Presentiamo, di seguito, l’interessante Editoriale, del Segretario Generale della Società Teosofica Italiana, sulla Rivista Italiana di Teosofia Ottobre 2019: condividiamo parola per parola quanto da lui scritto egregiamente.
Ringraziamo di cuore Antonio Girardi e la Società Teosofica Italiana per gli illuminanti semi che mensilmente distribuiscono con la Rivista.
In Divina Amicizia … il Centro Paradesha
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Un Patto con la Terra e per la Terra
Il susseguirsi nel tempo delle culture umane ha evidenziato differenti rapporti fra le comunità e la natura, rappresentata simbolicamente nella sua totalità da Madre Terra. Alcune culture si sono mantenute rispettose verso l’insieme degli elementi che rendono possibile la vita nel pianeta, altre hanno affermato una presunta superiorità dell’essere umano rispetto agli altri regni e una sorta di diritto allo sfruttamento e alla distruzione del regno minerale, di quello vegetale e di quello animale. E – quel che è più grave – spesso non sulla base della necessità di soddisfare i bisogni primari di sopravvivenza quanto piuttosto per inseguire inutili e costosi standard artificiali. Quest’ultimo è il modello adottato dall’Occidente, diffusosi poi su scala globale, con le evidenti conseguenze negative sul clima, sulle risorse naturali, sulle relazioni fra gli esseri umani.
Non si tratta qui di sostenere un ingenuo ritorno a un mondo idilliaco, probabilmente mai esistito negli ultimi millenni, quanto piuttosto di comprendere innanzitutto come i comportamenti umani siano in stretta relazione sia fra di loro sia con la natura. Se la direzione inequivocabile di oggi è verso la distruzione del pianeta urge una presa di coscienza che consenta di ristabilire un patto di mutuo rispetto e di armonia con la Terra e per la Terra, patto che avrebbe come non secondaria conseguenza lo stabilirsi di più corrette relazioni fra gli esseri umani.
Non saranno la politica e l’economia o lo sviluppo delle tecnologie a garantire tutto questo, ma una presa di coscienza di tipo etico e spirituale.
L’etica può evidenziare la fondamentale importanza dell’azione a beneficio di tutti gli esseri e ciò anche grazie alla comprensione della legge del karma che ci fa comprendere come ogni parte della manifestazione sia, a livello cosmico, in relazione con tutte le altre.
L’approccio spirituale alla vita, basato anche sulla consapevolezza che spirito e materia formano un tutt’uno e non sono separati “in sé e per sé”, può consentire di andare oltre alla percezione dei sensi, scoprendo una realtà molto più complessa e variegata nonché ricca di possibilità evolutive.
In ultima analisi queste sono prese di coscienza che appartengono in pieno all’essere umano, solo che egli voglia andare oltre alla limitata dimensione del piccolo “io”.
Molte tradizioni connotano, attraverso il concetto di Kali Yuga, la difficoltà della presente fase dell’umanità, ma ci dicono che anche in epoca di Kali Yuga ci sono grandi possibilità evolutive.
Il compito per gli uomini di buona volontà è oggi quello di tenere accesa la fiamma della consapevolezza e di sperimentare personalmente un cambiamento nella coscienza che si basi sulla Fratellanza Universale senza distinzioni, su un approccio culturale di tipo olistico, sulla pratica del quadrinomio teosofico basato su osservazione, maieutica, meditazione e servizio.
Il teosofo Bernardino del Boca, fondatore del Villaggio Verde di Cavallirio, affermava che lo sviluppo positivo di questo luogo, ispirato al principio di vivere per essere e non per avere, sarebbe stato correlato a un “patto” fra gli abitanti e la terra. Come a dire che l’essere umano, immerso in una manifestazione ricca di doni e di risorse, ha la possibilità di stabilire un armonico rapporto con la Natura, che rappresenta l’Universo intero e che incarna le sue leggi.
Nel qui e ora possiamo ripetere con Jinarajadasa: “La sostanza – non l’ombra, / I fatti – non le apparenze; / L’oggetto – non l’immagine; / La vita – non il sogno; / La causa – non la sequenza, / L’amore – non il desiderio; / Il cerchio – non il segmento; / La fiamma – non ciò che riluce; / Non attendere né sperare, / Solo vedere; / Mai diventare, / Solo ESSERE!”.
Nell’incedere del giorno, lungo il sentiero, l’azzurro dei fiori della cicoria selvatica trascolorava nel violetto: c’è sempre davanti ai nostri occhi un luogo d’incontro fra questa e l’altra realtà.
Antonio Girardi
tratto dalla Rivista Italiana di Teosofia ANNO LXXV N. 10, OTTOBRE 2019