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1116. Vita e Morte: un unico sentiero

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Aggiungiamo ancora qualche parola riguardo al libro di Rosario Castello che affronta uno tra i temi più emblematici (e problematici) dell’esistenza umana: La morte. Il libro “Morte e Vita: un unico sentiero – Non c’è morte non c’è fine” articola gli aspetti più importanti da conoscere e consapevolizzare.

Il superamento del concetto di morte è possibile mediante la comprensione della relazione di Dio con l’universo. Finché l’uomo non realizza che il (Spirito-Anima) è Dio (che l’atman è Brahman) non potrà superare la paura della morte.

Il corpo fisico grossolano è il risultato di un composto, di più elementi che lo costituiscono e per questo è soggetto e destinato alla decomposizione: l’Anima non può morire in quanto singola unità indipendente dal corpo e dalla mente. Quando il corpo muore il prana-forza (energia vitale) si ritira nel corpo astrale (il corpo sottile): l’Anima rimane vestita dei corpi sottili.

Incarnazione dopo incarnazione l’Anima è sempre la stessa, ma i corpi e gli ego-personaggi sempre diversi e il legame, per tutto il “ciclo esistenziale del divenire”, fino al momento della risoluzione del samsara, è dato dalle impressioni e dalla conoscenza delle esistenze precedenti che restano inconsci nella funzione citta-subconscio della mente-antahkarana, anch’essa soggetta all’estinzione al momento della conclusione del “ciclo esistenziale del divenire” (il perenne flusso del divenire trasmigratorio).

La morte non esiste perché l’Anima è sempre esistente, incarnata nella manifestazione (universo) o disincarnata nei regni sottili o nella realtà spirituale suprema.
Colui che muore se ha raggiunto in vita una posizione coscienziale molto evoluta raggiungerà una delle sfere superiori del Brahman, acquistando l’onniscienza e l’onnipotenza realizzando la propria natura originaria di Infinità, di Eternità e di Immortalità. A conclusione del ciclo cosmico, insieme a tutte le altre anime della medesima condizione, diventerà uno con l’Assoluto.

Colui che muore se fa parte delle cosiddette persone virtuose, cioè che hanno agito bene ma per motivi egoistici, raggiungerà uno dei loka-mondi in cui acquisirà una particolare forma sottile dove godrà quanto corrisponde ai suoi meriti per un certo tempo, ma ricadrà sulla terra rinascendo in forma umana per conquistarsi l’evoluzione spirituale e liberarsi dalla legge del karman.
Se colui che muore si è rivelato, in vita, una persona malvagia si destinerà ad una sfera intermedia, una sfera infera adatta e corrispondente all’oscurità che ha manifestato, per potersi così riscattare. A suo tempo rinascerà in un corpo umano per poter riprendere, a tempo debito, la via dell’evoluzione.

Le sfere superiori o inferiori sono di natura mentale (stati mentali), hanno esistenza nell’immaginario della mente per svolgere le giuste funzioni utili all’Anima per il ritorno alla vera Realtà, all’Essere Supremo.

 

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