Era il Gurupurnima del 2011 quando iniziammo la missione del nostro “tradere”, sperimentando la discesa nel web, aprendo una “corrente” con i navigatori-lettori-aspiranti alla realtà spirituale. Con il Gurupurnima di quest’oggi (2019) sono trascorsi otto anni.
Sin da subito abbiamo proposto un cammino impersonale per il raggiungimento di quell’obbligato “stato interiore impersonale”, richiesto da una vera spiritualità, per poter accedere alla possibilità di Risveglio-Realizzazione-Liberazione verso cui ogni sincero aspirante è proteso.
Abbiamo aperto una “corrente” offrendo con essa un orientamento spirituale a quanti fortemente interessati. Abbiamo offerto i volti diversi dell’Esoterismo, volti verso i quali ciascun navigatore-lettore-ricercatore potesse trovare quello a sé confacente: Yoga, Tantra, Vedanta, Taoismo, Occultismo, Ermetismo, Teosofia, Magia, Qabbalah, ecc.. Abbiamo presentato dei Maestri ma non in quanto “personaggi” quanto incarnazioni di “Insegnamenti” metafisici e non di giochi fenomenici.
Abbiamo riproposto, quindi riconsegnato, alle possibilità dei “pronti”, l’Esoterismo sottratto dalle Forze distruttrici del Kaliyuga, quelle Forze della contro-iniziazione che insidiano gli enti planetari per non farli risvegliare spiritualmente. Queste Forze permettono di vedere, dell’Esoterismo, soltanto il lato culturale che attrae i predatori dell’erudizione che la trasformano in strumento di potere ma per niente interessati alla spiritualità.
Abbiamo lanciato un “sussurro” tra le tanti voci stordenti dei venditori di “ignoranza” metafisica ed esortato, i lettori delle nostre righe, a sviluppare la capacità di discriminazione-discernimento per saper scegliere la giusta direzione e saper bandire gli imbroglioni della spiritualità che chiedono denaro e assoggettamento. Questi imbroglioni sbandierano l’esistenza di un “segreto”, in realtà inesistente, per nascondere un vuoto. La vera intuizione e i gradi di coscienza non si comprano né si acquisiscono con seminari residenziali.
Le fake news e la disinformazione del web hanno aggiunto ignoranza nel mondo della ricerca spirituale e diffusi confusione e disorientamento: così la spiritualità che spesso viene seguita da molti, indotti a sentirsi speciali, non migliora né gli individui né l’umanità.
Se sono in molti, ancora, quelli che scambiano la metafisica con il mondo dei fenomeni paranormali qualcosa significherà.
La ricerca spirituale è scivolata sui binari dell’egoismo assumendo tante facce, quelle dell’insolito, del mistero, dei fenomeni paranormali, dello spiritismo, dello channeling, dell’astrologia demenziale, della divinazione, dell’ufologia, dei falsi guaritori, ecc..
Abbiamo sussurrato, e sussurriamo ancora, per coloro che sono pronti all’ascolto: suggeriamo, infatti, che c’è sempre un sentiero, una via da percorrere nonostante l’oscurità del Kaliyuga che diffonde la mithyajnana (la “conoscenza falsa o illusoria”).
Noi abbiamo cercato di parlare ai più diversi livelli e gradi di coscienza, poiché sono infiniti, ma in particolare a coloro che pur non avendo percorso la Via sono pronti a farsi delle “opinioni” capaci di condurli oltre, e soprattutto a coloro che avendo un cuore e una mente pronti possono essere in grado di trasformare la ricerca in un sentiero operativo verso l’Iniziazione.
Così, consapevoli dell’oscurità morale, intellettuale e spirituale dell’umanità, abbiamo voluto riconsegnare l’Insegnamento esoterico per un nuovo sviluppo fisico, intellettuale, morale e spirituale nella ricerca della Verità.
L’umanità è ancora molto limitata e per questo schiava della Torre di Babele della conoscenza materiale e mentale: ad essa risulta difficile comprendere la vera Realtà.
