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1131. La complessa struttura dell’essere umano

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Sospinti dalla necessità di comprendere la vita in tutte le sue innumerevoli manifestazioni, si resta spesso meravigliati dalle connessioni e interdipendenze che emergono dallo studio delle dinamiche che la caratterizzano.
È come se esistesse una rete che interconnette diverse realtà tra loro. Una, tra le diverse realtà interconnesse, è quella che vivono gli esseri umani sul pianeta Terra, ma in modo incompleto e imperfetto.
La maggior parte degli esseri umani non si accorge di essere soggetta ad un pesante sonno della coscienza. A causa di questo sonno, di cui gli esseri umani sono vittime, non riescono a vivere e funzionare come dovrebbero, come la loro vera natura richiederebbe. Per questo motivo restano intrappolati nella catena del samsara (ciclo delle nascite e delle morti) e costretti a reincarnarsi senza nemmeno ricordare (sarebbe normale il ricordarsene), e senza averne nemmeno il sospetto di esserlo (reincarnati).
Gli esseri umani ignorano di ignorare e questo è il vero dramma in cui sono esiliati.
Necessita, per l’uomo ordinario, uno spostamento di “attenzione”: deve accorgersi di essere non un semplice corpo-personaggio, che dopo un certo tempo si estingue, ma un’Anima immortale, una divina scintilla inestinguibile. Guardando le cose da un nuovo e diverso punto di vista ci si renderà conto che la realtà vera a cui riferirsi è quella spirituale, senza alcun limite. La realtà sensoriale e illusoria è solo il campo di gioco dell’Anima, da non trasformare in campo di battaglia. L’Anima, padrona del libero arbitrio concessole, se non si allontana dalla Luce è in grado di realizzare i Piani di Dio.
L’Anima nella sua forma di essere umano esprime, in questo livello di realtà, la coscienza cosmica, riflettendola.
Nel lontano passato molti ego-corpi-personaggi (saggi, profeti, chiaroveggenti, adepti), risvegliatisi completamente all’Anima, avevano già manifestato la coscienza cosmica e fra loro ci sono stati Zoroastro, Lao-Tzu, Platone, Maometto, i 404 Buddha, Plotino, Porfirio, ecc.
L’Umanità ha oscurato il proprio intelletto divenendo oscurata spiritualmente. E non riesce ancora a riprendere la propria natura originaria nonostante, in ciascun ente planetario, vi siano tutte le infinite possibilità latenti. L’uomo ordinario non riesce a ritrovare la propria grandezza perché soccombe agli inganni della propria mente oscurata.

La reale essenza dell’essere umano continua a restare ignota ai più perché sia l’uomo comune sia l’esperto di turno, investigano e credono di comprendere ogni cosa secondo la concezione materialistica della vita.
Lo sguardo va portato più in profondità, cioè più in alto rispetto al semplice piano di esistenza grossolano della materia. L’attenzione deve essere rivolta verso il campo della complessità dell’essere umano se si vuole cogliere realmente la natura della sua esistenza: cioè osservare l’investigazione che rivela l’evolversi attraverso la trasformazione dal fisico allo spirituale. È fondamentale studiare gli stadi di un processo di risveglio che rivelano gradualmente la complessità dell’“Intero”.
Non di sole particelle vive l’uomo e neanche della sola percezione dei sensi fisici.
Gli insegnamenti spirituali aprono ad una visione dell’“Intero” in grado di accendere il processo di risveglio di cui l’essere umano ha bisogno.
L’essere umano è composto non solo di corpo fisico grossolano ma anche da corpi sottili, energetici, vibranti, collegati e interconnessi tra loro: la “parte” fisica grossolana è molto modesta rispetto alla complessità dell’“Intero”.

