Nessun male può colpire chi ha un cuore compassionevole,
chi ha parole di Verità
ed un corpo dedicato al bene del prossimo.
Incarnazioni dell’Amore! Innanzi tutto dobbiamo esaminare i cinque principali aspetti dell’educazione.
- 1-Cos’è l’educazione?
- 2-Quale tipo di educazione si deve seguire?
- 3-Qual è l’obiettivo principale dell’educazione?
- 4-Qual è la qualità fondamentale dell’educazione?
- 5-Quale risultato si ottiene dall’educazione moderna?
Questi aspetti devono essere approfonditi; solo conoscendo il loro intimo significato, sapremo cos’è l’educazione.
Qual è il significato profondo di ‘educazione’? Essa ha un duplice aspetto. Il primo è ‘istruzione’, che significa raccogliere tutte le nozioni inerenti al mondo esteriore e trasmetterle agli studenti. Il secondo è: Educare, vale a dire ‘portare alla luce un patrimonio interiore’; quest’ultimo aspetto deve essere illustrato agli studenti in modo preciso e dettagliato. Oggi l’educazione è solo esteriore poiché s’insegnano solo argomenti esteriori. Una buona personalità si ottiene non con l’istruzione, ma solo attraverso la cultura, la quale è essenziale per conseguire l’educazione. L’istruzione moderna, invece, è priva di cultura: è come una moneta falsa; neppure un mendicante l’accetterebbe. Allora come possono persone esperte e capaci accettare un’istruzione del genere? Se si vuole dare gioia a tutti, occorre sviluppare Educare, che comprende anche le virtù interiori.
Dobbiamo pensare alla cultura in modo diverso. L’istruzione senza cultura è come una camera buia; i pipistrelli sono in grado di vivere in una stanza scura dove si accumula sudiciume. Oggi a causa di un’istruzione priva di cultura, una profonda oscurità ha invaso il nostro cuore, e così molti animali malvagi hanno potuto insediarsi. L’istruzione senza cultura è come un aquilone cui si sia strappata la fune: dove andrà a cadere? Su quale casa? Quale danno farà, e a chi? Nessuno può dire se finirà bene o male. Solo se associata alla cultura, l’istruzione potrà risplendere ed essere rispettata.
Qual è il significato di cultura?
Che cosa significa ‘cultura’? Nella vita quotidiana incontriamo bene e male, peccato e virtù, verità e falsità. Dobbiamo perciò allontanare le cattive qualità, le riflessioni negative e i cattivi pensieri, mentre dobbiamo promuovere e coltivare in noi buoni sentimenti, buone riflessioni e buona condotta.
Cultura significa discriminare tra il bene e il male; rimuovere il male ed alimentare il bene. Non solo, la cultura conferisce larghezza di vedute. Poco fa alcune persone hanno cantato “Tu ed io siamo Uno”; anche questo è sintomo di una mentalità ristretta. “Tutti sono Uno” è l’espressione giusta. Se invece dite: “Tu ed io siamo Uno”, questo si riferisce a un individuo soltanto. Una voce celeste disse a Gesù: “Figlio diletto, tutti sono Uno. Sii equanime con tutti”.
Per coltivare ampiezza di vedute, dobbiamo sviluppare il concetto interiore di Educare. L’istruzione ordinaria, moderna si occupa del mondo, di ciò che è fisico e materiale: è esclusivamente secolare. Essa è solo conoscenza teorica. Oggi tutti si danno da fare per ottenere simili nozioni puramente superficiali, che mutano ogni momento. A tale conoscenza teorica dobbiamo, quindi, aggiungere il concetto di Educare, che è conoscenza pratica. Ci sono solo pochi passi tra la conoscenza superficiale e quella pratica. Dalla conoscenza superficiale si deve procedere verso la conoscenza generale, e da questa dobbiamo passare alla conoscenza discriminante, facendo un’attenta analisi: “Cosa è vero? Cosa è falso?” Poi, dalla conoscenza discriminante, si deve gradualmente procedere verso la conoscenza pratica. Solo quest’ultima è Educazione vera, eterna ed immutabile. Se il cuore è adorno di compassione e di devozione, esso si espande, diventa sereno e sacro. Una persona educata non deve possedere cattive qualità, né commettere azioni empie. Altrimenti, come può definirsi educata?
