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122. Pensieri semplici sul Sepher Jezirah

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Una valutazione generale del Sepher Yetzirah, prima che ci si disperda nei particolari descrittivi dei molteplici suoi temi, ci fa riconoscere in esso una trascrizione ermetica della cosmogonia monoteistica mosaica, nella quale vengono fondamentalmente riconfermati i principi dell’esistenza di un Dio creatore, della sua assoluta unità e della diretta derivazione del cosmo dallo stesso Dio, che lo ha formato per un atto di volontaria creazione ex nihilo

Alfonzo M. Di Nola

 

Nessuno studioso (storico, mitologo, filologo, esoterologo, ecc.) pur studiando seriemente le diverse tradizioni spirituali, potrà comprenderle veramente se non animato dal sentimento che muove intimamente l’autentico “ricercatore della verità”.
Il “ricercatore” divenuto un autentico esoterico concentra, di volta in volta, tutto se stesso sulla conoscenza in lui affiorata per tirare il “filo” che, conducendolo alla splendente Sorgente dell’Esoterismo, gli fa anche cogliere i passaggi coscienziali nelle diverse epoche della storia degli uomini: le diverse tradizioni ospiti di quella “conoscenza” consapevolizzata.

Nei tempi più remoti molte sono le razze umane che hanno condotto la loro esistenza su tutta la faccia della Terra; molte sono infatti le razze vissute prima dell’ultima era glaciale. L’antichità dell’uomo risale a molto prima di quanto viene ipotizzato ufficialmente. Negli antichi libri dei Veda e dell’Avesta risiedono le prove evidenti della più antica dimora del popolo Ariano.

Tutte le tradizioni particolari (ciascuna caratterizzata da un suo “colore” proprio) sono, al momento dell’incontro con la coscienza dell’esoterico, “rivelatrici”.
Ecco perché il vero esoterico ama e rispetta tutte le tradizioni come una sola, come la “Tradizione Primordiale”, la Sorgente Unica.
Non tutti gli studiosi (storici, esoterologi, ecc.) e non tutti i tipi di “ricercatori” giungono, si soffermano o passano in quella tradizione conosciuta sotto il nome di Qabbalàh (Kabbalah, Cabbala, Cabala) che molto ha da offrire agli spiriti amanti della verità.
Il mondo ordinario la guarda con sospetto per via dei numeri, delle formule bizzarre e dei vari disegni dell’”Albero della Vita” sotto le quali occulta il suo vero pensiero.
Molti studiosi la reputano troppo complicata senza mai aver provato ad avvicinarla. Altri l’hanno giudicata condizionati dalla visione deformata dai propri convincimenti pregiudizievoli (dipendenti e parziali).

Il giusto e corretto approccio alla Qabbàlah, autentica opera eccelsa dell’Intelligenza, deve essere quello fatto con lo spirito di chi si appresta a studiare un corpus di conoscenze nei suoi rapporti con l’Esoterismo generale, punto di luce comune a tutte le fedi e a tutte le religioni. Bisogna incontrarla senza quel pensiero limitato che la definisce ebrea: la Qabbàlah non è ebrea, non è cristiana, non è buddhista, non è sufi

La Qabbàlah, che significa “Tradizione”, affronta e risolve problematiche che interessano in egual modo tutti i culti, tutti i credo, indipendentemente dai “mezzi” utilizzati.
Feritorie nel “Santuario Sorgente” hanno lasciato passare “pensieri” riguardanti la Qabbàlah e il suo essere anteriore alla Bibbia stessa.
Tutte le scritture ebraiche fanno continui riferimenti a misteriose dottrine antichissime, contenute nella Qabbàlah.

Si può leggere nella Mishnah (Mishnà):

È vietato di spiegare a due persone il Genesi e anche ad una sola la Mercabah o Carro Celeste, a meno che non sia persona anziana ed abbeverata dello spirito di verità; però gli si può trasmettere la prima parola dei paragrafi “.

