Eccoci arrivati al punto in cui, per una migliore comprensione di ciò che segue, bisogna entrare nei dettagli dei corpi sottili dell’uomo o su ciò che spesso abbiamo sentito chiamare “l’involucro dell’anima”.
Se la psicanalisi ha dato un contributo considerevole alla comprensione dei capricci e degli strani comportamenti della natura umana, la teosofia è andata molto più lontano spiegando la stessa natura dell’uomo. Gli spiritualisti hanno provato, per la soddisfazione di un pubblico sempre più numeroso ed interessato, che un essere umano non è solo un corpo fisico, ma che in più possiede un’anima immortale. I teosofi o piuttosto le Guide della Società, a seguito d’investigazioni spinte in profondità, sono pervenuti, grazie alla chiaroveggenza, ad una conoscenza specifica della vera costituzione dell’anima e delle sue relazioni con i corpi fisici ed i piani superiori della coscienza.
È così che i corpi sottili dell’uomo costituiscono l’aura o “involucro astrale” e sono percepibili dai chiaroveggenti allenati, qualunque sia la scuola di pensiero alla quale appartengono. Questi corpi avvolgono il corpo fisico e si compenetrano bene quanto il corpo fisico stesso. Nel linguaggio teosofico si dà a questi corpi i nomi di corpo eterico, corpo astrale e corpo mentale, ma per la chiarezza della nostra esposizione noi li chiameremo così:
1. Corpo fisico od organismo composto di materia grossolana (in contrapposizione a sottile)
Corpo delle sensazioni od organismo composto di materia sottile (corpo eterico)
2. Corpo delle emozioni od organismo composto da materia più fine
3. Corpo mentale od organismo composto di materia ancora più sottile
Si noterà che abbiamo messo insieme il corpo fisico ed il corpo delle sensazioni, perché sono così strettamente legati che si dissociano solo durante l’anestesia, mentre quello delle emozioni ed il mentale lasciano il corpo fisico quando quest’ultimo sta dormendo. Quando un chiaroveggente allenato assiste ad un’operazione, può vedere come i diversi corpi, compreso il corpo delle sensazioni, sono respinti dal corpo fisico sotto l’azione dell’anestetico. Nel caso di un’anestesia locale, tuttavia, la sensazione di essere proiettata al di fuori è solo relativa ad una minima parte del corpo; gli altri corpi rimangono legati al corpo fisico. Lo stesso fenomeno accade quando il braccio si addormenta: così facendo si libera una parte del corpo delle sensazioni attraverso la pressione. È a questo punto che i chiaroveggenti vedono l’energia sottile del braccio proiettata fuori della spalla ed è solamente quando il braccio del corpo fisico si “risveglia” che il braccio del corpo delle sensazioni è rimesso in attività e che si ha la familiare sensazione di avere le “formiche” nel braccio.
Si capisce così perché abbiamo impiegato il termine “corpo delle sensazioni”: è perché le sensazioni sono possibili solo quando quest’ultimo è associato al corpo fisico.
Detto in altri termini, le sensazioni sono prodotte dalla congiunzione di questi due corpi, ognuno dei quali non prova alcuna sensazione senza l’altro. Si può tuttavia notare che il corpo delle sensazioni acquista un’importanza particolare ai fini di questo studio, perché è lui che viene colpito dalle vibrazioni musicali prima del corpo delle emozioni o del corpo mentale. Il corpo delle sensazioni è di conseguenza un ponte fra il corpo fisico e i corpi sottili, infatti la vibrazione dei suoni non sarebbe in grado di raggiungere i livelli più sottili della materia senza passare da un intermediario.
