“purnam adah purnam idam”
“Quello è Pienezza. Questo è Pienezza”.
Versi iniziali dell’Invocazione nella Isa Upanisad
All’apice del “risveglio”, il Sadhaka, è un “Illuminato”.
L’Illuminato, osservato dal mondo del divenire, ha svolto un percorso, ha raggiunto (nuovamente) il “Luogo d’Origine”, mediante azioni (fisiche e non) nello spazio-tempo.
Osservato dall’Essere, dal Reale (senza forma e dimensioni), cioè dal Tutto, è colui (il Purusha) che illumina questo Tutto (sarvam idam) con l’irradiamento. È Luce la cui attività “non-agente” è l’irradiamento mediante il quale si realizza ogni manifestazione.
Gli “Illuminati” si distinguono per il loro elevato stato di “non-azione”.
Ogni risvegliato “ricongiunge” la sua “Parte” (in apparenza divisa), come tutte quelle altre “Parti” che risiedono contemporaneamente in tutti gli esseri e in tutti i mondi, dall’origine della manifestazione, al Purusha.
Il risvegliato vero, cioè l’Illuminato, è colui che diviene consapevole contemporaneamente dello stato di intierezza, di pienezza (di essere il Tutto, il Purusha indistruttibile, l’Immutabile) e dello stato di pluralità (la frammentazione, la molteplicità, il Purusha distruttibile, ripartito fra tutti gli esseri e tutti i mondi).
Il Principio Supremo è trascendente rispetto a ogni manifestazione. Esso infatti non si trova in nessun luogo, in nessun mondo perché in realtà sono tutti i luoghi, tutti i mondi, tutti gli esseri a essere in Lui. Microcosmo e Macrocosmo sono in Lui a diversi livelli di manifestazione: mondi particolari e stati determinati d’esistenza. Egli, quindi, è sempre il centro di un mondo o il centro di tutti i mondi ed è centro nel cuore di ogni essere in rapporto alle possibilità di tale essere, a seconda se, nel mondo del divenire, dorme, si sta svegliando, si è risvegliato o già Illuminato. Egli, Principio Supremo, Uomo Universale, il Purusha è quell’Assoluto, quale “sempre presente” in ogni aspetto relativo. Ogni essere è legato, quindi, al Purusha dal “sutratma”, un occulto filo radioso (la famosa corda d’oro di Platone).
Ogni essere, risvegliandosi, scopre l’”ordinatore interno”: per questo il risvegliato molla tutto naturalmente, ogni forma di preoccupazione dell’immanenza e, se possa esistere, della trascendenza.
“Quello” si riferisce alla Realtà assoluta, al Brahman nirguna
e
“Questo” si riferisce a ciò che viene chiamato mondo manifesto;
cioè,
esiste una sola Realtà, UNO senza secondo
(senza il “Questo”, in quanto un semplice “riflesso” di “Quello”).
Esistono tre tipi di liberazione (Mukti) dai legami dell’ignoranza: Kramamukti (quella graduale nel corso delle esistenze successive sui diversi piani esistenziali, fino all’atto finale); Videhamukti (quella immediata, fuori dalla forma corporea, ottenuta al momento della morte in virtù della “conoscenza” già presente); e Jivanmukti (quella che avviene pur possedendo un corpo, una liberazione in vita).
Jivanmukta, il liberato in vita, è colui che perviene alla liberazione (mukti, moksa) durante l’esistenza corporea, decidendo di non abbandonare il corpo grossolano (Sthulasarira), il veicolo fatto di cibo e che corrisponde lo stato di veglia (Jagrat).
“ La liberazione è la distruzione della schiavitù, che consiste nella sensazione di possedere personalmente gli oggetti, concepiti come fonte di piacere o dolore. Questa distruzione si ottiene distinguendo tra ciò che è imperituro e ciò che è transeunte in quest'universo effimero “.
Niralambopanisad 31
“ E` detto liberato in vita colui che non percepisce un io nel corpo o nei sensi, e non percepisce un altro da sé in alcuna cosa. Costui, grazie alla propria capacità di discriminare non percepisce differenza tra sé e l'Assoluto, né tra l'Assoluto e l'universo. E` riverito dai buoni ovvero disprezzato dai malvagi, e la sua equanimità rifulge intatta. Chi ha compreso la vera realtà dell'Assoluto non è più soggetto a rinascita. Se così fosse, significherebbe che la sua pretesa conoscenza dell'Assoluto è puramente esteriore “
Adhyatmopanisad II 45-48
“ L’aspirazione alla Liberazione è caratterizzata dall’intensa tendenza verso il dissolvimento dei legami della vita tramite la realizzazione dell’identità dell’atman con il Brahman … L’amore per la Realizzazione è la base della Liberazione; se esso manca lo studio e l’assimilazione delle Opere sacre non danno alcun frutto “.