“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Articolo 2 della Costituzione italiana
“Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi.
I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
Articolo 54 della Costituzione italiana
L’Italia soffre di una grande e profonda “caduta” culturale, morale ed intellettuale ed i rappresentanti maggiori di questa vergognosa “caduta” sono proprio coloro che dovrebbero dare il buon esempio, quelli che dovrebbero essere “i migliori”: uomini delle istituzioni dello Stato, uomini di governo (ministri, parlamentari, senatori), amministratori regionali e comunali, uomini dei vari partiti (di destra, di sinistra e di centro), gestori della cosa pubblica, uomini delle Forze dell’ordine (Polizia, Carabinieri, Finanza, Esercito, Vigili Urbani, ecc.), capitani dell’imprenditoria (Confindustria, Confcommercio, Confartigianato, ecc.), uomini dei vari media, gli intellettuali responsabili dell’Intellighenzia italica, gli esperti dei vari ambiti dello scibile umano (che si trasformano in tristi figure di tuttologi per interessi personali), ecc..
L’Italia vive un decadimento culturale e un degrado morale senza precedenti: troppi indagati tra le forze politiche di destra e di sinistra, tra le forze dell’ordine, nella stessa magistratura, ai vertici delle principali “partecipate” italiane (Eni, Enel), nell’imprenditoria, nel commercio, nell’artigianato, nel turismo, nell’agricoltura, nella sanità, nei beni e nelle attività culturali, ecc.. L’Italia ha un grande problema morale che si può risolvere soltanto con un vero rinnovamento etico e valoriale. Tutti gli ambiti della società italiana devono porsi seriamente la “questione morale” perché non è possibile continuare con lo scadimento etico in cui l’Italia è precipitata: un paese senza la certezza della “giustizia” e della “legalità” è destinato a precipitare nel baratro. Un paese che non conosce più la certezza della pena è un paese in profonda crisi. Le logiche della spartizione correntizia hanno degradato, corrotto e incancrenito la magistratura, i partiti politici e tutto ciò che è legato ad un associazionismo.
È inaccettabile che sempre più politici parlino e si comportino come dei boss mafiosi, che nell’ambito del proprio partito abbiano creato una rete occulta tesa a controllare che i propri iscritti, con cariche o senza, obbediscano e facilitino affari nel solo interesse del proprio partito. Le indagini in tale direzione crescono ed un esempio è quello della Lega (di Salvini) accerchiata da moltissime indagini ormai, di cui il leader minimizza con l’ormai ridicolo atteggiamento da bullo-sbruffone e non da futuro premier quale vorrebbe diventare. Attacca tutti e tutto, cercando di imporsi all’opinione pubblica come l’unico salvatore della patria ma senza guardare l’enorme trave nel proprio occhio (i 49milioni rubati dalla Lega e fatti sparire; Roberto Maroni indagato e processato, simbolo vivente della corruzione delle vecchia Lega di Bossi; l’attuale vergognoso caso Fontana – scandalo camici e Sistema Lombardia improprio – ; indagine sull’ipotesi di riciclaggio; inchiesta Lombardia Film Commission; indagine della procura di Pavia sul caso Diasorin-San Matteo; senza dimenticare i vari processi sulle “spese pazze”dei consigli regionali; le indagini su Salvini per la gestione delle navi dei migranti da Ministro dell’Interno e mandato, adesso, finalmente e giustamente a processo; accusa di corruzione per l’ex sottosegretario Armando Siri in una faccenda legata al boss mafioso Matteo Messina Denaro; la trattativa tra Mosca e la Lega – Savoini al Metropol, gli squadristi e Salvini che arrogantemente non spiega – ; inchiesta sulla Lega per i dipendenti pagati in nero; quegli uomini che hanno chiesto all’Inps il sostegno economico dei 600 euro e, in ultimo, la denuncia presentata alla Procura di Milano nei confronti di Salvini, da parte dell’ex avvocato del Carroccio Matteo Brigandì che lo accusa di aver rubato 6milioni di euro, un’accusa che riapre il filone dei 49milioni di euro sottratti). Certamente sono molte le persone per bene nella Lega, cittadini normali che lavorano e vivono i problemi di gran parte del paese, ma non molti tra quelli che governano a diversi livelli (comunale, provinciale, regionale, parlamento, senato, ecc.) che manipolano i soldi pubblici accaparrandosene una fettina all’occorrenza nonostante i lauti stipendi mensili e i vari benefit. Nella stessa situazione, ovviamente, si trovano Forza Italia, Fratelli D’Italia, Italia Viva di Renzi, parte del Pd e a dosi, solo apparentemente ininfluenti, il Movimento Cinque Stelle (che avrebbe dovuto dare l’esempio ma è venuto meno a molte delle cose che aveva promesso all’elettorato che l’ha sostenuto).
