Il 5G si, il 5G no: un dilemma amletico.
In realtà tutto è già stato deciso da tempo: il 5G e il 6G faranno parte del sistema universale di telecomunicazione, sia che queste tecnologie facciano o non facciano male alla salute pubblica. Gli interessi vanno ben oltre il problema della salute pubblica mondiale.
L’informativa-propaganda sul 5G rivela solo gli interessi di chi ha già deciso per tutti. Non interessa far sapere come la tecnologia 5G, risuonando con le sue strutture frattali, modifichi il DNA umano: il profitto, il totale controllo e il potere sulla popolazione mondiale sono considerati più importanti della salute degli esseri umani. Lo si sta vedendo con il Covid-19 dove tutti, a livello mondiale, sembrano più interessati alle app di tracciamento e controllo dei cittadini che veramente alla loro salute. “Imporre” è la linea di governo che si afferma ogni giorno sempre di più in tutti i paesi del mondo. La democrazia sembra ormai un miraggio in tutti quei paesi che continuano a sostenere di essere un “sistema democratico”.
La scienza che si lega al “potere politico” e al “potere formale” dei governi per sostenerli è una scienza pericolosa che non guarda al vero bene dell’umanità.
La scienza sa benissimo, ormai dagli anni cinquanta in ambito militare, della capacità delle onde centimetriche/millimetriche (quelle tipiche della tecnologia di quinta generazione) di indurre modificazioni biologiche su cellule e organismi viventi, compreso l’uomo. L’utilizzo di queste onde è una cosa nuova solo per le telecomunicazioni di massa, ma in ambito militare erano ben conosciute.
Con la piena attivazione del 5G si vedranno le sue radiazioni sommarsi a quelle della telefonia mobile (2G, 3G, 4G) ma anche dei sistemi Wi-Fi e Wi-Max, ma gli interessati non sembrano preoccuparsene, non vogliono guardare a quale tipo di impatto potranno avere sulla salute pubblica (patologie cancerogene, neurodegenerative e ormonali).
Il 5G porta ad una esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza emessi in bande di frequenza: 700 MHz, 3.6-3.8 GHz, 24-28 GHz. Quelle attuali utilizzate dalla telefonia mobile vanno da 800 MHz a 2.6 GHz.
La scienza sa benissimo, ad esempio, che le ghiandole sebacee (circa 2 milioni nel corpo umano), che hanno una forma a tubo elicoidale, possono costituire delle antenne riceventi per le onde millimetriche del 5G. Queste onde, si sa, penetrano nella pelle per qualche millimetro, ma le cariche in movimento fungono da piccole antenne rilanciando il campo elettromagnetico, facendolo andare più in profondità nel corpo. Si è a conoscenza di questa irradiazione delle onde dal 1914 (grazie al fisico Léon Brillouin) ed esiste una lunga ricerca che la vede come a un impatto altamente dannoso sulle cellule viventi (pelle, terminazioni nervose, vasi sanguigni) con un effetto a livello sistemico.
Il futuro prospettato dalla tecnologia del 5G, su scala globale, presenta un enorme cambiamento epocale, per certi versi affascinante (qualità della vita) per altri terrorizzante (annullamento dell’individualità e della libera scelta). Gli interessati puntano a far vedere solamente il lato affascinante dell’”Internet delle cose” (IOT): le case, le imprese, le autostrade e le città cosiddette “intelligenti”; le auto a guida autonoma; l’avionica e la robotica; la sorveglianza e i vari sistemi di controllo in generale; le applicazioni biomedicali; la telematica e molti altri domini in cui il 5G verrà applicato. Il cittadino-individuo non avrà libertà di scelta, non potrà rifiutarsi di essere connesso a tale sistema, altrimenti sarebbe tagliato fuori, non potrebbe vivere, non potrebbe usufruire dei servizi a cui ha diritto, verrebbe emarginato con mille difficoltà di sopravvivenza.
Tutti saranno costretti a vivere in un ambiente completamente immerso in un oceano elettromagnetico innaturale che fa male per forza. L’inquinamento elettromagnetico è responsabile di preoccupanti mutazioni genetiche ed è l’epigenetica a dircelo. L’ambiente elettromagnetico condiziona lo stato di salute degli individui nel lungo periodo.
Anche se tutto è già stato deciso sarebbe bene che le persone prendessero consapevolezza di quale futuro li aspetta, quello incerto e insano che “qualcuno” ha deciso per loro, “qualcuno” che considera gli esseri umani dei “trascurabili”, dei “mangiatori inutili”.
L’Istituto Superiore di Sanità, senza aver preso in considerazione i tanti studi contrari al 5G ma utilizzando un solo studio (chiamato “Interphone”, che ha indagato il rapporto tra l’uso del cellulare e l’insorgenza dei tumori), piuttosto carente e a dire di molti studiosi pieno di errori sistematici, afferma che tale tecnologia non comporta alcun rischio per la salute pubblica. Un importante studio invece dell’ISDE (l’International Society of Doctors for Environment), una organizzazione internazionale di medici che si occupano di temi legati all’ambiente e alla salute pubblica, ha completamente smontato l’analisi fatta dall’Istituto Superiore di Sanità, mostrando il contrario di quanto esso abbia affermato.
L’invasione del 5G comporterà milioni di nuove stazioni radio base per la telefonia mobile in tutto il mondo, 20mila nuovi satelliti nello spazio e 200 miliardi di oggetti trasmittenti: una follia. Significherà che ogni individuo con un suo smartphone in mano, collegato alla Rete, avrà una esposizione alle onde elettromagnetiche di 5-7 volte superiori a quelle attuali.
Non serve essere un Einstein per comprendere le ovvie conseguenze di tutto ciò.
Non tutti i cittadini, però, sono informati sul fatto che le aziende e i governi hanno in programma di lanciare circa 50.000 satelliti per fornire servizi 5G e Wi-Fi ovunque sul pianeta Terra. A guidare tali sforzi è SpaceX, di Elon Musk, con la sua distribuzione pianificata di 42.000 satelliti Starlink e il suo obiettivo di stabilre una rete globale. La stessa SpaceX dichiara che per offrire un tale servizio occorre un'infrastruttura di un milione di antenne a terra per collegare i suoi satelliti con l'utente. Chi dovrebbe non si è preoccupato finora di valutare l'impatto delle emissioni di radiazioni di 50.000 satelliti e dell'eventuale effetto ambientale, reale o potenziale. I satelliti Starlink operano nella parte dello spettro delle frequenze delle microonde chiamato "banda Ku" (11-17 GHz); le stazioni terrestri invece trasmettono a 14-14,5 GHz mentre ricevono segnali dai satelliti a 10,7-12,7 GHz.
SpaceX non è l'unica società che intende diffondere in tutto il pianeta emissioni da satelliti 5G in orbita bassa. Nessuno è interessato veramente al bene della salute pubblica a livello mondiale.