La Kabbalah, definita, antica Tradizione, è ispirazione, o rivelazione della Grazia Divina: tradizione e intuizione sono abbinate.
La Kabbalah è illuminazione, è penetrazione ed esperienza dei segreti divini, è unione a Dio, è rapimento in Dio, (tecnica sull’estasi) della scesi dell’anima.
Estasi però, è l’effettiva unione con Dio, nella quale l’individualità umana si perde totalmente per immergersi nel flusso del divino, adesione a Dio, communio con Lui.
Ma, la Kabbalah, segreto insegnamento, segue una Via sotterranea e nascosta, solo i degni e i prescelti riescono a trovare l’accesso senza veli, e nutrirsene: esso contiene la conoscenza misterica del vero nome di Dio e il suo valore numerico.
È detto che la Kabbalah contiene il crogiolo per l’argento e la fornace per l’oro; che contiene tutti gli aspetti relativi alle Sephiroth e alle Lettere; che dissigilla l’anima e scioglie i nodi che la legano.
Tutte le intime forze e tutte le anime nascoste negli uomini sono distribuite e differenziate nei corpi. Ma quando i nodi sono sciolti, ogni forza corre secondo la sua natura alla sua prima origine, ch’è unitaria, prima di ogni duplicità, e che comprende in sé la molteplicità infinita. Lo scioglimento, è dunque un ritorno dalla molteplicità e dalla separazione alla unità originaria.
(Abufalia)
Con la dottrina della Kabbalah la vita divina irrompe nell’anima, riempiendola e colmandola di Sé, di Dio.
In analogia alla mistica cristiana, quando l’oggetto della contemplazione è Dio, l’anima si sprofonda sino al rapimento in Dio.
Ma, la Kabbalah, con il possesso del suo sacro alfabeto e dei suoi Numeri, tiene occupata l’anima sul mistero di un oggetto indeterminale, e la meditazione sulle Lettere e sulla loro combinazione come elementi del Nome di Dio, avrà il potere di illuminarla sul Nome Sacro, o per lo meno tale meditazione riuscirà a rappresentare per l’anima qualcosa di assoluto, in quanto esprime l’essenza nascosta e la pienezza di ciò che ha il più alto significato, Dio, che a tutto dona un significato.
La scienza della combinazione delle Lettere, è scienza divina, è luce della intelligenza, è vita del mondo futuro, è il mistero del Nome di Dio: Parola ch’è la essenza del mondo, ed ogni cosa ha esistenza solo in virtù della sua partecipazione al sacro Nome di Dio che si manifesta in tutta la creazione.
Il puro pensiero di Dio è espresso attraverso le Lettere di questo linguaggio spirituale che, al tempo stesso, costituiscono gli elementi fondamentali di tutta la creazione.
La conoscenza più profonda della Kabbalah rappresenta quindi la conoscenza della lingua divina.
Conoscenza che suscita nell’anima un particolare stato di coscienza, produce un movimento armonioso musicale, anzi, la scienza della combinazione delle Lettere è musica del puro pensiero.
Sono note ineffabili che se accordate in sintonia tra loro, formano motivi sapienziali, e nelle loro variazioni compongono dei suoni interni e segreti che penetrando nel cuore promuovono la Gioia, gioia incomparabile di ascendere ad altezze infinite, o ad infinite profondità dell’Abisso Divino, nel sacro silenzio: è musica del puro pensiero, ebbrezza profonda di armonie che scaturiscono dal movimento delle Lettere del grande Nome e aprono la Via alla Conoscenza di Dio.
Ogni lettera è contemplazione, ogni lettera rappresenta un mondo a sé, ogni lettera sacra è totale nel santo Nome che rappresenta; ogni composizione e scomposizione delle lettere è virtuale, è verità razionale, è scoprimento d’un profondo mistero.
La scuola kabbalistica però, oltre ad una sistematica preparazione, insegna e prescrive un procedimento nella effettiva pronuncia e permutazione delle lettere, per rendere, nel loro movimento, la verità più accessibile al pensiero, e permettere così di penetrare nel vero nocciolo spirituale, sua essenza interiore.