Il paese pullula di politici che mentono, mentono innanzitutto a sé stessi, al proprio partito, ai propri elettori, a tutti i cittadini contribuenti, al proprio ideale che hanno tradito senza alcuno scrupolo. Molti sono i politici che non cercano la verità, non ne sono interessati e questo aggrava la questione morale. Mentono, sapendo di mentire, tutti coloro che, ad esempio, fanno uso politico del negazionismo per influenzare l’opinione pubblica già sufficientemente confusa: rimuovono la realtà e ne costruiscono una alternativa comoda all’interesse e alla direzione che perseguono.
Non si può dimenticare la magistratura sporcata dal necessario processo per corruzione a Palamara, oppure il caso Consip con il rinvio a giudizio di Luca Lotti (amico e membro del governo Renzi) e il generale Saltalamacchia, per rivelazione di segreto e ancora lo scandalo della caserma dei Carabinieri di Piacenza, una calata di fango sull’onorata Istituzione e un’offesa a tutti i cittadini-contribuenti italiani.
La questione morale esiste e necessita di essere risolta altrimenti è la fine.
Basta vedere come nella Pandemia, che ha toccato tutti forza maggiore, è risultato protagonista non la solidarietà vera, l’onestà e l’altruismo ma l’”immoralità” che ha serpeggiato dal Nord al Sud del paese: una immoralità nascosta dietro le tante facciate perbeniste e ipocrite. E proprio dalle peggior fonti di immoralità (successivamente riscontrate) si sono diffusi gli slogan dell’idiozia che sostenevano che nel post-Covid 19 tutti sarebbero stati migliori rispetto a prima.
L’esempio-simbolo di questa grande immoralità, serpeggiante e nascosta, è lo scandalo uscito in questi giorni sui Bonus Inps dei 600 euro accaparrati, impropriamente, da personaggi meschini (che hanno occupato indegnamente ruoli e funzioni nelle istituzioni) che hanno fatto sventolare una bandiera di fango che ha occultato il glorioso tricolore italiano. Si tratta di individui meschini che hanno utilizzato le istituzioni come “veicoli” personali per fare carriera, per rientrare a far parte della casta che gode dell’immunità e avere sempre a disposizione le istituzioni anche come “bancomat” di largo respiro (una “mucca grassa” a cui attingere senza sosta). Parliamo di personaggi delle istituzioni di cui alcuni di loro, in quanto parlamentari, godono di una indennità mensile di circa 15mila euro.
Affrontare la “questione morale” dell’Italia, che ha degenerato l’intera politica, originato tutti i mali del paese e fatta ammalare la democrazia, significa affrontare il problema della “trasparenza”. Purtroppo, in questi giorni dello scandalo dei Bonus Inps dei 600 euro presi da chi non ne aveva bisogno e non ne aveva diritto, è risultata un’occasione persa. Perché? Perché dopo la prima fiammata nessuno più sembra voler andare fino in fondo alla questione per mettere in chiaro ciò che di sbagliato è stato fatto. Nessuno, dopo i primi momenti, sostiene più che gli approfittatori si debbano “dimettere” e non soltanto “sospendersi”. Matteo Salvini, prima di venire a conoscenza del coinvolgimento dei suoi leghisti, ha subito parlato di necessarie “dimissioni” per poi parlare solo di “sospensione”. Un repentino cambio di prospettiva, di volontà e di morale, tipico ormai del leader della Lega che cambia pareri, secondo convenienza, più volte nel giro di poche ore. Purtroppo sulla sola “sospensione” gli sono andati appresso tutti gli altri partiti (Forza Italia, FdI, Pd, Italia Viva, M5S, ecc.). Nessuno vuole veramente ripristinare la morale e l’etica in politica. Sospettiamo, avendoli sentiti parlare infantilmente nel tentare di giustificare il loro ignobile gesto, che molti di questi giovani politici coinvolti non sappiano nemmeno cosa siano la morale e l’etica e neanche la differenza tra loro. Una triste evidenza quella che dei parlamentari non sembrano essere a conoscenza del pieno significato e valore degli Articoli 2 e 54 della Costituzione italiana.