Quanto al corpo delle emozioni e al corpo mentale, il secondo ed il terzo corpo della nostra classificazione, si può dire che: l’aura di un uomo primitivo vista da un chiaroveggente allenato rivela un “corpo delle emozioni” non ancora sviluppato, informe, di colore pallido e privo di qualsiasi bellezza; l’aura dell’uomo mediamente evoluto presenta un corpo emotivo più ampio, dalle forme più armoniose e dai colori più puri. Il corpo mentale è in pratica invisibile in un selvaggio, mentre in un soggetto medio varia per dimensioni e bellezza del colore secondo la profondità dell’intelletto e dell’elevazione dei pensieri. Questo significa quindi che questi due corpi sono sviluppati in proporzione alle nostre attività emotive e mentali; è per questa ragione che l’aura umana è un segno attraverso il quale coloro che hanno la facoltà di vedere e di capire il significato dei suoi numerosi colori possono rapidamente riconoscere la natura di un carattere. Questi diversi corpi, fatta eccezione per il corpo delle sensazioni, non scompaiono con la disintegrazione dell’organismo fisico, poiché ogni corpo sottile corrisponde alla coscienza e funziona indipendentemente quando è liberato dal suo involucro fisico, proprio come il bambino si muove liberamente sul piano fisico dopo aver lasciato il ventre della madre. Possiamo quindi spingere oltre il paragone: se il feto è malnutrito, il bambino viene al mondo debole; se i genitori sono rozzi o se il bambino proviene da una razza malsana, quest’ultimo sarà verosimilmente rozzo lui stesso, se non tarato, ecc. … Si ammette generalmente che i piani sottili rappresentino l’universo nel quale i nostri scomparsi continuano a vivere e assegniamo loro il nome di Paradiso, Inferno, Purgatorio, Kamaloka, Devaloka, Campi Elisi, ecc. … Ma ciò che il profano non sa è l’importanza dei corpi sottili sul piano fisico, e qui ci riferiamo in particolare alle emozioni, poiché esse influenzano i nostri pensieri ed i nostri sentimenti, come anche il piano emotivo universale. C’è sempre interazione fra il microcosmo ed il macrocosmo. Se adesso ci si domandasse perché in certi casi notiamo la predominanza di certe particolari emozioni o sentimenti, troveremmo la risposta in ciò che comunemente chiamiamo “l’atmosfera” o aura del paese o dei dintorni, che costituisce in realtà il piano emotivo saturo anch’esso di queste emozioni e di questi sentimenti particolari.
La musica ha svolto e continua a svolgere un ruolo importante nello sviluppo dei corpi sottili. Riusciamo così a comprendere meglio come ogni genere di musica influenzi maggiormente un corpo piuttosto che un altro e come, in una certa misura, questi generi influenzino il corpo mentale, il corpo delle emozioni ed il piano materiale o fisico.
Vedremo meglio nella quarta parte di quest’opera come il quarto di tono della musica indiana agisca particolarmente sul corpo mentale, quindi sulle scienze filosofiche e metafisiche; come il terzo di tono dell’antica musica egizia influenzi particolarmente il corpo emotivo, favorendo così il rituale e le scienze occulte; come il mezzo tono della musica europea influenzi più specificamente il corpo fisico ed il corpo delle sensazioni, quindi il dominio della materia tramite le scienze meccaniche, il governo delle Società e tutto ciò che è di ordine pratico. Questo perché il quarto di tono costituisce il frazionamento più spinto della nota e s’indirizza così alla parte più sottile del più elevato dei nostri corpi; il terzo di tono è un frazionamento superiore e corrisponde, di conseguenza, al corpo delle emozioni, mentre il mezzo tono, più “grossolano”, influenza essenzialmente il piano fisico (questo non significa che esso agisca soltanto sul piano fisico).
Abbiamo cercato di mostrare nelle righe precedenti su cosa operi la musica, ma non abbiamo ancora detto come funzioni. In altre parole, non abbiamo fino ad ora parlato del modus operandi considerato dal punto di vista esoterico, mentre abbiamo visto il modus operandi dal punto di vista exoterico nel capitolo quattro.
La filosofia ermetica ha sempre insegnato “come in alto così in basso”. Per parlare in un linguaggio più corrente, affermeremo che la musica obbedisce a questa legge immutabile. Quindi, ciò che noi intendiamo come musica non è che la sua manifestazione fisica sotto forma di vibrazioni; ovvero noi percepiamo gli effetti di queste vibrazioni musicali solo sul piano fisico. Non siamo assolutamente coscienti degli effetti più profondi creati da questa musica sui piani superiori, mentre sono essi che lasciano la loro vera impronta sui nostri diversi corpi sottili e , di conseguenza, sul nostro carattere e sul nostro comportamento.
Questi effetti possono essere facilmente percepiti dal vero veggente e possono lasciare forme e colori variabili fra un certo valore artistico e la natura delle emozioni che nascono dalla musica. Il colore prodotto dalla musica che ispira la devozione è il blu; questa tonalità, essendo la tinta della devozione nei piani superiori, colorerà il corpo delle emozioni quando le armonie corrispondenti vibreranno, ed un chiaroveggente potrà scoprire senza problemi questo colore nell’aura delle persone volte alla devozione. Se si considera che i simili si attirano ed in particolar modo sui piani ultra-fisici, capiterà a volte che il blu derivante dalla musica sacra sarà rinforzato dal blu che si trova già nell’aura delle persone devote, per accentuare ancora di più gli attributi della devozione di quest’ultime. La stessa cosa vale per tutte le emozioni ed i colori. C’è un punto che sarebbe meglio rilevare: quando un soggetto è completamente privo di una certa qualità, il colore corrispondente a questa è naturalmente indebolito e si può affermare che, sfortunatamente, le manifestazioni sottili della musica non toccheranno quasi mai la suddetta persona in quest’aspetto particolare, a causa di una mancanza di risonanza e di corrispondenza. Se fosse altrimenti le anime meno evolute si svilupperebbero con una rapidità stupefacente; la depravazione morale e le miserie stamberghe sparirebbero come per incanto dalle grandi città dove fossero presenti delle sale per concerti ed opere. Sappiamo, purtroppo, che non è così e quindi anche i caratteri più indisciplinati sono ricettivi alla musica per quanto debole sia la sua influenza. È per questo che l’organetto di Barberia compì una missione di salvezza fra lo squallore delle periferie.
