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110. Dissertazione sull’Esoterismo

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Si intende qui affrontare, con la presente “dissertazione”, il tema di “qualcosa” che per la maggioranza umana, in quanto materialista, non esiste: l’Esoterismo.

L’esoterismo per questa maggioranza umana non è né una pseudo-scienza ma neanche una via di falso pensiero; né scienza né conoscenza quindi.

Quest’atteggiamento da parte di chi conta nella cultura dominante ha lasciato che si creasse, nell’opinione comune, la convinzione che si trattasse di sogni trasformatosi in allucinazioni, di vere e proprie divagazioni, chimere, se non addirittura di ciarlatanerie o peggio ancora di vere forme di schizofrenia. Quindi degli individui, affetti da profonde patologie, nel corso dei millenni, hanno sempre inseguito un vero “nulla” giustamente mai preso in seria considerazione da chi ha sempre contato nell’ambito della cultura umana.

L’esoterismo essendo il frutto di un pensiero malato non ben identificato è stato sempre non solo rifiutato e avversato dal sistema dell’Educazione-Istruzione (scolastico-universitario) ma violentemente aggredito dal mondo dei dogmi (le religioni) e scorrettamente schernito sia dal potere dei media sia dalla comoda roccaforte della psicologia-psichiatria (e la Scienza tutta).

Peccato che esistano evidenze ovunque dell’interesse che hanno avuto, certi illustri personaggi della storia umana (artisti, religiosi, filosofi, professori universitari, politici, scienziati, archeologi, eccetera), nei confronti dell’esoterismo, interesse svolto e praticato in modo piuttosto riservato, ovvero “segreto”.

Ma in effetti che cos’è l’esoterismo?

Chi è l’esoterico?

Cosa insegue l’esoterico?

Ha a che fare l’esoterismo con l’evoluzione dell’uomo, con il risveglio della sua coscienza?

L’esoterista crede in Dio? Vuole unirsi a Lui?

È, un esoterico, uno spirituale?

Esistono, o possono esistere, esoterici atei?

L’esoterismo non è né una religione né una via mistica e neanche una corrente di pensiero specifica ben perimetrata.

Il mondo del vero esoterismo è un mondo percorso da pochissimi. Coloro che lo percorrono hanno tutti livelli di coscienza diversi gli uni dagli altri e questo semplice fatto può fare avere una profonda visione delle cose diversa per ognuno. Ma nel vero esoterismo ad annullare qualunque tipo di diversità è l’amore che accomuna tutti per il medesimo supremo fine.

In quelle forme moderne di esoterismo dove al cuore prevale l’intelletto si possono riscontrare spesso violente diatribe dottrinali.

Il vero esoterismo punta, sul cammino che percorre, a una vera e propria demolizione dell’ego che può essere svolta da ogni sincero viandante al proprio livello e grado di evoluzione (“risveglio”). Colui che critica e attacca anche all’interno della propria cerchia esoterica dimostra soltanto di non essere idoneo perché carente, se non mancante, del giusto livello di sensibilità per il giusto confronto nell’ambito dello studio, della ricerca, della pratica di trasformazione alchemica sul proprio ego-corpo-personaggio.

L’esoterismo è un corpus di conoscenze, ricche di significati e di simboli, che guida in un percorso di ricerca portando, i sinceri e i pronti, ad una dimensione iniziatica superiore.

La conoscenza trasforma la fede in ricerca cosciente lontano da superstizioni e fuorvianti fideismi ciechi.

L’esoterismo correttamente affrontato eleva spiritualmente le capacità interiori dell’individuo.

L’esoterismo è il “Vero” e il “Reale”.

L’essoterismo è l’apparenza, l’illusione.

L’uomo ordinario, colui che è atto a sperimentare la Vita solo attraverso i suoi cinque sensi, non concepisce altro che le proprie convinzioni tutte basate sulla materia, sulla forma, sulla superficie senza mai porsi il problema della profondità, dell’alto, dell’immanifesto, dell’essenza, del centro di tutte le cose.

L’uomo ordinario concepisce solo il mondo che riesce a percepire con i suoi cinque sensi; per lui oltre quella soglia non v’è altro. Vive nei limiti delle proprie convinzioni. L’uomo ordinario utilizza l’emisfero sinistro del cervello.

L’uomo esoterico utilizza l’emisfero destro del cervello e l’intuizione per percepire ciò che non può essere visto e sentito con i cinque sensi. L’uomo esoterico lavora su stesso per risvegliare le facoltà della propria anima e utilizzarle lungo il percorso della ricerca della verità.

Il vero esoterico è attento sia al dentro sia al fuori, sia alla sostanza sia all’essenza, sia al manifesto sia all’immanifesto.