Strettamente connesso al corpo fisico grossolano c’è il corpo di energia vitale (il Prana, il Ki, il Mana, ecc.): la funzione principale che viene assolta è quella del corpo di energia vitale che rifornisce il corpo fisico di energia.
Nel corpo di energia vitale risiedono i “centri di energia” chiamati Cakra di cui i principali sono i sette – Muladhara, Swadhisthana, Manipura, Anahata, Vishuddhi, Ajna, Sahasrara – che hanno stretti legami, corrispondenze con le ghiandole endocrine nel corpo grossolano e questi Cakra sono connessi sia all’energia dell’Universo sia al corpo fisico grossolano.
A seguire c’è il corpo emotivo (delle emozioni e dei sentimenti) che, dalla perfetta intersecazione interna con il corpo fisico grossolano e con il corpo di energia vitale, si estende al di là del corpo fisico. Questa estensione permette la percezione delle sensazioni, delle emozioni e dei sentimenti degli altri, senza la necessità di un contatto fisico. Si possono percepire spontaneamente, in presenza di un certo risveglio, le ansie, le paure, i rancori, le invidie, le gelosie, i desideri e i sentimenti di qualsivoglia natura rispetto a quanti ci circondano.
Le emozioni attivano, in questo corpo emotivo, una forte componente energetica di difficile gestione senza una disciplina a monte. Il controllo emotivo è importante perché il corpo emotivo agisce da ponte tra il cervello fisico e la mente (nella sua intera estensione chiamata Antahkarana) nelle risposte comportamentali e comunicazionali. Le emozioni incontrollate sono le responsabili degli attaccamenti emotivi nei confronti di situazioni, di persone o di oggetti.
Le emozioni devono essere riconosciute, controllate-gestite e trasformate per evitare deleterie cristallizzazioni che bloccano lo sviluppo della consapevolezza e indeboliscono la volontà.
Senza il buon uso ed il buon controllo del corpo emotivo, si avrà difficoltà ad aprirsi e problemi nel potere utilizzare il corpo mentale.
Risulta più semplice, all’uomo ordinario, raggiungere quella parte della mente interessata ai pensieri concreti, ai ragionamenti razionali. La parte della mente più difficile ad accedervi, per l’uomo ordinario, è quella astratta dell’intuizione e dell’illuminazione. Si accende quando le condizioni necessarie permettono le prime scintille di percezioni più sottili, fino alla sperimentazione di intuizioni tali da aprire il collegamento con l’Anima, l’incontro tra l’ego-persona e lo Spirito. Il passo necessario, segno di un maggiore sviluppo collettivo, verrà fatto dall’Umanità con la comprensione del rapporto di connessione esistente fra tutti i corpi dell’essere umano, parimenti al fatto che quello fisico grossolano non determina ma dipende da quelli sottili.

Risvegliarsi veramente e completamente significa diventare-realizzare Coscienza-Conoscenza. Realizzare la Coscienza-Conoscenza è fondamentale per un Essere Spirituale esiliato in una “forma d’uomo”, che è non solo obliato ma anche limitato nella gabbia dei continui mutamenti del divenire che lo confondono e non gli permettono di prendere coscienza di .
Ma risvegliarsi completamente non è tutto per la realtà di questo piano di esistenza grossolano della materia-spazio-tempo. Necessita andare oltre. Necessita saper applicare, nel complesso mondo del divenire, la Conoscenza realizzata dalla Coscienza risvegliata. Significa prendere consapevolezza degli strumenti, grossolani e sottili, utilizzabili dalla Coscienza applicata. Tra il cominciare a risvegliarsi, il procedere, lentamente o velocemente, lungo i vari stati, maggiori o minori, e il risveglio completo propriamente detto scorrono moltissime esistenze (il vincolo-limite con la catena del samsara).
Lungo i vari stati, maggiori o minori, del processo di risveglio, un grado o un livello di risveglio corrisponde sempre ad un ampliamento della Luce della Coscienza che significa acquisizione di una “particola” di conoscenza e una maggiore capacità di investigazione della Realtà, oltre che una sempre maggiore capacità di applicazione della “particola” di conoscenza acquisita.
Il processo di risveglio normalmente è molto lungo ma se non viene interrotto, una volta avviato, da sciocche distrazioni, in una o più vite, i risultati possono essere davvero notevoli, con la probabilità di ricevere un considerevole “salto” evolutivo nel processo in atto.
Molti sono i Sadhaka (ricercatori spirituali della verità) che nello sperimentare i vari stati, nei quali si risvegliano e acquisiscono conoscenza, non si dedicano da subito all’aspetto applicativo della stessa. Tale mancanza farà perdere loro molto tempo, in una futura esistenza, in prossimità dello stato di risveglio completo. Significa che occorrerà sperimentare molte reincarnazioni per ovviare a tale perdita di tempo.
Un risveglio veramente completo contempla la capacità di applicare lo stato di realizzazione Coscienza-Conoscenza.
Una Sadhana è la scuola dove il Sadhaka si educa e si istruisce per trasformarsi in cosmico Artista-Scienziato del Pensiero Vivente e migliorare il mondo o ricostruirlo.

