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1123. La Conoscenza esoterica

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La Conoscenza esoterica, che occupa oggi gli scaffali delle biblioteche, fisiche e digitali, è stata profusa da diversi gradi di Saggezza per liberare l’uomo dall’ignoranza, ma è stata anche adulterata dal consumismo e dal materialismo diffusi. Viene presentata e falsata come un prodotto e non come “qualcosa” che insegni e aiuti a vivere, per risvegliarsi alla realtà del e ritornare alla “Sfera dell’Alto”.

È in atto, in tutto il mondo, una grande opera di rigenerazione delle “Informazioni”, corrette, necessarie per permettere a tutti di comprendere, ciascuno al proprio livello di possibilità, la giusta visione delle cose in questo mondo, riguardanti sia la realtà del divenire sia la Realtà immutabile del Regno Spirituale di Dio (la “Sfera dell’Alto”).
La “Grande Opera di Risveglio delle Coscienze” si incarna in un grande “Piano-Azioni” costituito da diversi “Programmi Divini” e ciascun “Programma” comprende diverse “Missioni” svolte da diversi tipi di “Esseri” qualificati.

I Risvegliati, gli Illuminati, gli Iniziati, i Maestri sono tutti “raggi” dello stesso unico Sole. Si staccano dall’UNO sacrificandosi nella molteplicità, per illuminare “di un tanto” l’oscura notte in cui è caduta l’Umanità, provocando “scintille” nel buio denso degli ego, accendendo qualche “fiaccola”, provocando “divini incendi” epocali.
Un Maestro (“Fiamma della Salvezza”) sacrifica la propria immensità in un sol puntino luminoso: dalla incondizionata non-località si rinchiude “localmente” in un corpo di polvere assoggettandosi, spesso, a ridicole recite e banali coreografie. Si lega a certe correnti del mondo, con fili illusori spazio-temporali, operando con interferenze d’onda nella catena del samsara di chi ha individuato poter trarre delle “possibilità”.

Le “Missioni” sono davvero tante e per ognuna vengono scelti Esseri appropriati.
Ciò che tutti i “discesi” trasmettono, indipendentemente dalla “Missione” da svolgere, è lo stato d’animo di colui che ha compreso che è necessario vivere per Essere e non per avere, una condizione psichica che fa superare gli inganni della mente e della materia per poter percepire soltanto la Realtà Spirituale. Molti personaggi degli antichi miti, che hanno trasmesso insegnamenti lungo le ere, erano “missionari del Cielo”.
I Maestri illustrano simbolicamente, con le proprie azioni, l’evoluzione della coscienza umana che è legata all’invisibile mondo eterico e astrale.
Nelle diverse tipologie di “Missioni” gli “inviati del Cielo” spingono a far conoscere che ogni fatto della vita, tutte le sue manifestazioni, hanno la radice nella realtà invisibile che l’uomo modifica, plasma con il suo pensiero, anche se in mancanza di un risveglio spirituale non se ne avvede. Cosicché gran parte dell’umanità, forgia la sua realtà inconsciamente e, il più delle volte, in negativo. Ogni “discesa” prevede il trasmettere l’insegnamento, secondo il quale, gli individui possono usare il pensiero in modo cosciente, una volta superate le censure della mente.
I Maestri insegnano che tutto ciò l’uomo crea con la materia si dissolve, presto o tardi; mentre tutto ciò che deriva dall’Anima non potrà mai andare perso.
I Maestri non insegnano a disprezzare la vita materiale ma a saper riconoscere la vita nel suo aspetto illusorio e temporaneo.
I Maestri sono tali, e possono aiutare gli uomini, perché conoscono il Grande Lavoro della Vita: la loro è la Visione del “Tutto” e non della “parte” (quella che l’uomo deve scoprire, risvegliandosi, connessa alle altre “parti” e al “Tutto”).
I Maestri scendono per le strade della Terra, camminano, senza essere visti, tra le prove della miseria umana, sia materiale sia spirituale. Scendono per la continua ripresentazione della Saggezza Divina al mondo.
I Maestri insegnano ai discepoli di non dimenticare di avere i piedi a terra, mentre si sforzano di essere una pura luce bianca, senza tuttavia tralasciare tutti i colori dello spettro, necessari a rappresentare la vita al meglio. In questo modo è possibile offrire le migliori possibilità a tutti di solcare quanto prima, il Sentiero Spirituale.