 

La Mishnah è la grande e sistematica opera di raccolta di insegnamenti della Torah (Torà) orale. La Mishnah e la Ghemarà, insieme, formano il Talmud (di cui si hanno due versioni: il Talmud Yerushalmì e il Talmud Bavlì). Il Talmud è uno dei capisaldi insieme alla Torah scritta e al resto della Bibbia, della tradizione ebraica.

Base del pensiero della Qabbàlah è la Bibbia (Scrittura o Mikrà) che si chiama in ebraico Ta.Nà.kh, parola composta dalle iniziali delle tre parti che la compongono:

  • Il Pentateuco (Torah) 
  • I Profeti (Neviìm) 
  • Gli Agiografi (Ketuvìm).

 

La Torah è formata da 5 libri (per questo Pentateuco) che sono:

  • Genesi (Bereshìth – contiene la storia della creazione del mondo); 
  • Esodo (Shemòth – soggiorno e uscita degli ebrei dall’Egitto); 
  • Levitico (Vaikrà – culto affidato ai Sacerdoti della tribù di Levi); 
  • Numeri (Bemidbàr – i vari importanti episodi, dopo il censimento degli ebrei, nel deserto); 
  • Deuteronomio (Devarìm – contiene una serie di discorsi di Mosè al popolo, tra cui i primi due brani dello Shemà).


La seconda parte della Bibbia, o Neviìm, si divide in:

  • Profeti Anteriori (libri di Giosuè; Giudici, Samuele, i Re); 
  • Profeti Posteriori (profezie di Isaia, Geremia, Ezechiele, e i Terè Asàr – Osea, Amos, Ovadià, Giona, ecc.).

 

La terza parte della Bibbia, Ketuvìm, contiene:

  • i Salmi di Davide; 
  • i Proverbi di Salomone; 
  • il libro di Giobbe; 
  • le così dette 5 meghillòth (rotoli), che sono: il Cantico dei Cantici, il libro di Ruth, le Lamentazioni di Geremia, l’Ecclesiaste, il libro di Ester; 
  • i libri storici aggiunti che comprendono: Daniele, Ezrà, Nehemià e le Cronache

 

Il Talmud parla dei Sitrè Thorah (i Misteri della Legge):

  • Ma’aseh Merkavah (o Mercabah) – Opera del Carro o del Trono – riferimento al primo capitolo di Ezechiele 
  • Ma’aseh Berescith – Opera della Creazione – riferimento all’opera della creazione nel primo capitolo del Genesi

Ma’aseh Berescith, Opera della Creazione eMa’aseh Merkavahcostituiscono il Pardes (il Paradiso, il Giardino), i cuisentieriintroducono nelMistero di Dio”.

 

Il primo compilatore della Qabbàlah fu il rabbino Simone ben Jochai. Egli si preoccupa di spiegare, prima di iniziare l’opera eccelsa, che il suo lavoro sarebbe consistito nel mettere per iscritto una antichissima tradizione risalente ad Abramo e trasmessa oralmente, fino allora, solo in un contesto di iniziati.

Lo sguardo dell’esoterico autentico è quello di colui che “vede” il collegamento tra tutte le cose e può soffermarsi su una singola “cosa” per seguirne tutte le connessioni.

Le sue osservazioni lo conducono a trovare elementi che riportano ad Abramo le origini del Sepher Jezirah. Egli guarda con grande interesse all’iniziazione di Abramo alla Dottrina del Dio Unico; a salienti passi del Jezirah dove si enunciano tre centri precisi:

  • Il Dragone nell’Universo 
  • Lo Zodiaco nell’anno 
  • Il Cuore nell’uomo

 

Il Dragone celeste è nell’Universo simile a un Re sul suo trono; lo Zodiaco nell’anno simile a un Re nella sua città; il Cuore nell’uomo simile a un Re in mezzo ai suoi eserciti ”.

dal Sepher Jezirah

 

Il Dragone è un centro immobile, la sfera dello Zodiaco si muove senza mutare la sua orbita, il cuore dell’uomo presiede alle funzioni di tutti gli organi che gli obbediscono come gli eserciti al Re.
Le immagini figurative, le allegorie, le analogie, le corrispondenze e i parallelismi fanno parte dei “mezzi” usati dall’esoterico.