Risulta chiara l’importanza, per ogni essere umano, di risvegliarsi e lavorare alacremente sull’Organo interno, cioè la Mente (l’Antahkarana). Il Sadhaka, rispetto al profano, si ritrova una collezione di pratiche per operare efficacemente sulla mente. Deve semplicemente farlo. In cosa consiste, in effetti, il lavoro che svolge il Sadhaka rispetto all’uomo profano?
Egli cerca di risvegliare, scoprire il Sé (sul piano superconscio). È un lavoro arduo perché la supercoscienza è quella parte che esiste oltre, al di là dell’individualità, dove non c’è passato, non c’è futuro ma solo il perenne Continuo-Infinito-Presente.
Il Sadhaka studia e sperimenta la mente nei suoi vari “aspetti” o “parti” perché ha scoperto che una “parte” di essa, quella diciamo conscia, razionale fa opera di censura, impedisce l’accesso alla supercoscienza. Occorre un lavoro di profondità costante.
Tutto ciò che esiste viene percepito, dall’essere umano, come un simbolo: il simbolismo viene creato nella individualità di ciascuno. L’individuo crea inconsciamente dei simboli, positivi o negativi, rispetto a ciò che è.
Ogni individuo forma la bottega inconscia dei propri simboli. Questi simboli possono diventare gradini per andare oltre la mente e raggiungere la supercoscienza.
Liberarsi dai pregiudizi, dai vecchi modi di pensare rende leggeri per il volo della grande apertura interiore. È quello che fa un vero esoterico.
Le pratiche del “non-pensare” e del “silenzio” aiutano molto. Per arrivare alla supercoscienza, oltre la mente, bisogna attraversare tutti i simboli del proprio vivere ma gli ostacoli sono molti.
Durante la “pratica”, dopo aver raggiunto il silenzio interiore e superato il cancello delle censure della mente, arrivano dei pensieri che non appartengono al praticante ma che potrebbe trovare piacevoli e soffermarvisi: non ci si deve fermare alle piacevoli sensazioni ma proseguire restando lucidi e operativi. In questa fase si possono affrontare i simboli chiave del vivere quotidiano senza dimenticare che questi simboli sono “forze” che hanno tutt’altra valenza nella dimensione della supercoscienza.
Questi “simboli” sono dentro il praticante per cui egli ci può lavorare tranquillamente. Lavorando con questi “simboli”, che caratterizzano il suo vivere, può scatenarsi una catena di emozioni molto complesse (emozioni intrecciate come un mosaico) con forti impulsi che lo vorranno muovere.

L’essere umano più si risveglia-evolve più riflette il livello di coscienza raggiunto nel movimento della sua complessità corporea (grossolana e sottile). I suoi gesti, le sue posture, i suoi movimenti generali esprimono le emozioni (stati d’animo) corrispondenti alla posizione coscienziale raggiunta. Si intende che il suo muoversi diventa la risposta istintiva del suo risveglio interiore. I suoi gesti diventano veicolazione di risposte psichiche. Per questo sono nate le Mudra e le Asana (Posture) da praticare consapevolmente in una scelta di vita spirituale. Uno specifico atteggiamento delle mani (Mudra) può rappresentare uno specifico stato interiore che manifesta una specifica emissione di energia (Prana) mettendo in moto una operazione trasformatrice nel mondo del divenire (nel campo di gioco dell’Anima dove sta sperimentando).
Il Sadhaka, a seconda del livello di risveglio raggiunto, si inoltrerà lungo sentieri non percepibili con gli organi dei sensi fisici ma mediante il risveglio dell’occhio spirituale. Agli occhi di coloro che aspirano sinceramente alla liberazione, ed hanno raggiunto un buon livello nel processo di perfezione, si rendono visibili molti misteri.
Nel mondo del divenire, il campo di gioco dell’Anima che sperimenta sotto le specie di corpo-personaggio, ogni cosa, ogni persona ed ogni evento formano una potenza psichica che interagisce con il Karma modificandolo, in positivo o in negativo. A seconda di come l’individuo si rapporta, consciamente o inconsciamente, con le Leggi Universali il suo Karma subisce la giusta modifica (appesantimento o alleggerimento).

L’autentico Sadhaka è il vero “guerriero” della Luce in questo mondo, cammina sulla strada diritta scelta, al di là del Bene e del Male: egli sa, è consapevole di vivere nell’illusione senza lasciarsene ingannare.
L’uomo ordinario (profano, non risvegliato) vive, recita la sua parte ignorando di stare recitando, secondo un complesso e continuato mutevole stato di cose.
La concezione dell’esistenza dell’uomo ordinario è materialista e utilitaristica: guarda agli altri non come al prossimo suo con il quale poter instaurare giusti, retti ed equi rapporti umani per migliore la società umana, ma come a coloro che gli possono essere utili per i propri interessi. Questo è il motivo per cui nonostante egli ricerchi disperatamente la completezza, la pace, la giustizia e la felicità, fino a quando non scioglie il nodo della sua ignoranza metafisica, si ritroverà come compagni divisioni, conflitti e sofferenza.
Il Risveglio della propria Coscienza, non è mai una via di fuga dal reale ma l’unica opzione possibile per accedervi.

 

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