Scendono, anche, alcune particolari manifestazioni per un determinato lavoro di recupero, di “esseri” rimasti intrappolati nel gioco delle luci e delle ombre all’interno dello spettacolo del mondo: “emissari” delle Strade Alte talmente pieni di compassione, approdano per sradicare dall’esilio gli enti planetari del pianeta Terra, che hanno perso di vista, e dimenticato, lo scopo della discesa. Esseri dalla luce splendente che solo la polvere del tempo ha reso opaca. Tali esseri non devono affatto risvegliarsi e percorrere un “sentiero realizzativo” ma ricordare di essere dei “discesi del Cielo”. Intanto, questi emissari, anche senza ricordare, hanno svolto un lavoro di risveglio per molti enti planetari: hanno indicato cose, personaggi, eventi, luoghi, “vie” immateriali da percorrere.

Molte sono le opere di coloro che “scendono”: gli insufflati dai “discesi” diventano, al loro livello di risveglio, degli iniziatori, cioè coloro che con coraggio aprono strade nuove alle cose che verranno.
Molti gruppi, piccoli e grandi, sono stati preparati, lontani dalle giostre della new age, per affrontare compiti che verranno assegnati con lo scorrere del tempo che viene.
I nuovi singoli che si risvegliano devono prendere coscienza delle loro potenzialità, attraverso il gruppo magnetico al quale hanno scoperto di appartenere.
Non può esserci risveglio alcuno, su tutto il pianeta, senza che si venga “toccati” dall’influsso non-umano del Centro Spirituale Supremo. Gli esseri della Vita Divina sono come campanelli, nei cuori di coloro che si sforzano di liberare l’intuito dalle menti purificate: il vero miracolo è il cuore risvegliato che si mette con tutta l’intenzione possibile al servizio del Piano Divino.
Alcuni gruppi stanno facendo opera di disintossicazione dalle brutalità; alcuni singoli, ben forgiati e preparati, si stanno sacrificando per creare forti simboli pubblici per destare dallo stato di incoscienza le moltitudini: è quasi inamovibile il sonno nel quale versa la maggioranza.
Le strutture psico-fisiche degli enti planetari stanno subendo alcuni cambiamenti di adattamento alle nuove forze che cominciano a manifestarsi, dall’etere al magnetismo terrestre fino alla materia densa.
Alcuni gruppi stanno svolgendo, in modo consapevole, un certo lavoro sulle rocce delle montagne, anche dei sassi, per sintonizzarsi sulle energie della terra, lavoro di cui hanno ricevuto mandato. Un lavoro su quel “fuoco” che in pochi possono ancora contattare. Si tratta di penetrare dalla densità esterna al suo fuoco interno: un reciproco aiuto tra la coscienza dell’umanità e la coscienza della terra, in questa epoca particolare. Il sasso della montagna è pieno di codici di conoscenze importanti: possono trasmettere le cose che stanno arrivando. Grazie alle voci circolate su questo lavoro esoterico, molti furbi si sono scatenati a fare un business delle pietre, marchiandole con dei simboli, e facendole pagare piuttosto salate. Questi poveri sciocchi ignoranti non sanno cosa significhi abusare e giocare a tale livello con le potenti energie della Terra: una terribile “caduta sassi” karmica è prossima sulle loro teste.

Vogliamo ricordare che l’esoterismo vero è uno e indivisibile perché, in realtà, con tale termine si vuole indicare un certo range di stati di coscienza, avviati ad operare fattivamente per la Grande Opera di Risveglio delle Coscienze.
Chi si interessa, ad esempio, di quello che può chiamarsi esoterismo tibetano non può non trovare interessante il monastero di Sakya, costruito nel 1628 in stile mongolo. I lama di Sakya sono celebri per la conoscenza della magia e dell’alchimia. Esistono, diffusi un po’ ovunque nel mondo, dei centri Sankyapa.
In Tibet, dopo la caduta dei Bon, si sono affermati i Sakya dai Cappelli Rossi che si basano sull’insegnamento del Guru indiano Atisha (982-1054) che fondò la setta Kadampa.
In seguito fu fondata, da Tsongkhapa, la setta Gelugpa o dei Cappelli Gialli, dall’elevata spiritualità e rigorosa disciplina.
E ancora, abbiamo la setta dei Karmapa o dei Cappelli Neri, fondata da Dusum Kayenpa.
Questi lama sanno creare potenti “ponti di ascolto” con diverse parti del mondo e collegamenti eterici con certi luoghi mediante la scelta di alcuni “soggetti” predisposti.
Il Tibet, però, non è tutto luminoso: alcune frange di ciò che rimane degli antichi Bon, sono dedite ad oscure pratiche molto potenti.