Tutti svicolano dal problema centrale di quanto accaduto e invece è giusto sapere a chi sono stati dati soldi pubblici che non gli spettavano. Pretendere la verità sulla faccenda non è crocifiggere i politici ma ridare una nuova possibilità alla politica sulla base di una “trasparenza” inequivocabile. Continuare a ripetere in coro che dal punto di vista giuridico non è stato commesso alcunché, per fare apparire la cosa meno grave, è del tutto sbagliato.
Secondo noi una violazione-infrazione c’è stata ed è quella dell’Articolo 2 della Costituzione ma anche una inosservanza dell’Articolo 54.
La questione vale per chiunque abbia approfittato e percepito soldi pubblici non avendone bisogno. È ridicolo dare la colpa ad una legge perfettibile o all’Inps (Pasquale Tridico) o a Repubblica (Maurizio Molinari, il direttore) per aver portato a conoscenza della pubblica opinione l’accaduto, il risultato della loro immoralità.
Gli azionamenti necessari, se davvero si volesse risolvere il problema della “questione morale”, sono quelli che devono dare alla collettività un quadro chiaro e dettagliato su ciò che accade nel Paese, anche sulle persone alle quali il popolo delega l’esercizio della sovranità.
Questo scandalo dei Bonus Inps ha evidenziato come molti politici dell’oggi, privi di cultura, di morale, di capacità intellettuali vere, non siano capaci di adempiere “con disciplina e onore” (come indica la Costituzione nell’Art. 54) il loro mandato.
I cittadini dovrebbero prendere atto della gravità della situazione, perché la loro presa di coscienza è il presupposto essenziale della democrazia e non lasciarsi influenzare da quei pessimi politici che con il loro negazionismo stanno apportando danni notevoli all’intero paese (stanno influenzando le giovani generazioni che non conoscono la storia se non attraverso le diverse fake news che hanno fatto circolare). Seguire l’idiozia di questi politici negazionisti significa alienare le proprie capacità intellettive, in grado di formulare obiettive critiche e censure nei confronti di tutti coloro cui sono affidate pubbliche funzioni. Non accorgersi, non rendersi conto che chi ha gridato per anni “Roma ladrona” e offeso i romani, i siciliani, i calabresi, i pugliesi e i campani (con epiteti degni della loro ignoranza e barbarie), sono coloro che più hanno rubato, come rivelano d’altronde inchieste e sentenze. La Lega, negli anni ’80, mentre diceva ladri agli altri partiti per strappare consensi, con gli altri partiti si divideva la famosa maxi-tangente Enimont (condanna ad otto mesi per i 200 milioni presi). La vecchia Lega ha sempre usato sistemi che l’hanno vista condannata in molte occasioni: maxi-tangente Enimont; per i fatti di via Bellerio (18 settembre del 1996); per vilipendio alla Bandiera italiana; processato per vilipendio al Capo dello Stato per giudizi espressi nel 1993; per diffamazione di magistrati (condannato Bossi a cinque mesi di reclusione nel novembre 1995); e altro ancora. La nuova Lega usa gli stessi sistemi perché in lei vivono i semi della vecchia, non è cambiando nome e simbolo che i suoi appartenenti diventano onesti, etici e morali. La Lega è il più vecchio partito italiano rimasto che ha sempre vissuto di contraddizioni insanabili.
Ma ritornando allo scandalo-simbolo di questi giorni, meschini e miserabili non sono soltanto parlamentari, consiglieri regionali e sindaci, in gran parte della Lega, ma anche alcuni imprenditori che hanno usato i soldi della cassa integrazione mentre facevano lavorare i dipendenti senza far calare il fatturato. Come si possono definire tali imprenditori? Noi diciamo semplicemente “ladri” da sanzionare e condannare.
È il “cura Italia” e il “dl Rilancio” che hanno dato la possibilità di richiedere il Bonus di 600 euro all’Inps senza bisogno di controlli. Entrambi (“cura Italia” e “dl Rilancio”) davano questa possibilità al lavoratore autonomo a patto di non essere titolare di pensione né di avere altre forme di previdenza obbligatoria diverse dalla gestione separata presso l’Inps. Tutto messo bene in chiaro per essere seguito ed evitare di “interpretare” le norme furbescamente, egoisticamente a livello personale, come è infatti avvenuto.
