Di seguito alcuni stralci di un articolo di Bernardino del Boca pubblicato sulla Rivista Sperimentale Del Nuovo Piano Di Coscienza “L’Età Dell’Acquario” n. 69 – inverno 1990-1991 –
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La Vita si esprime mediante cicli. Piccoli cicli individuali che servono di base a cicli sempre più grandi: inizio, evoluzione, caduta. Nulla è permanente e nulla è inutile. Il bene e il male si alternano come le energie yin e yang per costruire e muovere l’illusione sensoriale che ha il compito di sviluppare la coscienza umana.
Con la caduta dei valori del passato, sta anche cadendo una parte dell’umanità, quella parte che rimane schiava degli inganni del maligno (che gli esoterici simbolizzano nella donna-uccello, dai piedi alati a zoccolo) cioè i mass-media, il consumismo, lo stupido e cieco fanatismo e tutte le negatività.
Dalla caduta di questa parte dell’uomo si sta sviluppando la visione olistica della vita derivanti dalla Realtà Parallela, la realtà spirituale. Stiamo per entrare nel regno dello Spirito Santo.
Per avere una mentalità olistica, l’individuo dovrebbe conoscere tutto della numerologia, della geomanzia, dell’esoterismo, dell’occultismo e tutte le scienze umane: ma ciò è impossibile se non ci si apre alle energie della Realtà Parallela, le sole che ci permettono di usare tutte le conoscenze accumulate dall’inconscio collettivo.
Vivere per essere e non per avere implica anche il distacco della prima mente per ottenere, dall’inconscio collettivo, in ogni momento, ciò che abbiamo bisogno di sapere. L’inconscio collettivo si è formato e continua a formarsi, mediante tutti i pensieri, i desideri e le esperienze di tutta l’umanità. Nell’inconscio collettivo c’è tutto ciò che l’uomo ha appreso in milioni di anni, unitamente alle conoscenze di tutta la Natura, di tutto ciò che vive e ha vissuto.
Il capitolo 25 del Tao Te Ching, la Regola Celeste di Lao-Tse, intitolato “L’immaginato mistero”, dice:
“ C’è un essere invisibile e perfetto / prima del cielo e della terra nacque / come tranquillo, come immateriale / è solo e non ha mutamento / d’intorno corre, ma non corre rischio / si può considerare la madre del creato / io non conosco il suo nome / per indicarlo lo chiamo ‘principio’ / sforzandomi a nominarlo gli do nome di ‘grande’ / grande vuol dire che è in movimento / e il movimento vuol dire che va lontano / va lontano vuol dire che ritorna / per questo il tao è grande e il cielo è grande / la terra è grande e il Re anch’egli è grande / nello spazio del mondo ci sono quattro grandezze / colui che regna è una tra di loro / dell’uomo la legge è la terra / della terra la legge è il cielo / del cielo la legge è il tao / del tao da legge è ‘se stesso’ “.
E il capitolo 57 dice:
“ Con la dirittura si governa il regno / e con l’abilità si usano le armi / ma col non-fare si conquista il mondo / come so che si fa col mondo da questo / più nel mondo ci son leggi e divieti / più il popolo precipita in miseria / più la gente ha mezzi di benessere / più l’impero è in disordine o in soqquadro / più il popolo si fa scaltro nelle arti / e più vengono fuori cose strane / e più che vengono fuori ordini e leggi / e più ci sono grassatori e ladri / io non faccio eppur la gente da se stessa si trasforma / io sto calmo eppur la gente da se stessa si corregge / io non traffico e la gente da se stessa si arricchisce / io non voglio eppur la gente da se stessa si semplifica “.
Lao-Tse, vissuto nel settimo secolo dopo Cristo, padre del Taoismo, ha potuto scrivere la Regola Celeste mettendosi in contatto con la saggezza acquisita dall’inconscio collettivo. Tutti i testi che derivano dall’inconscio collettivo, come le profezie, hanno un aspetto oscuro per la mente, perché hanno il compito di arrivare direttamente al cuore e all’anima dell’individuo.
Tutto ciò a cui viene dato un nome, vive nella “legge della simpatia”. La simpatia è quel legame collettivo fra le cose magneticamente legate fra di loro. Dare un nome alle cose è un atto di magia simpatica. Non a caso viene battezzato un bambino con un dato nome: il bambino crescerà sotto l’influenza di quel nome …
… Chi porta il nome di un santo ha una sua particolare storia che traccia un processo karmico. Coloro che portano il nome di un santo, è bene che ne conoscano la storia. Chi porta un nome nuovo, deve cercare di conoscerne l’origine e di avere coscienza che sta iniziando un processo di simpatia che arricchisce l’inconscio collettivo.