Che tipo di conoscenza viene impartita dall’istruzione moderna? Solo conoscenza teorica. L’uomo moderno viene degradato, sminuito e rovinato in tutti i sensi da tali nozionismi derivati dai libri. Quanto tempo può durare questo genere di conoscenza? Finché la tenete a mente; ma non è neppure possibile applicarla nella pratica. Vi riempite la testa con queste nozioni che durano fino all’ingresso nell’aula degli esami; qui le riversate sui questionari, ma poi all’uscita la vostra testa è completamente vuota. In realtà, la testa rimane sempre vuota. Per quale ragione? Non c’è alcuna possibilità di trasformare queste nozioni apprese dai libri in conoscenza discriminante; per conseguire quest’ultima è indispensabile la conoscenza generale, la quale richiede una normale intelligenza. La conoscenza discriminante include anche il buon senso. Si acquisirà vera capacità di vivere in questo mondo solo se la conoscenza generale sarà associata al buon senso.
Studenti! Insegnanti! Ciò che serve oggi non è la conoscenza teorica acquisita dai libri, sebbene anch’essa sia necessaria in qualche misura; può essere considerata come iniziale, come primo passo per affrontare la vita nel mondo. Quello che dobbiamo invece sviluppare è la conoscenza spirituale. La Bhagavad Gita afferma: “La conoscenza dell’Atma è Conoscenza Suprema”.
Tutte le acque convergono nell’oceano; anche le acque di scarico e delle fognature, come pure quelle che provengono dalle montagne; ma la conoscenza discriminante le trasforma nel sacro fiume della vita che è un fiume perenne: la sua portata può ridursi o aumentare, ma l’acqua non mancherà mai. Nei fiumi perenni la portata può cambiare entro certi limiti, ma la qualità è immutabile. Gli studenti devono dunque elevare il livello qualitativo dell’educazione moderna. “Abbiamo compiuto grandi studi; abbiamo ottenuto lauree così importanti!” Non dovete pensare in questi termini, orientati alla quantità. Per promuovere la qualità, dovete approfondire Educare che è interiorità.
Qual è il significato di educazione? Essa non significa solo conoscenza, ma deve potersi trasformare in azione. Ecco l’educazione di cui c’è bisogno oggi. Tutto ciò che si studia deve essere messo in pratica e condiviso con gli altri, poiché anch’essi siano indotti a seguire questo sentiero. L’educazione deve essere dotata di forza interiore; ciò che proviene dall’interno è permanente e viene denominato Satya, Verità. C’è, tuttavia, un altro termine che trascende Satya, ed i Veda lo indicano come Ritam, la Verità Assoluta. Essi affermano che tutto ciò che riguarda l’esperienza nel mondo fenomenico si riferisce semplicemente a dei fatti ed è verità empirica. Ciò che si apprende dai libri è vidya, conoscenza; come deve essere usata questa conoscenza? Essa deve diventare conoscenza pratica, cioè tramutata in azione!
Scopo dell’educazione
Qual è lo scopo dell’educazione? Nessuno se lo domanda. L’educazione è per la vita, non per guadagnarsi da vivere. Oggi la utilizziamo solo per sbarcare il lunario; ma se questo è lo scopo, anche gli animali, gli uccelli e le bestie vivono senza la benché minima istruzione! L’educazione serve allora solo per guadagnarsi da vivere? Persino le formiche e le zanzare vivono. No, no! L’educazione è per la vita!
Qual è l’essenza dell’educazione? Dobbiamo capire bene questo concetto. E’ concentrazione della mente, non collezione di fatti! Non significa collezionare tutto quello che accade nel mondo, una raccolta di fatti che non serve a niente ed è subito dimenticata. Ecco un piccolo esempio: un lavandaio di un villaggio va di casa in casa per raccogliere i panni da lavare. La gente si annota in un quaderno che cosa gli ha consegnato: un lenzuolo, una camicia, un paio di calzoni, una canottiera. In ogni casa tutti prendono nota degli indumenti consegnati, ma il lavandaio non scrive nulla; la sera, però, restituirà esattamente ad ogni proprietario tutti i panni lavati. Questa è conoscenza generale. Per acquisire la conoscenza generale, l’istruzione non è necessaria; persino un lavandaio la possiede. Oggi siamo addirittura peggio di un lavandaio; se gli diamo quattro indumenti, lo scriviamo su quattro pagine. Questa non è conoscenza generale. La vera conoscenza generale è permanente dentro di noi, non è acquisita con lo studio; è con noi dalla nascita ed è appresa dal libro della vita.
