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973. Il Lato Oscuro della Rete

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All’inizio fu la Luce della Rete. Oggi è l’Oscurità della Rete.
Da sogno meraviglioso si è trasformato in illusione, un grande inganno del Pensiero-Serpente Tentatore (il Mercato, il Profitto, il Potere sovranazionale, i signori del Nuovo Ordine Mondiale).
La Rete si è trasformata in uno strumento di “pedagogia nera” per lo sviluppo e l’espansione dell’ego di ogni individuo e la sottrazione di ogni virtù rimasta. Il potere subdolo della Rete insidia le quattro funzioni della mente, la mente empirica, la mente subconscia, l’intelletto e l’ego (il corpo-personaggio). L’espansione degli ego è funzionale al controllo occulto dell’uomo-massa, per poterlo plasmare secondo gli indici di gradimento dei signori del Nuovo Ordine Mondiale.

Il sogno degli inizi era la Rete come strumento democratico per tutti gli individui, nessuno escluso, un modello per far ragionare sulla necessità di eliminare le disuguaglianze, rendendone consapevoli le persone. Purtroppo la democrazia dei primi tempi della Rete si è trasformata in una diabolica dittatura e in uno strumento che non libera le persone ma le ingabbia.
L’innovazione tecnologica, ormai alla portata di tutti, non ha migliorato, emancipato ulteriormente l’essere umano bensì degradato e regredito. Un esempio evidente è il “popolo degli haters” in aumento. Il complesso esistenziale dell’essere umano ha subìto una specie di regressione antropologica di fronte all’espansione della società tecnologica. Un guasto come quello dell’allontanamento della “percezione umana” dalla realtà grazie all’intasamento cerebrale dovuto all’invasione delle fake new online: si è dissolta la capacità di discernimento-discriminazione.

La vita moderna ha inculcato, negli individui, l’illusione di una visione presuntuosa di homo deus, un grande inganno anche questo. Gli esseri umani, invece, si sono rivelati molto vulnerabili e lo dimostrano ogni giorno con l’iperconnessione compulsiva come una droga di cui non riescono a farne a meno. La menzogna-fake news online ha deformato la normale percezione perché questa è legata all’emotività che viene manipolata, come purtroppo avviene ogni giorno, dagli ingegneri sociali al servizio di chi vuole una dittatura mondiale.
L’incitamento all’odio razziale, le minacce e la violazione della Legge Mancino sono reati, condannabili, eppure continuano a verificarsi da anni, sulla Rete e sulle strade, da parte di soggetti di estrema destra contro immigrati (persecuzione e pestaggio), ebrei (casi di antisemitismo e diffusione di stelle di Davide sulle porte e sui muri) e diversi (linciaggio ai gay).