Abbiamo sussurrato, comunque, perché un certo numero di navigatori-lettori-ricercatori potesse della conoscenza farne uno “stato coscienziale”.
Cosa significa, quindi, essere un Risvegliato-Realizzato-Liberato (jivanmukta)?
Significa che colui che ricercava la Verità, discriminando tra Reale e non-Reale, ha compiuto la totale trascendenza della maya: ha risolto la mente realizzando il Sé-atman quale pura Consapevolezza senza contenuto (Coscienza-senza-secondo).
In questo giorno di ricorrenza offriamo, di seguito, alcune parole di Saggezza sulla vera natura del Gurupurnima.
In Divina Amicizia il Centro Paradesha
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“Il GuruPurnima è dedicato ai ringraziamenti al Guru perché oggi la Luna, la Deità che presiede alla mente, è piena, chiara, fresca e brillante, non ha macchia o ottusità che ne diminuisca la luminescenza. Oggi, anche il Guru viene descritto e lodato come immacolato, luminoso e affezionato; egli è tollerante e veramente pacifico, è l’esempio vivente e l’incarnazione delle virtù che desidera che noi sviluppiamo, rimuove gli errori nel modo di vedere e distrugge l’oscurità dell’ignoranza. Il Guru svela l’Atma all’individuo e lo rende libero. Per questo il Guru Purnima è dedicato a tali Guru Divini. In realtà, Dio, il Dio interiore, è il Guru dei Guru, la Sua Grazia può far vedere i ciechi, camminare gli storpi e i muti parlare; con un semplice tocco, Egli può spazzar via i peccati del passato e creare pace e gioia. Vyasa è il primo Guru che abbia segnato il percorso e la meta ed è quindi associato al giorno della Luna piena (Purnima)”.
Sri Sathya Sai Baba (1926-2011)
Il Gurupurnima è la ricorrenza dedicata al Guru nel giorno di luna piena del mese di Asadha (giugno-luglio). È la ricorrenza del giorno in cui Narada coi suoi insegnamenti rimosse ogni dubbio dalla mente di Vyasa. In quel giorno iniziò a scrivere il Brahma-Sutra.
Purnima = Luna Piena
Giorno di Luna Piena (pienamente benefica)
consacrato per onorare il Guru.
Gu-Ru significa
“Colui che non ha tenebre in lui”.
“… Colui che accende l’Atma-Jyothi (luce dell’Anima) dentro di voi
insegnandovi cosa è giusto e cosa è bene,
che vi aiuta nella pratica dei sacri princìpi contenuti nelle Sastra (scritture),
tranquillizzando la vostra mente,
può essere ritenuto un vero Guru …”.
“… Il Guru avverte e veglia.
Egli rivela la verità e
vi incoraggia a proseguire verso di essa.
Se non avete questa bramosia,
il cuore che domanda,
l’intelligenza che ricerca,
non potete fare molto.
Gli affamati possono essere sfamati,
colui che non ha fame scarterà il cibo come un fastidio.
Il Guru è un giardiniere che cura la pianta
ma il seme deve spuntare
prima che egli possa prenderne cura.
Egli non mette niente di nuovo nella pianta,
l’aiuta solamente a crescere secondo il suo destino,
in modo più svelto può darsi,
più pienamente può darsi,
ma non contro la sua natura interiore …”.