Qual è il fine del’educazione? E’ un argomento assai importante, ma nessuno cerca di capirlo. Qual è il fine dell’educazione? La gente afferma che non ci sia un fine, ma il fine dell’educazione è il carattere. L’istruzione senza il carattere è inutile. Nei romitaggi, in passato, i saggi portavano con sé i discepoli ovunque andassero e li istruivano anche durante il cammino, sia di giorno sia di notte. Oggi non è più così. Ci sono lezioni dalle otto alle dodici e dalle due alle cinque. Si studia in base agli orari, e tutto ciò è conoscenza limitata, ma la vera educazione che forma il carattere non possiede limiti. Il fine dell’educazione è, quindi, apprendere quello che è ‘senza limiti’. Il carattere si riflette nel comportamento, nella condotta, nella vita quotidiana, nelle parole, nel gioco. Tutte le parole devono essere sacre, amabili e non devono urtare nessuno. Il nostro carattere non si manifesta solo nella condotta, ma si riflette anche nelle nostre parole. Non si può sempre accondiscendere, ma si può parlare sempre con gentilezza. Tutto è in relazione al carattere; anche i lavori che svolgiamo sono in relazione al nostro carattere.
Conoscenza discriminante
Quando cucinano, le donne pensano: “Devo cuocere una porzione di riso, che pentola occorre?” In base a quello che deve essere cucinato si sceglie la pentola adatta, e secondo la pentola disponibile si decide la quantità da cuocere. “Perché mai dovremmo usare una pentola così grande per una sola porzione di riso?” Questa è la conoscenza discriminante; il riso tracimerà dalla pentola se manca la conoscenza discriminante. Dunque è necessario possedere un’ottima discriminazione. Quanto deve essere grande la pentola per una determinata quantità di riso? E’ regolata bene la fiamma? L’intensità della fiamma deve essere adatta per cucinare, e il cibo da cucinare deve essere idoneo a quella fiamma. Usando tale tipo di discriminazione, si arricchisce il proprio carattere. Se arrivano degli ospiti o delle persone anziane a casa vostra, anche se non potete offrire loro nulla da mangiare dovete per lo meno farli accomodare, rivolgere loro parole gentili e dolci, mostrando così la vostra considerazione e dando loro gioia. Invece voi vi rivolgete loro rudemente: “Perché siete venuti?” – oppure affermate: “Mio padre non c’è. Andate via!” – anche se vostro padre è in casa. Questo è scorretto. Dovete dire parole buone; quando chiedono di vostro padre, se è in casa dite che c’è, oppure se non è in casa, dite che non c’è.
Verità di fatto, Verità e Verità Assoluta
Ci sono tre aspetti: Nijam (verità relativa ai fatti), Satya (Verità), e Ritam (Verità Assoluta).
Cos’è la verità di fatto? Ad esempio dire quale vestito indossava una persona quando l’avete incontrata. Supponiamo che siate arrivati con un abito bianco. Io vi vedo con quell’abito bianco. Questa è una verità di fatto. Quando tornate a casa, vi cambiate e indossate una giacca blu. Quello che avevo affermato prima non è più vero; ciò che avevo detto era solo una verità di fatto, relativa al momento in cui vi avevo visto, ma non lo è più dopo che vi siete cambiati. Verità di fatto è dire ciò che è in quel momento.
Che cosa significa invece ‘Satya’? Voi cambiate parecchie magliette e camicie, ma non siete in grado di cambiare corpo. Quella è Verità che non muta. Satya è ciò che non subisce modificazioni nelle tre dimensioni di tempo (passato, presente e futuro).
A tale proposito talvolta vi dico: “Voi non siete una sola persona, ma tre.”
Quello che pensate di essere. E’ il vestito che indossate, cioè la vostra forma fisica.
Quello che gli altri pensano voi siate. E’ la mente, ed è invisibile. In base alle vostre azioni diranno: “E’ buono” oppure “E’ cattivo.”
Ma c’è qualcosa di superiore a tutto ciò, ed è la Verità Assoluta:
Quello che veramente siete – l’Atma, il Sé.