L’uomo esoterico tende a scoprire, conoscere ed utilizzare tutti i possibili livelli comunicazionali, nella forma e nello spirito, per poter manifestare nella propria esperienza di vita le migliori e più elevate risposte comportamentali.

Il mondo esteriore, quello della forma e dell’apparire, è un mondo puramente simbolico, non reale, che dovrebbe servire a far percepire, all’ego-corpo-personaggio, il “Vero”.

Il mondo profano dell’apparire è abitato soprattutto da un popolo di uomini ordinari, ovvero di “essoterici”, intrappolati nell’inganno della corrente del tempo e della sostanza-forma.

Il piccolissimo mondo dei ricercatori della verità, gli esoterici, che cercano di andare oltre le illusioni per risvegliare se stessi e rendere possibile il risveglio degli altri, è avversato, attaccato, criticato, ridicolizzato, non considerato.

L’uomo ordinario in effetti ha paura del vero uomo esoterico ma non di quello che parla, intellettualizza e specula del conoscere esoterico, ma di quello che è “esoterico”, quello che ha trovato, sta percorrendo o realizzato l’”Interno”.

L’esoterismo insegna, di fatto, che nell’uomo ordinario c’è una “scintilla divina” tenuta prigioniera a causa dell’oblio della sua coscienza e solo l’uomo che si fa vero “esoterico” (che si risveglia allo spirito) la può liberare, facendola divenire perfettamente cosciente. Il percorso di liberazione della “scintilla divina” può chiamarsi sentiero esoterico, via iniziatica o quanto di meglio può coniare il pensiero sensibile risvegliato. Significa che l’uomo che si sottopone a questo “lavoro” spirituale, attraverso una serie di passaggi graduali (stati di coscienza), può riuscire ad incarnare in l’Unità da cui proviene.

L’uomo esoterico libera il pensiero dalla risonanza dei cinque sensi bandendo la propria devozione a maya, l’illusione, l’ignoranza.

Il risveglio spirituale conferisce all’uomo (non più ordinario) la chiave della sua essenza.

La parola “esoterismo” e la parola “occultismo” hanno assunto una connotazione negativa a livello di massa per l’uso improprio che ne hanno fatto i media: hanno svolto una cattiva comunicazione. L’uomo ordinario quindi associa l’esoterismo e l’occultismo all’oscuro mondo delle sette, dei negromanti, dei fattucchieri, dei truffatori dell’invisibile.

Ma anche tra gli esoterici c’è stato qualche disaccordo sulla provenienza della parola “esoterismo”. In effetti gli antichi usavano “esoterikos” non “esoterismo”. Ma importante è sapere che sia il termine “esoterismo” sia il termine “occultismo”, entrambi alludono alla ricerca di ciò che è nascosto. Nella pratica l’occultismo occupa un ambito di interesse esclusivo di forze esterne all’uomo, da legare per elevare le proprie capacità interiori, in seno alla Natura (le forze della natura, gli elementi, la magia naturale) e le forze estranee all’uomo che ricordano impropriamente lo spiritismo. È a questo aspetto dell’occultismo che viene attribuito un alone negativo che fa associare agli ignoranti un legame con la magia nera, con l’evocazione di forze negative, con il satanismo. Non è forse “Occulto” lo Spirito, la Realtà più segreta che sta al “Centro di ogni cosa”?

La Materia è invece visibile, soddisfa i cinque sensi, è quella che si dice una realtà tangibile. L’Anima invece sta tra la Realtà dello Spirito e la realtà illusoria della Materia.

L’Anima fa capolino, non è nascosta ma non è neanche facilmente visibile perché interiore.

È all’Anima che si rivolge infatti la Conoscenza Esoterica. È l’Anima il protagonista dell’atto conoscitivo. Il risveglio della coscienza spirituale attiva un alto livello di comprensione universale.

È importante per chi usa il termine “esoterismo” essere a conoscenza del suo autentico “concetto”.

René Guénon affermò che il termine “esoterico” scaturiva dalle scuole filosofiche greche. “Esoterico”, in greco, significa “interno”.

Il termine “esoterico” e non “esoterismo” è quello che veniva utilizzato dai filosofi greci quale “ricerca del senso nascosto delle cose”.

Il vero “esoterismo”, quale dovrebbe essere inteso correttamente, è quello che cerca l’esoterikos, cioè le idee eterne, la luce eterna, le leggi non visibili (nascoste) dello spirito.

