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1152. La parola e il suo potere

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Nell’attuale epoca si è perso il valore della parola.
La parola dovrebbe servire per comunicare, per informare, per far sapere, per chiarire ciò che non è chiaro.
La parola, oggi, viene spesso usata per confondere e da questa confusione trarre potere.
La parola è diventata uno strumento che oscura le coscienze sottraendole a percorsi etici e spirituali.
Riferimenti autentici di indubbia moralità cominciano a mancare e quei pochi rimasti, sconcertati dal panorama umano, si sono trincerati dietro un comprensibile riserbo.
I giocolieri delle parole hanno la meglio su una maggioranza che è costituita, in gran parte, da barbari civilizzati.
Il barbaro civilizzato non pensa realmente ma vive di automatismi e di reazioni meccaniche e non ha, quindi, autentiche capacità di discernimento. Risponde a bisogni fisici primari e a spinte pratiche e utilitaristiche. Rifiuta meccanicamente qualsiasi nuova idea. Segue i modelli della cultura dominante senza neanche cercare di comprenderla né di vederne i punti critici. Riesce ad essere un buon prodotto della manipolazione esercitata, in varie forme, dai deputati dell’élite occulta che governa realmente il mondo. È un buon servo inconscio del potere oscuro delle “Forze Involutive” che tramano contro l’umanità e contro il mondo.
La parola manipolata si fa convinzione, si fa oggetto, si fa obiettivo, si fa modello desiderabile, si fa destino al servizio di chi nutre oscuri fini.

Perché esiste ancora uno stadio umano dove vede come maggioranza i barbari civilizzati, cioè dei ‘minori’ che rendono la vita impossibile ai ‘maggiori’?
La difficoltà ad emergere da questo stadio sta nelle possibilità dell’individuo o nella volontà esercitata da qualche “forza” che ha buoni interessi perché gli individui rimangano ad uno stadio in cui il principio, pienamente sviluppato, che distingue l’uomo dagli animali rimanga latente?
È possibile che ci sia “qualcuno” che voglia che gli individui umani restino ad uno stadio evolutivo inferiore per poterli utilizzare quale un gregge obbediente?

Qualunque sia il movente che ha dato il via alla ‘Creazione’ non è una buona ragione perché alcuni uomini, che si credono dei, debbano esercitare una manipolazione ritardante nei confronti della maggioranza e tenere il mondo prigioniero della devozione all’ignoranza.
I modelli che vengono continuamente proposti all’umanità, e che ne formano la cultura dominante, alimentano l’ignoranza, l’egoismo e la paura. Ciò che prevale nella società umana è quanto tende ad uccidere il Buono, il Bello, il Vero.
L’alchimia nefasta delle parole utilizzate inquina, avvelena e soffoca le ultime vie del libero pensiero rimaste che ancora si fanno parole pure di libertà.
Nessuno dice più, nei modi più efficaci, che gli esseri umani sono coscienze evolventi impegnate in un viaggio che può rivelare loro lo scopo dell’Esistenza.

