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147. Esoterismo e Scienza di Massimo Scaligero

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Il Meditare deve avere come fulcro l’autocoscienza, la donami profonda dell’esperienza razionale. In tal senso è l’uomo moderno che deve conoscere la meditazione, non l’uomo detto “tradizionale”, il cui compito è anzitutto moderno: egli può conoscere la meditazione, a patto di penetrare le ragioni metafisiche del suo appartenere, almeno con il processo dell’autocoscienza, al presente tempo: il valore dell’esperienza moderna del razionale, della scienza, della tecnologia. L’equivoco al riguardo è tale che il discepolo, non distinguendo il perenne dall’antico, corre il rischio di cercare lo Spirito là dove è in atto la sua inversione, e dove giustamente la categoria di “moderno” coincide con quella di demoniaco. Ma è la coincidenza di cui occorre scoprire il senso riposto.

La coscienza del proprio movimento, non necessaria al pensiero espressivo della propria identità trascendente nelle culture “tradizionali”, epperò non comportante problema di autonomia, né di scienza dell’autonomia, è invece necessaria al pensiero moderno, che attua una iniziale autonomia nella propria coincidenza con l’oggetto fisico.

Tale coscienza appunto è mancata al pensiero scientifico, pur essendone il senso finale, onde l’iniziale autonomia non ha avuto il suo logico compimento. Così è stato possibile che mancasse il senso interiore alla presente civiltà, e una metodologia rigorosa ma astratta prendesse il luogo della noesi dell’indagine, ma altresì che serie di errori di pensiero si mescolassero alle indubitabili verità della Scienza, né fosse possibile distinguere gli uni dalle altre, mancando la coscienza del pensiero interno dell’esperienza. Sono in tal senso evidenti le responsabilità non della scienza, riguardo a un simile deragliamento, bensì delle Scienze teoretiche, soprattutto di quell’Esoterismo che non ha capito il pensiero, nemmeno quello della propria espressione. Esoterismo retorico, che ha chiuso il varco alla connessione, tagliando fuori dell’umano la corrente dell’Io.

La presente situazione del pensiero va veduta non semplicemente come il fenomeno dell’intellettualismo, ma parimenti come la conseguenza di una generale condizione psicofisica: questa, mancando della conoscenza dei propri antecedenti metafisici, tende a codificare se medesima, ossia l’inerire della psiche al sensibile, sino alla normalizzazione dell’irregolare identificazione. Il riconoscimento di tale identificazione e del suo senso, sarebbe dovuto essere l’atto noetico di una Scienza consapevole delle forze impegnate nel suo processo.

Sarebbe dovuto essere esperienza dell’indagine spirituale, comunicabile all’indagatore fisico, il fatto che il pensiero per penetrare il sensibile, senza venir condizionato dall’antica ispirazione metafisica, si è provvisoriamente vincolato ai dinamismi del cervello, attuando la sua iniziale autonomia, nella coincidenza con il mondo fisico. Si sarebbe trattato di un processo regolare, se al vincolamento il pensiero avesse potuto contrapporre di volta in volta uno svincolamento cosciente, ossia la percezione del proprio movimento nella coincidenza, sì da sperimentare le forze intuitive sollecitate. Una simile possibilità sarebbe dovuta scaturire dal fatto che le Scienze Morali e Teoretiche fossero state fecondate dal Pensiero Esoterico, capace di autorità di visione sensibile perché forte della propria esperienza sovrasensibile, epperò avessero potuto riconoscere il retroscena metafisico del processo delle Scienze Fisiche.

In realtà, le più elevate forze dello Spirito si sono manifestate, nei tempi moderni, nell’indagine del mondo fisico, ma sono state ignorate. Si tratta di forze che un tempo, metafisicamente, sorreggevano e condizionavano il pensiero: la loro esperienza cosciente non era necessaria alle culture trascorse, il cui contenuto intuitivo e mistico era sufficiente a , non esigendo pensiero individuale mediato da cerebralità.

Il moderno vincolamento alla cerebralità sarebbe dovuto essere un mezzo del pensiero per la propria autonomia, rispetto alla trascendenza del proprio originario moto intuitivo, sino alla possibilità del possesso cosciente di questo. Invece ha dato luogo ad una produzione scientifica che, mancando di coscienza del proprio processo predialettico, ha assolutizzato il proprio livello conforme alla quantità: dando luogo al nuovo dogmatismo. È evidente dal retroscena considerato, la responsabilità dello Spirito della Scienza, più che della sua formale determinazione: in effetti è mancato, come controparte metafisica, il reale contenuto alla Scienza. Si può parlare di una Scienza caduta nella superstizione dell’assoluta misurazione sensibile. Ma, se si è seguito il filo del nostro considerare, è chiara la responsabilità dell’Esoterismo gnostico-tradizionale riguardo al mancato riconoscimento della natura sovrasensibile delle forze impegnate nel sistema della Scienza, ossia nel tipico processo della razionalità.