Non bisogna anche dimenticare che le creazioni sottili della musica, e cioè i colori e le forme che essa imprime sul piano delle emozioni, continuano ad esistere per un certo periodo dopo che il suono reale è terminato. In altre parole, il contenuto emotivo della musica – che non si sente più – continua a perseguire la sua opera per un periodo più o meno lungo e per un certo perimetro. È all’incirca come quando si getta un sasso in uno stagno: nonostante il sasso sia piccolo, le onde che disegna sulla superficie dell’acqua si estendono molto lontano. Inoltre, se c’è un filo di paglia a mollo ad una certa distanza, questo verrà colpito ed agitato dalle onde anche dopo un lasso di tempo considerevole. È la stessa legge che si applica agli effetti sottili della musica, ma in scala più ampia.
Riassumiamo: la musica, come abbiamo visto, agisce attraverso due vie. Una si potrebbe chiamare “materiale”, perché diretta, l’altra sottile. Le arie sentite sul piano fisico hanno il potere, grazie al loro fascino, di addolcire quella “parte della bestia” non ancora integrata nella coscienza, mentre la musica non intesa dall’orecchio possiede delle forze invisibili di natura telepatica che interessano i nostri corpi sottili sia direttamente, sia tramite “l’ambiente emotivo”, con il fine di educare e di abbellire la nostra coscienza.
Si potrebbe essere tentati di sollevare un’obiezione degna di nota! Supponiamo che un concerto sia tenuto in un luogo a qualche centinaio di metri da un locale dove si suona una musica di genere completamente diverso: quale sarà il risultato che ne seguirà sui piani invisibili? Assisteremmo ad un caos discordante, per non dire ad una cacofonia? La risposta è no, perché ci sono altre dimensioni dello spazio (vedere Hinton: La quarta dimensione) e una modalità vibratoria non interferisce con un’altra, nello stesso modo in cui i raggi del sole non si mischiano alle onde invisibili della radio! I piani invisibili potrebbero essere disturbati solo dalla cacofonia risultante sul piano fisico dal suono simultaneo dei due concerti.
Non bisogna sottovalutare le influenze esercitate sui nostri corpi sottili da due o più concerti eseguiti al di là della portata delle nostre orecchie. In questo caso ognuno di noi sarà più o meno influenzato dalle caratteristiche che meglio corrispondono al proprio temperamento. Prendiamo l’esempio di una persona che abiti a metà strada fra due sale sinfoniche e supponiamo che in una sala si suoni una fuga di Bach, mentre nell’altra un violinista suoni il secondo movimento del concerto per violino di Mendelssohn: se la persona in questione ha molto giallo nella sua aura, poiché il giallo è il colore dell’intelletto, il giallo prodotto dalla musica di Bach aggiungerà ancora al suo colore un accresciuto irradiamento, in virtù della legge che vuole che nell’occultismo i simili s’attraggano. Se, al contrario, la stessa persona fosse un caso eccezionale e non offrisse nessun segno di compassione e, di conseguenza, fosse privo del colore verde mela, tinta corrispondente alla compassione, l’aura sarebbe refrattaria alla musica di Mendelssohn. Ma se, al contrario, quest’ultima fosse sensibile alla compassione, trarrebbe profitto allora dai due concerti giacché uno agirebbe sul corpo emotivo e l’altro su quello mentale.
Va senz’altro aggiunto che il principio appena illustrato con tanti esempi è soggetto ad innumerevoli variazioni, poiché la stessa aura umana è composta da innumerevoli varietà di colori che corrispondono ai numerosi attributi dell’individuo. È per questo che sui corpi umani possono influire simultaneamente tanti elementi diversi.
da “L’Influenza segreta della Musica” di Cyril Scott – Edizioni Synthesis
Cyril Scott (1879-1970). Iniziato, compositore e autore musicale, poeta, scrittore