È stata violata la “questione etica e morale” senza alcun dubbio ma, secondo noi, si è sconfinati anche nella “frode” in quanto è chiarissimo che deputati e consiglieri regionali non avevano alcun diritto di prendersi i 600 euro, sottraendoli ai veri bisognosi che ancora devono riceverli. I parlamentari, ad esempio, sono iscritti a un’altra forma di previdenza (dove devono “versare” per poi “ricevere” i vitalizi) come ognuno di loro non può non sapere.
Le giustificazioni messe in campo, dagli approfittatori, dimostrano il loro bassissimo livello culturale (nonostante le lauree esibite ed eventuali master), etico, morale e intellettuale. Scuse più demenziali non potevano trovare: “è stata mia madre”; “è stato il mio socio”; “è stato il mio commercialista” (tutti i commercialisti accusati li hanno smentiti); “è stata mia moglie”; “è stata la mia socia tributarista”; “l’ho preso per darlo ai miei dipendenti”; “l’ho fatto per smascherare l’inefficienza del sistema”; ”è stata la mia segretaria”; “li ho presi per fare beneficienza”; e così via con le menzogne che li degradano maggiormente.
Sembra di assistere all’effetto nefasto di un sistema umano che si è guastato e non è più in grado di formulare pensieri, visioni e intenzioni morali.
Il nuovo Bonus, questa volta da 1000 euro, rilasciato con il decreto di Agosto 2020, potrebbe riaprire un nuovo tunnel dell’immoralità: si tratta di un Bonus per avvocati, architetti e lavoratori dello spettacolo e del turismo (stagionali). Temiamo, purtroppo, che si verifichino ulteriori casi di appropriazione indebita.
L’immoralità e l’irresponsabilità, però, serpeggiano ovunque anche tra chi dovrebbe difendere lo Stato dalle truffe. L’esempio è quello del sistema truffa organizzato dai commissari che avrebbero dovuto invece vigilare sul concorso per 69 posti da dirigenti di seconda fascia dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (con paghe da quasi 15mila euro lordi al mese). Undici persone sono già al processo per tentata truffa e rivelazione di segreto d’ufficio. I diretti coinvolti sono nove candidati e due commissari (dirigenti di Stato).
Immorale e irresponsabile è anche l’aumentato prezzo dei guanti monouso che mettono in difficoltà le strutture sanitarie che ne fanno largo uso. Perché il governo non interviene?
Il prestito di Stato di 25mila euro dato all’azienda di Casaleggio è immorale?
Irresponsabile è Daniela Santaché (senatrice di Fratelli d’Italia) che nonostante le disposizioni date dal governo di chiudere le discoteche ha deciso, e data la notizia pubblicamente (influenzando e istigando i giovani a non rispettare le norme anti Covid del governo), di far restare aperta la sua con tutti i giovani di questo periodo che si sono contagiati proprio in molte discoteche (Malta, Grecia, Spagna, Croazia, Sardegna, Argentario, Ibiza, ecc.). Molti giovani si sono contagiati anche fuori dalle discoteche nelle feste private, con grandi assembramenti, a cui hanno partecipato, cosa che smentisce la teoria della Santaché in veste di mamma.
Lo spettacolo dell’immoralità e della illiceità è sempre aperto sul palcoscenico italiano. Nella giornata in cui si sono registrati 574 nuovi casi di contagiati Covid-19 Matteo Salvini offre l’ennesima violazione impunita. La manifesta visitando, per motivi esclusivamente elettorali, un caseificio della provincia di Pisa in cui viola sfacciatamente le norme anti Covid previste sui luoghi di lavoro, ma anche violando il decreto governativo per la salvaguardia della salute dei cittadini italiani. Salvini, con la mascherina completamente abbassata, prende in mano una forma di formaggio con le mani senza guanti, come previsto dalla legge, e se la porta quasi al naso per annusarla. Ha messo a rischio i lavoratori del caseificio per strappare consensi nella sua campagna elettorale, dando risalto sui social a quanto fatto spavaldamente e provocatoriamente ancora una volta. Ci chiediamo, intanto, chi comprerà e mangerà quella forma di formaggio toccata pienamente a mani nude e annusata da vicino da Salvini?