Ogni lettera va pronunciata ritmata al respiro, partendo da concetto primo che: Egli Dio, Moto infinito, respira e del suo respiro gli spazii senza fine sono popolati, aspira e nella sua aspirazione ogni cosa da Lui creata a Lui ritorna. (In riferimento alla antica tecnica spirituale, la cui espressione classica è la disciplina Yoga, tecnica della respirazione – esicasmo cristiano – , arte per il percepire puro, per sperimentare la corrente di Luce, l’Intellectus agens, lo splendore della Shekinah)
Pronuncia, respiro, pensiero, tre stati fusi in uno: stato che pervade l’anima di una forza e forma spirituale che, per il suo valore crea il rapporto per la rivelazione.
Stato che fa balzare l’interno da un concetto all’altro, crea processi di pensieri nascosti, arcani ma vivi, emergere di nuove sfere sconosciute, ampliamento della coscienza dell’iniziato, gradi più alti di ascensione, il percepire la Voce di Colui che apre le porte segrete, Metatron, o Dio che si manifesta come Schaddai, come parola del Maestro, o fuoco della Shekinah, o rivelazione dell’Archetipo.
L’iniziato che si accinge a penetrare nel segreto di Dio, dopo aver purificato il corpo e scelto un luogo solitario, si avvolge nel mantello della preghiera per suscitare le molte luci, e con reverenziale timore e gioia nel cuore verso la Shekinah ch’è presente, ritma il respiro nella circolazione della Luce, finché il cuore divenuto caldo e rovente, di fuoco, sotto l’influsso della potenza divina, rappresenta, pronuncia e vive il Nome di Dio.
L’intensità del pensiero sotto l’influsso della Luce dell’Intelletto superiore, suscita la visione o la conoscenza e l’interpretazione dei Misteri di Luce.
In tale stato, può avvenire nel corpo la separazione dell’anima, che presa e attratta dalla contemplazione del Mistero del Nome di Dio, e rotti i sigilli che normalmente le precludono la luce celeste del puro intelletto, nella ebbrezza dell’estasi, scissa dai legami, si unifica alla Luce.
Per sigilli dischiusi, si intende, le combinazioni delle Lettere, ciascuna delle quali è coordinata ad un determinato membro del corpo.
Come, invece, l’iniziato metodicamente preparato, può restare pienamente cosciente nel mondo della Luce che si dischiude, e l’anima è pronta ad accogliere l’irruzione della Luce nella quale si manifestano gli ineffabili segreti del Nome di Dio, che illuminando, trasfigurando e tramutando l’essere in Amore, lo rendono uno nella Luce, si identifica alla Luce.
Per concludere, la Kabbalah è illuminazione; e l’iniziato alla Kabbalah è uno che conosce, è un puro gnostico, è colui che con la conoscenza del Mistero diviene un recipiente capace di accogliere la sacra Scienza, diviene Maestro e Profeta, è colui che intende ed è inteso, è l’identificato nella Luce, è l’Unto di Dio!
tratto da “Lo splendore della Kabbalah” di Paolo M. Virio – Editrice Amenothes
testi di Paolo M. Virio (Paolo Marchetti 1910-1969) Consigliati:
Lessico esoterico comparativo – Ed. Amenothes
Insegnamenti e dottrina – Ed. Amenothes
Cosmo. Prospettive esoteriche – Ed. Amenothes
La sapienza arcana.. tempio nascosto – Ed. Amenothes 1982
La tradizione esoterica Giudaico-cristiana – Ed. Bastogi 1993
Esoterismo cristiano e amore – Ed. Simmetria 1997
La Gnosi – Ed. Simmetria 1998
Orientamenti iniziatici – Ed. Simmetria 1999
Il Vangelo esoterico di Marco – Ed. Simmetria 2011
Corrispondenza iniziatica. Le lettere e la vita di Paolo Virio e Luciana virio – Ed. Simmetria 2000