Il termine “esoterikos” è apparso per la prima volta tra gli aristotelici del I secolo d.C. (ne “I Filosofi in vendita” – 166 d.C. – di Luciano di Samosata). Gli aristotelici distinguevano gli “interni” dagli “esterni” ovvero facevano distinzione tra un gruppo di testi della scuola diffusi per gli esterni (gli essoterici) ed altri testi più rari e particolari, circolanti solo all’interno della scuola (gli acroamatici), testi che rispecchiavano la tradizione orale dell’antichità, l’insegnamento iniziatico “da bocca a orecchio”.

È proprio Luciano di Samosata che inizia ad usare il termine “esoterico” al posto di “acroamatico” (dal greco akroama “ciò che si ascolta”).

Userà questo termine, anni dopo, Clemente di Alessandria riferendosi agli scritti di Aristotele, chiamandoli appunto “libri esoterici”.

Del termine “esoterico” è importante il suo concetto che può essere espresso in molti altri termini e modi ma è l’essenza del termine che merita tutto il rispetto possibile.

Cristo senza usare il termine esoterikos esprime nelle semplici parole dette il suo concetto:

A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole

Marco 4:11

In ogni contesto di “lavoro” spirituale si viene sempre a creare la condizione in cui:

  • quelli di fuori sono gli esterni, i profani, gli essoterici
  • quelli interni, gli iniziati, sono gli esoterici.

Spetta forse a me giudicare quelli di fuori? Non sono quelli di dentro che voi giudicate? Quelli di fuori li giudicherà Dio

I Corinzi 5:12-13

L’esoterico è un membro interno di una scuola o un diretto e naturale (spontaneo – accadimento raro) iniziato dello Spirito di Sapienza che si occupa del “senso nascosto di tutte le cose”.

Anche un essoterico (un profano) può occuparsi di cose esoteriche ma a distinguerlo dal vero esoterico è la mancanza del senso del sacro nella ricerca.

Un essoterico potrà diventare eccezionalmente erudito di tutti i testi esoterici esistenti ma non riuscirà mai a cogliere l’”Intero” senza sperimentare quel sofferto senso del sacro che il vero esoterico conosce molto bene.

L’esistenza di certe dottrine, oltre a quelle che sono essoteriche, che non raggiungono la moltitudine, non è peculiare alla sola dottrina cristiana, ma è condivisa dai filosofi. Poiché anch’essi hanno certe dottrine essoteriche e altre che sono esoteriche

Origene, Contra Celsum 1,7

Un gruppo, una scuola o un ordine di esoterici saranno costituiti da individui con differenti stati di coscienza gli uni dagli altri dove formeranno una scala naturale di livelli, maggiori e minori, di percezione del “Vero”.

Questa inconfutabile realtà veniva affrontata nell’antichità, nell’ambito degli ordini iniziatici, con l’uso sistematico dei gradi di avanzamento, non per anzianità di appartenenza ma per reale livello di risveglio spirituale (maggiore capacità di cogliere l’Intero, di saper “vedere” oltre, di vedere il “Vero” – riscontro effettuato non per giudizio arbitrario di “qualcuno” ma attraverso “scientifiche” procedure iniziatiche – ).

Nell’antica fratellanza essena, per esempio, esisteva la figura dell’”Ispettore” che era in grado di stabilire le caratteristiche e i segni necessari per accedere ad una forma più elevata di insegnamento e a una posizione maggiore sul cammino iniziatico. L’esoterismo degli esseni era fatto dai Raz (misteri) e dai Sod (segreti) contenuti nella Torah (testo sacro dai diversi livelli nascosti per la totale comprensione).

Il termine “esoterismo” compare e si fa strada in epoca moderna con “La storia critica dello gnosticismo e della sua influenza” di Jacques Matter (storico francese) nel 1828; poi con “De l’Humanitè” di Pierre Leroux nel 1840. Da allora il termine verrà usato per indicare sinteticamente tutta la branca di discipline riguardante le leggi segrete celate nell’uomo e nella natura.

Nel 1880 il teosofo Alfred Percy Sinnett cominciò ad utilizzare il termine “esoterismo” sistematicamente. Avverrà lo stesso col termine “occultismo” per mano di Eliphas Levi, nel 1856, con il “Dogma e rituale dell’alta magia”.