Non è forse importante comprendere qual è il compito vero dato all’uomo dalla Creazione?
Perché impedire la possibilità di trovare la risposta fondamentale?
Perché nascondergli le tracce che possono condurlo alla risposta?
Perché invece, con amore, non creare le maggiori possibilità perché tutti gli individui, con scelta consapevole, possano oltrepassare lo stadio della pecora nel gregge?
Tutti hanno diritto, attraverso il risveglio della consapevolezza del dovere, di percorrere, senza ostacoli appositamente creati, la libera via del risveglio, dell’evoluzione. Tutti gli stadi evolutivi sono accessibili e possono essere favoriti dalla volontà di amore di una società umana più illuminata.
L’uomo deve risvegliare in la parola quale seme sacro per edificare il suo vero destino.
L’uomo deve risvegliare tutto il proprio potenziale e ciò significa che deve impegnarsi nell’attivazione di ogni aspetto della mente, mezzo con il quale può diventare coerente, armonico e felice.
L’uomo deve scoccare le frecce dei propri pensieri, delle parole e dei propri atti nella direzione dell’amore (che guarisce), della saggezza (che illumina) e della verità (che libera).
Smettere di identificarsi solo con la sua natura emozionale ed i bisogni egoistici potrà fargli scoprire realtà che vanno oltre il mondo materiale e apprezzare le vie della mente che gli potranno rivelare il privilegiato ruolo di ‘Osservatore’ e far comprendere le forze duali che agiscono nel campo umano, trasformato da troppo tempo in campo di battaglia.
L’intera umanità si trova sprofondata in una crisi dalla quale può riemergere solo con un grande piano riformatore.
Necessita un ‘Piano Riformatore’ che preveda un percorso rieducativo per tutti gli uomini. Rieducare alla vita per agire profondamente sulle coscienze degli uomini e ottenere un miglioramento effettivo della vita individuale e sociale.
Non dovrebbero esistere ‘controllori’ della vita individuale e collettiva.
Ogni individuo dovrebbe essere il controllore di sé stesso.
Decidere di effettuare un controllo sulla propria natura inferiore, per ottenere una trasformazione, significa avviare un processo incredibilmente rivoluzionario che non può non migliorare l’individuo, l’umanità e il mondo.
Provocare un’insurrezione interiore è la cosa più salutare che un uomo possa fare. E solo chi viene infiammato dal coraggio della verità può osare tanto e molto ottenere.
Necessita, per tutta l’umanità, una profonda riforma dei valori.
Gli uomini hanno bisogno, anche se si sono smarriti nella vacuità che distingue questa epoca, di riconoscersi in una nuova etica, in una nuova morale, che non è per forza laica o religiosa, basata sul riconoscimento dell’umanità nel suo insieme, sulla fondamentale espressione della coscienza individuale e sulla conoscenza delle leggi universali che regolano il profondo rapporto tra microcosmo e macrocosmo.
L’uomo ha un cuore per la Spiritualità; ha un cervello per la Ragione; ha due mani, la destra e la sinistra, non di certo per votarsi politicamente a una ‘destra’ o a una ‘sinistra’; e ha un potenziale capace di accedere a una grande e meravigliosa ‘Visione Unitaria del Tutto’ dove le varie parti non sono separate ma solamente diverse per funzioni diverse.
L’umanità ha bisogno di prendere le dovute distanze dal materialismo senza per questo rinunziare alla conquistata qualità della vita. Solo che, questa qualità della vita, deve essere a disposizione per tutti.
Tutti hanno ‘diritti individuali’ purché usino la pietra di paragone del ‘dovere’ che può prevenire ogni forma di conflitto. È solo una questione di consapevolizzare questo modo di essere e di fare perché tutti abbiano secondo il miglior buon senso (che fa giustizia) possibile.
Tutti devono tendere a sentire il ‘Bene Comune’ come un valore principale e dare risposte comportamentali, nella vita personale e nella vita sociale, per realizzarlo.
La rieducazione deve basarsi sulla presa di coscienza del dovere, dei diritti e del Bene Comune.
Questa presa di coscienza deve essere portata nei dipartimenti dell’Educazione prima e dell’Istruzione dopo, della Politica, dell’Economia, della Religione (le varie religioni ancora purtroppo necessarie) e della Cultura per sottrarli alla concezione dei dipartimenti come centri di potere.
Tutti devono rispettare tutti liberando il massimo del potenziale creativo nel pieno riconoscimento del dovere essenziale.
Tutti devono richiamarsi ai principi più elevati ottenendone una costante consapevolezza per operare la costruzione, prima ideale e poi concreta, di una comunità mondiale per il consenso interiore spontaneo dal ‘basso’ e non per volontà di potenza ‘dall’alto’ di una élite più o meno occulta.
Tutti devono sperimentare liberamente la visione di una Comunità Mondiale quale “Organismo Vivente Consapevole”.

 

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