Dall’inizio della pandemia tutti i cittadini colti in flagranza a violare le norme dei vari decreti governativi emessi per l’emergenza sono stati giustamente denunciati e sanzionati. Non si comprende però, perché sin dall’inizio della pandemia in cui Matteo Salvini ha violato appositamente più volte le norme anti Covid (nelle sedi istituzionali, nelle piazze, al chiuso, sui palchi a fare selfie senza mascherina con strette di mani, abbracci, pacche e baci e carezze a mani nude a molti bambini, per la strada mano nella mano senza mascherina con la fidanzata mentre venivano multate molte persone) e nessun prefetto e nessun rappresentante delle forze dell’ordine abbia mosso un dito. È forse al di sopra delle leggi a cui tutti gli altri cittadini devono invece attenersi, pena la denuncia, la sanzione o l’arresto? Ci piacerebbe avere delle risposte da quei prefetti che in tutti questi mesi avrebbero dovuto intervenire su tutte le violazioni effettuate da Salvini e non l’hanno fatto.
La “questione morale” riguarda l’intero paese.
Si potrebbe scrivere all’infinito perché purtroppo gli esempi da poter riportare sarebbero davvero tanti, ma chiudiamo con i furbi del Bonus.
Tutti i furbi del Bonus Inps dei 600 euro presi, dovrebbero essere cacciati via per sempre dalla politica, né “sospensione” né solo “dimissione”. Quello che hanno fatto rivela lo spirito vero con la quale sono scesi in politica, cioè per sé stessi e non per fare il bene dei cittadini-contribuenti rappresentati, né importa loro nulla delle condizioni in cui versa il paese. Significa che in loro risiede la possibilità di cogliere la prossima migliore occasione, per accaparrarsi un ben più sostanzioso bottino.
Ciò che i cittadini possono vedere ogni giorno è una classe politica egoista e incapace, priva di legittimità, e ciò che tenta di sostituirla non riesce a proporre alcuna alternativa valida che lasci intravedere una possibilità di miglioramento. In molte occasioni si ha l’impressione che questa classe politica non abbia alcuna capacità di pensare. Come può una tale classe politica, che si alterni o meno la destra alla sinistra, migliorare le sorti del Paese? Non dipende dai partiti politici ma dalle coscienze che in essi operano, nel bene o nel male.
L’ignoranza e l’immoralità diffusa nella classe politica, a livello centrale e regionale, come può far emergere intelletti di qualità capaci di avere una “visione Paese” e di produrre validi atti decisionali mediante retti, giusti ed equi rapporti umani? L’attuale classe dirigente politica non sembra conoscere e applicare l’”etica della responsabilità” e così ha aumentato la perdita di fiducia dei cittadini nei parlamenti. Questa classe dirigente ha reso instabile ed inefficiente i luoghi della democrazia.
La classe dirigente è fatta anche da tutti quegli imprenditori che approfittano e abusano dei soldi pubblici anche quando non ne hanno bisogno, togliendoli ai veri bisognosi. È fatta anche da quegli imprenditori che hanno portato all’estero, in paradisi fiscali, la loro sede legale o fiscale, sottraendosi ai doveri fiscali nel proprio paese. È fatta soprattutto da quei 400mila italiani che detengono una ricchezza superiore al milione di dollari (immobili esclusi) e che restano indifferenti ai bisogni della gran parte dei cittadini-contribuenti: si distinguono per egoismo ed irresponsabilità. Si tratta di ricchi che non hanno subìto alcuna perdita né durante la crisi economica del 2008 né in questa pandemia del 2020 che ha impoverita molta gente, anzi sono diventati inspiegabilmente ancora più ricchi. Basterebbe solo che questi 400mila italiani applicassero a sé stessi una tassa del solo 1% sui patrimoni per portare nelle casse dello Stato italiano 50milardi di euro, ovvero il doppio di quello che darebbe il famoso Mes. L’1% non li impoverirebbe ma avrebbero contribuito ad aiutare il proprio Paese (dei veri salvatori della Patria) e potrebbero essere premiati con considerevoli sgravi fiscali. Finora nessuno sembra ispirato e motivato ad una tale soluzione. Ecco perché ci permettiamo di dire, di quella parte dell’Italia che abbraccia tutti i soggetti menzionati in questo articolo, che è “egoista, immorale, irresponsabile, corrotta”.
Uno Stato della legalità, dell’etica e della morale, dando voce e azione ai nobili articoli della Costituzione italiana, dovrebbe prendere immediati provvedimenti nei confronti di questi meschini immorali e irresponsabili che alimentano, con le loro risposte comportamentali e comunicazionali, il velenoso seme della illiceità e della distruzione.