Nel 1992 Antoine Faivre (successore all'Ecole Pratique des Hautes Etudes di Parigi, nel 1979, di François Secret – titolare, fin dal 1964, della cattedra di “Storia dell’esoterismo cristiano” – e trasformatore della cattedra in “Storia delle correnti esoteriche nell’Europa moderna e contemporanea”) propone la definizione storica del concetto di esoterismo. La sua richiesta parte da un’analisi che circoscrive, mediante l’elaborazione di un metodo (metro e legenda di criteri), la classificazione (solamente) delle correnti moderne e contemporanee dell’Occidente. Egli stabilisce che è esoterica ogni dottrina il cui pensiero si basi sui seguenti quattro + due (considerati complementari) principi, a suo giudizio fondamentali:

  • l’esistenza di una corrispondenza analogica tra l’Uomo e l’Universo (Microcosmo e Macrocosmo), in quanto l’uno riflesso dell’altro
  • l’idea di una natura viva, animata (Universo Organico)
  • la nozione di una serie di coscienti livelli cosmici intermedi tra la Materia e lo Spirito puro (tra Uomo e Dio)
  • il principio della trasmutazione interiore (in parallelo con il concetto della Fisica)
  • la pratica della confluenza delle fonti dottrinali
  • il principio della trasmissione iniziatica

Egli ha sviluppato la sua visione (anche se incompleta ma senza troppo sbagliare) tenendo in considerazione le maggiori espressioni dell’esoterismo occidentale:

  • Teosofia
  • Ermetismo
  • Qabbalah
  • Alchimia
  • Tradizioni Massoniche
  • Neopaganesimo
  • Correnti New Age
  • Correnti Mistiche minoritarie, orientali e occidentali, che hanno influenzato, a suo dire, l’esoterismo contemporaneo.

Antoine Faivre è stato criticato naturalmente da altri storici delle religioni ma il suo operato continua a restare, nel mondo contemporaneo, un riferimento centrale per quanti si interessano seriamente di esoterismo (studiandolo anche dal punto di vista storico-religioso).

Nel 2002 Jean-Pierre Brach sostituisce all’EPHE Antoine Faivre che sopprime da tutto il quadro di studio e ricerca il termine “Mistiche” affermando l’esoterismo quale unico oggetto di studio della disciplina (cosa che il Faivre aveva ritenuto rilevante in alcune sue pubblicazioni).

Queste ricerche sotto il profilo di indagini scientifiche portano alla creazione di altre cattedre: quella di Amsterdam nel 1999 e quella di Exeter (Inghilterra) nel 2006.

Concetti antichi quanto il tempo possono essere indicati con termini nuovi senza per questo violare quel senso del sacro fondamento di ogni sincera, vera, autentica “ricerca della verità”.

In tempi relativamente recenti alcuni personaggi di un certo spessore esoterico-spirituale hanno contribuito a far cadere una certa luce chiarificatrice ed orientativa sull’esoterismo mentre altri hanno apportato confusione, demenzialità ed oscurità:

  • Elifas Levi (1810-1875): il più famoso studioso di esoterismo dell’Ottocento che passò dal socialismo utopico alle amicizie disinteressate fra gli adepti della Massoneria francese fino ad approfonditi rami dell’esoterismo. Suo iniziatore e maestro fu Don Antonio Marino, abate di S. Giovanni a Carbonara mentre Alphonse Esquiros (studioso del magnetismo animale), José Custodio de Faria (missionario studioso di riti magico-religiosi orientali), Louis Lucas (alchimista) e Hoene Wronski (Qabbalista) contribuirono alla completa formazione del suo pensiero. Nel 1854 conobbe lo scrittore esoterico Edward Bulwer-Lytton (1803-1873) futuro membro della Societas Rosacrociana in Anglia. Lo studio più importante di Elifas Levi è “Dogme et Ritual de la Haute Magie” (Parigi 1855-56).
  • Helena Petrovna Blavatsky (1831-1891): fondatrice della Società Teosofica (1875) che dell’esoterismo ha dato una visione quale “Dottrina Segreta”, vera sintesi di tutte le religioni, di tutte le filosofie, in grado di svelare l’Assoluto.
  • Alexandre Saint-Yves d’Alveydre (1842-1909): medico figlio di medico, fu figura di grande rilievo dell’esoterismo del XIX secolo. Jules Bois lo definì maestro degli occultisti francesi. Autore della grande opera intitolata “L’Archeometro”. Le sue idee influenzarono René Guénon e Rudolf Steiner ma a trasmettere il suo insegnamento alle generazioni successive fu il Papus. Egli tenta di spiegare, chiarire, illuminare le idee riguardanti il “Centro Spirituale Supremo”.
  • Giuliano Kremmerz (1861-1930): fondatore della Schola Philosophica Hermetica Classica Italica - Fratellanza Terapeutico-Magica di MIRIAM (o MYRIAM), costituita sul richiamo delle antiche fratellanze isiache egiziane e degli antichi culti misterici. Divulgò l’esoterismo per motivare il ricercatore della verità alla pratica sperimentazione.
  • Rudolf Steiner (1862-1925): fondatore dell'Antroposofia che ha indicato l'esoterismo quale “scienza spirituale” capace di investigare i mondi dell’invisibile attraverso la chiaroveggenza.
  • Peter Deunov (1864-1944): musicista, medico, filosofo, chiaroveggente, maestro spirituale insisteva molto sulla comprensione del senso della vita umana. Nonostante fosse oscurato dal regime dell’Est diffuse i suoi insegnamenti dell’esoterismo cristiano. Introdusse quella che venne chiamata la scienza della “paneuritmia”, una danza sacra che mette in armonia il movimento, la musica e le parole per far percepire i sottili movimenti della vita della natura e del divino. Fu maestro di Omraam Mikhael Aivanhov.
  • Ananda Coomarasvamy (1877-1947): principale studioso dell’arte indiana e storico dell’arte dello Sri Lanka. Ha investigato sui vari aspetti legati al pensiero, ai riti, al simbolo. Diceva di sé di non essere “nulla” e in questo modo non si riusciva a conoscere granché del corpo-personaggio. Molta vaghezza sulle storie della persona ma proprio questo modo di procedere rivela la grandezza dell’uomo spirituale, dell’esoterico. Notevole il suo libro “La trasfigurazione della natura nell’arte” (Rusconi 1976) ma anche “La danza di Shiva” (Luni 1994) e “La dottrina del sacrificio” (Luni 2004).
  • Georges I. Gurdjieff (1877-1949): educato alla tradizione orale a sud del Caucaso conquisterà un carattere che lo porterà a viaggiare e studiare moltissimo e a raccogliere le tracce sparse delle antiche tradizioni di saggezza e si dedicherà con forza e determinazione a ricostruire organicamente la conoscenza della verità perduta per trasmetterla agli occidentali attraverso un insegnamento esoterico-spirituale. Un grande iniziato.
  • Cyril Scott (1879-1970): figura d’elevata sensibilità, compositore musicale e creatore di opere ispirate, nutrizionista dalla visione olistica (terapie alternative), amico di personaggi illustri tra i quali Herny James, George Bernard Shaw, Debussy, Ravel, eccetera. Fu vicino al Movimento Teosofico e a molti personaggi dell’occultismo. Ebbe una vita ricca e varia vissuta con la saggezza di un vero esoterista ed iniziato.
  • Hermann Keyserling (1880-1946): filosofo, libero scrittore, figura dalla grande logica ma anche dalla grande sensibilità che riesce a conciliare la componente femminile-ricettiva, contemplativa, animica, e una componente virile-affermativa, creativa, spirituale (come dice di lui Marco Minniti). Egli cercherà di intravedere per una parte del suo percorso quale “tipo” di uomo avrebbe potuto incarnare l’ideale della saggezza per offrire un nuovo punto di partenza per il rinnovamento dell’umanità occidentale.  Ma a maturazione di certi fattori interiori si ritrae dalla ragione scientifica e dalla sua famosa “critica” e avvia l’identificazione con l’elemento reale-trascendentale (creativo, sovra-individuale e sovra-empirico) incontrandosi col sapere metafisico che non riguarda i fatti, le apparenze, o le loro leggi, ma il senso trascendente che in essi si esprime. Keyserling trova il filo d’oro per l’accesso al “principio creativo” in un microcosmo che non può essere concettualizzato. Da uomo scienziato si trasforma in iniziato per agire, per così dire, dall’interno ma nella vastità del mondo (quale grande viaggiatore). Ogni conquista nel mondo egli la vedrà come una tappa spirituale dove dimostrerà di essere un autentico esoterico che gira solo intorno al proprio “asse” (invisibile ma concreto).
  • René Guénon (1886-1951): l’iniziato che ha mostrato dell'esoterismo innanzitutto la "Tradizione Primordiale", quella dottrina metafisica universale la cui trasmissione si effettua soprattutto attraverso il linguaggio dei simboli. Ha sostenuto che il suo contenuto è reperibile, sebbene in forma alterata, nelle varie tradizioni religiose della storia umana. Tra i suoi importanti libri “Il Re Del Mondo” e “Simboli della Scienza Sacra” (Adelphi).
