Cos’è la Bibbia?
È una copia in lingua greca delle scritture ebraiche (le forme materiali del Sepher di Mosè).
Si tratta della copia che esisteva nella Biblioteca di Alessandria inviata a Gerusalemme e fatta approvare (come volgarizzazione) dal Sinedrio per mezzo di settanta Giudici e quindi chiamata con il nome di “Versione dei Settanta”.
Il nome di “Versione dei Settanta” è dovuto quindi ai settanta Giudici e non a ipotizzati settanta traduttori. Il Talmud parla di cinque interpreti e Tolomeo fece tradurre solo i cinque libri di Mosè contenuti nel Sepher. Il resto dei Libri sacri fu tradotto in seguito per l’uso di tutti i Giudei sparsi in Egitto e in Grecia.
Lo storico Giuseppe Flavio afferma che Tolomeo abbia fatto tradurre il Sepher per arricchire la sua famosa Biblioteca affidata a Demetrio Falereo che l’aveva arricchita della letteratura dei popoli. Tolomeo per riuscire nell’impresa di far tradurre il Sepher fece ricorso al gran Pontefice degli ebrei Eleàzaro che non osò opporsi e inviò un esemplare del Sepher mosaico permettendone la traduzione in lingua greca.
La scelta per la traduzione cadde sulla setta degli illuminati Esseni la cui sede principale era in Egitto, nei dintorni di Alessandria, presso il lago e il monte Morìa (monte Moriath, "un Alto luogo").
La Bibbia tradotta nelle diverse lingue del mondo è quella del testo greco.
Quella stesa da S. Girolamo è sempre una traduzione della Bibbia greca, solamente fatta in un latino meno barbaro delle precedenti. Questa è la traduzione latina detta comunemente “Volgata” dichiarata autentica dal Concilio di Trento.
Nel 1515 il Cardinale Ximenes fece stampare una Bibbia poliglotta (detta Bibbia Reale): ebraico, greco e latino.
Fece porre la “Volgata” tra il testo ebraico e la “Versione dei Settanta” dicendo che così ordinata la Bibbia, su tre colonne, era come Gesù Cristo tra i due ladroni: il testo ebraico, sosteneva, rappresentava il cattivo ladrone, la versione ellenistica il buon ladrone e la traduzione latina Gesù Cristo.
Tutte le traduzioni fatte, in tutte le lingue d’Europa, sia prima sia dopo la riforma di Lutero non hanno maggiore attendibilità della “Volgata”: tutte approssimazioni del greco o del latino.
Evviva la verità!
Il “filo” della verità può essere raggiunto solo in quelle strade esoteriche che risalgono alla Sorgente dei principi originari che informano sulle chiavi occulte.
L’esoterico per cogliere e ritrovare l’autentico pensiero mosaico ricollega i “fili” delle antiche radici occulte, comprese quelle della Qabbalah e ritrova, vivente, il pensiero dell’iniziato ebreo.
La differenza tra l’esoterico e l’esoterologo sta proprio nel fatto che l’esoterico, consapevolmente e pazientemente, sa cercare oltre le contraddizioni stridenti e le oceaniche incoerenze.
L’esoterico sa trovare saggezza anche in mezzo a molte sciocchezze e per questo non teme le armate della Ragione e della Scienza.
L’esoterico sa che sotto la luce dell’Equilibrio e dell’Armonia, della Giustizia e della Pace il Sentimento e la Ragione sono UNO, non sono due cose in contrasto e in opposizione; tutti e due come Unità possono illuminare e guidare per l’Eternità.
Lo sciocco dice “La Bibbia è un cumulo di sciocchezze”; l’esoterico dice che la Bibbia parla a tutti il loro linguaggio proprio.
“Figlio del passato e gravide dell'avvenire, questo libro, erede di tutta la scienza degli Egiziani, porta ancora i germi delle scienze future. Frutto di un’ispirazione divina, rinchiude in alcune pagine, gli elementi di ciò che fosse, e gli elementi di ciò che deve essere. Tutti i segreti della Natura gli sono rivelati. Riunisce nel solo Bereshith (o “Berechit”: nome dato alla prima parte del Sepher che va dall'inizio della Genesi all'inizio del versetto 9 del Capitolo VI: la storia di Noè.) più cose di tutti i libri ammucchiati nelle biblioteche europee. Ciò che la Natura ha di più profondo, di più misterioso, ciò che lo spirito può concepire di meraviglioso, ciò che l'intelligenza ha di più sublime, lo possiede.”
sulla Bibbia da Fabre d’Olivet