In ogni ente planetario (materialista o spiritualista, ricco o povero, intelligente o stupido, buono o cattivo, ecc.) è presente il Principio Atmico, ovvero il Sé (Atman), ma la maggior parte non ne ha una completa percezione. I più vivono l’oscurato “senso dell’io-mio” (ego, ahamkara), identificandosi con il corpo, gli oggetti posseduti e le funzioni rappresentate. Percepiscono ciò che è limitato, relativo e mortale.
L’uso dell’“io” dovrebbe essere un “Io” che indichi il “Sé” (il Principio Atmico, l’Atman): l’“io” è “altro dal Sé”.
Tutto ciò che viene percepito dai sensi appartiene alla manifestazione grossolana; ciò che non è percepibile dai sensi appartiene alla manifestazione sottile (mente, intelletto, memoria).
In un ente planetario l’Atman è la “Presenza” del “Principio Atmico” personificato in un “non-Sé”.
L’Atman è il Sé interiore, è l’onnipresenza dell’Assoluto nell’universo. È l’unica presenza permanente e immateriale che può esistere nella manifestazione relativa e impermanente.
Le chiese, tutte le chiese, sbagliano ad attribuire a sé stesse un ruolo esclusivo di mediazione fra Dio e l’Uomo.
Dio, proprio perché Dio, non ha bisogno di mediatori, non ha bisogno che qualcuno costruisca impalcature dogmatiche per Lui: Dio arriva direttamente nel cuore di chi è pronto a riconoscerlo, non ha bisogno di condizionati o plagiati ma di esseri consapevoli che riconoscono la Sua Opera.
Invitiamo gli enti planetari ad aprirsi alla filosofia del vivere per cogliere la differenza della filosofia del divenire dalla filosofia dell’Essere, sperando in una esplosione: l’esplosione che caratterizza la prima scintilla di risveglio che spinge sempre ad affrontare le esperienze sulla via del risveglio, ed una riconsiderazione dell’esistenza.
“Il Sé Divino può essere portato a manifestazione soltanto se si possiede la discriminazione che serve a liberarsi dai legami. Voi dovete trasformare il vostro intelletto in modo che diventi puro ed acuto. Le persone ignoranti, per le quali la comprensione del Sé Divino è fuori portata, illudono sé stesse credendo di poter trarre gioia dal mondo oggettivo che i sensi possono sperimentare. Se riflettessero anche soltanto un poco, diverrebbe loro chiaro come un cristallo che anche quella gioia che sperimentano è un dono di Dio. Il nettare Divino è presente in tutti i luoghi in ogni momento. Quali aspiranti maturi, apprendete come liberarvi dalla falsità scintillante del mondo oggettivo e come gustare la gioia del Divino ottenendo la pace.”
Sri Sathya Sai Baba (1926-2011)
“Che cosa accade alle vostre gioie, ai dolori, ai guadagni e alle perdite, quando siete immersi nel sonno profondo? Essi non hanno realtà allora e non ne hanno neppure dopo: in ambedue le occasioni, non sono che creazioni della vostra fantasia. Colui che conosce questo segreto esulterà sempre nella gioia del proprio Sé Interiore.”
Sri Sathya Sai Baba (1926-2011)