  • J. Krishnamurti (1895-1986): grande maestro spirituale che ha sempre rifiutato l’adulazione e incoraggiato la libertà spirituale. Creatore nel 1969 dell’istituzione “Brockwood Park” (Bramdean), comprensiva di una scuola internazionale per i giovani dai 14 ai 24 anni e di un centro per ospitare gli interessati al suo insegnamento. Nel 1938 incontra Aldous Huxley; nel 1956 incontra il Dalai Lama; negli anni ’60 conosce il maestro yoga B.K.S. Iyengar, dal quale prese lezioni; nel 1984 sviluppa una conversazione consapevole con gli scienziati del Los Alamos National Laboratory in New Mexico, U.S.A; il fisico David Bohm trova nelle sue parole dei punti in comune con le sue nuove teorie fisiche. Questa intesa diede vita ad una serie di dialoghi tra i due che contribuirono a costruire un “ponte” tra il misticismo e la scienza; anche molti altri scienziati trovarono stimolanti i discorsi di Krishnamurti su argomenti quali il tempo, la morte, il pensiero. Sosteneva che ognuno può scoprire i contenuti della propria coscienza e annullare la visione dualistica da cui l’uomo è afflitto può dargli la percezione diretta della realtà (non-dualismo tipico dell’Advaita Vedanta, elemento fondamentale della Tradizione Primordiale). Un vero iniziato.
  • Marco Pallis (1895-1990): greco di origini e di nazionalità inglese fu studioso approfondito di esoterismo e tradusse in lingua inglese, contribuendo alla loro diffusione, alcuni saggi di Guénon e di Schuon. Quale esperto alpinista guidò una spedizione sull’Himalaya entrando in contatto con i Tibetani e il loro Buddhismo di cui volle approfondirne la tradizione. Tra i suoi libri “Il Loto e la Croce” (Borla 1969); “The Universal Meaning of the Kabbalah” (Fons Vitae, US Giugno 2004); “Peaks and Lamas” (Shoemaker & Hoard, Divo f Avalon Publishing Group Inc Gennaio 2005).
  • Julius Evola (1898-1974): dopo le esperienze letterarie e pittoriche l’immersione nelle tematiche filosofiche lo hanno portato a quanto espresso nel suo “La Tradizione Ermetica”; personaggio antimodernista, ammiratore di René Guénon e cultore di una corrente neo-pagana; ha diretto per breve tempo la cerchia magica del Gruppo di Ur.
  • Omraam Mikhael Aivanhov (1900-1986): filosofo, pedagogo e maestro spirituale ha promosso lo scopo dell'esoterismo (scienza iniziatica) quale insegnamento atto a trasformare l’ego-corpo-personaggio e a permettere di entrare in comunicazione con il mondo divino. Invitava, per facilitare il cammino della comprensione, di affrontare certe scienze (quali l'alchimia, la magia, l'astrologia e la Qabbalah) a studiarle nell'uomo, nelle sue attività quotidiane (alimentazione, respirazione, osservazione, pensiero, parola e gesto).
  • Mircea Eliade (1907-1986): uomo profondo di cui quello essoterico nascondeva bene quello esoterico. Nei suoi scritti sono importanti le cose “non dette” o appena accennate. In effetti si rivolgeva soprattutto ai lettori iniziati. Fu apprendista in gioventù di meditazione Yoga presso lo Svarga-asram di Swami Sivananda e cercò “Paradesha” (dei Beati).
  • Frithjof Schuon (1907-1997): grande espositore della Philosophia perenni set Universalis (le dottrine tradizionali), notevole insegnante spirituale e metafisico ma anche poeta e pittore che ha sempre rifuggito il pubblico. Era interessato solo a dare i contenuti della propria funzione e non i dettagli della sua storia personale. Conosceva bene la lingua tedesca e la lingua francese che con quest’ultima scrisse la maggior parte delle sue opere; aveva anche padronanza col latino e l’arabo. Ammirava e conobbe personalmente Guénon. Conobbe il cuore della tradizione islamica, il Sufismo di cui fu splendido presentatore. Conobbe Shaykh Ahmad al-‘Alawi. Si recò in India, in Egitto, visitò l’Algeria e il Marocco. Nel 1959, con la moglie, visitò gli indiani Sioux e i Crow del Sud Dakota e del Montana. Egli illustrò quella “Luce” che non è né dell’Oriente né dell’Occidente. Splendidi tutti i suoi libri tra i quali “Unità Trascendentale delle religioni” (Mediterranee 1980); “Le Stazioni della Saggezza” (Mediterranee 1981); “L’esoterismo come principio e come Via (Mediterranee 1984).
  • Paolo M. Virio (1910-1969): figura di grande elevatezza spirituale, autentico iniziato, esponente dell’Esoterismo Cristiano. Ha affrontato la continuità tra l’Esoterismo Ebraico e quello Cristiano (radici qabbalistiche, ruolo svolto dagli Esseni, Antico e Nuovo Testamento). Innumerevoli i suoi libri dall’alto spessore esoterico.
  • Bernardino del Boca (1919-2001): teosofo, antropologo, artista, saggista e vero iniziato ha lasciato il tangibile segno di una semina esoterica in preparazione della nuova era che l’umanità dovrà affrontare: vere e proprie indicazioni per guidare l’uomo verso il Nuovo Piano di Coscienza della Nuova Umanità.
  • Carlos Castaneda (1925-1998): scrittore di 12 libri che hanno venduto più di 8 milioni di copie in 17 lingue. Scrive della propria esperienza sotto la guida dello sciamano Yaqui, don Juan Matus. Descrive la sfera del “non conosciuto”, la “realtà non ordinaria”, con la forza dell’esperienza. Parla di una disciplina e di conoscenze che lasciano vedere l’esoterismo una versione moderna dell’antico sciamanesimo. Questa visione delle cose ha creato molta confusione fra le tante forme ingannatorie della new age.
  • Elémire Zolla (1926-2002): saggista, filosofo, storico delle religioni e profondo conoscitore delle dottrine esoteriche e delle varie mistiche sia d’Oriente sia d’Occidente. Con la ricchezza delle sue opere ha contribuito ad illuminare il cammino degli autentici ricercatori della verità ma anche ad illustrare saggiamente, nel momento storico attuale, le varie tematiche concernenti il sacro per l’uomo della strada. Tra le sue più importanti opere “Che cos’è la Tradizione” (Adelphi, Milano 2003); “Verità segrete esposte in evidenza: sincretismo e fantasia, contemplazione e esotericità” (Marsilio, Venezia 2003); “Le potenze dell'anima: morfologia dello spirito nella storia della cultura, anatomia dell'uomo spirituale” (Rizzoli, Milano 2008); “L'androgino: l'umana nostalgia dell'interezza” (Red, Como,1989); “Incontro con l'androgino: l'esperienza della completezza sessuale” (Red, Como 1995); “La filosofia perenne” (Mondadori, Milano 1999).

