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1128. Rosario Castello: la sua vita, il suo dono

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Il 25 settembre 2021 Rosario Castello, emissario del Centro Spirituale Supremo, lascia le sue spoglie mortali. Abbandona il suo corpo-personaggio, passando al di là del velo di materia in piena coscienza e consapevolezza.

Rosario Castello nasce, come corpo-personaggio, il 12 settembre 1953 a Palermo in Sicilia, dove all’età di 7 anni fu risvegliato alla sua missione, portando il peso di segrete conoscenze, compresa quella della propria posizione coscienziale. Gli altri dicevano di lui fosse un bimbo silenzioso e schivo, timido e riservato, strano e misterioso.
All’età di dodici anni ricorderà e praticherà lo Yoga, inteso come “percorso iniziatico”.
Nel 1972 sceglie di vivere a Roma dove il mondo delle professioni lo aiuterà a sostenersi lungo gli studi e le ricerche esoterico-spirituali che lo qualificheranno spontaneamente come "Ricercatore della Verità".
La Vita, la Grande Istruttrice, gli offrirà innumerevoli maestri, chiamati ostacoli e prove, in ogni dove dell’esistenza. Gli anni ’70 saranno gli anni della ricerca e della formazione tramite l’esperienza diretta del sacro e del profano. Negli anni ’80 dopo un certo numero di anni d’insegnamento Yoga si dedicherà alla ricerca indipendente.
Dagli anni ’70 a fine anni ’80 visiterà luoghi e personaggi di “Conoscenza”, in Oriente e in Occidente, che lo aiuteranno a dischiudere gli eterni enigmi del cuore umano.
Negli anni ’90 si dedicherà, con semplicità e discrezione, alla condivisione della “Visione” conseguita, sempre con una ristretta cerchia di persone.
La forma associativa del “Centro Paradesha” sarà uno dei modi con cui praticherà la condivisione della “Conoscenza” risvegliata.
Nel giorno del Gurupurnima del 2011 iniziò la missione del “tradere”, sperimentando la discesa nel web come centroparadesha.it, aprendo una “corrente” con i navigatori-lettori-aspiranti alla realtà spirituale, proponendo un cammino impersonale per il raggiungimento di quell’obbligato “stato interiore impersonale”, richiesto da una vera spiritualità, per poter accedere alla possibilità di Risveglio-Realizzazione-Liberazione verso cui ogni sincero aspirante è proteso.

Rosario è stato e continua ad essere un Maestro-Iniziato, un inviato delle Strade Alte, che ha vissuto e operato per ripristinare la verità della “Tradizione Primordiale” nel riserbo che contraddistingueva il suo fare. Donando, a chiunque pronto per ricevere, tutto il suo sapere-esperienza a piene mani con un Amore incondizionato; la sua vita è stata il suo messaggio.

Il suo procedere oltre a testimoniare che non esiste una dualità “Sacro” e “Profano”, poiché tutta la realtà è UNA, è stato caratterizzato da un’assoluta impersonalità del “punto di vista” adottato. Egli incarnava una funzione e nello svolgere quel ruolo, ha utilizzato il linguaggio dello Yoga, del Tantra, dell’Advaita, della Kabbalah, della Tradizione Ermetica, del Platonismo e di tante altre metafisiche realizzative che ha posto tutte sullo stesso piano. Come egli stesso ci ricorda:

Quella di cui ci interessiamo è una Filosofia dell’Essere, non è una religione, non è una psicologia, non è una filosofia concettuale come intesa normalmente in Occidente, è Metafisica che non appartiene a nessun individuo in particolare né a nessun popolo specifico.
Non abbiamo trascurato, passando per la loro pratica, lo Yoga, il Tantra, la Qabbalah, l’Orfismo, il Platonismo, l’Occultismo, la Magia, la Teosofia, lo Gnosticismo, l’Alchimia, il più Alto Esoterismo. Non bisogna dimenticare, infatti, che tutte le “Vie” sono, in realtà, rami della sola ed unica Tradizione Primordiale.
Il nostro “tradere” (il trasmettere, il consegnare) riguarda quella Conoscenza che verte sui Principi ma è, in realtà, un Insegnamento che comprende la Trascendenza e l’immanenza.” [1]

Parimenti ha agito verso i tanti Maestri e ricercatori, di varia levatura, che hanno operato per questo stesso fine. Li ha presentati, senza predilezioni o fascinazioni, riproponendone le idee, il messaggio, ricordandone l’impegno, il sacrificio, le fatiche sopportate. Separando, ogni volta, la pula dal grano: ciò che era stato falsificato, frainteso o disatteso rispetto all’originario contenuto di quell’insegnamento, analizzato sempre attraverso la lente imparziale della Tradizione Primordiale.