L’errore che non devono commettere i ricercatori, gli aspiranti, i probandi, i neofiti, gli studiosi apprendisti o affermati, gli addetti ai lavori, gli evoluti, dell’esoterismo: credere che l’unica via vera sia la propria e che tutte le altre vie spirituali non siano giuste.
Esistono molti individui e molti gruppi nel mondo che si sono risvegliati alla reale saggezza e stanno percorrendo, ognuno al proprio livello e grado di coscienza, la loro via giusta.
Chi si risveglia realmente non può più essere mosso da un sentimento di competizione con altre vie diverse dalla propria scelta.
Quando si incontrano tali limiti, nei sentimenti di chi ci circonda, significa che qualcosa, in costoro, deve essere rivisto.
Tutti i livelli e tutte le espressioni della Philosophia Perennis possono andar bene, qualunque sia la forma di trasmissione (scritta, orale, simbolica, … ).
È importante guardare con il cuore, e non con la mente, e riconoscere il “filo” invisibile della Tradizione Primordiale all’interno della forma espressiva osservata.
Quindi, neofita o meno, non deve essere dimenticato da nessuno il fatto che esistono nel mondo individui, gruppi, società ed organizzazioni in sintonia con la Tradizione Primordiale ma che esistono anche altrettanti individui, gruppi, società ed organizzazioni che possiedono e trasmettono insegnamenti e conoscenze false.
I primi sono ispirati alla Tradizione Primordiale; i secondi sono sotto influsso contro-iniziatico.
I veri risvegliati non rivendicano mai nulla: non lo reputano così necessario perché confidano nella Bontà di tutte le cose.
I falsi risvegliati, mossi da ambizioni di potere, ma con vedute ristrette e dogmatiche, rivendicano diritti, a destra e a manca, sui simboli delle apparenze, sulle cose vacue.

Alcune “Missioni” si preoccupano del Karma, sia del passato sia di quello creato nel presente, che pesa sul mondo.
Tutto l’egoismo e l’ignoranza del passato si esprime oggi nelle tante forme di ingiustizia e sofferenza, assurde per un terzo millennio.
Le azioni dissennate degli uomini di oggi creano ancora più Karma, invece di elevare le coscienze al punto tale da poter vanificare i colpi terribili del Karma collettivo.
Gli individui non si accorgono di essere manovrati da “energie malvagie”.
I Maestri sono preoccupati per il fattore karmico: l’aumento dell’egoismo sta intessendo un oscuro tessuto karmico. L’egoismo seminato in tutto il mondo è provocato dall’identificazione degli individui con il benessere consumistico ed il prevalere del materialismo.
Cinema, stampa e pubblicità servono il Maligno in tutto il mondo. Anche Internet, utile per quanto possa essere, serve il Maligno.
Internet, e tutta la tecnologia della comunicazione di oggi, sta trasformando velocemente il mondo, ma non sempre nel miglior modo possibile e nella direzione giusta.
Da un lato, Internet, sta facendo acquisire all’umanità una coscienza planetaria ma, da un altro lato rappresenta un grave pericolo per il futuro.
Sulla rete viaggiano più vizi e perversioni che virtù visto il nuovo modo di comunicare con le immagini (basta vedere i molti casi di video-ricatti porno su Skype quanti suicidi ed omicidi provocano).
Internet non ha creato un mondo fraterno collegato, come sarebbe auspicabile, perché crea più problemi di quanti ne risolve. Inoltre è un potente strumento di manipolazione delle coscienze, nelle mani dell’élite che serve la contro-iniziazione.
L’uomo consumista, materialista adora Internet e lo usa senza misura, senza discernimento; l’uomo spirituale lo usa nella sua utilità e con cautela.
In molti associano Internet al progresso dell’uomo ma è del tutto sbagliato.
Ciò che è realmente l’ente planetario (un essere spirituale anche quando lo ignora) non ha bisogno di tecnologie materiali ma solo di raggiungere quel livello di evoluzione spirituale che gli permetterà la conquista della realtà eterica e astrale che avvicina di più a Dio. L’unica vera tecnologia di cui ha bisogno l’ente planetario, ma che già possiede (e “ignora di ignorarlo”) è il “Pensiero”.
L’ente planetario che si lascia ingannare dalla mente intralcia il lavoro dell’evoluzione dei singoli e dell’intera collettività umana e non può non pagarne le conseguenze, cioè il salato conto karmico.