La Tradizione è la trasmissione dell’idea dell’essere nella sua perfezione massima, dunque di una gerarchia tra gli esseri relativi e storici fondata sul loro grado di distanza da quel punto o unità. Essa è talvolta trasmessa non da uomo a uomo, bensì dall’alto; è una teofania. Essa si concreta in una serie di mezzi: sacramenti, simboli, riti, definizioni discorsive il cui fine è di sviluppare nell’uomo quella parte o facoltà o potenza o vocazione che si voglia dire, la quale pone in contatto con il massimo di essere che gli sia consentito, ponendo in cima alla sua costituzione corporea o psichica lo spirito o intuizione intellettuale. Poiché il massimo di essere è l’unità, l’Imitazione di Cristo (I, 3) dice: ”.

Elémire Zolla “Che cos’è la Tradizione”

“Per me esiste solo il cammino lungo sentieri che hanno un cuore, lungo qualsiasi sentiero che abbia un cuore. Lungo questo io cammino e la sola prova che conta è attraversarlo in tutta la sua lunghezza. E qui io cammino guardando, guardando senza fiato.“

Carlos Castaneda “A scuola dallo stregone, una via Yaqui alla Conoscenza”

Risveglio Interiore ed Esoterismo

Il risveglio interiore è il motivo per il quale l’essere umano si ritrova in questo mondo. La vita dell’uomo non ha altro scopo che quello di risvegliarsi alla propria natura originaria: qui, in questo mondo.

L’uomo ha il compito di risvegliare sé stesso e trovare, nel lato nascosto di tutte le cose, quel “filo” che riconduce alla Sorgente Prima della Luce della Conoscenza.

Questa ricerca, questo cammino, questa (auto)esplorazione che porta gradualmente ad una coscienza sempre più profonda è “esoterismo”, è percorrere una via esoterica, è diventare un “esoterico” (non esoterista). Si tratta di un cammino che non può essere disgiunto dal senso del sacro.

La morbosa curiosità dell’occulto e del misterioso, l’ambizione infera della conquista di “poteri” arcani o la squallida collezione di conoscenze misteriose da esibire con falsa modestia fuorviano verso il Lato Oscuro della Vita.

Il risveglio interiore non si compie con la ricerca facile su internet o sul più grosso Suv lanciato in autostrada ma a piedi sui sentieri più impervi dell’alta montagna interiore, dopo ogni prova ardua nel quotidiano.

L’Uomo è l’essere che ha smarrito il ricordo di sé.

L’Uomo è quell’UNO che incarna la Realtà dello Spirito, l’illusione della Materia e la Presenza invisibile dell’Anima.

L’Uomo con la “dimenticanza” si è ridotto ad essere un limitato ego-corpo-personaggio soggetto alla legge di causa ed effetto.

