Si ritiene importante precisare che si trova in effettiva esistenza un “Luogo”, nello stesso tempo materiale e immateriale, chiamato in modo impersonale “Centro Spirituale Supremo”, designato anche come il “Cuore del Mondo”. Si tratta di un effettivo luogo abitativo, dove vi risiedono quegli Esseri spirituali, i Maestri del Lato Illuminato della Luce (impegnati nella Grande Opera di Risveglio delle Coscienze dell’Umanità terrestre), alcuni nel Corpo di Luce Spirituale fisicizzato (ad una certa frequenza); altri nel corpo fisico in carne ed ossa ma con la predominanza della Luce.
Si tratta di quel “Centro Spirituale Supremo” della Terra che, lungo tutto il periodo chiamato dai miti “Età dell’Oro”, era conosciuto alla luce del sole con il nome di “Paradesha”.
Quel “Luogo” caratterizzato idealmente dalla Pace, dalla Felicità e dalla Giustizia.
In sanscrito Paradesha è il “Paese Supremo” (Regione estrema; Contrada Suprema; Spazio Assoluto), termine che è stato occidentalizzato con l’iranico “pairidaeza”, composto da “pairi” che significa “attorno” e “diz” che significa “creare”.
Il termine si ritrova quindi in iranico (pairidaeza); in greco (paradeisos); in caldeo (pardes); in armeno (partez); in latino (paradisus).
Le tre fonti occidentali che hanno contribuito a dare l’idea di parco o giardino (Giardino delle Delizie – 2,8-14 –) sono: ebraica con pardes, persiana con pairidaeza e greca con paradeisos.
Il “Luogo di Paradesha” proprio per la sua natura intrinseca “evoca” e “manifesta” palesemente uno “stato di beatitudine”, pari a quello dello stato di coscienza dato dal risveglio spirituale. Si accede al “Luogo di Paradesha” per accettazione, per consenso esclusivo dato da coloro che sono “Fiamma della Salvezza” (che portano il “signum”; i Maestri dalla Luce Perfetta).
Esistono “luoghi” reali che non hanno una connotazione descrittiva e materialistica.
Il “Centro Spirituale Supremo”, il primordiale “Paradesha” è stato chiamato, conosciuto sotto molti nomi:
- Aryavartha o Aryavarsha – provenienza dei Veda
- Uttarakuru – nel Mahabharata, la “Terra estrema”
- Shambhala – in sanscrito: Sham = Felicità; Gioia; Bhala = Donare
- bDe-'byang – in tibetano “Fonte di Gioia”
- Agartha o Agarthi – rispecchia nel suo significato tale carattere di inviolabilità, inaccessibilità
- Asgard – per i Germani e gli Scandinavi (al centro del Mitgard)
- Tula o Thule –
- Kalapa –
- Hsi Tien – dai Cinesi, la “Terra degli Immortali”
- Belovodye – dai Russi
- Janaidar – dal gruppo etnico turco i Kirghizi o Chirghisi
- Avalon – dai Celti, “L’Isola dei Beati”
- Hsi Wang Mu –
- Pe’Mako –
- Isola Bianca – la sede primeva così definita dall’antica India
- Regno Perduto –
- Città degli Déi –
- Regno del Prete Gianni –
- L’El Dorado – abbreviazione spagnola di El indio Dorado
Il “Centro Spirituale Supremo”, dal tempo di Iperborea, ha seguito l’Umanità lungo le epoche successive del Kalpa (del Ciclo di questa umanità) fino ad assumere, all’inizio dell’Età Oscura (il Kali Yuga) un carattere di inaccessibilità all’umanità ordinaria quasi completa.
Gli abitanti del “Centro Spirituale Supremo” comunicano con alcuni uomini attraverso i “sogni”.
Nel Vedanta lo “stato di sogno” corrisponde allo “stato sottile universale”, l’Hiranyagarbha (il cui simbolo è il Germe d’Oro, l’Uovo del Mondo, il Lingam Divino).
Jagrat è lo “stato di veglia” (stato di coscienza ordinario) che corrisponde allo “stato materiale” che esprime la progressiva solidificazione del mondo e gli corrisponde il corpo fisico-grossolano, lo Sthulasarira.
Le sue onde cerebrali: gamma in frequenza Beta di 13-20 cicli al secondo.
Svapna è lo “stato di coscienza del sonno con sogni” e gli corrisponde il corpo sottile o astrale, il Lingasarira. È lo stato, per mezzo del quale gli abitanti del “Centro Spirituale Supremo” (Paradesha, Shambhala, Agartha, eccetera) comunicano con gli uomini pronti a servire il Piano Divino.
Le sue onde cerebrali: gamma in frequenza Theta di 4-7 cicli al secondo.
“ Raggiungi la dimora di ‘ Coloro che sono ’ e
non più divengono, la Cittadella degli Svegliati,
il luogo senza confini. Solo la potenza del Fuoco
può trascendere il fascino dispersivo del fuoco “
Raphael