Il sonno della coscienza, che ostacola il risveglio che conduce al Samadhi e alla presa di consapevolezza della realtà-atman, risiede nella mente (cittavrtti). Lo stato di sonno della coscienza offre solo una conoscenza errata.
Gli esseri umani devono comprendere che quanto li circonda, vedono e sentono, è solo un effetto della vera causa: dietro quegli effetti c’è, nascosta, la realtà dell’Anima.
L’ente planetario non risvegliato è identificato con il personaggio, non con l’Anima. Non sa, non si rende conto di essere un “Anima” immortale.
L’errore dei non risvegliati è perseverare nell’identificazione con l’ego-corpo-personaggio karmico. E l’ulteriore errore è, per quelli che credono comunque nella reincarnazione, pensare di ritornare nelle vesti dello stesso personaggio, proseguendone l’esperienza.
Bisogna rompere l’identificazione con il personaggio e scoprirsi Anima, ossia di essere “Anima Immortale” che appartiene alla realtà divina.
Il risvegliato scopre che tutta la realtà che lo circonda, compreso sé stesso, è molto di più di ciò che gli appariva prima e che una visione limitata, inconsapevole gli faceva credere che fosse.
A livello sottile, in riferimento alla profondità di penetrazione della realtà, tutto è un gioco di luce-energia. Il corpo-fisico grossolano è anch’esso energia, informazione, stati di vibrazione.
Il risvegliato vede emergere in sé stesso una specie di dono naturale l’imbattersi in cose, persone ed eventi di una certa importanza, di un certo valore, tutte in modo inatteso e apparentemente casuale, impreviste. Ogni scoperta di questo tipo lo eleva spiritualmente sempre di più.
“Quando c’è la ‘Presenza’ svanisce l’inganno della forma
e mi appare l’Anima quale Essa è,
e dalla segretezza del cuore riecheggia il torrente di gioia
che mi fa sentire un sé immobile vicino a tutti gli altri sé
e onde di Conoscenza tracciano segni profondi,
incoraggiando il tuffo dell’Anima nell’Infinito.”