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1126. Dov’è la ‘Moralità’

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Mi addolora moltissimo vedere che in ogni Paese del mondo, nella classe dominante, non c’è nessuno che possa rappresentare la mente migliore della nazione.
Non ci sono più individui che si evidenziano, senza sceneggiatura artefatta, per i propri scopi più nobili e né per i propri istinti più elevati.
Il politico ormai rappresenta non più l’anima di un popolo ma tutta la comune meschinità, l’egoismo, l’egocentrismo, l’inganno e l’autoinganno. Le parole elevate e le nobili idee che ostenta seguono sempre la direzione opposta lungo la strada delle attuazioni.
La vita politica moderna è malata perché è basata sulla falsità. Le classi intellettuali si sono asservite per gli egoistici miserevoli interessi invece di dedicarsi alla creazione di una vera cultura liberatoria per la coscienza umana, rischiando anche “qualcosa”.
Più la cultura dominante viene alimentata da pensieri e idee di libertà, di diritti, di democrazia planetaria e più tutto si muove verso una terribile subordinazione dell’individuo ad un falso bene di tutti.
Tutti continuano a dare il proprio consenso senza vedere, o facendo finta di non vedere, il deplorevole stato delle cose.
Impera un egoismo collettivo politico, militare ed economico. La forte pressione per soddisfare le proprie ambizioni collettive viene da un numero più o meno grande di persone al comando che hanno la pretesa di essere quelli che possono rappresentare la maggioranza.
Gli individui che si legano alla classe dominante appartengono o a una classe dirigente o emergono dalla massa per alcuni elementi caratteriali.
I fini della classe dominante vengono imposti non con una effettiva e palese forza, ma con una scientifica persuasione verbale e non-verbale. Vengono fatti vibrare i testi delle debolezze, delle fragilità, dei bisogni, dei tabù e delle paure. Si spingono gli individui ad essere macchine di consenso piuttosto che anime con delle elevate aspirazioni.
Gli organismi che si definiscono “Stato”, “Governo” e quant’altro, detengono i poteri che dovrebbero decidere il bene di tutti, ma nella realtà dei fatti ciò che tutti possono osservare, e non tutti avere il coraggio di ammettere, non è il “bene di tutti” che viene assicurato, ma una serie di errori organizzati e di inganni che alla collettività offrono poche dosi di progresso ma moltissimo profitto alla classe dominante che estende sempre di più i domini per la realizzazione dei propri fini.
È deprimente constatare, come ogni volta, dopo tutti i bei segnali di elevato idealismo e i flussi di energiche parole spese, le cose vadano nella direzione di un confezionamento di “prodotti programmatici” per un’imbecillità collettiva che da il proprio consenso senza nulla obiettare.
“Qualcosa” e “qualcuno” sbarra sempre la strada con quel tanto di opposizione e attrito organizzati per frenare il progresso vero che comprende “qualità della vita” e “risveglio della coscienza” per tutti.

 

Oggi, l’istruzione non alimenta le radici della legge, della giustizia e della moralità, tre argomenti che dovrebbero invece ricevere un’attenzione speciale.
Può un sistema educativo che si preoccupa soltanto di fornire cibo per lo stomaco addestrare gli studenti ad affrontare le sfide della vita che richiedono un carattere forte, sicuro e indipendente? No! Riesce solo a soffocare anche le innate virtù dell’amore e della verità.”

Sri Sathya Sai Baba (1926-2021)
5 febbraio 1981

 

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