetuare il solito sistema che favorisce le Banche e chi le mette in crisi.
Coloro che sono ben pagati per tutelare e invece indulgono, per guadagno, privilegi e carriera, in sistemi-truffa devono essere puniti severamente, facendogli assumere tutte le responsabilità dei propri atti.
La Banca d’Italia è una banca privata ma è al di sopra della legge (non ci risulta per decreto divino). Nessuno sa spiegare esaurientemente perché. Se sbaglia o non vigila come dovrebbe nessuno la può additare. Esiste una crepa nella rettitudine delle cose per come dovrebbero essere: il Consiglio di Stato si è pronunciato più volte conferendo alla Banca d’Italia, in base a quale criterio non si sa, “ampia discrezionalità valutativa” (non si conoscono i parametri di riferimento). Questa “ampia discrezionalità valutativa” (che non si comprende esattamente cosa si voglia intendere) non potrebbe essere proprio la causa a monte del problema che si verifica tutte le volte con banche che puntualmente precipitano nella crisi?
Può essere la Banca d’Italia a stabilire il confine tra lecito e illecito? Non ci vorrebbe anche per lei un “Organo” istituzionale di controllo visto il delicato compito che svolge? Nessuno può verificare se i commissari inviati da Banca d’Italia facciano bene o meno, se favoriscano o cerchino effettivamente di arginare l’“Errore-Illecito”. È lecito che solo Banca d’Italia, banca privata, sia il giudice dei propri commissari?
Il “sistema” non funziona ma nessuno, sembrerebbe, lo voglia cambiare.
Letture consigliate
Io so e ho le prove, Vincenzo Imperatore, Chiarelettere
Io vi accuso, Vincenzo Imperatore, Chiarelettere
La Banda d’Italia (inchiesta Bankitalia), Elio Lannutti, Charelettere
Contro gli abusi delle Banche, Mario Bortoletto, Chiarelettere
Non c’è libertà senza legalità, Piero Calamandrei, Laterza
Il banchiere di Dio, Rupert Cornwell, Laterza
Storia del Banco Ambrosiano …, Carlo Bellavite Pellegrini, Laterza
La grande truffa: il caso Calvi …, Charles Raw, Mondadori
Il padrone dei padroni. Enrico Cuccia, Giancarlo Galli, Garzanti
Il crollo: Andreotti, Craxi e il loro regime, Bellu-Bonsanti, Laterza
Il lato oscuro del potere, Giuseppe De Lutiis, Editori Riuniti
Italia oscura, Giovanni Fasanella e Antonella Grippo, Sperling & Kupfer
Lo Stato Parallelo, Andrea Greco e Giuseppe Oddo, Chiarelettere
Il quarto livello, Carlo Palermo, Editori Riuniti
Italia occulta, Giuliano Turone, Chiarelettere (gennaio 2019)
Il Volto del Male – Mistero e Origine, Rosario Castello
L’invisibile identità del potere nascosto, Rosario Castello
Il Chiaro e lo Scuro nel Mondo – La Mescolanza, Rosario Castello
Questa è l’Ora dell’Urgenza, Rosario Castello
Le Maschere del potere nascosto, Rosario Castello
Potestas Tenebrarum, Rosario Castello
I Fiori del male che divorano il Mondo, Rosario Castello
L’Italia occulta, Rosario Castello (agosto 2018, presso la piattaforma Youcanprint)
Compendio del Libro “L’Italia occulta” (Massoni, Politici, Faccendieri e Mafiosi): scaricabile gratuitamente sul sito www.centroparadesha.it nella Sezione Free E-Books