In questo modo, da esperto della materia, ha ridato voce a questa “Realtà” e ne ha, implicitamente, dichiarato la natura unitaria riunendo una pluralità di personaggi, viandanti, ricercatori, Maestri, voci e sistemi di pensiero che dall’illore tempore all’oggi – seppur attraverso linguaggi, metafore, figure retoriche, allegoriche o sistemi simbolici differenti – hanno testimoniato, ogni volta, le medesime verità
sotto forme diverse, gli aspetti di quella che è la “Vidya”, la “Conoscenza della Realtà” che conduce alla Realizzazione. La Vidya è, in realtà, la necessaria luce di cui l’essere umano ha bisogno per distruggere l’oscurità dell’ignoranza-avidya. La Vidya offre un percorso spirituale che mira alla liberazione e al riconoscimento della propria identità con Dio, con l’atman, il sovrano.” [2]

Questo è il motivo per cui, nonostante Rosario Castello abbia lasciato le sue spoglie mortali, il suo lavoro riveste un’attualità e una valenza straordinaria (e lo sarà ancora di più in futuro). Era un conoscitore profondo delle realtà di cui andava scrivendo e non avendo il suo lavoro nulla di particolaristico, garantiva a tutti quei ricercatori che “al buio” muovono i loro passi su questo cammino, la certezza di poter riscontrare l’autenticità delle tante “voci” che affollano il maremagnum degli imbrogli e del pressapochismo moderno.

Il “Centro Paradesha”, consci che esiste un “Potere che non vuole che l’uomo sappia e si risvegli” [3], continuerà ad illuminare il percorso dei ricercatori spirituali con i tanti scritti inediti lasciati da Rosario Castello. Preservando, al tempo stesso, il suo lavoro già pubblicato e operando affinché questo venga diffuso e conosciuto. Tutto ciò al solo fine di garantire ai più, oggi e in futuro, la possibilità di scoprire e ricongiungersi con la “Visione” che fa da sfondo allo scopo fondamentale della propria vita. Ricomponendo una scissura che lacera, prostra e consuma le menti e i cuori di ognuno.

In Divino Amore
il Centro Paradesha

 

“Coloro che Camminano sulle Strade Alte, dai loro “Centri”, osservano l’Umanità che continua a muovere freneticamente i propri passi. Costoro sono i Maestri di Saggezza, i Sapienti dei Grandi Misteri, i servitori della Gnosi Eterna che, mediante i propri emissari, cercano di sostenere, da un lato il progresso dell’umanità con intelligenza e grande prudenza, dall’altro lato il sentiero che conduce all’Iniziazione. Offrono tutti gli stimoli necessari per un equilibrato risveglio della coscienza spirituale ma lasciano gli individui artefici delle loro scelte. In questo momento epocale l’Umanità è spinta da un preoccupante “punto di crisi” che ne ha bloccato il senso morale, etico, ideale, intraprendendo una parabola discendente da quello che era stato un buon moto armonico. La superbia, l’arroganza e l’egoismo degli uomini hanno trasformato ancora la Luce in Tenebre. Dai Templi delle Strade Alte si organizzano “energie equilibratrici” che se di esse gli stimoli verranno colti, potranno avviare e sostenere un “nuovo inizio”, un nuovo periodo di civiltà: i Maestri di Saggezza offrono sempre i frutti del lavoro spirituale, animico e materiale necessario. I Maestri della Saggezza sono sempre stati nel mondo ma il mondo non l’ha quasi mai riconosciuti. Nel Tempio della Sapienza i veri Iniziati hanno fatto spazio per i sinceri aspiranti che in silenzio vogliano mettersi al servizio per l’Umanità”

Rosario Castello
Da “La presenza dei Maestri nel Mondo”. “Studio 13
Edizioni digitali Centro Paradesha
https://www.centroparadesha.it/ude/studio-13-la-presenza-dei-maestri-nel-mondo

Note:

[1] Rosario Castello, “La necessaria “Visione” dello Scopo fondamentale della Vita”, collana “Prospettive Spirituali” (2019). Disponibile al link:

https://www.centroparadesha.it/ude/prospettive-spirituali-1

[2] Ibidem
[3] Ibidem

 

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