“ Quando si dice che gli dei hanno scelto per sé delle parti del mondo,
delle città, dei templi, delle statue bisogna intendere che la loro potenza
ed essenza, che ha ovunque vigore in se stessa, si manifesta
particolarmente in questo o quel luogo; e come un lume che si
alimenta in se stesso senza mescolarsi e dividersi, illumina d’intorno le
cose diverse da sé, così sono gli dei. Come la luce del sole tutta
uguale e continua è ovunque, né può essere divisa in parti, né essere
rinchiusa in qualche parte né essere separata dalla propria sorgente,
né essere mescolata con l’aria, pure è presente. Che anzi, come pur
non perdendo niente della sua luce, tuttavia lascia le cose riscaldate
dal calore, così la luce di alcuni dei è presente a quasi tutto il mondo,
nella sua pienezza individuale, e tuttavia può comunicare
particolarmente la sua forza alle parti specialmente simili a sé “.
Giamblico
In Giamblico si trovano mescolate le tracce della prima religione egiziana e mediterranea con quella greca, e la vita dei culti misterici ha in lui l’unico, forse, aperto testimone che ci ha lasciato l’antica Grecia.
tratto da “I Misteri” di Giamblico – In Genova Presso Il Basilisco MCMLXXXIII
da una traduzione latina di Marsilio Ficino: De Mysteriis Aegyptiorum, Chaldaeorum et Assyorum
introduzione e traduzione a cura di A. Boffino