Voi siete una combinazione di tutti e tre: corpo, mente ed Atma. Il corpo è soggetto a mutamenti, solo l’Atma è eterno. I Veda gli attribuiscono il nome di Ritam, Verità Assoluta, perché è immutabile e non ha attributi. Il Sé è descritto come privo di attributi, senza macchia, imperituro, eterna dimora, perpetuamente puro, illuminato, libero, incarnazione della purezza.
Nella vita umana avvengono degli importanti cambiamenti legati all’educazione. Lo studente completa il suo ciclo di studi ed afferma: “Ho preso tre diplomi di specializzazione.” Che cosa sono questi tre diplomi? Sono solo dei certificati. Chi è colui che ha studiato quelle tre materie? L’Io. Questo Io è la Verità Assoluta.
Gli stati di veglia, sogno e sonno profondo
Ecco un piccolo esempio per chiarirvi il significato di quanto detto. Di giorno, fisicamente, viaggiate, vedete molte cose, mangiate e fate diverse esperienze; ma cos’è tutto ciò? Siete soltanto voi a dire: “Io ne faccio esperienza.” Nello stato di sogno, voi stessi create. Lavorate, viaggiate senza aver comprato il biglietto dell’aereo o dell’autobus. Vi spostate in luoghi diversi, a Delhi, in giro per l’America o per l’Inghilterra. Questo è lo stato di sogno. Nello stato di sonno profondo, invece, non andate in nessun luogo. Tale stato non ha movimenti né oscillazioni; è immutabile testimone. E’ sempre la stessa persona che sperimenta i tre stati. Voi siete quell’Io che fa esperienza della beatitudine, che è latente nel vostro profondo. Nello stato di sogno voi stessi create numerose situazioni e ne fate esperienza. Nello stato di veglia, invece, fate delle cose con le vostre mani, camminate coi piedi, vedete con gli occhi, udite tramite le orecchie ed assaporate con la bocca. Tutte queste sono esperienze relative ai sensi. Adi Shankara ci ha avvisato di vagliare con circospezione tutto quello che sperimentiamo attraverso i sensi. L’uomo ha innumerevoli fantasie e, per controllarle, egli introdusse una regola nel suo ashram. I discepoli dovevano camminare da un capo all’altro dell’ashram, ripetendo: “Stai attento! Stai attento! Stai attento!” Un giorno Shankaracharya venne colto da un certo pensiero: “Io ho un ashram tanto grande, ho un reddito così cospicuo e sono a capo dell’intero complesso.” Mentre fra sé formulava questi pensieri, dall’esterno udì ripetere “Stai attento! Stai attento! Stai attento!” Quelle parole lo esortarono ad essere vigile e provocarono in lui un cambiamento dei suoi sentimenti.
La nascita è sofferenza, la vecchiaia è dolore.
La famiglia è infelicità,
gli ultimi istanti sono una gran pena.
Perciò stai attento! Stai attento! Stai attento!
Tu pensi: “Sono un grand’uomo!” Finché sei nello stato di veglia, hai fama e notorietà, ma:
Alla fine, grande è la sofferenza
Te ne dimenticherai, e alla fine soffrirai molto. Per questo dicevano: “Stai attento! Stai attento! Stai attento!” Poi Shankara rifletté ancora: “Chi si preoccuperà di mia madre e di mio padre ora che sono vecchi? Dove andranno a stare?” Meditando su questo, pensò: “Di che cosa bisogna stare attenti?”
La madre muore. Il padre muore.
I parenti scompaiono, e così gli amici.
Svanisce la ricchezza, va in rovina la casa.
Perciò, sta attento! Sta attento!
In passato, i grandi saggi insegnavano ai discepoli questo tipo di educazione nei loro romitaggi. L’educazione di quei giorni iniziava dalla Verità Assoluta, mentre noi la chiamiamo Educare. Bisogna essere sempre vigili. A tale proposito, ci sono tre lettere da ricordare: A, B, C.
A sta per Always (sempre); B per Be (siate); C per Careful (attenti, vigili).
Siate sempre vigili!
Ecco il significato nascosto di queste lettere! Se ci si ferma invece alle semplici lettere, non se ne capisce l’intimo significato. Siate sempre attenti! Ecco che cosa insegnava a tutti Shankaracharya.
