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1150. Il Tempo: realtà o illusione?

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Il tempo io sono, il grande distruttore dei mondi; anche senza di te, tutte le persone qui presenti, tutti i combattenti che si sono schierati da una parte e dall’altra, saranno presi nel processo di distruzione.”

Bhagavad Gita 11.32


Il Tempo convenzionalmente è misurato dall’analisi astronomica della rotazione della Terra. Lo si misura partendo dal presupposto che la Terra impiega un anno a orbitare attorno al sole.
Fino al 1543 si credeva fosse il sole a girare intorno alla Terra. I Sumeri, ad esempio, misuravano il tempo correttamente (ossia con il metodo attuale) 4500 anni prima. Altri popoli antichi hanno utilizzato altri metodi per annotare quello che è considerato il “trascorrere” del tempo.
Gli esseri umani vivono in un mondo materiale, manifesto nelle dimensioni del Tempo e dello Spazio dove gli individui hanno sensi fisici limitati che non permettono loro di credere facilmente a tutto quanto sfugge alla tangibilità dei sensi fisici.

La storia dell’uomo si perde nella “notte dei tempi” e tutti trovano naturale utilizzare tale espressione quando si ha difficoltà a risalire a una precisa collocazione, nel tempo, di una cronologia di eventi che si vogliono comparare con gli attuali.
Nel Tempo l’uomo vive suddividendo la propria vita in secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni, eccetera, eccetera.

L’uomo si orienta principalmente con i “Mesi” che sono una divisione lunare (cicli di 28 giorni come il ciclo biologico a cui è soggetta normalmente la donna).
La parola “Mese” contiene le radici del nome “Mè” = “misura” e “Mens” = “mente”.
I “Mesi” sono il risultato della divisione in 12 parti del periodo stabilito come durata dell’anno. L’anno è costruito sul sole; il mese sulla luna e il “12” è il rapporto tra i due. Il “12” quale numero chiave incarna le 12 ore sia del dì sia della notte ma rappresenta anche il numero dei segni dello zodiaco.
È interessante notare come la mente sia sempre stata considerata legata intimamente alla luna, ovvero al suo influsso, e come gli uomini nei loro linguaggi abbiano messo “radici” per trasmettere un qualche celato sapere e non perdere la “misura” delle cose che contano.
Nell’antichità lo scandire del Tempo è sempre stato considerato sacro.

Ma anche la “Settimana” è un importante riferimento (senso della misura) per l’uomo. Essa suona le corde di una memoria ancestrale che muove l’uomo a diversi livelli del suo esistere condizionandone le risposte comportamentali e comunicazionali.
I giorni della settimana, nella sequenza dell’ordine dei giorni della “Creazione”, sembrano essere un’invenzione dei Caldei.
Volevano forse trasmettere “qualcosa” che fosse comprensibile solo per “i pochi” facendo usare un metodo per “i molti”?
Un sapere, forse codificato, risalente alle origini del Tutto?
Sapienti nella scienza della mente hanno saputo, forse, comunicare un “arcano” attraverso un sistema d’uso comune?
Nella costituzione della settimana astronomica del calendario annuale c’è la formula di una legge cosmica, anticamente conosciuta, che è stata applicata anche al sistema periodico degli elementi chimici e alla ben conosciuta scala musicale naturale.
Le corrette osservazioni astronomiche come riferimento certo non dimostrano però l’effettiva esistenza dello scorrere del tempo.

In realtà il Tempo non scorre, non va da nessuna parte. È l’uomo che ha l’impressione di muoversi rispetto al Tempo. L’uomo vive l’illusione del passare del Tempo.
È solo l’osservazione dell’uomo che nota una successione di eventi (nel passato e/o nel futuro). La mente dell’uomo ordinario è capace di ragionare solo in termini di “passato” o di “futuro” e non sa veramente vivere nel “Presente”, nel “qui ed ora”.
Esiste solo un “Continuo-Infinito-Presente” (difficile da tradurre in parole) di cui l’uomo deve ancora imparare a rendersi conto.

La storia dell’individuo-corpo-personaggio comincia dall’istante della sua nascita all’ultimo respiro prima della morte ma questo filo temporale teso non è reale.
Gli orologi e i calendari, e tutte le più sofisticate ed evolute tecnologie, sono stati inventati per poter fare confronti, avere riferimenti lungo il filo teso che rivela il senso interiore del tempo ma si parla pur sempre di espedienti per muoversi in una realtà illusoria in cui l’uomo crede di vivere.
Grazie a questo gioco l’individuo si può rendere conto dello spazio e misurarlo (grazie alla luce, composta di molte frequenze, che raggiunge gli occhi).
Il tempo oggettivo è quello che si reputa misurabile in termini di ritmi o frequenze e per mezzo di orologi.
Il tempo soggettivo è quello che ogni individuo percepisce in base all’esperienza che sta vivendo in quel momento: un individuo vive il proprio senso interiore del tempo.
Lo scorrere degli istanti del tempo è pura illusione.
La percezione di un uomo differisce da quella di un altro per soggettività e tutti si ritrovano in un punto comune per convenzione. Infatti, in molti hanno adottato il concetto di tempo lineare. Le due grandi civiltà asiatiche, quella indiana e quella cinese, hanno scelto un diverso confronto col tempo: in maniera non lineare.

La realtà è complessa, e non del tutto comprensibile, all’occhio dell’uomo ordinario distratto dalle preoccupazioni materiali dell’esistenza in cui è radicato mentre si muove nel tempo-spazio.
Eppure, la vita è Spirituale.
L’Anima è eterna e in realtà non soggetta alla vita e alla morte ma restando intrappolati nel dualismo e nella frammentarietà della vita resta difficile rendersene conto.
L’Anima immortale è sempre presente oltre lo spazio, il tempo e il pensiero.
Ogni uomo che voglia comprendere cosa sia veramente reale dovrebbe seguire gli insegnamenti di Krishna nella Bhagavad Gita che indica il “distacco” come l’unico modo per poter entrare in contatto con la propria natura spirituale essenziale.
Il “distacco” è profondamente collegato al “Tempo” e naturalmente al modo in cui il Tempo opera attraverso la Mente.
Non l’attaccamento, l’identificazione o la possessività ma il “distacco” offre un agire in libertà piuttosto che le risposte comportamentali e comunicazionali condizionate con cui l’uomo si deve confrontare continuamente nella vita.
Il “distacco” dà una nuova esperienza o non-esperienza del Tempo, dello Spazio e della Mente.

C’è stato un Tempo (eterno e atemporale) degli Eroi, prima che la natura e gli esseri umani diventassero come sono adesso.


Che cos’è, dunque, il Tempo?
Se nessuno me lo chiede,
so che cos’è. Se voglio
spiegarlo a chi me lo chiede,
non lo so.
Sant’Agostino

 

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