Esistono molti enti planetari che non hanno affatto una prospettiva spirituale, cioè non credono in un’Energia o in un Essere Superiore e spesso, però, tra questi si trovano individui tuffati nell’esperienza umana in modo tale da avere sviluppato interessanti aspetti della coscienza, rispetto a chi invece sta intraprendendo un percorso per svilupparli. Questi soggetti, senza un particolare credo, si ritrovano sviluppate le capacità di adoperare in modo efficace il potere di concentrazione, di contemplazione, di meditazione, di visualizzazione e addirittura di devozione. Questi soggetti hanno risvegliato, in un qualche modo, a livelli elevati la capacità di pensare, di sentire e di volere (le tre funzioni fondamentali della psiche umana). Si potrebbero paragonare questi soggetti a quelli che vengono indicati come a degli aspiranti “pronti” che basterebbe poco per ritrovarli improvvisamente molto più vicini, ai piedi di un Maestro, di allievi cosiddetti affermati. Tutte capacità che spesso devono ancora sviluppare coloro che intraprendono consapevolmente un sentiero spirituale per scelta.

Esistono alcune “Missioni” speciali.
Tra queste ve ne è una di particolare rilievo di cui si parla poco o niente. Si tratta di un tipo di “Missione” organizzata con la libera scelta dei “discesi”, pienamente consapevoli dei rischi possibili. Alcuni di questi “discesi”, a volte, sono rimasti intrappolati nella trama umana dimenticando, per forza di cose, la propria provenienza. Non si tratta di una “caduta” ma dell’abboccare a certe forze che si sprigionano in presenza dell’immedesimazione in una cosa, in una persona, in un sentimento, in un evento. Un “disceso” non potrà mai considerarsi un “caduto” alla stregua di chi trovandosi nella condizione ancora di obliato deve risalire tutti i gradini del risveglio della coscienza. Per loro si tratta di smarrimento per troppa compassione cedendo al richiamo d’aiuto di una singolarità.
Questi Esseri che chiameremo “Iniziati” (noi con questo termine ci riferiamo soltanto a quelli veri) scendono, penetrano nella vita del mondo ad un massimo livello di profondità, completamente svegli su tutti i piani dell’esistenza. Questo tipo di “discesi” devono vivere l’esperienza umana al massimo dei cinque sensi fisici e sentendo, nello stesso tempo, tutti gli effetti dell’esperienza sugli altri piani-veicoli sottili per osservare-percepire e registrare-comunicare in “Alto” ogni minima esperienza come sensazione, emozione, sentimento, flusso mentale, risposta spirituale.
Perché tutto questo?
Perché con il risultato del sacrificio di tali esseri “discesi” si “aggiornano” i metodi, secondo le necessità delle ere oscure, per la Grande Opera di Risveglio delle Coscienze (pratiche che devono essere sempre idonee ad armonizzare tutti i piani della vita).
Si tratta di un argomento particolare, delicato di cui non si può dire molto per non creare quella classica confusione mentale che sanno creare gli enti planetari ancora del tutto obliati.

Cos’è che impedisce il riconoscimento di essere l’Anima immortale all’ente planetario, privandosi non solo del Regno dei Cieli ma anche della serenità e della felicità in terra rinunciando all’Amore vero, quello Divino?

 

“Colui al quale si è svelato il mistero dell’amore,
quegli non è più, poiché si è estinto nell’amore.
Metti davanti al sole la candela ardente
e vedi come la sua luce scompaia dinanzi allo splendore del primo:
la candela non esiste più,
la candela si è trasformata in luce.
Non vi sono più tracce di essa, essa stessa è divenuta traccia”.
Rumi
(mistico e poeta persiano)

 

“Anche percorrendo tutte le strade della Terra, mai incontrerai i limiti della tua Anima, tanto è profonda ed infinita”.
Eraclito di Efeso (vissuto circa il 501 a.C.)

 

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