L’Uomo è colui che può ricordare nuovamente: deve solo risvegliarsi. Deve risvegliarsi e illuminare il cammino inconscio che fin qui lo ha condotto dall’alba della creazione.

Qualcuno” lo ha fatto nella notte dei tempi affrontando il peso dei “ricordi” che affioravano, facendoli diventare “simboli” per il risveglio dei posteri.

Il linguaggio umano ha usufruito di tali antiche azioni illuminanti ritrovandosi, a portata di mano, quel corpus di conoscenze conosciuto sotto la denominazione di “esoterismo” (Tradizione Primordiale, Metafisica Universale, Scienza degli Déi, Verità Eterna).

Tra gli alti e i bassi dell’evoluzione umana l’invisibile mano soccorritrice dell’uomo ha lasciato, nascoste nei miti, nelle saghe, nelle leggende, nella semplicità del folclore popolare le tracce di quegli antichi “simboli” che avevano lo scopo di trasmettere, nello sviluppo della cultura umana, la Realtà che in ogni essere, degli infiniti mondi esistenti, risiede Dio (quale “Parte” e come “Tutto”). “Simboli”, informazioni, conoscenze che si sono tradotti in splendide forme architettoniche, in raffinate espressioni artistiche, in valori acustici, in espressioni geometriche, numeriche (anche nell’equivalenza fra lettere e numeri), matematiche, in costanti frazionarie.

In ogni tempo, quei “simboli” (corpus di conoscenze) hanno parlato, al cuore e alla mente dell’uomo, del “Bello”, del “Buono”, del “Vero”.

Quei “simboli” hanno rivelato all’uomo una “direzione”.

Sentiero spirituale ed Esoterismo

Parlare di risveglio della coscienza significa parlare di sentiero spirituale (Sadhana in Sanscrito). Un sentiero da percorrere prevede una meta: è quindi un viaggio a cui conferire una direzione.

Il viaggiatore, scegliendo di affrontarlo, si anima del senso dello scopo del viaggio. La scelta del viaggiatore deve prevedere, tenendone conto, che il viaggio potrà richiedere certamente molteplici sforzi e sacrifici per mantenere la rotta sul sentiero per raggiungere la destinazione voluta.

Quanto detto vale sia per un viaggio nel mondo esteriore sia per un viaggio interiore. Per il viaggio interiore però necessitano l’aggiunta di alcuni accorgimenti.

Tutti possono affrontare un viaggio nel mondo esteriore a qualunque livello e grado di risveglio della coscienza si trovino; non tutti invece sono in grado di affrontare un viaggio in un sentiero spirituale interiore.

Per percorrere un sentiero spirituale necessita attivare i sensi interiori, gli unici capaci di far muovere senza disagio in un ambito ancora sconosciuto.

Il sentiero spirituale da percorrere, passo dopo passo, in modo consapevole non è un sito solo da attraversare ma è un ambito, quello interiore, dove è tutto o quasi da cambiare, trasmutare. Non è un luogo da attraversare e lasciare le cose come stanno, come può essere una passeggiata turistica che non comporta alcuno sforzo particolare.

Percorrere un sentiero spirituale non è frequentare un qualche centro particolare, una associazione o un gruppo con cadenza settimanale o mensile dove argomentare, dissertare, svolgere qualche pratica ritenuta mistica o celebrare qualche rito e sentirsi molto spirituali. In troppi credono di stare al centro di un sentiero e di essere piuttosto avanzati mentre non si trovano nemmeno nelle vicinanze dell’ingresso del sentiero spirituale.

“ … la ‘Scienza sacra’ costituisce uno studio particolare di quel più profondo aspetto che è la ‘Metafisica tradizionale’ la quale – in quanto tale – è senza confini. Ora, questa Scienza non ha niente a che fare con l'occultismo divulgativo che si può trovare oggigiorno in riviste e libri. L'esoterismo, poi, per la sua particolare natura, non può essere oggetto di divulgazione a livello di massa. L'esoterismo è esoterismo e occorrono determinate qualificazioni per poterlo penetrare e vivere. Non bastano ‘predisposizioni veicolari’, ma bisogna avere una ‘Coscienza esoterica’, una ‘Dignità esoterica’. Sarebbe il caso di dire che oggi si è accesa soltanto curiosità per l'occulto, per il mistero. Si deve, poi, distinguere tra esoterismo, occultismo, magia, e quella che viene chiamata parapsicologia, ecc. C'è grande confusione a tale proposito. In ogni modo, ci sono tentativi, qua e là, abbastanza lodevoli e interessanti, come è anche lodevole lo sforzo di qualcuno di voler chiarire, precisare, delucidare di là dalla vanità di notorietà e di interessi economici “.

Raphael

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