Ogni giorno ci sono uomini che cadono alla vita, mentre altri nascono. Ogni anno c’è qualcosa che decade e c’è qualcosa di nuovo che appare. Viviamo nel Kali Yuga, nell’Età del Ferro che è iniziata alla morte del dio Krishna (l’ottavo avatara di Visnu) alle ore 12 del 17 febbraio del 3102 a.C.
Yuga è una parola in sanscrito che significa “era”, un periodo di tempo. Gli yuga sono quattro: il Krita o Satya yuga, l’”era della verità”, che è durata 4800 anni divini; il Tetra yuga, l’”era dei tre quarti di verità”, durata 3600 anni divini; il Dvpara yuga o “era della dualità”, durata 2400 anni divini e il Kali yuga o “era buia” in cui viviamo, che durerà 1200 anni divini. Questi anni divini sono uguali agli anni della nostra realtà, secondo questi dati:
4800 X 360 = 1.728.000 anni del nostro tempo
3600 X 360 = 1.296.000 anni del nostro tempo
2400 X 360 = 864.000 anni del nostro tempo
1200 X 360 = 432.000 anni del nostro tempo
La progressiva diminuzione si suppone sia proporzionale allo scadimento dello standard fisico e morale di ciascuna era.
Da circa cinquemila anni viviamo in questa “era buia”, che ha infiniti cicli evolutivi ed una caratteristica particolare: lo sviluppo dello spirito profetico e del contatto con la Realtà spirituale. Più si scende nel Kali yuga e più un numero sempre maggiore di individui anela verso la spiritualità.
… Durante questi cinquemila anni del Kali yuga, molti profeti hanno saputo superare i limiti illusori dello spazio e del tempo. Fra questi ricordiamo Johannes Carion, colui che, come Nostradamus, seppe chiaramente vedere oltre l’inganno mentale e sensoriale, scoprendo la realtà del Continuo Infinito Presente. Carion nato nel 1499 a Biltisheim nel Wurthemurg, morto a Angsburg nel 1537, fu un seguace del riformatore religioso Melanchthon (pseudonimo di Philip Schwarzert – 1497-1560) e fu astrologo presso la corte del Principe Joachim I del Brandeburgo.
Nel suo libro di profezie Bedeutnus und Offenbarung warer hymlischer Jnfluentz vo jaren zu jare werend (Angsburg, 1538) pubblicato dopo la sua morte, dice che anche le profezie non sono che una illusione sull’illusione della vita, un prodotto della super-mente, che però poco serve alla vita di tutti i giorni. Ma le profezie hanno lo scopo di spingere la mente umana oltre i limiti del conosciuto, verso una realtà parallela.
Anche Joachim da Fiore, il monaco profeta ed eremita nato a Celico, Cosenza, nel 1130 e morto a Carrale, Cosenza, nel 1202, nel definire le tre età: Età del Padre, Età del Figlio ed Età dello Spirito Santo, le indica solo come cicli mentali facenti parte di cicli molto più grandi che segnano la complessa evoluzione, non soltanto umana, ma di tutta la natura.
Le profezie sono perciò come dei paracarri che indicano una strada, il cui tracciato non sta nella realtà materiale, ma in quella invisibile spirituale. Le profezie, quindi, non vanno ascoltate con la sola mente, ma con un poco di cuore …
… Le profezie sono sempre oscure perché parlano dell’altra realtà, non di quella terrena …
… Tutti i popoli primitivi che abitano le regioni selvagge della Terra, vivono ancora nell’”era della verità”. Così sulla Terra oggi ci sono esempi del persistere di tutte le concezioni della vita. Ogni minuto uomini muoiono, ogni istante le cose evolvono in cicli di vita che lentamente trasformano la coscienza umana.
Il Kali yuga è anche il tempo dei miracoli. Il santo che raggiunge l’illuminazione può compiere ogni possibile miracolo …
… Una realtà miracolosa ci circonda e chiede soltanto di poter aiutare l’uomo di fede, l’uomo di buona volontà. Questa realtà miracolosa si incontra solo quando abbiamo coscientemente superato gli inganni della materia e dei nostri sensi, per vivere sul piano della vera spiritualità. Ascoltate la Voce del Cuore che vi indicherà la strada per raggiungere, mediante l’Amore, la vostra Anima, che è la Vera Realtà.
di Bernardino del Boca