L’identificazione della controparte metafisica dell’indagine scientifica è il conseguimento possibile a un’esperienza interiore, che non ha necessità di intervenire nell’ordinario procedimento chimico-fisico, anzi lo lascia intatto. Ogni presunto completamento di tale procedimento, che sia soltanto la proiezione nominale di una concezione morale, o di un sentimento mistico aggiunto all’indagine, come nel caso di Teilhard de Chardin, è un equivoco assai più serio che quello del Materialismo propriamente detto. La controparte metafisica dell’indagine scientifica è un ordine di connessioni interiori, che va sperimentato in sé e che perciò, indipendentemente dall’indagine fisica, esige avere la giustificazione noetica della propria relazione con questa.

Che lo scienziato sia religioso, o morale, o interpreti moralmente o religiosamente i risultati della propria indagine, in realtà non conferisce a questa l’elemento spirituale che le manca e tuttavia le è proprio: tale elemento può completare l’indagine fisica unicamente a condizione di essere sperimentato in sé, con la stessa obiettività realizzata nell’indagine fisica. Parlare di moralità a proposito dell’indagine fisica, non ha senso, la moralità di tale indagine essendo il rigore del suo metodo, l’onestà logica.

L’impedimento alla coscienza del metodo, quale valore interiore, è costituito soprattutto dall’attuale vincolo mentale alla cerebralità. Tale vincolo, oggi costituzionale nella sua irregolarità, si può cogliere in manifestazioni come il dialettismo sociale, incapace di avvertire il proprio dogmatismo, e parimenti la serie delle rappresentazioni mistiche che la Scienza si fa dall’immediato reale: mistiche per la fede con cui essa si rimette ai fatti ed ai dati quantitativi come a presupposti assoluti, e di conseguenza alle loro relazioni logiche, ignorando la correlazione di fondamento, dovuta al soggetto conoscente.

Per il tema che ci interessa, la posizione mistica va ravvisata in quegli aspetti della psicologia e della fisiologia, che rappresentano la vita psichica dipendente dal sistema nervoso, allo stesso titolo che il percepire e il rappresentare, senza possibilità di verifica di tale asserto. In realtà solo il percepire e il rappresentare si realizzano mediante il sistema nervoso. Ma la posizione mistica impedisce che sia riconoscibile la funzione del pensiero nell’esperienza, e la natura extrasensibile del momento intuitivo. Al tempo stesso elimina la possibilità che il pensiero riconosca la non pertinenza del sistema nervoso riguardo alle manifestazioni del sentire e del volere: che è la chiave della psicologia e della psicoterapia del futuro.

In effetto. La coscienza, troppo inserita nella cerebralità, potrebbe volgere alla propria autonomia, se conseguisse consapevolezza del suo essere in ciò ostacolata dalla incompiutezza del processo pensante. Il pensiero che non afferra il proprio moto logico, può essere solo formalmente logico: mancando della propria norma interiore, manca della norma della realtà. Tuttavia, se la situazione del moto incompiuto viene codificata e tradotta in Cultura, in sistema di Scienza e in sistema di Vita, sarà sempre più difficile concepire l’erroneità sostanziale del Sapere di là dal limitato mondo delle certezze fisico-matematiche, e la possibilità della reintegrazione di esso mediante la restituita funzione del pensiero.

La situazione da noi detta non pertinenza del sistema nervoso può essere ravvisata solo da un reale Esoterismo, v.d. per virtù di un pensiero capace di ripercorrere il proprio movimento, sì da percepirlo vivente prima della mediazione cerebrale e da sperimentare grazie ad esso, al livello che gli è proprio, l’antecedente estrasensibile del sentire e del volere. In tale direzione l’indagatore può comprendere come il sentire e il volere possano dare contezza di sé mediante il sistema nervoso, ma in sé non abbiano nulla a che vedere con esso: e altresì come ogni alterazione del sistema nervoso per via di emozioni ed istinti non si debba in realtà a questi, ma al fatto che il moto del pensiero troppo inserito nella cerebralità li costringe a ripercuotersi non direttamente nella coscienza, ma nel sistema nervoso stesso. Il veicolo conduttore viene guastato da ciò che conduce.

Ove il sistema nervoso cerebrale non fosse “percosso” da sentimenti e impulsi, funzionerebbe come veicolo di una percezione obiettiva di essi: che sarebbe necessariamente diretta, ossia tale che la coscienza, mantenendo rispetto a quelli la propria autonomia, come “coscienza vuota”, li accoglierebbe per così dire allo stato puro, ossia prima che manifestino il loro particolare carattere di piacere o di dolore. L’organo cerebrale viene percosso appunto per l’eccesso del vincolamento ad esso del pensiero, correlativo al sovrabbondare di percezioni sensorie prive di adeguata assimilazione interiore, e per l’incompiutezza del moto del pensiero, sempre inconsapevolmente attingente alla propria scaturigine e tuttavia incapace di volgere a questa, secondo determinazione cosciente. L’esercizio di una tale determinazione è ciò che noi chiamiamo disciplina della concentrazione, ravvisando in essa il coronamento logico del pensiero.

tratto da ”Yoga – Meditazione – Magia” di Massimo Scaligero, Teseo – Roma

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