Astronomicamente si può constatare che ai tempi dell’autore del Sepher Jezirah, la Stella Polare faceva parte della costellazione del Dragone (nel 2800 a.C. il polo si trovava più vicino alla Stella Alfa del Dragone che per 15 secoli lo ha indicato).
L’immagine di quei tempi, quella che se ne ricavava con la stessa modalità di oggi, era effettivamente quella del Dragone come Re sul suo Trono, il centro dell’Universo (anche oggi accettiamo la parvenza delle costellazioni del Toro, della Vergine, del Leone, ecc.).
La menzione esplicita del Sepher Jezirah fa comprendere la sua appartenenza a quell’epoca.


Intanto Melchi-Sedek, re di Salem, fece portare pane e vino: Egli era sacerdote del Dio Altissimo“; “E lo benedisse, dicendo: Benedetto sia Abramo dal Dio Altissimo creatore del cielo e della terra”;
E benedetto sia l’Altissimo Dio che ha posto nelle tue mani i tuoi nemici. E Abramo gli dette la decima di ogni cosa”.

Genesi, cap. 14, 18-19-20

 

 

Melchi-Sedek è sia Re sapiente sia gran Sacerdote del Dio Altissimo, El Helion.
Abramo
compare innanzi a Lui come un “iniziato” dinanzi ad un “Iniziatore” (discepolo e Maestro).
In questo atto sacro Melchi-Sedek “concede” e Abramo “riceve” ma con questa “comunione” vengono resi “uguali” dinanzi alla “Scienza Suprema” (la “Scienza degli Déi”, la “Scienza Divina”). Con tale suprema realizzazione Abramo rilascia al Re sapiente la “decima” di ogni cosa quale tributo sacro.


L’Unità domina nel ternario, il ternario nel settenario, il settenario nel duodenario; ma ogni parte è inseparabile da tutte le altre; quando Abramo nostro padre l’ebbe capito, e che considerò, esaminò, comprese, scolpì, incise e compose tutto ciò, per questo unì la Creatura al Creatore. Allora il Signore dell’Universo si manifestò a lui, lo chiamò suo amico e si impegnò in una alleanza eterna con lui e la sua posterità; come è scritto: Credette in Iohah, e ciò gli fu computato come un’opera di giustizia“.

dal Sepher Jezirah

 

 

Quanto contenuto nella Qabbàlah risale ad epoche di molto anteriori ad Abramo fino a quell’Età d’Oro del Regno di Paradesha.

La Qabbàlah, quando la si coglie nella sua interezza è quella “Scienza Divina” che è esattamente la scienza dei molti mondi contenuta in tutte le altre tradizioni nella loro dimensione più profonda dove l’esoterico-iniziato può coglierne tutta la Conoscenza e tutta la Saggezza celeste, assunto sostanziale di ogni livello della creazione.


Tutti i profeti di Dio, i Suoi favoriti, i suoi messaggeri santi e scelti sono, senza eccezione, i latori del Suo Nome e le incorporazioni dei Suoi attributi”.

detto nel Kitàb-i-ìqàn dagli insegnamenti di Bahàu’llàh

 

“… Che gli Ebrei comprendano il mistero di Gesù ed i Gentili il mistero di Mosè e che la gloria che vi deriva da Buddha, Krishna, Hari, Amen-Ptah e dalla Trinità Paradiso di Mosè-Gesù-Elia possa essere dedicata al Padre dal Quale tutta la Gloria si manifesta. Perché questi sono i Suoi Figli; essi sono il riflesso della Sua Luce. Non sono altro che manifestazioni dell’Uno che è la Sorgente di tutti gli Invisibili, e che risolveranno il mistero del perché un Gesù, perché un Mosè, perché la Merkabah di Elia si manifestarono a beneficio dell’Uomo …”.

da “Il Libro della Conoscenza: Le Chiavi di Enoch” di J.J.Hurtak

 

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