La conoscenza spirituale è di fondamentale importanza
Oggi oltre all’istruzione secolare bisogna insegnare l’educazione spirituale. Senza di questa la conoscenza generale è solo negativa. La conoscenza generale è come una lampadina, è negativa; è necessario che la corrente positiva vi entri: solo allora risplenderà. Solo quando il negativo ed il positivo s’incontrano c’è splendore, e l’oscurità in noi svanisce. Perciò, assieme al negativo bisogna sviluppare anche il positivo. Non importa se manca il negativo; l’importante è che ci sia il positivo. La sua potenza si può utilizzare ovunque. Anche se non c’è una lampadina, esso può azionare un ventilatore e l’aria si muoverà piacevolmente. Se non ci sono ventilatori, si può accendere un fornello e cucinare. Se proprio non c’è nulla, voi vi domandate: “Che cosa posso fare con questa corrente?” – e la toccate. Ecco, prendete la scossa! La sua potenza è sempre presente.
La potenza della Divinità è presente in ognuno. Soltanto questa è positiva. Oggi gli esseri umani, che sono positivi, accumulano troppe negatività. Nascita, morte, crescita, mangiare e vivere – tutto ciò è negativo.
L’Atma è eterno, senza nascita né morte, è il primevo, senza inizio o fine.
Non muore, non nasce, non può essere ucciso.
E’ il Sé, il Testimone di tutto.
Che cosa significa educazione? La conoscenza spirituale costituisce il principio di ogni cosa. Essa è superiore sia alla conoscenza generale sia a quella pratica. E’ la più elevata: è la Conoscenza Fondamentale, da cui tutto ha origine. Dobbiamo sviluppare soprattutto la Conoscenza Fondamentale che contiene in sé la natura spirituale. Quindi, oltre all’istruzione moderna, deve essere impartita anche l’antica educazione spirituale. Essa è essenziale per condurre una vita di Verità. Per quanto tempo sarete in grado di vivere una vita veritiera nel mondo? Dovete condurre una vita di Verità Assoluta. Dove va invece la nostra vita? Voi pensate di essere il corpo: questo è un grosso errore, un grave errore!
Una madre di circa trent’anni aveva un figlio di quindici anni. La madre morì, lasciando il figlio profondamente addolorato. Il ragazzo piangeva: “Mamma, mi hai lasciato, te ne sei andata! Chi si prenderà cura di me? Te ne sei andata!” A ben riflettere, da che cosa era stato abbandonato? Quello che per tanto tempo avete percepito come vostra madre, ebbene lo stesso corpo è proprio lì, davanti ai vostri occhi. Perché allora dite: “Mi hai abbandonato?” Il corpo è lì, vicino a voi, sotto i vostri occhi. Ma quel corpo non è la mamma.
Il ragazzo dice: “Mi hai abbandonato!” Che cosa ha lasciato quel corpo? Il prana, la forza vitale. Dunque, il corpo non è la mamma; solo il prana è la madre. Non c’è morte per il prana. Il corpo è solo un abito che si cambia. La morte è l’abito, l’abito della vita. I corpi continuano a cambiare.
C’è in noi un Principio Fondamentale che è la base di ogni cosa: soltanto quello è essenziale conoscere. In primo luogo dobbiamo apprendere la Verità Fondamentale. Una volta conseguita, potremo trovarci in qualsiasi nazione, in qualunque villaggio, tempo o luogo, e tutto andrà bene. Ma quello che non dobbiamo fare, è avere il corpo come obiettivo e considerarlo come fondamento. Deve essere invece sviluppata la consapevolezza dell’Atma in noi. Questo si chiama ‘Educare’. Educare, coniugato all’istruzione, è indispensabile. Non si può ottenere vera educazione senza Educare.
Voi state iniziando vari programmi di studio in paesi diversi, o li state già seguendo. Tuttavia, mentre progredite gradualmente, incontrate anche incertezze e dubbi. Parleremo poi anche di questo.
Per prima cosa dobbiamo sapere:
-Che cosa significa educazione?
-Che tipo di educazione seguiamo oggi?
-Qual è la qualità fondamentale dell’educazione?
-Qual è l’obiettivo più importante dell’educazione?
-Quali sono i risultati che otteniamo dall’educazione moderna?
Dobbiamo quindi comprendere questi cinque aspetti, poi possiamo approfondirli e distinguerli. Solo dopo averli ben esaminati, saremo in grado di capire facilmente i vari tipi di educazione.