Sri Sathya Sai Baba (1926-2011)
Aggiungiamo altre parole preziose sul significato di GuruPurnima, non le nostre ma quelle di Sri Sathya Sai Baba (1926-2011) estratte da Sathya Sai Speaks – SSS – :
“Nella parola Guru, Gu indica il buio dell’egoità. La seconda sillaba Ru indica la rimozione di quest’illusione … Alla rivelazione del Guru i Molti si fondono nell’Uno; e se c’è solo l’Uno, come può arrivare la paura? Che cosa c’è da desiderare e da acquisire? …”. (SSS VII)
“Il Guru è il Maestro della Scienza dello Spirito (Atmavidya) e mette in fuga le tenebre come fa il Sole”. (SSS IV)
“(…) C’è bisogno di un Guru, di qualcuno che vi guidi e conduca; di uno che abbia percorso la strada e ne conosca ogni accidentalità. Potete avere lucerna, stoppino ed olio; ma chi vi dà il fiammifero? (…)”. (SSS VII)
“Chi vi può guidare è il Guru, e vi indica anche la meta, ma non vi ci può portare a spalle né in macchina. Siete voi che dovete scarpinare … Ci sono due specie di apprendimento: l’aprapta prapti e la prapta prapti. L’aprapta prapti è l’ottenere qualcosa che non si aveva … Invece la prapta prapti è il rendersi conto di qualcosa che si aveva già, ma non si sapeva di avere … Così il Guru ti invita a sfogliare le pagine del tuo cuore; ecco che trovi il tesoro bell’e pronto a farti ricco oltre ogni misura”. (SSS IV)
“Il Guru vi indica il Guri, la Meta; vi rivela l’Atmatattvam, l’Essenza dello Spirito. Chi sta affondando nella melma non può salvare altri che si trovano nella medesima situazione; per tirarli fuori ci vuole qualcuno che stia sul solido. Perciò il Guru deve avere un appoggio sicuro; sopra e oltre il fango del Samsara”. (SSS IV)
“Il miglior Guru è il Divino che è in voi; desiderate udire la Sua voce, il Suo insegnamento (Upadesha). Se cercaste un Guru terreno correreste dall’uno all’altro come il topo chiuso nel tamburo, che corre verso la parte opposta a quella su cui si batte”. (SSS III)
“Il Guru può solo ripetere, ricordare, ispirare, istruire, persuadere, convincere; ma è il discepolo che deve iniziare l’attività. Dev’essere lui a saltare l’ostacolo; nessuno lo può sollevare su di esso”. (SSS VII)
“… ; meglio è per voi avere come Maestro Siva stesso, al posto di questi individui (sedicenti Maestri) egoisti e folli di potere, che trovano diletto nell’odio e nell’esaltazione”. (SSS I)
“Dai genitori ricevete il corpo materiale (Deha); il Guru vi richiama all’Abitatore del corpo, al Dehi; perciò, come dicono i Veda, ‘Madre, Padre e Maestro siano per voi come Dio’ Matru devo bhava, Pitru devo bhava, Acharya devo bhava”. (SSS IV)
Per finire, un estratto da Vivekacudamani di Sankara (Edizioni Asram Vidya):
il discepolo così si esprime …
“O Maestro e amico di coloro che si abbandonano a te,
io m’inchino.
Affrancami dall’oceano delle nascite e delle morti in cui mi dibatto,
guardami con i tuoi occhi penetranti
che effondono influssi di grazia.
Salvami dalla morte,
perché sono preda delle fiamme inestinguibili del samsara
e sbattuto dagli impetuosi venti delle avversità.
Nel mio spavento cerco rifugio in te,
perché non conosco nessun altro in cui cercare riparo.
O Signore,
dimmi parole preziose come il nettare,
sgorganti come una fonte
dalle tue labbra,
rese più soavi dall’esperienza della beatitudine del Brahman;
versale su di me
rinfrescanti, pure e così gradevoli
alle mie orecchie;
su me che sono arso dai dolori terreni,
come la foresta dalle
fiamme di un incendio.
Benedetti sono coloro che
Tu hai illuminato con uno dei Tuoi sguardi,
accogliendoli sotto la Tua protezione.
Come attraversare l’oceano del samsara?
Quale sarà la mia meta?
Quali dei tanti mezzi dovrò adottare?
Confesso la mia ignoranza.
O Signore, salvami;
dimmi come por termine alle miserie dell’esistenza relativa”.
Il Maestro rivolgendogli uno sguardo di benevolenza, esortandolo a non aver paura …
“Non temere, o accorto Discepolo,
per te il pericolo è scomparso …”