Eppure tutti hanno il diritto di utilizzare la Rete e di comunicare con essa, attraverso di essa. Tutti hanno il dovere, nessuno escluso, di non avvelenare la grande possibilità che offre la Rete. Molti sono quelli che avrebbero il dovere di astenersi dall’utilizzare impropriamente la Rete essendo dei “vuoti a perdere”, senza avere davvero qualcosa da dire, da trasmettere se non la propria ignoranza di cui tutti possono fare a meno.
Non c’è alcuna necessità che costringe a scrivere, a inviare in giro delle sciocchezze, delle menzogne, delle turpilagini, delle offese: la Rete si è trasformata, infatti, in un “luogo del reato” dove nessuno viene sanzionato o punito davvero, un reato ignorato e favorito. Occorrerebbe un “codice di comportamento” per la navigazione nella Rete, codice che chi viola è punibile e sanzionabile.
La Rete (Internet, siti web, blog, chat, social, sms, e-mail) è diventata lo spazio aperto per la comunicazione di tutti: una cosa bellissima se non venisse guastata dagli idioti, dagli stupidi, dai devoti della cultura demenziale, praticamente dagli ignoranti. Bisognerebbe dire a qualcuno, forse a più di uno, “stai zitto, stai fermo, non scrivere la tua ignoranza, prova solo ad ascoltare e impara qualcosa”. Noi, però, non possiamo fare a meno di essere e restare democratici. Possiamo, però, additare l’ignoranza che cerca di imporsi, nelle sue molteplici espressioni, sperando di suscitare, provocare, ispirare “riflessione”. Ne abbiamo il diritto, ma anche il dovere.
Comunicare significa avere “qualcosa”, un “contenuto” da trasmettere, da consegnare, da condividere. Solo in presenza di tale condizione si ha il diritto di parlare, altrimenti si ha il dovere di tacere e di ascoltare, per non arrecare danno al prossimo. Per molti comunicare significa ormai sparare insulti, offese, da far piovere addosso alla vittima designata: un esibizionismo per farsi conoscere, riconoscere, per stare al centro dell’attenzione, una forma di violenza in realtà, stare in vetrina per farsi guardare ad ogni costo. C’è chi si dedica tutti i giorni a questo tipo di attività, per molto del proprio tempo, un vero impegno quotidiano a titolo gratuito rubando, magari, del tempo ai propri doveri lavorativi e sociali, una propensione compulsiva divenuta droga necessaria.
Questo è il Lato Oscuro, negativo della Rete.
Chi sono costoro? Nullafacenti, francazzisti, disturbati mentali, cyberbulli, ignoranti di professione, tuttologi invasivi e pestilenti che nascondono la loro natura di mezze calzette, illusi aspiranti di un palcoscenico qualunque, critici autoreferenziatisi, decerebrati odiatori (haters), vigliacchi nascosti nell’anonimato, militanti al servizio del potere nascosto, ecc.. Ignoranti che menzionano citazioni di grandi autori che non hanno mai letto: la Rete è piena di questi soggetti che avvelenano gli strumenti di comunicazione e gli spazi democratici disponibili, trasformandoli in sacchi d’immondizia nemmeno differenziata.
Abbondano coloro che essendo vuoti di cultura e di valori, cioè senza una vera formazione, idolatrano o distruggono qualcuno, senza alcun discernimento-discriminazione. Ci sono i pervertiti intellettuali annoiati che traggono piacere dall’infangare per partito preso. In questo fare improprio ci cascano purtroppo anche coloro che non dovrebbero, ma la debolezza umana esiste.
Il pretesto utilizzato per quello che fanno è il diritto alla libertà di espressione perché disconoscono il mondo dei doveri.
Perché si sta diffondendo questo preoccupante fenomeno della cultura dell’odio che Internet sembra facilitare? La società umana sembra essersi ammalata profondamente e in pochi lo riconoscono ma serve urgentemente una cura (morale, intellettuale, spirituale). Gli esseri umani si sono ammalati di tendenze negative come egoismo, invidia, gelosia, avidità, orgoglio, desiderio, odio, ecc., perché si sono allontanati dai valori umani universali che dovrebbero governare la vita umana (Amore, Verità, Rettitudine, Pace e Non Violenza) e senza questi valori di riferimento non riescono a vedere l’unità nella diversità delle apparenze esterne. È per questo che vedono solo nemici da combattere. È quanto ha voluto il Pensiero-Serpente Tentatore: cancellare l’ordine e liberare il caos, l’inferno.

La tecnologia si è messa al servizio di chi vuole esercitare i poteri di sorveglianza per un controllo mondiale totale. La Rete non è più un servizio democratico, ma uno strumento di sorveglianza capillare di cui ogni utente non si rende conto. I giganti (Apple, Alphabet – Google – , Microsoft, Amazon, Facebook) al servizio della dittatura mondiale hanno trasformato la Rete in una struttura per la sorveglianza. Non c’è più democrazia nella Rete: i cittadini sono tutti continuamente spiati, profilati segretamente come si fa con i criminali. La Rete non rende più liberi i cittadini ma schiavi, senza diritti e solo con doveri forzati. L’individuo non è libero di scegliere se essere connesso o meno ma è costretto ad essere interconnesso per motivi di Stato (Inps, Entrate, servizi comunali, ecc.).
Il fascino della tecnologia è pericoloso e ingannevole perché si insinua nell’immaginario, facendo sognare un mondo idilliaco che non sarà.
Dove sono finiti i diritti e quali sono i giusti doveri?
L’utopia libertaria dei primi anni è scomparsa, sostituita da una ingannevole Rete sempre più regolata dal Mercato (la dittatura).
I “pro” si sono quasi estinti e imperano i “contro”.

Il mondo ipertecnologico che hanno imposto non è il miglior mondo possibile: le coscienze sono state possedute dal paradigma maccanicistico. 

Tutto questo danneggia la cultura, la libertà del comunicare, la possibilità di diffondere e condividere il Bello, il Buono e il Vero che possono contribuire ad emancipare davvero la società umana, rendendola migliore, più illuminata e più felice anziché soggetta ad una dittatura mondiale incombente.

Letture consigliate
Il capitalismo della sorveglianza, Shoshana Zuboff, Luiss University Press, 
La dittatura dei dati, Brittany Kaiser, HarperCollins Italia
Dittatura Finanziaria, Francesco Maria Toscano, Uno Editore
Corti europee e democrazia, Pitruzzella-Pollicino-Bassini (curatori), Bocconi Editrice

 

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