Che cos’è dunque l’educazione? Non è la semplice conoscenza dei libri di testo. La vera educazione apre le porte della mente, solo questa è educazione. Se invitate qualcuno e tenete chiuse le porte, come potrà entrare? Voi sperate di avere felicità, prosperità, tante virtù. Cominciate con l’aprire le porte, poi potrete sperare che entrino. Solo dopo aver aperto le porte potrete far entrare qualcuno. Se vogliamo conseguire la Verità Assoluta, le porte del cuore devono essere aperte. Solo allora la Verità Assoluta si manifesterà in noi. La Verità Assoluta è onnipervadente; è la medesima per voi, per Me, per tutti.
Nella nostra scuola non si deve indossare solo l’uniforme; si deve sviluppare anche una mente uniforme (equanime). Tutti devono avere una mente sacra, affinata dalla cultura.
L’istruzione è l’acqua, Educare è lo zucchero
Incarnazioni dell’Amore! C’è così tanto da apprendere a proposito di educazione! Ciò che si dovrebbe sapere è ignorato, mentre si approfondiscono solo gli aspetti inutili. Voi imparate quello che qualcuno ha scritto in un libro, ma questa è semplicemente istruzione esteriore. Occorre associare Educare a questa istruzione; solo allora ne avrete gioia.
Che differenza c’è tra Educare ed istruzione? L’istruzione è solo acqua, Educare è lo zucchero. Voi aggiungete lo zucchero all’acqua e poi assaggiate, ma non ne sentite il sapore. Allora prendete un cucchiaio e mescolate per bene; lo zucchero sul fondo si diffonderà ovunque, e tutto diventerà dolce. Il nostro cuore è il bicchiere, la Divinità è lo zucchero e l’istruzione secolare è l’acqua. Aggiungete un cucchiaio di Vijnana (Conoscenza) e mescolate bene con il processo della ricerca. La Conoscenza si diffonderà ovunque. Ci vuole, però, anche il cucchiaio dell’intelligenza.
Vijnana si trasformerà poi in Prajnana (Piena Sapienza), e quando tradurremo quest’ultima nella pratica, diverrà Sujnana (Suprema Sapienza).
Voi pensate: “Io sono uno jnani, un saggio.” Chi pensa di essere un saggio non lo sarà mai. Uno jnani non ha forma; nessuno può dare una forma a jnana (saggezza).
La percezione dell’Uno senza un secondo è Saggezza. Tutti sono Uno. Siate equanimi con tutti.
Riconoscere questa Verità è Saggezza. Dovete comprendere l’unità presente in ogni cosa.
Cos’è questo? Un fazzoletto, un tessuto. Posso anche affermare che non è una stoffa, ma un insieme di fili. Voi potete ribadire che non è neppure un insieme di fili, ma è piuttosto del cotone. I tre elementi, cotone, filo e stoffa, insieme, costituiscono un’unità. Senza cotone non c’è filo, e senza filo non c’è stoffa. Ciò che li comprende tutti e tre è unità. Lo stesso è per la natura umana:
Shiva è la forma delle tre qualità (guna).
Possiede tre occhi e tre armi.
Offrirgli una foglia di bilva
distrugge i peccati di tre vite.
Qualsiasi cosa accada, sia essa gioia o dolore, deve essere offerta a Dio. Quando arriva il dolore, ve la prendete con Dio, dicendo: “Oh Signore, perché mi hai mandato questo dolore?” No, No! Anche in quello vi avrà dato della gioia. Quando poi viene la felicità, pensate: “Oh, questo è un dono di Dio!” No, No! Anche questo è per il vostro bene. Gioia e dolore sono entrambi per il vostro bene, per il vostro bene!
Solo se la prendete in questo modo, nella vostra vita potrete sviluppare ampi sentimenti.
Che non ci siano assolutamente dubbi, discriminazioni o critiche tra voi! Dovete deliberare e discutere i vari argomenti con amore e senza critiche.
Che sia una chiesa, un tempio o una moschea, tutti sono Uno. Tutti sono Uno.
Non cominciate, quindi, a criticare nessuno. Dobbiamo condividere un’attitudine di equanimità e spirito d’Amore.
Su quanto discuterete e sugli interrogativi di oggi, vi darò le risposte domani. Sono molto felice!